PENSIERO MERIDIANO

 

Editoriale de Il Portale del Sud

Verdi, Verdini e vecchi Mascalzoni

Mentre l’Italia continua a farsi male, le cricche del sultano e le bande padane sguazzano nel torbido. Ma c’è qualcosa di nuovo oggi nell’aria?

La secessione dei verdi buffoni di corte

La lega Nord è una forza eversiva, perché governa il Paese pur tutelandone solo una parte e schifando l’altra. Berlusconi, e chi, specie al sud, lo vota, sono responsabili di questa assurdità. Invece, quando Bossi agita lo spettro della secessione, sparacchiando venti milioni di campesinos padani dalle quote-latte illegali pronti con fucili e forchettoni, ci prende soltanto in giro. Il suo progetto non è la secessione, bensì attingere a più non posso dalla greppia statale, piazzare famigli e figli, parenti e amici in posti pubblici. Sfuggire al debito morale, culturale e soprattutto economico-finanziario contratto nel tempo con il resto dell’Italia, in particolare con il Sud. Questo è il Bossi-pensiero, e lo persegue come un mulo che conosce solo una viuzza.

Ci sembra davvero superfluo, dopo averne tanto scritto, ricordare al lettore di questo immane debito, nato con l’annessione al Piemonte del 1861, quando il Sud fu chiamato con le buone e soprattutto con le cattive, a finanziare un Regno di Sardegna portato da Cavour e poi dalla Destra Storica sull’orlo, ed anche più in là, della bancarotta. Il Sud subì la lunga e spietata repressione delle masse contadine (i Briganti), nascosta e contraffatta da una storiografia di regime che, ancora oggi, illustra ai nostri giovani le vicende di Carlo Alberto & C. più di quelle del Regno di Sicilia, durato ben 7 secoli. Per più di 100 anni l’Italia si è nutrita dei proventi della vendita delle terre del Sud, del rastrellamento del risparmio del Sud. Con un terzo circa degli abitanti totali, il Sud ha contribuito per più di due terzi alla formazione dell’erario nazionale. Ha subito, e continua a subire, un’emigrazione devastante per il tessuto civile e sociale, tanto che alcune regioni hanno oggi circa gli stessi abitanti del 1860, ed ogni anno sparisce l’equivalente di una città grande come Lecce. Con un terzo degli abitanti totali, ha avuto due terzi dei morti ammazzati nelle varie guerre dichiarate dai re Savoia e dai loro ridicoli, ma crudeli, ducetti fascisti. Palermo e Napoli, limitandosi alle città principali, rase al suolo dai bombardamenti. I meridionali venduti al Belgio in cambio di carbone e soldi. Le riforme fondiarie per dare una giusta distribuzione delle terre a chi le coltiva, tradite ed annacquate per non togliere braccia da lavoro a basso prezzo all’industria del Nord. Meglio vendere la Vespa in Argentina e prendere lì il grano, pensarono Andreotti e soci.

Anche altre parti del Paese hanno subito bombardamenti in guerra e, in alcune epoche, l’emigrazione delle masse contadine, è vero. Ma resta la sproporzione numerica: Napoli, da cui partivano in guerra i convogli per l’Africa, con 104 incursioni aeree ha subito più bombardamenti di tutte le altre città italiane messe insieme. L’emigrazione è stata doppia al Sud rispetto al Centro-Nord e, soprattutto, continua ancora oggi.

Un debito che continua ad accumularsi, tanto che per rendersene conto, basta dare uno sguardo ad una cartina autostradale o ferroviaria, oppure a quella degli acquedotti…

Altrettanto superfluo ci sembra, dopo averne tanto scritto, riaffermare colpe e vizi meridionali, e quel complesso di Stoccolma che vincola il Sud in posizione subordinata al Nord. La malavita organizzata, l’abitudine allo scambio di favoritismi, la mancanza di senso dello Stato e della cittadinanza, sono stati ripetutamente denunciati da chi scrive, senza veli e senza il buonismo retorico che accompagna di solito i mea culpa di quei meridionalisti, secondo i quali la tradizione giustifica tutto, anche il perdurare delle cattive abitudini.

