Le Pagine di Storia

Gli avvenimenti del 1831

di Alfonso Grasso

 

È l'anno del rifiuto di Ferdinando II di Borbone alla corona di re d'Italia, e del fallimento definitivo dei moti carbonari.

1° gennaio - A Modena viene fissata da Ciro Menotti la data dell'insurrezione per il 5 febbraio: si nutre fiducia nell'appoggio della Francia e nel sostegno dello stesso duca di Modena Francesco IV indicato dallo stesso Menotti come futuro re della costituenda monarchia costituzionale del Regno d'Italia..

26 gennaio - Il re di Francia Luigi Filippo assicura l'aiuto ai carbonari in caso di intervento austriaco.

2 febbraio - Viene eletto papa, Mauro Cappellari, bellunese, con il nome di Gregorio XVI.

3 febbraio - Ciro Menotti da il via dell'azione, da svilupparsi simultaneamente a Modena, Bologna, Firenze e Parma. Il duca Francesco IV non corrispose all'aspettativa dei cospiratori. Stroncò sul nascere la rivolta ed i suoi soldati circondarono la casa dove Menotti era asserragliato con gli altri 41 carbonari. Menotti tenta la fuga da una finestra, ma viene arrestato. Viene poi processato ed impiccato il 26 maggio, insieme con Vincenzo Borelli.

4 - 5 febbraio - Scoppiano moti anche ad Imola, Faenza, Reggio Emilia, Forlì, Bologna, Ferrara. A Cesena, Rimini e Ravenna ci sono scontri a fuoco. I pochi soldati del Papa ricevono l'ordine di ripiegare.

6 febbraio - Bologna vive tre giorni di rivolta, con morti e feriti. Il legato pontificio lascia la città, sulle cui torri vengono innalzate le bandiere tricolori. Il gruppo di liberali dichiara decaduto il potere temporale del papa su Bologna. Viene istituito un governo provvisorio.

7 febbraio - Papa Gregorio XVI, apprese le notizie delle rivolte, promette perdono ai liberali che si pentano.

10 febbraio - I moti proseguono a Pesaro ed a Parma.

14 febbraio - Ancora moti ad Ancona, Perugia, Assisi, Foligno, Todi.

19 febbraio - Il papa chiede aiuto all'imperatore austriaco Francesco I per reprimere le rivolte. Gli Austriaci accolgono l'invito e scendono a sud del Po, dirigendo sul Ducato di Parma: l'ordine è immediatamente ricostituito e la città è riconsegnata alla reggente Maria Luisa d'Asburgo, la vedova di Napoleone.

1 marzo - Italiani esuli in Francia tentano di penetrare in Piemonte, ma non riescono a passare neanche i confini della Savoia.

4 marzo - Gli Austriaci occupano il Ducato di Modena. Francesco IV può rientrare nella città e ripristinare il governo assoluto.

dal 6 al 13 marzo - Torna l'assolutismo anche a Ferrara, ed il legato papale riprende il suo posto.

14 marzo - La duchessa Maria Luisa non perdona i promotori della rivolta che vengono sottoposti al giudizio della corte marziale.

19 marzo - gli Austriaci marciano su Bologna e i settari fuggono a Rimini e poi fino ad Ancona, guidati dal generale Zucchi. Cercano di imbarcarsi per la Francia ma vengono intercettati ed arrestati: sono in tutto un centinaio di persone. Come mille altre volte nella storia, fu comunque proprio la gente comune a pagare il prezzo più alto, con morti e distruzioni. Anche ad Ancona fu ripristinato il governo con il cardinale Benvenuti.

27 aprile - muore re Carlo Felice, l'ultimo dei Savoia progenie di Vittorio Amedeo II, e sale sul trono del regno di Sardegna un lontano parente: Carlo Alberto, principe di Carignano. I liberali sono convinti di avere con Carlo un alleato. Questi spegne però sul nascere tali speranze e stronca nel sangue ogni ardore di rivolta. Giuseppe Mazzini, anch'egli inizialmente fiducioso, gli rivolge invano dall'esilio un accorato invito per realizzare l'unione, l'indipendenza e la libertà d'Italia.

9 maggio - Ciro Menotti e Vincenzo Borelli - il notaio che aveva rogato l'atto di decadenza del duca Francesco IV - sono condannati a morte. Saranno impiccati il 26 maggio.

10 luglio - La Russia, Prussia e Austria s'impegnano con un protocollo a conservare il potere temporale del Papa. Si dissociano Francia e Inghilterra.

14 agosto - Mazzini forma a Marsiglia la nuova organizzazione cospirativa e insurrezionale "Giovine Italia", diversa dalla carboneria, sempre in ambito massonico. La rivoluzione - secondo Mazzini - bisognava farla nelle vie e nelle piazze delle città e non con oscure congiure di palazzo e senza il popolo protagonista. La coscienza nazionale non poteva restare una prerogativa degli appartenenti ad una casta, ma era patrimonio di tutto il popolo. Carlo Alberto, fra due anni, nel '33 ordinerà i primi arresti fra i cospiratori repubblicani, con condanne a morte per coloro che leggevano gli scritti della Giovine Italia. Sarà accusato perfino Vincenzo Gioberti cappellano di corte. Molti alti ufficiali a Torino, Genova, Alessandria, Chambery, saranno giustiziati non perché cospiratori, ma solo per essere a conoscenza di fatti e non averli denunciati. Gli arresti proseguiranno e saranno molti anche in altre parti d'Italia dopo il sequestro del baule di Mazzini a Genova, con all'interno scritti e nomi, trasmessi ad altre polizie.

1° settembre - Disordini nella città di Palermo, capeggiati da un doganiere, tal Di Marco. Arrestato con altri undici complici, finiranno fucilati il 26 ottobre.

3 ottobre - Francesco IV inizia l'epurazione dalle cariche pubbliche dei liberali che hanno partecipato ai moti. Poi procede a una severa rimozione nei quadri militari. Più generosa Maria Luisa a Parma, che libera tutti i rivoltosi arrestati.

22 dicembre - L'anno termina con l'ingresso nel Lombardo-Veneto di un potente esercito austriaco dislocato a Verona, al comando del Generale Conte di Radetz, meglio conosciuto come il generale Radetzky, non proprio giovane - ha 65 anni - ma che sarà un protagonista fino a quando ne avrà 92 di anni, nel 1858.

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