Le pagine di Napoli

La Cappella del SS. Salvatore

Un trittico riscoperto di fine Quattrocento

di Ciro La Rosa

Pala del XV secolo. Foto Ciro La Rosa

Il tempietto del Santissimo Salvatore, incuneato tra la Cappella Pontano e la chiesa di Santa Maria Maggiore della Pietrasanta, venne edificato su parte dei resti della Basilica Pomponiana, a sua volta fondata nel VI secolo dal vescovo Pomponio sul tempio di Diana che è inglobato per la maggior parte dalla contigua chiesa di Santa Maria della Pietrasanta.

Cappella SS. Salvatore. Foto Ciro La Rosa

La Cappella era sede della Arciconfraternita del “SS. Rosario del Bambino alla Pietrasanta” detta anche “Congrega del Sacramento” o del Cappuccio; venne restaurata una prima volta nel 1766, chiusa da tempo imprecisato, è stata riaperta al culto grazie alla stessa Arciconfraternita dopo un periodo di restauro effettuato nell’ultimo decennio del XX secolo, solo dall’inizio del 2010 con la riconsacrazione avvenuta da parte di S.E. il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe.

Particolare dell'ingresso. Foto Ciro La Rosa

All’interno si ammira dietro l’altare la tela della “Trasfigurazione” attribuita da Aspreno Galante ad Annella di Massimo (allieva di Massimo Stanzione il cui vero nome era Anna o Dianella La Rosa o per corruzione nel più comune cognome De Rosa) – da Guida Sacra della Città di Napoli, edizione 1872, pagina 167 – mentre oggi si tende ad attribuire la tela al Marullo.

L'altare. Foto Ciro La Rosa

La trasfigurazione. Foto Ciro La Rosa

Sulla parete di destra vi è una tela del 1802 di Francesco Gagliano raffigurante San Francesco da Paola confessore, mentre il prezioso trittico, attribuito dal Galante al Criscuolo, è alla parete sinistra: al centro è raffigurato il Calvario, ai lati due re: Carlo Magno in veste di santo e San Luigi IX.

Dipinto del Gagliano. Foto Ciro La Rosa

 

Particolari: Carlo Magno (sinistra) e San Luigi re di Francia (destra)

È un polittico di grande importanza storica, ma il commento lo lascio al prof. Raffaele Ajello, emerito dell’Università Federico II, in occasione del convegno tenutosi il 28 maggio del 2010 sul tema inerente al dipinto stesso: “Il polittico che si conserva nella Cappella del SS.mo Salvatore è un’opera che, a parte il suo valore artistico, ha un rilevante significato per la storia politica e sociale. I gigli d’oro, fortemente incisi nelle vesti dei due santi e sovrani di Francia, Carlo Magno e Luigi IX, rappresentavano, secondo una complessa simbologia, i caratteri nello stesso tempo politici, sociali e religiosi della monarchia accentrata, quale espressione dell’intera collettività e delle sue esigenze ideali e materiali… ispirazione del modello di Stato francese… il polittico si collega in maniera molto evidente alla visione politica di Carlo VIII, che fu presente a Napoli nei primi mesi del 1495, e che secondo la testimonianza di Guicciardini, ebbe rapporti molto stretti con Pontano” e non si esclude l’ipotesi che il trittico sia un dono di Carlo VIII al Pontano.

Ciro La Rosa

Giugno 2010

Centro Culturale e di Studi Storici "Brigantino - il Portale del Sud" - Napoli e Palermo admin@ilportaledelsud.org ®copyright 2010: tutti i diritti riservati. Webmaster: Brigantino.

Sito derattizzato e debossizzato