Alla corte dei buffoni di corte

L’assurdità di cui non finiremo mai di stupirci, è che tanti meridionali continuano a non accorgersi del pericolo che incombe, ignorano o fingono di ignorare che la lega è antimeridionale (Bossi e Calderoli l’hanno ribadito con violenza anche nel corso della kermesse di Pontida, pochi giorni fa). Credono o fingono di credere che Berlusconi sia un’altra cosa, che la destra di un qualunque Caldoro o Lombardo possa davvero porsi in posizione diversa da quella di un servo di fronte al sultano. Non percepiscono l’evidenza che a Berlusconi interessi solo il legittimo impedimento, il processo breve, il lodo Alfano, farsi gli affari propri impunemente, comprarsi o mettere alla berlina gli oppositori grazie al fiume di denaro dalle dubbie origini di cui è in possesso e al dossieraggio offertogli dai servizi segreti al suo servizio!

Certo, l’anziano farabutto di Arcore ha dovuto pagare per poter continuare a pavoneggiarsi con le percentuali di consenso (ovviamente non controprovate e sempre clamorosamente smentite alle elezioni). Ha dovuto cedere ai ricatti della lega Nord, dopo averla fatta uscire dalle fogne politiche dove sarebbe stato meglio che restasse o, almeno, che vi ritornasse, pur di raggiungere l’impunità per i suoi misfatti con l’agognata maggioranza parlamentare ed imporre una legge elettorale ignobile e anticostituzionale.

Federalismo verde

In realtà Berlusconi è del tutto disinteressato al federalismo. Lo ha semplicemente barattato in cambio delle leggi che gli servivano. Soltanto Berlusconi poteva fare un accordo così spietato e ignorante delle conseguenze, perché nessun altro come lui è così disinteressato alla cosa pubblica. Ma il federalismo, così come lo vuole imporre Lega, nessuno lo vuole. Non lo vuole la sinistra né il centrosinistra, non lo vuole il centro di Casini, non lo vuole Fini. La Lega che ormai è al governo da molti anni, è sempre stata vicinissima al conseguimento del risultato, ma non c’è mai riuscita per l’opposizione degli alleati di turno. Il federalismo è una cosa seria , non una cosa da discutere gozzovigliando e bofonchiando sulle rive del Po tra quattro bifolchi in canottiera. Una cosa di cui si dovrebbe discutere a fondo, capirne le ragioni, i vantaggi e soprattutto gli svantaggi. Noi crediamo che, oltre che contro Berlusconi, è anche contro il federalismo che si sta compattando, nei fatti, un fronte unico. Il motivo per cui Berlusconi ha preso così saldamente il potere in Italia (cioè il patto con Bossi, senza la Lega non ce l’avrebbe fatta) è il motivo stesso per cui potrebbe perderlo questo potere. Berlusconi si sta autodistruggendo con le stesse armi con le quali aveva fondato la supremazia politica di questi anni: l’alleanza con Bossi.

I padani non vogliono la secessione. Nel mondo globalizzato la dimensione è fondamentale. Lussemburgo e Svizzera hanno PIL invidiabili e tutti i soldi del mondo, ma essendo piccoli, che peso hanno al livello internazionale? Bossi questo lo intuisce: pur essendo culturalmente e politicamente uno straccione, possiede l’istinto animalesco e l’attrattiva guappesca del capopopolo. Comanda il partito alla stregua di Don Corleone del Padrino. Bottegai e lattari pendono dalle sue labbra malsane. Il meglio per loro è un “federalismo” che incroci due principi: “io mi tengo i soldi” e “tu, meridios, fai massa per il mercato e sostituisci gli extracomunitari al mio servizio, ma ricorda sempre che sei un servo a casa mia”.

Avrebbero mai ottenuto l'EXPO a Milano se si fossero presentati solo come rappresentanti del Nord? No di certo! I leghisti non possono rinunciare al "Sistema Italia", ad un Paese che si pone strategicamente nel mezzo del Mediterraneo e che conta 60 milioni di abitanti. In caso di secessione, non potrebbero usare il nome "Italia" che nel mondo non evoca solo pizza, ma una storia ed una cultura millenaria. Insomma, hanno tutto l'interesse a "sfruttare" il "Sistema Paese", a costo zero per loro e costo pieno per il Sud, per mezzo del loro Federalismo. E’ più che evidente che questo governo ha assunto una chiara identità "nordista". È il governo di Bossi, Tremonti e Berlusconi. Garante del federalismo che verrà. Una riforma che nel Mezzogiorno è percepita, da un terzo dei cittadini, come un "pericolo". A Nord e a Sud, il Pdl rischia di essere considerato gregario della Lega. Mentre il vero premier appare Tremonti. Poveri noi! Come è potuto accadere tutto ciò?

Per questo non possiamo essere d'accordo con il federalismo, oggi. Per questo pensiamo che chi tra noi sta con Bossi (o con Berlusconi, il che è lo stesso) sia un infame, un traditore. Da chi legge il “Giornale” a chi li vota.

