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Calabria

 

 

Diamante

Foto di Romualdo Schiano, trasmessaci in occasione della mostra “Foto d’autore” - agosto 2011

 

A cura di Gianni Improta

Non poteva avere nome più appropriato Diamante, questo piccolo gioiello dell'Alto Tirreno calabrese, caratterizzato da una molteplicità di sfaccettature proprio come la pietra preziosa di cui porta il nome. Incastonata al centro della soave "Riviera dei Cedri", il tratto di costa tirrenica cosentina che prende il nome dalle coltivazioni del pregiato agrume, Diamante è sicuramente uno dei luoghi più belli ed interessanti del nostro paese grazie alle numerose ricchezze che dischiude al turista, stretta com'è tra le selvagge pendici del Parco Nazionale del Pollino e le acque cristalline del Mar Tirreno.

Fu la scrittrice Matilde Serao a coniare per Diamante la definizione di "perla del Tirreno" quando, soggiornandovi in compagnia del marito Paolo Scarfoglio, rimase incantata dalle malie di questo angolo di Calabria. Oggi come allora Diamante appare come un luogo dal fascino senza tempo, una gemma dalle infinite ricchezze paesaggistiche e naturali che offre al visitatore suggestioni sensoriali non comuni. A cominciare dai profumi inebrianti di una natura incontaminata che sa di montagna ma si specchia nel mare, ai sapori decisi della cucina locale, sicuramente una delle attrattive più importanti di questa zona. E poi i colori, quelli vivaci dei "murales" che rivestono le pareti del centro storico ma soprattutto quelli che la natura ha donato generosa a questo lembo di Calabria, dal verde dei pregiatissimi cedri al rosso infuocato delle corone di peperoncino, appese come amuleti alle porte di tutte le case del paese, dalle mille sfumature del mare che qui si tinge d'azzurro e di viola fino al bianco argenteo delle lunghe spiagge di sabbia e ghiaia.

E proprio i murales sono diventati una delle caratteristiche principali di Diamante, tanto da procurarle l'appellativo di "Città più dipinta d'Italia". Da oltre venti anni, infatti, Diamante si è trasformata in una suggestiva galleria d'arte a cielo aperto grazie agli oltre 180 murales che arricchiscono i diversi angoli del paese. La singolare iniziativa si deve al pittore e scultore Nani Razzetti che, volendo rivitalizzare il bellissimo centro storico della cittadina calabrese, pensò ad una nuova attrazione che da un lato desse ai turisti un motivo in più per visitare questa località e che dall'altro facesse rinascere nella gente del luogo il gusto della conservazione e della valorizzazione del proprio passato. Dal 1981, anno della prima edizione dell'Operazione Murales, ogni estate l'iniziativa richiama a Diamante centinaia di artisti provenienti da ogni parte d'Italia e del mondo che arricchiscono di nuovi dipinti le mura del centro storico del paese e nello stesso tempo provvedono a sottoporre a minuziosi interventi di conservazione i murales preesistenti. Tutto questo fa di Diamante una città cantastorie, in cui i muri raccontano il secolare rapporto tra l'uomo ed il mare, leggende locali e storie vissute, scene sacre e vicende terrene, costringendo i turisti a passeggiare per vicoli e corti con il naso all'insù alla scoperta delle tradizioni di questa terra.

Morbidamente adagiata su una striscia di terra protesa nelle acque del mare, Diamante presenta al visitatore quello che molti considerano il lungomare più bello della costa tirrenica, "il salotto di Diamante" come lo chiamano gli abitanti del luogo, su cui si distribuiscono i negozi più alla moda e le gelaterie più affermate del paese. Intorno è tutto un alternarsi di spiagge argentee di sabbia e ghiaia interrotte da scogliere vulcaniche che danno origine a piccole e caratteristiche insenature, rese ancora più affascinanti dalle sfumature delle acque del mare, un mare vario, intenso e mutevole nella sua infinita gamma di colori. Da tutta questa bellezza o dall'antico nome del vicino torrente Corvino, conosciuto un tempo come "fiume diamante" per le sue acque limpide e cristalline, deriverebbe il nome della cittadina.

