Le interviste di Brigantino e don Virgilio

 

Conte Amilcare Anguissola

(serie infamoni borbonici)

Viva 'o Rre!

Presidente Pera Cottaro: Onorevoli senatori, calma! Lasciamo che il dottor Brigantino parli!

Senatore Schifano: Protesto! Brigantino è della Minoranza! Che ci frega della sua opinione! Votiamo e basta!

Presidente Pera Cottaro: Io sono d'accordo con lei, caro Schifano, ma salviamo le apparenze! La parola, per pochissimi secondi, a Brigantino, che ne ha facoltà.

Brigantino: Signori (si fa per dire) Dannati, mi dichiaro contrario al decreto Cirame sul legittimo tradimento. Voterò quindi contro l'annullamento della pena delle fiamme eterne inflitta al Conte Amilcare Anguissola!

Senatori: Buuuh, Comunista! Giacobino! Non sai perdere! La maggioranza dei Dannati vince!

Senatore Schifano: Vedo degli assenti tra le nostre file... Che ognuno dei presenti voti per tre!

Presidente Pera Cottaro: Anche per quattro!

Giuda: Ehi, qualcuno mi ha fregato i trenta denari! Ladri!

Acciocché, ill.mo lettor, lo presente caso ti sia chiaro, favorisci un passo all'indietro, e precisamente nel mezzo del vico Storto che da Via Santa Lucia mena all'ameno Pallonetto. Là v'ho casa e bottega, là il fido portinaio Don Virgilio sorveglia, dormicchiando in guardiola, il condominio.

Il dì pria di ieri, colà venne un angelo biondo (uomo o donna? mah!) recando un'imbasciata. "Don Virgilio e Brigantino son prescelti a rappresentar l'opposizione, nella prossima seduta del senato federale del Tenebroso Regno. In Alto si confida nel vostro senso di giudizio. Così vuolsi colà dove si puote ciò che si vuole!"

Don Virgilio: Dottò, e chi se lo immaginava che anche lì c'è il senato federale!

Brigantino: Manco io lo sapevo! Ah, la Democrazia! Dove finiremo!

Sicché ci dipartimmo verso il fiume nero, che separa i vivi dal mistero, in due senza casco sul motorino (da noi inutile, poiché non si usa lanciar sassi dal cavalcavia). Caronte, dimonio dagli occhi di brace, ci traghettò alla Reception. Lì vicino, un grosso gallo cantava, ben artigliato su di un cumulo di monnezza, e il suo verso pagano mi rammentò, manco ora so dir perché, Umberto Bossi e la sua Lega.

Don Virgilio: "Tu mi tradirai tre volte prima che il gallo canti" ... Accussì dicette Chillo (o no?)

Si accostò a noi un bersagliere dal lungo pastrano sabaudo con coccarda azzurra. Di sotto spuntavan zampe di capra, e la coda a punta. Sfolgoravan sulla sua fronte un bel paio di corna vichinche, a quel dio biondo!

Bersagliere: Bentornati, anime prave! Siete qui per sempre, o per il solito giretto? ... Ah, leggo, andate al Senato! Vi farà da guida la "mascotte" Terzo.

In verità, altri non era che il malignetto savoietto, in arte Vittorio Emanuele III, spacciatoci di volta in volta per garzone, scugnizzo o giovane. Si confidava, nel propor l'inganno, sulla sua statura da mefitico nanerottolo.

Terzo: Ah, ah! Ve la siete presa in quel posto! La mia progenie rientra in Italia, e voi masticate amaro!

Brigantino: Nooo! Mastico dolce, guarda: mi mangio la sfogliata che ti avevo portato!

Terzo: No, FERMO! Ti supplico ... te la sei mangiata overamente ... l'ho sempre detto: beati gli americani che hanno scelto prima, così loro hanno i neri ed a noi sono toccati i meridionali. Maledetti!

Per giunger al senato aggirammo la profonda tana di un mostro, detto Tremonto. Era costui, ad onta dell'aspetto, un'orrida belva pronta ad inghiottir qualsivoglia onest'uomo, salvo restituirlo disonesto, in cambio di una taglia che nomavasi, a seconda, condono o scudo o concordato.

Il Senato era simil, nell'aspetto, al nostro, e pregevoli ariette sortivan come per incanto dalle agili mani di provetti pianisti. Tutti gli scanni eran assegnati a senatori della maggioranza, la infernal Casa delle Libertinità. Solo due posti eran riservati all'opposizione! Vi sedemmo don Virgilio ed io, mentre una dolce voce, spuntata dentro di me, dicea "Stà tranquillo!"

Presidente Pera Cottaro: Cirame, illustri il suo nobilissimo progetto di legge.

Cirame: Grazie, Cottaro carissimo! Propongo che il peccato di alto tradimento sia derubricato ed equiparato ad innocente marachella, e con il tradimento siano derubricati a bricconcellate i peccati di falso in bilancio ed interesse privato in atti pubblici, per impedire che chi la sta facendo franca tra i vivi, venga poi ingiustamente punito dopo la morte. Abbiamo il legittimo sospetto che, LASSÙ, con la storia dell'amare il prossimo, della carità, e altre simili baggianate, si annidino dei COMUNISTI!

Senatore Anguissola: Mi consenta, caro Cirame, di narrar il mio caso, affinché a tutti appaia chiaro quanto ingiusta fu la mia condanna alle eterne fiamme! Sono il conte Amilcare Anguissola, già capitano di fregata della Marina Borbonica. Il 10 luglio 1860, circa due mesi dopo lo sbarco di Garibaldi, consegnai la nave che comandavo, la pirofregata Veloce, all'ammiraglio nemico, il piemontese conte Persano, la cui flotta era ormeggiata nella rada di Palermo. Per tanto ardire come venni ripagato dopo morto? Con l'inferno (ah, se avessi immaginato che esistesse davvero ...)! Così fu per i miei complici: i tenenti Matteo Luigi Civita, Carlo Turi, Carmine d'Afflitto, Cesare Sanfelice, Giuseppe Cacace e Guglielmo Fallino de Luna. Gli altri 140 membri d'equipaggio, pecoroni, si rifiutarono di passare al nemico. Morale? Noi arditi avemmo onorificenze in vita, ma fiamme eterne dopo la dipartita. Vi sembra giusto?!

Schifano: Non è giusto! Conte, siete rimasto vittima delle menzogne di un'opposizione che non sa perdere! Ma ora metteremo le cose a posto.

Pera Cottaro: Votanti 1.002. A favore: 1.000. Contrari: 2. Evviva, il senato APPROVA!

Il senato si trasformò in una bolgia infernale, Anguissola fu portato in trionfo, Schifano sfoderò tutta una serie di gesti osceni nei nostri confronti, Giuda del cul fe' trombetta! Ma ecco provenire una Voce dall'Alto, dal tono calmo e fermo ... molto fermo

HO SENTITO BENE ...?

Pera Cottaro: Ehm ...Devo correggermi, illustrissimi colleghi: ogni voto dell'opposizione va moltiplicato per mille. Così vuole il Regolamento. Pertanto, il Senato RESPINGE (peccato)!

Don Virgilio: Dottò, toglietemi una curiosità, secondo voi questi che abbiamo incontrato, Cirame, Pera, Schifano ecc., sono gli stessi del Senato Italiano? Oppure, magari sono loro antenati, chissà!

Brigantino: No, Virgì, né l'uno né l'altro, purtroppo per noi!

e quindi uscimmo a riveder le stelle.

Viva 'o Rre!

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