Quest’agosto sudista del vorrei ma non posso, dei risparmi che iniziano a mostrare livelli di guardia, di stagione turistica fiacca, ben rappresenta l’Italia come l’ha ridotta il berlusconismo. Gente senza voglia, senza progetti, indolente, giovani-fantasma che mangiano la pizza e non sanno poi cosa fare, intellettuali sbandati che sognano un cambiamento, uno qualsiasi… e invece? E invece assistiamo ad uno spettacolo non nuovo: la Lega che punta a strappare eletti anche nel Lazio e in alcune grandi regioni del Mezzogiorno. Il Senatùr cerebro-dimezzato vuole fare il pieno di seggi, perché non vuole rimanere dipendente del Cavaliere, non vuole rischiare di essere spettatore ininfluente di eventuali trattative come ai tempi della bicamerale e cerca l’appoggio dei partiti meridionalisti secessionisti che sragionano alla stregua dei padani in canottiera, senza valutare gli svantaggi catastrofici di una secessione fatta senza alcun reale programma di governo, basata solo sul fisco e sul localismo.

PDL al verde

Eppure un fatto nuovo c’è: lo sfaldamento del PDL di Berlusconi, il suo inequivocabile fallimento, nonostante il sostegno isterico dei giornali e telegiornali del padrone. D’altronde si sa come nei regimi dittatoriali sia consueto distruggere gli avversari a colpi di dossier, ricatti, intimidazioni. Oggi l'obiettivo del regime in Italia è distruggere Gianfranco Fini che, con colpevole ritardo, ha osato disubbidire al satrapo anziano e rompere dall'interno il fronte dell'obbedienza coreana, obbligatoria dentro il Pdl.

Intanto i danni collaterali di un regime populistico ormai in fase di inarrestabile declino si fanno sempre più pesanti. E mentre il vecchio impunito passa qualche giorno in una delle sue ville in Sardegna, odoranti di abuso e sfacelo edilizio, il suo servo capo gruppo alla Camera, il piduista Cicchitto, e il suo viceservo Bianconi, rivolgono al Capo dello Stato quelle che lo stesso Presidente Napolitano ha definito "minacce" e "indebite pressioni."

Verdi di rabbia

I berluscones non accettano il fatto che il Presidente della Repubblica, una volta verificato che la maggioranza parlamentare uscita dalle elezioni non esista più, deve - come gli impone la Costituzione - verificare se si sia determinata un'altra maggioranza in Parlamento e, qualora questa ci sia, dare l'incarico ad un altro candidato presidente del Consiglio, che potrà presentarsi alle Camere e chiedere la fiducia.

Come avvenuto alla fine della scorsa Legislatura (Governo Prodi, ribaltone dei vari Mastella e Dini, comprati da Berlusconi dopo una fitta campagna acquisti), soltanto se la nuova ipotetica maggioranza non si determinasse, il Capo dello Stato scioglierebbe le Camere, dando il via a nuove le elezioni politiche. Ma i berluscones cercano invece, con motivazioni risibili, maldestre e politicamente pretestuose, di negare la Costituzione e togliere alla massima carica della Repubblica un potere esplicitamente previsto.

Il governo Berlusconi ha da sempre puntato essenzialmente sugli interessi personali del capo, ha provocato la crescita della povertà e l'aumento del divario tra nord e sud favorendo in tal modo l’esclusivo interesse della Lega senza dimenticare gli amici di baldoria. Dopo le ferrovie e gli aerei infatti ora sarà il turno del mare. La Tirrenia sarà privatizzata. L'enorme deficit accumulato sarà lasciato ai contribuenti come quello dell'Alitalia. Il trasporto sarà regalato a qualche cordata di amici che magari da tempo sanno di poter fare questo affare. Un altro esempio di questa Italia berlusconiana che spolpa lo stato e di quello che rimane della sinistra che continua a fare da palo.

