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I casati del Sud
di
Ciro La Rosa
La Rosa
LI-LU
LIBERTINI
Titoli:
barone di San Marco lo Vecchio
Dimora:
Caltagirone
Famiglia di nobiltà riconosciuta dal XVI secolo; GIUSEPPE ottenne il
titolo di barone di San Marco lo Vecchio per atto di donazione di
Nicola Platamone in data 7 agosto 1844.
Successivamente, con decreto “motu proprio” in data 26 dicembre 1901
del re d’Italia Vittorio Emanuele III e con RR. LL. PP. (Regie
Lettere Patenti) del 3 agosto 1903, venne concessa la trasmissione
del titolo in linea di primogenitura maschile agli eredi di GESUALDO.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di rosso al leone posto a destra affrontato ad una tenda da campo
sostenuta da due lance sormontata da tre stelle il tutto d’oro. |
![](images/casati/c_libertin.jpg) |
LICATA
Titoli:
principe di Baucina, marchese di Montemaggiore e Biscardo, conte di
Isnello, barone d‘Aspromonte.
Dimora:
Palermo
Famiglia che godette nobiltà gia del XVI secolo; per il matrimonio
contratto in data 29 aprile 1863 da BIAGIO con Francesca Di Maria
Termine, dama di corte della Regina Margherita, il casato acquisì i
seguenti titoli: principe di Baucina, marchese di Montemaggiore e
Biscardo, conte di Isnello, barone d‘Aspromonte, con il conseguente
riconoscimento ufficiale in data 27 aprile 1891.
BIAGIO senatore del Regno d’Italia; il nipote BIAGIO con Decreto del
Capo del Governo in data 16 luglio 1926 ottenne l’ufficialità
rinnovata dei titoli già riconosciuti alla famiglia nel 1891.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di rosso al leone sormontato da tre stelle il tutto d’oro. |
![](images/casati/c_licat.jpg) |
LI CHIAVI
Titoli:
barone del Leone, nobili dei baroni
Dimora:
Palermo
Famiglia nota dal XV secolo. BALDASSARRE, dottore in legge,
proconservatore di Girgenti nel 1602; BENEDETTO primo barone del
Leone con privilegio del 15 giugno 1788; nobili dei baroni in
persona di ENRICO secolo XIX.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’oro al braccio armato al naturale impugnante una bandiera di
verde, accostato da due chiavi di nero accompagnate da tre alberi di
verde. |
![](images/casati/c_lichiav.jpg) |
LI DESTRI
Titoli:
barone di Rainò, di Equila Verde, di Montagna di Neglia, di Ficuzza,
di Grotte di Famusa, di San Todaro e Montagna del Corvo, nobili dei
baroni, cavaliere
Dimora:
Palermo
ANTONIO con privilegio del 15 maggio 1602 ottenne il titolo di
“regio cavaliere” e il riconoscimento del blasone; FRANCESCO
proconservatore di Gangi anno 1792; ANTONIO acquistò i feudi di
Rainò, di Equila Verde, di Montagna di Neglia, di Ficuzza, di Grotte
di Famusa, di San Todaro e Montagna del Corvo dei quali fu investito
del titolo di barone con investitura 27 aprile 1776; MICHELANGELO
barone di Partisina con investitura del 31 agosto 1791; FRANCESCO
ANTONIO, barone, capitano di giustizia nel 1812/13.
Con D.M. del 2 aprile 1899 i titoli del casato vennero riconfermati
in persona di ANTONIO.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di rosso al braccio armato d’argento, impugnante con la mano di
carnagione tre spighe d’oro. |
![](images/casati/c_lidestr.jpg) |
LIETO
Titoli:
barone
Dimora:
Ravello, Napoli
Iscritta nel Patriziato di Ravello, di questa famiglia si hanno le
prime memorie con PIETRO che fu stratigoto di Ravello nel XII secolo
come da documentazione reperita presso l’Archivio di Amalfi. NICOLA
1° tenente del “5° Reggimento fanteria di Linea Borbone” partecipò
alla difesa del Regno delle Due Sicilie , capitolò con la
guarnigione nel marzo del 1861 a Messina.
Con R. D. dell’11 ottobre 1928 FRANCESCO, dottore in legge, conseguì
il rinnovo del titolo e con RR. LL. PP. del 21 febbraio 1929 venne
riconosciuta l’arma gentilizia.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro alla fascia d’oro con tre stelle al capo, in punta un
monte all’italiana di verde cimato da un uccello al naturale. |
![](images/casati/c_lieto.jpg) |
LIGNOLA
Titoli:
nobile di Lettere
Dimora:
Lettere, Napoli
Famiglia di antica nobiltà secolo XV; ANTONIO ascritto alla nobiltà
di Lettere il 21 luglio 1791; RAIMONDO colonnello del Genio Navale
della Regia Marina del Regno d’Italia nel XX secolo.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro a tre fasce d’oro, in capo tre stelle d’oro, in punta un
leone al naturale. |
![](images/casati/c_lignol.jpg) |
LIGUORO o
de LIGUORO o
de LIGUORI
Titoli:
patrizio napoletano, principe di Presicce, nobili dei principi
Dimora:
Napoli, Milano, Roma
Antica e nobilissima famiglia napoletana che ha dato un santo e
numerosi uomini d’arme, fedelissima a Casa Borbone Due Sicilie.
MARCO de Ligorio, riconosciuto il capostipite della famiglia,
governatore della città di Napoli nel 1190 con il Regno Normanno di
Tancredi; ROBERTO, FLORIMANTE e GIAN CRESCENZO, capitano generale
delle armi, furono investiti dell’Ordine militare del “Cingolo” da
Carlo I d’Angiò; GIOVANNI tesoriere generale di re Ladislao; FILIPPO
cavaliere dell’Ordine di Malta nel 1422; la famiglia è iscritta al
Seggio di Portanova in Napoli.
