Pensiero Meridiano

 

Poteri Forti con i Deboli
Editoriale de Il Portale del Sud
Con gli emendamenti al Decreto “Salva Italia”, i veri Poteri Forti italiani sono subito venuti allo scoperto, con buona pace del vittimismo berlusconiano e dei teorizzatori del complotto contro il raìs di Arcore. Si sono fatti sentire con voce forte la Casta politica auto referenziale ed abbarbicata ai privilegi, la corporazione dei tassisti, i proprietari di farmacie, i ricchi scudati possessori di auto super potenti e di yatch di lusso, i beneficiari delle frequenze digitali gratuite… In poche parole, Berlusconi stesso ed il suo popolino laido e vaiasso. Il loro potere trae forza non dal voto democratico, ma dalla compravendita di parlamentari e dall’apparentamento elettorale con la camorra dei casalesi, oltre ovviamente dalla dabbenaggine di chi si fa incantare e raggirare dal grande uomo.
Monti paga pegno
Avevamo sperato, non creduto solo sperato, che questo governo chiamato a sostituire gli inetti e i corrotti, seppur bocconiano e liberista, si sarebbe in qualche modo adoperato per risanare parte del debito senza strozzare i meno abbienti e senza aumentare la disoccupazione. Invece ci troviamo davanti ad una sorta di ossessione compulsiva per l'austerità e il sacrificio, richiesto però quasi esclusivamente a quella fascia sociale che non può sfuggire. E questo perché le forze politiche in Parlamento non sono cambiate ed i componenti del nuovo governo, chiamati a risolvere una situazione di stallo che durava da anni, sono ostaggio della solita maggioranza composta dalla destra buffo-fascista berlusconiana e dalla destra eversiva bossiana, il cui unico interesse è boicottare e screditare questo governo agli occhi dell’elettorato, preparando così la loro campagna elettorale. A sentire e vedere la performance a scopo elettorale del manipolo leghista al Senato e alla Camera viene spontaneo chiedersi: ma nella decade di anni che hanno governato, cin i loro ministri rancorosi, xenofobi  e razzisti, i governi berlusconiani che hanno fatto? Dove sono stati? Hanno dormito o non hanno capito niente perché in Parlamento si parla ancora in italiano? Per loro una lingua straniera?
L’incapacità dei berlusco-leghisti è superata solo dalla loro irresponsabilità, superata a sua volta dal loro vittimismo.
Il risultato è che chi salda il ferro nei doppi fondi delle navi dovrà farlo fino a 68 anni, sempre che mantenga il posto di lavoro, mentre chi dispone di una clientela elettorale da vendere all’uomo di Arcore si assicura privilegi per sé e per i suoi e ricca pensione a 60 anni. Chi da anziano è costretto a fittarsi la casa di proprietà per pagare la retta alla casa di riposo, dovrà pagare almeno il 100% di ICI in più (o IMU o come diavolo si chiamerà!), mentre il ricco evasore scudato da Tremonti se la cava col 2%, ammesso e non concesso che si riesca a scovarlo. Il tassista continuerà a vendersi ciò che non è suo, cioè la concessione fattagli dallo Stato. L’intreccio mazzettaro “farmacista - medico che fa la ricetta - casa farmaceutica” continuerà a speculare sui malati, arricchendosi sempre più oltre ogni decoro ed alle spalle della collettività. I giornalisti alla Vespa continueranno ad essere difesi da corporazioni medioevali, così come gli avvocati che allungano i processi per guadagnare di più e raggiungere la prescrizione… In Italia le leggi sulla giustizia le fanno i parlamentari, in maggioranza avvocati, sicché mai nulla cambierà in meglio per i cittadini, perché ciò che è di interesse della collettività è in conflitto con l’interesse della corporazione.
Cattive Frequenze
I sacrifici pertanto sono e saranno sempre a carico dei soliti noti, mentre Berlusconi otterrà gratis circa un miliardo di euro sotto forma di frequenze gratuite, che userà per comprarsi troie e deputati, straniere minorenni e senatori, voti o votanti, e non ce ne libereremo mai più, perché a lui seguirà un lungo strascico di berlusconismo che si sommerà allo strascico, ancora attivo, di fascismo che è seguito a Mussolini.
Niente è stato fatto a tutt’oggi per evitare la speculazione sui titoli degli Stati e per disciplinare un mercato finanziario assolutamente fuori controllo, che fa ballare le Borse e gli spread giorno dopo giorno, secondo gli umori della speculazione finanziaria. Dobbiamo sperare che il “ragioniere” di turno in qualche agenzia di rating abbia trascorso una bella nottata, perché questa è la sensazione che si ha, per non essere declassati a giorni alterni o veder ballare le borse.
