Pensiero Meridiano

 

Editoriale del Portale del Sud

A proposito di meridionalismo

di Fara Misuraca

Ho conosciuto persone che ritengono che il mondo ruoti attorno a loro ed alla "civiltà perduta" del regno delle Due Sicilie: un'invenzione del congresso di Vienna che determinò l'inizio della fine del regno di Napoli e del regno di Sicilia.

Queste persone non vivono la realtà ma l'irrealtà. Da essi non un'iniziativa, non una proposta, non un guardarsi intorno per cercare di capire cosa non va e perché non va, non un guardarsi intorno per capire cosa invece cosa va e come migliorare, e sono tante le cose che vanno a dispetto delle statistiche. Solo invettive contro qualcuno o contro qualcosa e solo l'invito, in un mondo che é sempre più allargato e contemporaneamente più vicino, a chiudersi in se stessi, e a lamentare sempre e soltanto le angherie subite. Costoro si rifanno a modelli che prevedono chiusure in un mercato che invece si estende. Non si accorgono che il loro modello autarchico è obsoleto e, ancor peggio, auspicano un modello di sviluppo nordico, alieno alle caratteristiche del nostro territorio ed alle nostre attitudini.

Ho letto articoli che esprimendo delusione per la sconfitta del cavaliere, della destra ( le amministrative sono un termometro più affidabile e reale delle europee) e di gruppi meridionalisti ad essi “stranamente” collegati e soprattutto esprimendo delusione per la vittoria delle sinistre in Puglia, in Sicilia ed al sud in genere, smentiscono la proclamata “equidistanza” dai partiti. Una equidistanza che non prevede la “seconda (o la prima?) metà del cielo” . 

Ho letto articoli pieni di veleno sugli Agnelli, come se la mancata crescita del Meridione fosse dipesa esclusivamente da loro colpe originarie, dimenticando che nello stesso periodo al sud c'erano i Florio, che invece di progredire, per incapacità e non certo perché il governo di Roma li avesse osteggiati, hanno dilapidato l’ingente patrimonio industriale e l’indotto lavorativo ad esso collegato,  creato dal capostipite Vincenzo (cantieri navali, flotta,  fonderie, tonnare, saline, cantine, ecc), creando disoccupazione. Il vecchio Florio aveva lavorato e brigato come Giovanni Agnelli, il vecchio, ma gli eredi Florio hanno svenduto tutto pur di mantenere un tenore di vita che gareggiava con quello delle corti d'Europa non preoccupandosi delle conseguenze.

Palermo, infine,  ebbe anche l'opportunità di un'esposizione Universale (che si svolse dal novembre 1891 al marzo 1892), come Parigi o Londra, e come Bologna, Firenze, Torino e Milano, ma anziché farne una base di lancio economico, i meridionali ne fecero una passerella per la loro boria e per il loro "spagnolismo". Di quella esposizione universale oggi rimane solo “il quartiere Libertà”!

Meridionalisti?

Fara Misuraca

Luglio 2004

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