Appartiene a questa casata
Sant’ALFONSO MARIA,
di GIUSEPPE e Anna Caterina Caballero nobile di Spagna, nato nella
villa di Marianella (Napoli) il 27 settembre 1696, fondatore
dell’Ordine dei Redentoristi nel 1732, vescovo di Sant’Agata dei
Goti 1762, autore del tomo “La Teologia Morale” nel 1748 e di
una “Storia delle Eresie” nel 1772, venne innalzato agli
onori degli altari il 26 maggio 1839, ebbe come fratelli ANTONIO
monaco in San Severino e Sossio, GAETANO cappellano del tesoro di
San Gennaro, BARBARA e MARIANNA monache del convento di San Girolamo
in Napoli.
RAIMONDO ministro delle finanze del Regno delle Due
Sicilie; FRANCESCO colonnello dell’Esercito di Murat il 5 febbraio
1815; GIROLAMO colonnello comandante “9° Reggimento fanteria di
Linea Puglia”, in piena occupazione della capitale da parte dei
garibaldini, attraversò Napoli con le sue truppe per recarsi a
Capua, decorato della Croce di Ufficiale dell’Ordine di San Giorgio,
promosso generale di brigata, il 1° ottobre 1860 combatté
valorosamente contro i garibaldini a Santa Maria meritandosi la
Croce al merito dell’Ordine di San Ferdinando, capitolò il 2
novembre dello stesso anno a Capua; FERDINANDO, figlio del
precedente, proveniente dalla Scuola Militare della Nunziatella,
tenente del “Real Corpo d’Artiglieria” combatté a Gaeta, a fine
guerra si arruolò nell’Esercito Imperiale Austriaco, e come
ufficiale “dell’ Artiglieria Imperiale” combatté a Custoza, insieme
ad altri napoletani, contro gli italiani nel 1866; il cugino ACHILLE
maggiore della “Gendarmeria Reale a Cavallo”, proveniente dalla
“Compagnia delle Reali Guardie del Corpo”, si distinse
nell’annientamento della colonna del garibaldino Nullo ad Isernia,
presente a Macerone dove rallentò l’avanzata piemontese ed ivi fatto
prigioniero; GIOVANNI, fratello del ministro RAIMONDO, colonnello
comandante “1° Reggimento Ussari della Guardia Reale” decorato della
Croce di Diritto dell’Ordine di San Giorgio, partecipò anch’egli
alla difesa del Regno; Tenente di Vascello della Real Marina delle
Due Sicilie ERCOLE (1833) figlio di RAIMONDO principe di Pollica e
di Giuseppina Orlando, guardiamarina nel 1850, passò nella Marina
Italiana ma nel 1863 diede le dimissioni per contrasti con gli alti
gradi della Marina. FRANCESCO PAOLO nobile dei principi di Presicce vivente nel XX secolo.
Tutt’ora è esistente palazzo de Liguoro Presicce in Napoli alla via
Arena alla Sanità. Nella chiesa di Sant'Anna dei Lombardi vi è
l'altare della famiglia De Liguoro ed il sepolcro di FRANCESCO
(†1735) principe di Presicce e del figlio CESARE morto giovanissimo
(1711-1727)
Foto Ciro La Rosa, clicca sulle immagini per ingrandirle |
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Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
troncato d’azzurro e d’oro al leone dell’uno e dell’altro
attraversato da una fascia d’argento. |
![](images/casati/liguori01.jpg) |
Gentile concessione Fabio Paolucci |
![](images/casati/c_liguor.jpg)
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LIOY
Titoli:
nobile
Dimora:
Ripacandida,Terlizzi,
Napoli, Vicenza, Venosa
Motto:
"Oculi mei semper ad Dominun"
POTENZIANO, nato
nel 1540 a Ripacandida,
recatosi in Terlizzi per divenirvi
Governatore fu
riconosciuto nobile con Real Privilegio del
12 gennaio 1588
da Filippo di Castiglia, Re di Napoli e Sicilia; si trasferì in seguito a Venosa per divenirvi il
Governatore. FRANCESCO ricevuto per “giustizia” nell’Ordine
Costantiniano il 10 agosto 1800; e nello stesso ordine il sacerdote
ENRICO in data 21 giugno 1817. Un ramo si trasferì a Vicenza nel
1782, quando FELICE lasciò Terlizzi a causa dell’Editto
Antimassonico del 1775. Il ramo di Napoli e di Terlizzi oggi sono
estinti, mentre sono tuttora esistenti quello di Ripacandida con
discendenti in Roma, quello di Vicenza con discendenti in Vicenza e
Milano, e di Venosa.
La famiglia
Lioy (ramo Venosa) ebbe splendore con PASQUALE (1759) gentiluomo;
con FILIPPO (1783-1857) medico sposato Eleonora Sabini; GIROLAMO
fu uno dei 155 elettori che votò nel 1811 per il Parlamento
Nazionale ; GIUSEPPE (1825) sacerdote, poeta, letterato e patriota,
cappellano della Brigata Basilicata combatté con Garibaldi nella
grande battaglia del Volturno; GIROLAMO (1827) prese parte ai moti
rivoluzionari di Napoli nel 1848 con Luigi La Vista,
successivamente, dopo un periodo di insegnamento, divenne
funzionario del Ministero dell’Interno; PASQUALE (1824) sindaco di
Venosa nel 1861, tentò di impedire l’invasione di Crocco nella
città, ma non vi riuscì. EUSTACHIO (1839-1898) avvocato, cavaliere,
vicepretore, sposò Vincenza Spada da Spinazzola. DIODATO (1830-1912,
ramo Napoli) giornalista, docente universitario, cofondatore del
giornale “ROMA”, autore di saggi giuridici (le città di Napoli e
Venosa gli hanno intestato una via). ARTURO (ramo Venosa 1873-1944)
medico veterinario, consigliere comunale, medaglia di bronzo al
merito della salute pubblica al tempo della epidemia detta
“spagnola”; ALFREDO (1903-1960) geometra, giudice Conciliatore del
Comune di Venosa ; ROSA MARIA (1943-2005) insegnante, direttrice
biblioteca comunale di Venosa; EUSTACHIO (1945) docente, presidente
diocesano dell’Azione Cattolica della diocesi di Montevergine,
Ufficiale OMRI, ha sposato Monaco Giovanna da Rocca di Mezzo la
quale è insegnante, presidente parrocchiale dell’Azione Cattolica,
benemerita della Chiesa diocesana di Avellino, medaglia d’oro al
merito della Pubblica Istruzione; Cavaliere OMRI. ANTONINO
(1916-1952) geometra, valoroso ufficiale del Regio Esercito
Italiano; FILIPPO(1872-1950) medico; PAOLO (1839-1912, ramo Vicenza)
illustre scienziato, scrittore e poeta, consigliere comunale e
provinciale, provveditore agli Studi, senatore, cavaliere
dell’Ordine dei S.S. Maurizio e Lazzaro, alla sua memoria è stato
intestato il Liceo Scientifico di Vicenza. FELICE presidente
nazionale di Audiradio. GAETANO (1830-1920 ramo Terlizzi)
monsignore, Cavaliere di Malta, titolare della chiesa delle Anime
del Purgatorio di Molfetta . ERNESTO (ramo Roma) primario
ospedaliero Casilino. FILIPPO, ingegnere.