Restiamo esterrefatti di fronte al rispetto che Monti mostra per Berlusconi, un avanzo da galera che ci ha portato al fallimento economico, morale e civile! Con il mandato ricevuto da Napolitano, Monti ha avuto per oltre un mese il coltello dalla parte del manico, poteva affondarlo nelle carni corrotte del Pdl, distruggerlo o almeno provocarne la scissione, liberando quelle poche cellule sane che forse ci sono tra gli orchi i nani e le “ballerine” dalla malefica e nauseabonda cancrena berlusconiana! Restiamo di sasso nel vedere che il governo dei professori ha paura di impedire il regalo delle frequenze a Mediaset, che fa marcia indietro sulle liberalizzazioni per timore di quattro parassiti da strapazzo…
Monti ha avuto il colpo in canna, poteva almeno essere liberale, non gli si chiedeva di più se non sobrietà ed equità. Poteva fare le cose eque. È stato pure all’inizio paragonato alla destra storica post-unitaria… Invece sta sprecando un’occasione unica, storica, per preparare la Reconquista del caimano. Ha glissato persino sulla apertura dimostrata dalla CEI, bontà sua, a discutere di ICI sugli immobili ecclesiastici commerciali. Quando si ripeterà una simile occasione? Doveva prenderla al volo.
Nulla di nuovo
Gli Italiani sono pronti al sacrificio, anche perché si tramuta nel solito salasso storicamente messo in conto. Ma l’opinione pubblica si aspetta ben altro sul tema delle pensioni d’oro, delle liquidazioni milionarie, sui costi della corruzione. Nulla si intravede all’orizzonte di positivo su tali temi!
Se Monti spera, così facendo, di durare, temiamo che abbia preso un grosso granchio. Se invece agisce così proprio per sfilarsi al più presto, allora perché ha accettato la nomina?
Inoltre, nonostante i proclami di berlusconiana memoria, nulla ma proprio nulla è stato previsto per iniziare una seria lotta all'evasione fiscale ed alla corruzione pubblica e privata, senza la quale la parola "equità", bandiera del “sobrio” governo Monti diventa un riferimento privo di senso.
Il modo in cui questo governo di sommi e sobri tecnici, ricattato dalla vecchia maggioranza parlamentare, affronta la tracciabilità delle operazioni è semplicemente ridicolo. Tracciabilità solo da 1000 euro in su. L’idraulico, l’ebanista, il dentista, e qualsiasi altro artigiano o professionista autonomo può pretendere di essere pagato in contanti e quindi in maniera assolutamente anonima fino a 999 euro. O in due, tre, quattro rate da 999 euro.
Ciò che viene invece controllato è l’ente che eroga le pensioni sociali o di anzianità, in massima parte inferiori a 1000 euro (dicono che siano 18 milioni). Vi sembra una cosa seria?
L’accuratezza, poi, con cui si sta evitando di colpire, anche di striscio, i grandi capitali e i grandi evasori o gli interessi di chi ancora bazzica il Parlamento, direttamente o in amicizia è più che deludente. È immorale. Sobriamente immorale. (Vedi la concessione gratuita delle frequenze TV) .
Se questo governo di tecnici si preoccupasse di combattere evasione e corruzione, le cifre recuperate sarebbero tali che veramente si potrebbe sperare nel pareggio di bilancio e nel rilancio dell'economia, oltre che aiutare le imprese e l'occupazione e investire nell’istruzione, diventata ormai “questa sconosciuta”.
Di questo passo invece ci stiamo inoltrando sempre più rapidamente verso la recessione.
Ricchi liberisti
La politica economica del prof. Monti non è keynesiana, lo sapevamo, e non è finalizzata al sostegno della domanda per il tramite dell’aumento dei salari. Tuttavia aveva promesso “equità” nei sacrifici, ma la speranza di ripresa della crescita economica italiana affidata soltanto a provvedimenti di liberalizzazione non può essere equa. Le liberalizzazioni non servono ad aumentare l’occupazione ma, soprattutto, la concorrenza è a vantaggio delle grandi catene distributive e centri di servizi, e probabilmente a vantaggio dei consumatori di quei beni e servizi che diminuiscono di prezzo. Ma non fanno di per se aumentare il PIL né i salari, anche se pagare meno medicine e taxi può avvantaggiare i pensionati.
Ma se il Governo Monti non deve rispondere all’elettorato, deve però rispondere ad un Parlamento che lo ricatta.
