Le pagine della cultura

 

 Il Vulcano dalle mille delizie

di Cristina Tiliacos (1)

Terra, aria e acque conferiscono qui a vegetali, latticini e frutti di mare un sapore inimitabile. Cuore e baricentro della regione Campania, la provincia di Napoli è un territorio ad assoluta vocazione agricola e offre una gamma di specialità fra le più ampie in Italia. Alla base di tanta ricchezza c'è una fortunata combinazione di elementi naturali: in primis la natura dei suoli, nera terra vulcanica ricca di elementi minerali. A completare questo miracolo della natura concorrono poi un clima mite e soleggiato, beneficamente influenzato dalla brezza del Tirreno, e l'abbondanza di acque di superficie. A ridosso del golfo più bello del mondo si estendono le campagne più fertili della penisola, quella Campania felix che era orto e vigneto della Roma Imperiale.

spigola al forno

Delimitato a ovest dallo straordinario paesaggio vulcanico dei Campi Flegrei, ad est dai terrazzamenti fioriti della Penisola Sorrentina e chiuso alle spalle dal fertilissimo comprensorio del Vesuvio, fin dalla più  remota antichità il Napoletano può vantare una produzione ortofrutticola senza rivali. Le verdure innanzitutto, la cui abbondanza e varietà valsero a suo tempo ai napoletani il soprannome di "mangiafoglie". Qui il pomodoro fa praticamente storia a sé, ma non sono da meno i carciofi e le cipolle, i cavolfiori e i broccoli, i fagioli e i fagiolini, i piselli e le patate, i finocchi e le indivie, le lattughe e gli zucchini, le melanzane e i peperoni, i cetrioli e gli asparagi. Il tutto in una quantità che ha dell'incredibile e senza soluzione di continuità durante tutto l'arco dell'anno. Altrettanto importante è la coltivazione della frutta e degli agrumi, a cominciare da pesche, albicocche, mele e limoni di straordinaria qualità.

arancini di riso

Per quanto diminuita rispetto al passato rimane sempre di grande pregio e rilievo la produzione di pasta di grano duro, che da vita a capolavori dell'arte pastaia per i quali tutta la Campania e in particolare Gragnano sono famose nel mondo. A completare un quadro più unico che raro non poteva mancare un gustoso olio d'oliva, la cui produzione è concentrata soprattutto nei terrazzamenti della Penisola Sorrentina. Intensità di colori e pienezza di sapori hanno permesso la creazione di uno stile gastronomico unico, tale da rendere la cucina napoletana sinonimo stesso di cucina italiana nel mondo. Paradigma di questo stile è la pizza napoletana, trait d'union fra quanto cresce dalla terra e l'altra grande "spalla" della cultura materiale partenopea, ovvero i latticini. Se si considera come parametro il grande sviluppo della produzione agricola, l'allevamento del bestiame appare sicuramente meno importante; però la qualità della produzione casearia qui è davvero eccezionale. Accanto al Provolone del Monaco, formaggio stagionato di grande pregio, figurano il fiordilatte a treccia, la scamorza, il caciocavallo, i burrini e la ricotta.

la treccia

Un ruolo di fondamentale importanza nell'economia provinciale spetta infine ai prodotti del mare. Il Golfo di Napoli è celebre per l'eccellenza del pesce, determinata dalla presenza di alghe ricche di iodio e dalle caratteristiche dei fondali vulcanici. Così come in campo agricolo, anche qui un'esperienza antica quanto la civiltà è garante di prodotti selezionati e dal sapore inconfondibile.

spaghetti alle vongole

Nella zona dei Campi Flegrei si perpetua una tradizione plurimillenaria e praticamente mai interrotta: nei laghi salati di Lucrino, di Bacoli, di Miseno e di Fusaro mitili e crostacei (cozze, tartufi, fasolare, vongole veraci, accanto ad aragoste e astici) continuano a riprodursi nelle vasche di stabulazione, come ai tempi degli antichi Romani. Le acque del Golfo forniscono inoltre polpi e pesce azzurro - alici, sarde e sgombri in particolare - e pesce nobile come orate, occhiate, luveri e triglie. Ognuno di questi doni del mare viene "interpretato" dalla tradizione partenopea con ricette semplici, ma di classe inimitabile: per tutti, gli spaghetti "a vongole".


(1) Articolo tratto da: Cristina Tiliacos, Ulisse la rivista di bordo dell’Alitalia. (Ha collaborato Nicola Rivieccio)

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