Iscritta
nell’Elenco ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
N.d.A: un ringraziamento al Signor Gianlorenzo Lioy per le ulteriori
utilissime notizie fornite sul casato.
Arma:
d’azzurro alla
fascia d’oro accompagnata in capo da due teste di moro con la fascia
d’argento, sormontate da tre stelle dello stesso, in punta da una
stella cometa accostata da due bande d’oro. |
![](images/casati/c_lioy.jpg)
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DE LISI
Titoli: barone
della decima degli agnelli e delle pecore di Taormina, nobili dei
baroni
Dimora: Messina
Con atto del 23
marzo 1920 i titoli su descritti passarono dalla principessa Anna
Balsamo Avarna al nipote ANTONINO De Lisi; e con R.D. del 24 marzo
1921 e RR. LL. PP. Del
16 marzo 1923 a SALVATORE.
Appartiene a
questa famiglia CARLO 2° Tenente del “9° Reggimento Fanteria di
Linea Puglia” che ha partecipato alla campagna del 1860 contro
l’invasione del Regno delle Due Sicilie, il 27 maggio difese
strenuamente Palermo, ricevendo l’onorificenza della Croce di
Diritto di San Giorgio, capitolò con il suo reparto il 2 novembre a
Capua.
Iscritta nel
Libro d’Oro della Nobiltà Italiana e nell’Elenco Ufficiale Nobiliare
italiano anno 1922
Arma: partito
il 1° d’azzurro a due spade al naturale, 2° d’argento al giglio
d’azzurro. |
![](images/casati/c_lisi.jpg) |
LOFFREDO
Titoli: duca di
Ossada, marchese di Melia, conte di Guido, barone della
tonnara di Patti, barone di Longi, signore delle saline di
Platanella, di Cianciana e Cantarella, marchese di Cassibile,
marchese di Mongiuffi e Kaggi, nobili dei duchi
Dimora: Messina
Motto:
“festina lente”
Originaria di
Cava dei Tirreni, passò in Messina nel XVIII secolo.
SILVESTRO
acquistò la baronia di Cassibile il 2 aprile 1785 e con privilegio
del 4 dicembre 1797 ne ottenne il titolo di marchese, iscritto nella
Mastra Nobile dal 1798 al 1807, sindaco di Messina il
24 febbraio 1812; il nipote SILVESTRO d’Auria assunse il cognome e
il titolo dei Loffredo; VINCENZO ottenne il titolo di marchese con
R. D. del
26 agosto 1898.
Con D. M. del 20
luglio 1898 e D. M. del 26 agosto 1899 vennero riconosciuti alla
famiglia i titoli su indicati.
Iscritta nel
Libro d’Oro della Nobiltà Italiana e nell’Elenco Ufficiale Nobiliare
Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro troncato filettato d’oro, 1° al leone d’oro tenente un
ramoscello, 2° a tre monti di verde sormontati da tre stelle
d’argento - alias di vajo azzurro. |
![](images/casati/c_loffred1.jpg)
![](images/casati/c_loffred.jpg) |
LOMBARDO e
LOMBARDI
Titoli: duca di
Cumia, nobile
Dimora: Palermo,
Messina
FRANCESCO pretore
di Palermo 1359/60; GIACOMO stessa carica 1779/80; NICOLA, milite,
palermitano, ottenne la castellania di Castrogiovanni il
29 gennaio 1396, primo barone di Ghibellina nel 1397; GIORGIO
barone di Francavilla nel 1463 e castellano di Ristretta 1479;
PIETRO ANDREA conservatore del Regio Patrimonio 1527, pretore di
Palermo anni 1537 e 1547/8, governatore della Nobile Compagnia dei
Bianchi di Palermo 1541/48; ANNIBALE, MICHELE, GIOVANBERNARDO e
SIMONE ascritti nella Mastra Nobile del Mollica anni 1588/98 e 1603;
BIAGIO capitano di giustizia in Sutera nel 1578; ONOFRIO primo
barone di Scala di Manchi e di Belice; BENEDETTO giudice pretoriano
del Concistoro 1799/1801, del tribunale della Gran Corte del Regno
nel 1796; ANDREA, colonnello di fanteria del Regio Esercito
Italiano, ottenne il titolo di duca di Cumia nel 1910, trasmissibile
ai primogeniti.
Un ramo della
famiglia dal cognome LOMBARDI venne riconosciuto nobile dalla
Commissione dei Titoli Nobiliari del Regno delle Due Sicilie il 30
aprile 1857 e insignita della stesso stemma gentilizio.
