Gli editoriali del Portale del Sud

 

DEVOLUTION

di Brigantino

La legge finanziaria ha evidenziato la carenza di risorse disponibili per lo sviluppo, ed il baratro tra il Bengodi prospettato in sede elettorale e la realtà. Invece di affrontare la congiuntura economica, l'esecutivo propone ora la devolution, ossia una forma di stato più costoso. Il disegno di legge non prevede infatti la diminuzione dello stato centrale: clonato il centralismo e riprodottolo in sottomultipli, il numero di parlamentari, di ministeri, di addetti alla burocrazia resterà invariato, oppure aumenterà.

È un progetto della Lega Nord, contrario agli interessi del Sud, come quello relativo alla estensione al Nord del "credito di imposta", misura a suo tempo progettata per lo sviluppo del Meridione. Senatori e deputati meridionali del Polo hanno preferito eseguire ordini di scuderia, invece di privilegiare gli interessi del territorio che li ha espressi.

Potrà ora la devoluzione coniugare le aspirazioni di autonomia con i bisogni reali della gente? L'autonomia è la quantità di cose che si possono fare con le risorse disponibili: quindi è funzione di parametri quali soldi, strutture, preparazione, cultura, ecc. La devoluzione potrebbe produrre autonomia solo in presenza di risorse incrementate. Invece i soldi per le Regioni diminuiscono! Tenendo i piedi per terra: si vuole creare un sistema sanitario, per esempio, della Basilicata? Non bastano i soldi. Si vuole creare la scuola della Basilicata? Non bastano i soldi. Vogliamo creare la polizia della Basilicata? Anche in questo caso, non bastano i soldi! Le regioni meridionali non possono attivare le responsabilità, in difetto di risorse, preparazione e strutture. Piaccia o non piaccia.

Appare quindi del tutto inadeguato il giudizio di chi vede nella devolution la scorciatoia per l'emancipazione di un Sud rinnovato. Chi propugna questa tesi, o non risiede al Sud o non tiene conto della nostra situazione economico-sociale. L'autonomia si ottiene, come da sempre, aumentando il valore del lavoro prodotto. Così è per gli individui, così è per i territori. È preferibile semplificare lo stato, che sovrapporvi la devolution.

Le regioni meridionali non rappresentano un sistema economico indipendente. Il reddito medio al Sud e la metà che al Nord. La capacità contributiva del Sud è meno della metà del Nord: la situazione di partenza è questa! La devolution è lo strumento che "fotografa" lo squilibrio, immortalandolo. Di fronte a tale constatazione, ha senso parlare degli asseriti vantaggi della devolution, quali responsabilizzazione degli enti locali, decentramento? L'unica vera responsabilità delle regioni sarà quella di gestire lo smantellamento dei servizi e dello stato sociale, mentre la gente, oberata di tasse locali, resterà in fila con le taniche per l'acqua da bere.

La Lega minaccia la crisi se non viene accettata la Devolution. Se oggi Bossi ha deputati, senatori e ministri, lo deve all'accordo con Berlusconi e non al voto (non superò infatti la soglia dello "sbarramento" elettorale e, inoltre, non si è mai presentata agli elettori meridionali). Se dovesse decidere di andarsene dal governo, non sarebbe una gran perdita!

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