Per non parlare dell’ultimo schiaffo dato alla “coesione sociale” e ai ceti meno abbienti in nome del risparmio: la soppressione dei treni notturni dell’asse Nord/Sud. Hanno cancellato, soprattutto per i ceti meno abbienti, la possibilità, per di più nell’imminenza delle festività di fine anno, di “tornare al paese”. Evidentemente, non sono considerati cittadini, sono solo vacche da mungere e da macellare quando invecchiano. Ancora non hanno trovato il coraggio di proporre l’eutanasia del pensionato minimo! Dicono che così agiscono “per risparmiare”, ma non è vero: dai sindacati apprendiamo che i treni notte trasportavano in un anno circa un milione e mezzo di passeggeri. Il fatto è che i fondi pubblici riversati su Trenitalia (ma non era stata privatizzata?), ora sono dirottati sull’Alta Velocità. Quella per i ricchi. Eppure i trasporti, come la sanità, l’istruzione, e le comunicazioni (dalle poste ai telefoni, che non a caso, prima, erano di proprietà pubblica) costituiscono servizi per la cittadinanza, e non potrebbero essere considerati nei termini di costi e profitti.
Purtroppo la gente è talmente frastornata da non rendersi conto che si sta attentando alla democrazia e che poco per volta i servizi essenziali che dovrebbero essere garantiti alla cittadinanza vengono cancellati e diventano prerogativa solo di una minoranza privilegiata. Già i pendolari, costretti a viaggiare, giorno dopo giorno in carri bestiame, se ne sono resi conto. L’abolizione del Treno del Sole ha segnato il definitivo distacco non solo geografico tra nord e sud ma soprattutto sociale e in maniera trasversale tra poveri e ricchi di tutta l’Italia.
Sogni di albe dalle dita di rose
Non era questo il Paese che immaginavamo di veder uscire dalla crisi. Si sa, tutti di questi tempi hanno la loro ricetta, le loro proposte… e allora facciamolo anche noi il nostro sogno.
Immaginiamo un’Italia con un esercito da parata del 2 giugno, che ha venduto le portaerei da 10 miliardi di euro e partecipa ad una forza d’intervento europea, presidio a difesa delle nostre libertà democratiche. Un’Italia che non ha più ambasciatori a Madrid o a Parigi o presso la Santa Sede, perché le relazioni internazionali sono ben regolate da un’Europa deburocratizzata. In Italia si sciolgono non solo gli enti inutili, ma si è fatto un referendum per confermare l’unità della nazione e l’antifascismo della costituzione, e che lo stesso è passato con il 90% dei voti, sicché si possono sciogliere Lega nord e casa Pound, o lasciarle con la valenza del club di Topolino.
Vorremmo un’Italia che faccia di tutto per salvare la propria industria manifatturiera, producendo a tutto spiano pannelli fotovoltaici che si estendano a tutti i tetti e la facciate delle città e paesi. Realizzando stoffe, arredamenti, lavabi, piastrelle e manufatti che i Cinesi manco se li sognano. Il territorio curato e risanato. I beni culturali, artistici e archeologici salvaguardati, valorizzati e tutelati quale patrimonio più prezioso di qualsiasi nazione al mondo. Un’Italia in cui ambiente, territorio, energia e cultura hanno così sconfitto la disoccupazione e creato i presupposti per riportare i cittadini in una condizione di uguaglianza e solidarietà. Un’Italia dove si possa parlare e fare politica, perché l’idea del capo carismatico unto dal Signore è morta e sepolta sotto i colpi della storia.
I sogni, questo o un altro, a volte si avverano. Ci vuole tempo. I cosiddetti “segnali deboli”, quelli che preannunciano i cambiamenti epocali, si fanno sentire con la protesta che si sta propagando nel mondo. In alcuni luoghi è ancora dispersiva (ingnados), altrove violenta e contraddittoria (Mondo Arabo), ma dall’America (Wall Street Occupacy) all’Europa comunque si diffonde un sentimento profondo e rivoluzionario contro la governance dei grandi gruppi finanziari ed il loro infame, inumano “Mercato”.

I giovani  guardano al futuro e vedono un quadro fatto di crisi economiche e finanziarie, cambi climatici, e la politica sempre più corrotta dalle multinazionali. L’elemento chiave, quello che può fare la differenza, è che questi ragazzi sono consapevoli che se non alzano la voce e non scendono nelle piazze  non avranno un futuro. Quello che chiedono i ragazzi di Occupancy Wall Street è infatti un’inversione di rotta del sistema capitalista. La gente in America non vuole liberarsi del capitalismo, ma vuole semplicemente che si ritorni al capitalismo produttivo che rispetti le regole e rifiutano questo capitalismo globale ogni giorno produce miliardi di dollari di derivati, smuovendo cifre enormi ma fittizie. La speranza è che questi movimenti riescano almeno a smantellare la follia speculativa mondiale, per ritornare a un sistema sensato, basato su regole chiare.

È una cosa nuova e buona il moto di repulsione che attraversa il mondo: guardiamolo con interesse. Partecipiamo. Combattiamo.

Fara Misuraca

Alfonso Grasso

Dicembre 2011


Gli editoriali del sito sono scritti congiuntamente da Fara Misuraca ed Alfonso Grasso

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