Arma: vajato
di rosso e d’oro |
![](images/casati/c_lombard.jpg) |
LOMBARDO di San Chirico
Titoli:
nobili, predicato di San Chirico
Dimora:
Lucera, Roma
Antica e nobile
famiglia di Lucera originaria veneta, residente a Milano, ricevuta
nel S.M.O.M. come quarto della famiglia Marulli nel 1591, della
famiglia Caracciolo di Capriglia nel 1635, della famiglia Mirelli di
Teora nel 1841 e con propri cavalieri: FERRANTE nel 1704, ANTONIO
nel 1705, FRANCESCO SAVERIO e ANTONIO nel 1739. Diede alla chiesa
vari prelati tra cui GIACOMO Vescovo di Troia dal 1438 al 1469 e
NATOLO Vescovo di Bovino dal 1466 al 1477. Possedette i feudi di
Castelluccio de Sauri con privilegio di re Ferrante I d Aragona del
22 agosto 1462, Troia dal 1583, di Gambatesa con titolo di conte
dal 1592 , di Roseto con titolo di marchese dal 1603, Tufillo con
titolo di marchese dal 1627 e San Chirico con titolo di barone con
Regio Assenso del
28maggio 1727. Aggregata al patriziato di Lucera nel 1694.
Riconosciuta ammissibile nelle Regie Guardie del Corpo dell’Esercito
del Regno delle Due Sicilie nel 1837; FELICE (Palermo 1772 - Foggia
1828), ascritto nell'Elenco del priorato di Barletta e Capua del
1801, colonnello comandante della Nunziatella, IV barone di San
Chirico e patrizio di Lucera; il casato decorato degli ordini
cavallereschi di San Ferdinando, di San Giorgio della Riunione,
delle Due Sicilie, Legion d'Onore e di Spagna.
Inseriti
nell’Elenco Nobiliare col titolo di nobile in persona dei
discendenti di FELICE.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
N.d.A.:
Un ringraziamento per le notizie fornite per i completamento della
storia del casato al signor Francesco Lombardo di San Chirico.
Arma:
di rosso al leone d'argento. |
![](images/casati/c_lomb.jpg) |
LONGO
(1)
Titoli: marchese di Vinchiaturo, nobile di Nola e Modugno.
Dimora: Napoli,
Marigliano, Modugno.
Di antica
origine, feudataria dal tempo della dominazione Normanna. MARINO
proprietario del feudo di Nardò nel XII secolo. Nobile in Napoli,
Salerno, Benevento e Nola dove venne iscritta a quel patriziato nel
1648; diede due santi FILIPPO e SULPIZIO. Ricevuta nell’ordine di
Malta nel 1578 in persona di VESPASIANO; BARTOLOMEO consigliere di
re Alfonso I d’Aragona; MARINO e GIOSUÈ
ricordati quali combattenti nell’azione presso Sarno tra Angioini e
Aragonesi nel 1460. Da
MARINO,
capitano di ventura e condottiero di
Ferdinando I d'Aragona nella battaglia di Sarno contro gli Angioini
nel 1460, discende il ramo nobile di Modugno in persona di NICOLA
(1789-1877) medico di Ferdinando II di Borbone, cavaliere
dell'Ordine Costantiniano di San Giorgio e dell'Ordine della Corona
d'Italia. MARIA
LORENZA Requenses, spagnola (1463-1542), sposò nel 1483 GIOVANNI
Longo, funzionario di Ferdinando II d’Aragona, e nel 1506 seguì il
marito a Napoli, rimanendo vedova nel 1509. Nel 1521 fondò
l’Ospedale di "Santa Maria del Popolo degli Incurabili"
(chiamato così dall’allora incurabile male che era la
sifilide).
Nel 1535 fu autorizzata dal Papa Paolo III a fondare "l’Ordine delle
Monache Clarisse Cappuccine", detto delle “33”, in omaggio ai
presunti anni di vita terrena di Gesù Cristo.
Riconosciuta di
antica nobiltà nelle prove per l’ammissione nella Compagnia delle
Regie Guardie del Corpo nel 1860; COSTANTINO ufficiale del Regio
Esercito delle Due Sicilie ha partecipato alla campagna del 1860/61
contro i piemontesi che invasero il Regno.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro alla fascia d’oro accompagnata da tre stelle d’oro. |
![](images/casati/c_long1.jpg)
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LONGO
(2)
Titoli:
barone di Frassini e di Salicà
Dimora:
Barcellona Pozzo di Gotto, Messina, Palermo
Diramazione della
precedente famiglia che passò da Napoli prima a Genova e poi in
Palermo con ANTONIO nel 1506; MARCO portò la famiglia in Correale;
GIOVAN GREGORIO portò la famiglia in Messina; FRANCESCO giudice
della Gran Corte 1712/29, per acquisizione matrimoniale con Olivia
Scammacca ottenne il titolo di Barone Della Corte; GIACOMO giudice
della Gran Corte 1699/1711, giudice del tribunale della regia
Monarchia, abate di Santa Maria di Terrana 1714, presidente del
Concistoro 1725, consultore del Viceré 1735; GIUSEPPE cavaliere
dell’Ordine Costantiniano nel XVII secolo; GIUSEPPE consultore del
governatore di Messina nel 1798; GIACOMO, dottore in teologia e
legge, avvocato fiscale della Corte Arcivescovile di Palermo 1727,
teologo consultore del Tribunale della Regia Monarchia, esaminatore
sinodale 1731, avvocato dei poveri 1732, canonico della Cattedrale
di Palermo 1734, vicario generale della Diocesi di Cefalù 1736,
consultore del SS. Tribunale dell’Inquisizione; ANTONIO cavaliere
dell’Ordine di Malta 1794; GASPARE, con acquisizione matrimoniale
con Anna Perrelli, ottenne il titolo di barone di Frassini e Salicà
in data
16 settembre 1769; GASPARE, barone di Frassini e Salicà, dottore in
legge, capitano d’Artiglieria del Regio Esercito Italiano,
comandante del “56° Gruppo Bombardieri”, decorato della medaglia di
bronzo al valor militare, della Croce al merito di guerra, medaglia
commemorativa della guerra 1915/18 con quattro stellette, medaglia
Interalleata della Vittoria: SANTI, dottore in scienze agrarie, con
RR.LL.PP. (regie lettere patenti) del
5 agosto 1927 riconosciuto dei titoli di barone di Frasini e di Salicà
e dello stemma gentilizio.