In 17 anni hanno sfasciato il paese e le istituzioni, ma rischiamo di tenerceli per sempre se come dei lobotomizzati gli italiani continueranno a votarli e con questa legge elettorale! A lui interessa solo farsi le ultime leggi ad personam per salvarsi dai processi e poi una riforma costituzionale con la sua maggioranza e via di corsa al Quirinale. A Bossi, invece, interessa affossare il sud definitivamente. Gli importa poco dei programmi sul fisco e sul Mezzogiorno, a lui interessa solo il suo federalismo, la salvaguardia delle sue banche, delle quote latte dei suoi bovari e la “cosiddetta” sicurezza che è in mano a un Maroni che ha dichiarato di voler essere molto più duro di Sarkozy per quanto riguarda i rimpatri degli immigrati e dei Rom. In cambio del suo federalismo Bossi darà il suo appoggio incondizionato a Berlusconi sul tema della giustizia e su quello strettamente connesso dei conflitti di interesse che ormai interessano l'intera cupola del Pdl. Siamo in presenza di uno scambio di grandi proporzioni: l'assetto federale dello Stato dato in appalto ad un partito territoriale che nel Paese ha raccolto tra il 3,9 e il 10 per cento dei consensi e, dall'altro lato, il salvacondotto giudiziario al premier ed alla sua cricca, insieme ad un mutamento radicale dei rapporti tra la giurisdizione e l'autorità politica e, più in generale, tra la sovranità del potere politico e le istituzioni di controllo e di garanzia.

Legittimazione popolare dei miei stivali (verdi)

È arrivato ora il tempo di costruire un'alternativa di governo efficace al populismo autoritario, proprio rifacendosi ai principi costituzionali. Non esiste altra strada, a meno che gli Italiani portino tutti il cervello all'ammasso e si inchinino ancora una volta al piccolo satrapo di Arcore ed al mulo di Ponte di Legno.

L’abbiamo scritto e ripetuto: Berlusconi non è stato eletto direttamente dal popolo, perché ciò non è previsto dalla Costituzione. Il suo partito non ha mai conseguito la maggioranza dei voti degli aventi diritto, attestandosi al di sotto del 29% (elezioni politiche 2008, Camera dei Deputati). Hanno materialmente scritto il nome di Berlusconi solo il 5,5% degli aventi diritto (elezioni europee 2009, le uniche dove si può esprimere una preferenza)

Di quale investitura popolare stanno farneticando allora questi malnati berluscones e legaioli?! Cari lettori, stanno parlando del nulla! E intanto continuano a riempirsi le tasche coi nostri soldi (Verdini docet!), sfruttando tutto, in maniera indegnamente cinica, senza curarsi del Paese nemmeno tanto per far vedere! Oppure c’è qualcuno che ci ricordi un provvedimento, UNO, preso dai governi berluscones degno di menzione?

Magie da stregone (grazie ai verdoni)

Come è stato possibile che un fanfarone ignobile, un vecchio libidinoso e marcescente come Berlusconi, abbia avuto tanto successo e continui ad avere un certo seguito tra le menti più semplici? Come è possibile che sia ancora lì al potere, non avendo da 15 anni e più combinato nulla di buono, anzi affossando l’Italia, facendola partecipare ad una guerra per compiacere il suo amico Bush, facendola precipitare nelle classifiche dell’economia, del debito pubblico, della libertà di stampa? Come è possibile che non si riesca a liberarsi di un tale vecchio farabutto, che pensa solo a sfuggire alla giustizia ed a sbavare dietro le minorenni?

La risposta, la si conosce la illo tempore, è il gigantesco conflitto di interessi che gli permette il controllo pressoché totale dell’informazione, cui si aggiunge la disponibilità delle informazioni riservate, accessibili grazie alla sua posizione, per organizzare dossier con cui ricattare chi gli si oppone. Ma il Tg1 non vi fa rivoltare lo stomaco?

Casi emblematici di questo potere sono Boffo, ex direttore di Avvenire, distrutto con un dossier basato sul nulla assoluto, come poi dimostrato ed ammesso, e Fini, oggetto di un attacco per una questione che sfidiamo il lettore a spiegarci ed a mostrarcene gli aspetti illegali, illeciti, o semplicemente contrari all’etica.

Magari qualcuno di memoria un po’ più lunga ricorderà i casi Pompa, Farina, Ciaramella ed il plutonio, Igor Marini e la commissione parlamentare per Telekom Serbia… Bufale inventate di sana pianta, con tanto di attori professionisti a recitare parti prezzolate. Quale paese civile avrebbe sopportato un essere così vile da ricorrere al falso per denigrare avversari quali Prodi e Fassino, rivelatisi (dopo anni sulla graticola però) del tutto estranei ai fatti, ed i fatti stessi del tutto estranei alla realtà?

I verdi pascoli

I giorni si susseguono inesorabilmente, in autunno il verde diventa giallo poi marrone. Quindi marcisce e va in putrefazione. L’età c’è… non si tratta di augurare, ma di aspettare, con bontà perché si sa che li attendono sconfinate praterie verdi …

Fara Misuraca e Alfonso Grasso

Agosto 2010


Gli editoriali del sito sono scritti congiuntamente da Fara Misuraca ed Alfonso Grasso

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