Sebbene non vanti particolari tradizioni storiche, Diamante si è affermata come una delle più importanti mete turistiche di tutta la Calabria grazie alla varietà della costa e del paesaggio che lo rendono uno dei punti più espressivi della "Riviera dei Cedri", in mezzo ad altre località di grande attrattiva come Belvedere Marittimo, Girella, Sangineto e Santa Maria del Cedro. E nella cittadina "dell'eterna bella stagione", come amano sottolineare i diamantesi, i sapori e il calore della Calabria raggiungono il loro apice, tanto da fare di Diamante un'autorità in fatto di prodotti tipici, pregiati e preziosi non solo per il palato ma anche per l'economia locale.

Innanzitutto il peperoncino, “l’oro rosso di Calabria", autentico emblema della cucina locale nonché dell'intera regione, celebrato e propagandato dall'Accademia Italiana del Peperoncino. E poi il cedro, l'agrume di più antica coltivazione, che qui raggiunge la migliore qualità al mondo, valorizzato dall'Accademia Internazionale del Cedro con sede nella vicina Santa Maria del Cedro.

Fondata nel 1994 a Diamante dal giornalista gastronomo Enzo Monaco, l'Accademia Italiana del Peperoncino Onlus "si propone di creare, approfondire e diffondere in Italia una vera e propria cultura del peperoncino". Diffusasi in breve tempo in tutto il territorio nazionale, oggi l'Accademia conta oltre cinquemila soci e sessanta delegazioni accademiche nelle principali città italiane. La cultura del "capsicum annuum", questo il nome scientifico del peperoncino, si è diffusa anche all'estero dove non mancano sedi di rappresentanza dell'organizzazione nelle più importanti città del mondo mentre fra i soci onorari dell'Accademia figurano grossi nomi della cultura, della politica e dell'economia, tutti accomunati dalla medesima "passione piccante". Ogni anno, ai primi di settembre, l'Accademia rende omaggio all'oro rosso di Calabria con l'attesissimo "Festival del Peperoncino", che si propone la celebrazione del piccante a trecentosessanta gradi. Allestito lungo il suggestivo Lungomare di Diamante, che per tutta la durata dell'iniziativa si arricchisce dei colori degli stand e si vivacizza con gli spettacoli di strada, il Festival parte comprensibilmente dalla gastronomia con la valorizzazione dei piatti locali per arrivare alla satira, al cabaret, all'arte e al cinema dove "peperoncino" diventa sinonimo di "piccante, infuocato, trasgressivo". Completano la rassegna un excursus nelle credenze popolari che vogliono il peperoncino afrodisiaco e caccia-malocchio e una serie di attività più impegnate come la presentazione di libri sul peperoncino, la premiazione della migliore tesi di laurea ad esso dedicata e anche i convegni medici e scientifici che ne esaltano sempre più le utilizzazioni per la salute dell'uomo.

Se il peperoncino, il "diavulicchio" come lo chiamano simpaticamente i calabresi, rappresenta il lato piccante e colorato di Diamante, è il cedro il prodotto a cui storicamente è legato il nome della cittadina calabrese, posta nel cuore delle coltivazioni del pregiato agrume che impreziosiscono il tratto di costa tirrenica compresa tra Tortora e Cetraro, la "Riviera dei Cedri" appunto.

Poco sfruttato in Italia se non nella produzione di liquori o di dolciumi, il cedro è rinomato dai tempi degli antichi Egizi ed ha un'importanza basilare per gli ebrei, per i quali è il simbolo della perfezione. In Calabria il cedro ha fatto la sua apparizione fra il III ed il II secolo a. C. per opera di greci delle colonie agricole di Metaponto, Sibari e Crotone sullo Ionio e di Laos sul Tirreno, che corrisponde all'odierna Santa Maria del Cedro.

Chi visita Diamante non può non assaggiare le leccornie a base di questo frutto, dai canditi ai liquori fino ai "panicilli", piccoli pani di uvetta avvolti in foglie di cedro, legati con giunco e informati, che Gabriele D'Annunzio nel romanzo La leda senza cigno definiva un'autentica delizia.


Testo tratto da un articolo di Maria Di Maggio (Fotoservizio di Eugenio Magurno), Top, 11/04, inviatoci dal sig. Gianni Improta che ringraziamo.

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