Arma: di rosso
all’aquila spiegata di nero coronata d’oro – alias di rosso
alla fascia d’argento a tre stelle d’oro. |
![](images/casati/c_long2a.jpg)
![](images/casati/c_long2b.jpg) |
LONGOBARDI
Titoli: nobile
Dimora: Roma,
Napoli
Originaria di
Castellammare di Stabia. PIETRO ANIELLO possedette il feudo di Beffe
in Abruzzo al quale impose il nome di Villanova nel 1748.
Riconosciuta del
titolo di nobile con D. M. del 26 novembre 1927, con R.D. del 1928
nominato barone “ad personam” GABRIELE.
Iscritta nel
Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro al leone d’oro tenente una palma di verde. |
![](images/casati/c_longob.jpg) |
LOPEZ
Titoli:
duca
di Taurisano
Dimora:
Lecce,
Taurisano, Napoli
Originaria della
Spagna, passata nel Regno di Napoli, ottenne i feudi di Ortisana e
Taurisano nel XVII secolo, decorata del titolo di duca di Taurisano
nel 1692; ricevuta nell’Ordine di Malta nel 1767, iscritta nel
Priorato di Barletta nel 1801 con ANTONIO; ANTONIO capitano del “12°
Battaglione Cacciatori” dell’Esercito del Regno delle Due Sicilie,
ha partecipato alla campagna contro l’invasione piemontese del
1860/61, FRANCESCO capitano della “Gendarmeria Reale a Piedi” ha
combattuto a Macerone contro i piemontesi.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
troncato
1° d’azzurro a due lupi d’oro l’uno sull’altro, 2° a cinque gru
d’argento. |
![](images/casati/c_lopez.jpg) |
LORETO
Titoli:
Conte del Regno delle Due Sicilie - Nobile Campano - Nobile
Abruzzese - Patrizio di Buonalbergo.
Dimora:
Guardialfiera e Napoli
La
famiglia "Loreto" attualmente rappresenta da Giovanni Loreto di
Guardialfiera risale al Regno delle Due Sicilie, è originaria
della Campania, ma presente anche nell'attuale regione Molise a
Guardialfiera. Ricoprono i titoli di nobili e conti.
Il casato
era già nobile e insignito del titolo di conte nel periodo del
vicereame degli Asburgo sul Regno delle Due Sicilie e mantenne
tali titoli durante il periodo borbonico fino all'unificazione
al Regno d'Italia.
Un ramo
della famiglia, quello insignito del titolo di nobile,
sopravvive fiorente nel Molise a Guardialfiera vivono in un ala
adiacente al Palazzo Loreto ormai di proprietà del Comune di
Guardialfiera.
Il ramo
insignito del titolo di conte ha discendenti presenti a Napoli.
Un altro ramo della famiglia sopravvive in Basilicata, in
provincia di Matera.
Alcuni
Discendenti collaterali sono presenti nel centro-nord
dell'Italia, prevalentemente in capoluoghi, dagli inizi del XX
secolo.
Lo stemma
del casato era originariamente d'oro, a tre bande di rosso, ma
furono adottati diversi stemmi dai rami secondari della famiglia
per questo di Guardialfiera sarebbe bello se qualcuno potrebbe
fare la descrizione
- Archivio
Diocesis Guardiensis;
- Istituto
Nobiliare Araldico Genealogico Italiano (I.N.A.G.I.);
- Archivio
di Stato Napoli - Sez. Patenti e Nobiltà;
-
Biblioteca e Museo Civico "Palazzo Loreto Guardialfiera";
-
Enciclopedia Nobiliare Italiana (E.N.I.) - APS;
- Corder
Modulo Morosini 1878 Venezia;
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LOTETA
Titoli: marchese
Dimora: Messina
Famiglia già nota
dal XVI secolo. Per acquisizione matrimoniale di GIACOMO con
Giuseppa Maria Verardi il titolo di marchese, posseduta dalla
consorte, passò nella sua famiglia nel XIX secolo; tale titolo venne
riconosciuto nel 1913 a GAETANO di Giacomo.
Iscritta nel
Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare anno 1922.
Arma:
d’azzurro al monte di rosso di tre vette, sostenente un’aquila al
naturale, il terzo con una mano al naturale sostenente una fiaccola
accesa. |
![](images/casati/c_lotet.jpg) |
LOTTI
Titoli: conte d’Oppido
Dimora: Messina
Di antica nobiltà
conosciuta dal XIV secolo in Napoli. Per successione di casa
Spinelli con il matrimonio di GAETANO con Laura Spinelli, la
famiglia ottenne il titolo di duca d’Oppido nel 1857.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro alla fascia e ad una aquila d’oro, in punta da tre stelle
divise da due bande il tutto d’oro. |
![](images/casati/c_lotti.jpg) |
LOTTIERI D'AQUINO
Titoli:
nobili dei
principi di Pietrastornina, patrizio napoletano
Dimora:
Napoli
Antico casato
originario di Firenze, iscritto nel Patriziato Napoletano al Seggio
di Portanova; ebbe in possesso il feudo di Pietrastornina dal 1635,
decorata del titolo di principe con Regio Privilegio del 17 maggio
1643; ultimo intestatario del feudo ANTONIO in data 31 marzo 1730
come da precedente intestazione relativa al padre TOMMASO in data
20 luglio 1722. Ricevuta nell'Ordine di Malta il
12 maggio 1630 in persona di MARCELLO, uomo di grande cultura
conoscitore di lingue estere, dovette lasciare l'abito ecclesiastico
divenendo principe di Pietrastornina, duca di Limatola; titoli poi
riconosciuti in TOMMASO (1814) con Regio Decreto del
27 luglio 1856, e
con rescritto del 12 settembre 1856 riconosciuto principe di
Pietrastornina, marchese di Gricignano.
Il casato
iscritto nel Libro d'oro della Nobiltà Napoletana, iscritto
nell'Elenco Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d'oro alla
croce trifogliata. |
![](images/casati/lottieri.jpg) |
LUBELLI
Titoli: nobile
Dimora: Lecce
Famiglia di
antica origine nota sin dai tempi dei Normanni nel XII secolo come
feudatari.
Nel 1661 il
casato venne decorato del titolo di duca di Sanarica poi passato ad
altra famiglia.
Nel 1801 iscritta
nel priorato di Malta di Bari in persona di FRANCESCO.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro a tre bande d’oro accompagnate al capo da tre gigli dello
stesso. |
![](images/casati/c_lubell.jpg) |
LUCARELLI
Titoli:
patrizio d’Aversa
Dimora:
Aversa, Napoli
Antica famiglia nel patriziato di Aversa dal XIV secolo. Ricevuta
nell’ordine di Malta dal 1687 come cavaliere di “giustizia”; ammessa
nelle Regie Guardie del Corpo in persona di GIACINTO poi alfiere
(sottotenente) del “2° Reggimento Lancieri” che partecipò alla
campagna del 1860 contro i garibaldini, presente sia in Sicilia che
sul Volturno, capitolò nel novembre col suo reparto nello Stato
Pontificio.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano 1922.
Arma:
d’azzurro alla fenice uscente dall’immortalità sopra un globo al
naturale fissante un sole d’oro. |
![](images/casati/c_lucarell.jpg) |
DE LUCA (1)
Titoli: patrizio di Trani
Dimora: Napoli,Trani
Di antica nobiltà iscritta al patriziato di Trani, ricevuta
nell’Ordine di Malta per “giustizia” nel 1735, e poi alla fine del
XVIII in persona del cavalier GIUSEPPE.
GIOVAN BATTISTA, maestro di campo, comandante delle truppe italiane
nella guerra di Fiandra con l’Esercito di re Filippo II di Spagna.
RAFFAELE alfiere del “2° Reggimento fanteria di Linea Regina”;
DOMENICO 1° Tenente del “9° Reggimento fanteria di Linea Puglia”,
hanno combattuto nella campagna del 1860/61 contro l’invasione
piemontese del regno delle Due Sicilie. GIOVAN BATTISTA canonico
metropolita di Napoli secolo XX.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro al leone d’oro linguato di rosso, sormontato da una
crocetta d’argento, attraversato da una fascia d’argento caricata da
tre rose rosse. |
![](images/casati/c_luc1.jpg) |
DE LUCA
di Melpignano
Titoli: nobile col predicato di Melpignano
Dimora: Molfetta, Melpignano
Diramazione della precedente famiglia, nel 1675 MARCELLO ebbe il
possesso di Lizzano in terra Otranto, col titolo di marchese; nel
1757 la famiglia acquisì il feudo di Melpignano sino all’abolizione
della feudalità; il ramo di Melpigano venne ricevuto nell’Ordine di
Malta nel XVIII secolo; con D. M. del 6 febbraio 1907 venne
riconosciuto il titolo di nobile col predicato di Melpignano.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma: d’azzurro al leone d’oro linguato di rosso,
tenente nella zampa destra una croce con banda d’argento passante
carica da tre rose rosse. |
![](images/casati/c_luc2.jpg) |
DE LUCA di
Lizzano
Titoli: patrizio di Amantea col predicato di Lizzano
Dimora: Amantea
Diramazione della precedente famiglia, nel 1704 GIOVAN BATTISTA dei
marchesi di Lizzano venne inserito nel seggio nobile di Napoli;
altro GIOVAN BATTISTA nel 1795 aggregato al patriziato di Amantea.
Con D. C. G. del 13 dicembre 1928 i fratelli CARLO e GIUSEPPE
vennero investiti del titolo di patrizi di Amantea col predicato di
Lizzano.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro al leone d’oro tenente con la zampa destra una croce
d’argento con una fascia d’argento caricata di tre rose rosse. |
![](images/casati/c_luc3.jpg) |
DE LUCA (4)
Titoli:
marchese, marchese di Roseto
Dimora:
Foggia
Nota dal XVI secolo, FRANCESCO 2° tenente “1° Reggimento Fanteria di
Linea Re” partecipò alla difesa del Regno delle Due Sicilie nella
campagna del 1860/61, presente alla battaglia di Macerone.
Con R. D. del 14 aprile 1869 e RR. LL. PP. (regie lettere patenti)
del 26 giugno 1870 GIUSEPPE venne decorato del titolo di marchese, e
per successione materna di Maria Saggese ottenne il titolo di
marchese di Roseto.
Alla famiglia appartenne LUCA NICOLA vescovo di Isernia secolo XVI; la nobildonna ROSA, coniugata col
magistrato beneventano Francesco Moscati, dal quale ebbe nove figli.
Il settimogenito fu San GIUSEPPE Moscati (1880-1927), medico,
ricercatore e insegnante universitario a Napoli, Direttore
dell’Istituto di Anatomia patologica. Nel 1917 rinunciò alla
cattedra universitaria di Clinica medica per dedicarsi unicamente
alla sua missione di Primario in seno all’Ospedale degli Incurabili
di Napoli. Proclamato santo nel 1987 da Papa Giovanni Paolo II.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro al leone d’oro, su una cima di un monte di verde, nel capo
di una cometa d’argento, attraversato da una fascia di rosso. |
![](images/casati/c_luc4.jpg) |
DE LUCA (5)
Titoli:
barone
Dimora:
Campobasso
Nota sin dal XVI secolo, ha dato vari personaggi di toga e d’armi;
NICOLA decorato del titolo di barone con R. D. del 1 maggio 1881,
trasmissibile in linea maschile di primogenitura.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro alla fascia d’oro al leone al naturale nascente, in punta
un angelo. |
![](images/casati/c_luc5.jpg) |
DE LUCA
Resta
Titoli:
marchese
Dimora:
Napoli, Noci
Nobile dal XV secolo; ORAZIO decorato con R. D. del 1 agosto 1855
del titolo di marchese; riconosciuto in seguito con Decreto
Presidenziale del 2 settembre 1926; LUIGI , guardia a cavallo, della
“Compagnia delle Regie Guardie del Corpo” ha partecipato alla
campagna del 1860 per la difesa del Regno delle Due Sicilie.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro al leone d’oro attraversato da una fascia d’argento
tenente con la zampa destra una croce d’argento. |
![](images/casati/c_luc6.jpg) |
DE LUCA
Selipigni
Titoli:
barone della Dogana del Mare di Catania
Dimora:
Messina
Per il matrimonio contratto da SEBASTIANO con Maria Selipigni,
acquisì i titolo sopra descritti nel 1901; riconosciuti in seguito
al nipote SEBASTIANO nel 1918.
Iscritta nel Libro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco
Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922
Arma:
trinciato di rosso e azzurro, alla colonna al naturale poggiata
sull’erba, sormontata da un sole d’oro a tre stelle d’argento. |
![](images/casati/c_luc7.jpg) |
LUCIFERO
Titoli:
marchese di Aprignano
Dimora:
Crotone, Milazzo
Si vuole sia originaria d’Aragona, passata prima in Calabria e
precisamente in Cotrone ed ascritta alla sua nobiltà da antico
tempo, dove possedette feudi e titoli, in Messina ed in Milazzo,
godendo nobiltà in tutte e due le città. Iscritta per “giustizia”
nell’Ordine di Malta; il ramo di Crotone possessore del feudo di
Aprignano in Calabria con investitura del 1703 da re Filippo V di
Spagna, su cui ottenne il titolo di marchese nel 1705. Il ramo di
Sicilia con FRANCESCO giurato di Milazzo nel 1701/2; PAOLO regio
maestro secreto proprietario della città di Milazzo nel 1751, e
secondo il Galluppi, ottenne investitura del titolo di barone di S.
Nicolò; FEDERICO fu giurato di Milazzo nel 1762/3; PASQUALE capitano
di giustizia di detta città nel 1763/4 ed un barone GIOVAN BATTISTA
tenne la carica di senatore nel 1803/4.
N.d.A.:
FALCONE, marchese di Aprignano, ramo di Crotone, venne nominato
dall’ex re d’Italia Umberto II in esilio a Cascais (Portogallo), con
decreto del 15 ottobre 1969, ministro della Real Casa e suo
portavoce in Italia ed insignito dell’Ordine della SS. Annunziata.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare anno 1922.
Arma:
troncato d’azzurro e rosso divisa d’argento al capo di due stelle
d’oro ad una luna crescente d’argento. |
![](images/casati/c_lucif.jpg)
|
VON LUDOLF
Titoli:
conte
Dimora:
Napoli
Famiglia
originaria di Erfurt in Westfalia; l'imperatore di Carlo IV nominò
il casato con diploma del 4 gennaio 1712 cavaliere del S.R.I. (Sacro
Romano Impero) col predicato di “Von”; passò in Napoli con la corte
di Carlo III di Borbone in persona di GUGLIELMO ministro
plenipotenziario del re di Napoli presso l'Impero Ottomano “La Porta
Ottomana”; decorata del titolo di conte dall'imperatore Giuseppe II
il 13 novembre 1778; titolo riconosciuto con R.D. Del regno d'Italia
in data 23 aprile 1881; GUGLIELMO (1818-1908) inviato straordinario
Ministro Plenipotenziario del re delle Due Sicilie presso la corte
Britannica; il casato decorato del Real Ordine di San Gennaro, della
Gran Croce di devozione del S.M.O. Di Malta.
Iscritta
nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano 1922.
Arma:
di rosso
alla banda d'oro accompagnata da due trifogli di verde, uno in capo
ed un'altro in punta |
![](images/casati/vonludolf.jpg) |
LA LUMIA
Titoli: barone della Grazia di Vallebella
Dimora: Palermo
Si crede, ma non è certo, che la famiglia sia un ramo
dei Lalomia.
TOMMASO giudice pretoriano di Palermo dal 1612 al
1633. GIUSEPPE stessa carica 1621/46, giudice del Tribunale della
Gran Corte Pretoriana di Palermo 1693/1701; TOMMASO barone di
Bellapietra e Salinelli con privilegio del 14 settembre 1774 e
possessore del feudo di Campobianco in data 28 agosto 1797; stessa
investitura BALDASSARRE il 12 settembre 1806; DOMENICO, per
l’acquisizione della madre Giulia Di Giovanni, ottenne il titolo di
barone di Grazia di Vallebella con autorizzazione con RR. LL. PP.
del 19 febbraio 1899, ricevuto nell’Ordine di Malta il 2 giugno 1899
con il titolo di cavaliere d’Onore e Devozione.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana,
iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma: di verde a cinque frutti al naturale. |
![](images/casati/c_lumia.jpg) |
LUPINACCI
Titoli: patrizio di Cosenza, barone Scalzati e Ponticelli
Dimora: Cosenza
Si hanno notizie sin dal XIII secolo con MARCO
ANTONIO, feudatario di Carfizzi e San Remigio, decorato dell’Ordine
del Cingolo Militare insieme al figlio GIULIO dagli Aragonesi di
Sicilia. MARCO ANTONIO insignito del titolo di “regio familiare” nel
1498 da re Federico II d’Aragona re di Napoli; LUIGI nel 1793
infeudato di Scalzati e Ponticelli in Calabria Ultra.
Il casato fu insignito del titolo di barone onorario
dall’imperatore Giuseppe nel 1708.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana,
iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma: d’argento alla fascia d’azzurro caricata da un lupo
coronato d’oro, accompagnato nel capo da una aquila uscente di nero
al volo abbassato. |
![](images/casati/c_lupinacc.jpg) |
LUPIS
Titoli:
marchese, barone di Castania e Cuzzoghieri, patrizio di Giovinazzo
Dimora: Hong Kong, Grotteria
Nobile famiglia originata dai marchesi di Soragna, passata a
Giovinazzo, in Terra di Bari, nel XII secolo, la famiglia LUPIS
venne subito ascritta a quel patriziato e si diramò in diverse
località della Puglia, in Calabria, a Trento, in Sicilia ed in
Dalmazia. Nel 1282 vennero iscritti tra le famiglie nobili di Molfetta,
sul registro di Re Carlo I fascicolo 1, foglio 6, qualificati "...
de genere mílitum, nobili antiqussimi - dei Nobili dell'antique
famiglie nobili de Giovenazzo". Capostipite documentato della
linea pugliese fu il giudice imperiale SIMEONE di Giovinazzo (nato
circa nel 1170), figlio del giudice imperiale ROBERTO o Eberto,
figlio di GUIDO de' LUPIS (Wido o Widone, Marchese di Soragna,
capostipite dei Lupi di Soragna nel 1198). All’inizio del secolo XVI
la famiglia si diramò in due linee con i fratelli PAOLO (nobile
messinese, nato nel 1549) e FERRANTE (morto nel 1595) i quali
discendevano dal capostipite SIMEONE attraverso LUPONE, GOFFREDO,
NICOLA, LORENZO, GOFFREDO II, DOMENICO, BLASIO, LUCA ed IPPOLITO.
Questi due fratelli fondarono le linee calabrese e sicula della
famiglia. Notizie del casato sono inserite nei tomi "Settecento
Calabrese" di Franz Von Lobstein.
Fu il marchese IPPOLITO, il primo a trasferirsi in Calabria
dall'avita Giovinazzo nelle Puglie, al seguito del principe di
Roccella don Giovanbattista Carafa, con l'incarico di Procuratore
della famiglia Carafa e amministratore del vasto Stato Feudale degli
stessi principi Carafa in Calabria Ulteriore. L'abate ORAZIO, nato a
Martone (antico casale di Grotteria) il 19 marzo 1736, morto a
Catanzaro il 14 giugno 1816, fu storico e poeta in Napoli, dove
strinse profonda amicizia con gli esponenti del locale fermento
illuminista. PASQUALE (1753-1802) figlio del precedente, dottore in
ambo le leggi, governatore di Squillace, il 28 gennaio 1781 risulta
visconte (viceconte) di Condoianni. ORAZIO II (1752-1799), fratello
del precedente, fu nel 1787 governatore e giudice di Siderno.
L'avvocato DOMENICO, del ramo LUPIS-CRISAFI, fu valente storico
locale: scrisse la "Cronaca di Grotteria", pubblicata postuma. A
Giovinazzo esiste ancora Palazzo LUPIS (Palazzo Lupis di
Giovinazzo), a Grotteria il Palazzo, risalente al secolo XVI, si
trova in piazza DOMENICO LUPIS. La nobiltà dei Lupis è stata
riconosciuta tra gli altri anche dall’Ordine di Malta che ammise il
loro quarto alle Prove di Nobiltà della nobile Donna Maria Teresa
Scaglione, dama di Onore e Devozione, figlia di GIACOMO e di Anna
LUPIS CRISAFI. Nei Lupis di Grotteria si sono estinte un ramo delle
nobili famiglie dei: Macedonio baroni di Poligori, duchi di
Grottolelle e marchesi di Ruggiano, e dei Palermo principi di
Santa Margherita e Santo Stefano. Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana e
accolta nel Corpo della Nobiltà Europea (CNE) con i titoli di
marchese (m.) barone di Castania e Cuzzoghieri (m.), patrizio di
Giovinazzo (m.). Iscritta nel Registro della Nobiltà Italiana con i
titoli di duca di San Donato e Policastrello, barone di Càlvera,
barone, patrizio di Giovinazzo, attuale rappresentate nel XXI secolo
è don MARCO Luca Lorenzo Rosario Lupis Macedonio Palermo di Santa
Margherita, figlio del marchese don GIOVANNI Giuseppe Maria e di
donna Marina Lébano Carucci Pacelli di Leo Sanseverino.
Il casato è
autorizzato a portare ed ereditare il cognome dei Palermo, con
relativo predicato nobiliare “di Santa Margherita”, e quello dei
Macedonio, diritto riconosciuto con due sentenze di Stato, entrambe passate in
giudicato, la prima del Ministero di Grazia e Giustizia e la seconda
del Consiglio di Stato (Supremo Organo dello Stato Italiano in
materia di Giurisprudenza civile), con sentenza del Consiglio di
Stato n. 515 del 3 giugno 1997 e successivi decreti del Ministro di
Grazia e Giustizia in data 11 febbraio 1998 e 5 febbraio 2000.
Arma:
d'azzurro
ai due lupi d'oro controrapanti, lampassati di rosso che reggono un
cuore dello stesso. |
![](images/casati/lupis2.jpg) |
LUVERÀ o
LUVARÀ
Titoli:
nobile
Dimora:
Messina, Gerace
Nobili in Messina dal XV secolo. GIUSEPPE senatore in
Messina 1741/42. Riconosciuta di “antica nobiltà” dalla
commissione per i titoli di nobiltà del Regno delle Due Sicilie il 2
settembre 1843. Famiglia fedele alla “Patria Napoletana”, Partecipò
alla difesa del Regno nella campagna del 1860/61 contro i piemontesi
con i seguenti personaggi del casato: CARMINE, tenente colonnello
dell’Artiglieria Reale, proveniente dalla Scuola Militare della
Nunziatella, comandante delle batterie in Gaeta, promosso generale
brigadiere, capitolò con tutta la guarnigione il 14 febbraio 1861;
FRANCESCO SAVERIO, figlio del precedente, proveniente dalle
“Compagnie Guardie del Corpo”, ufficiale di “Stato Maggiore”,
promosso maggiore nel 1860, fu uno dei capi della guerriglia
legittimista contro i piemontesi dopo la capitolazione di Gaeta
insieme al francese De Christen, rientrato poi a Napoli dovette
subire vessazioni e arresti da parte dei piemontesi; il cugino
ANTONIO (Luvarà), 2° tenente del “1° Reggimento Dragoni” partecipò
alla battaglia del Volturno.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano
anno 1922.
Arma:
troncato con la fascia d’argento, 1° d’azzurro alla
rupe al naturale sopra una pianura al naturale sormontata da una
stella d’argento con un uccello al naturale, 2° di rosso a tre bande
d’argento. |
![](images/casati/c_luv.jpg) | |
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