Sud Illustre

 

L’Archivio delle opere di

Ernesto e Attilio Lapadula

di Bruno Filippo Lapadula

Figura 1. Attilio Lapadula (seduto a sinistra) con il fratello Ernesto (in piedi a destra) in Sicilia nel 1937. Foto di proprietà dell’Archivio Lapadula.

 

L'archivio è stato ed è per gli architetti Lapadula soprattutto uno studio quindi, non solo un deposito dove oggi vengono conservati documenti e progetti ma anche un luogo di vita e lavoro dove si sono accumulati libri e riviste, attrezzi del mestiere e oggetti bizzarri, plastici di opere e bozzetti di quadri o sculture, insieme alle tracce di tanti personaggi che vi hanno lavorato o lo hanno solo attraversato.

Quella dei Lapadula è una famiglia di architetti, urbanisti e docenti universitari che, con i suoi vari imparentamenti, ha cominciato a operare sin dalla seconda metà dell'Ottocento e che ha saputo creare una rete di rapporti di lavoro o amicizia stretti con tanti protagonisti della cultura del secolo scorso. Uno studio che esiste fisicamente da ottantuno anni. Un archivio che è stato vincolato da quasi venti anni dalla Soprintendenza archivistica per il Lazio perché sono stati dichiarati di notevole interesse storico [1] i materiali, che vi vengono conservati, relativi alle attività dei fratelli (figura 1) Ernesto (detto Bruno o Bruno di Lucania) Lapadula (Pisticci 1902 - Roma 1968) e Attilio Lapadula (Pisticci 1917 - Roma 1981).

Un luogo dove si accumulata un’impressionante quantità di lavoro e dove Attilio passava le sue giornate e buona parte delle notti a tirare linee su fogli di carta che sovrapponeva uno sull’altro nella continua ricerca della soluzione migliore.

Tra le opere più importanti dello studio [2], nel campo dell'architettura civile, vi sono: casina nautica per i cavalieri di Colombo (Roma, 1934); camera di commercio (Potenza, 1935); padiglioni della mostra d'Oltremare (Napoli, 1936); poste centrali (Matera, 1938); palazzo della Civiltà del Lavoro (Roma EUR, 1939); stabilimento balneare Kursaal (Ostia, 1950); villa Angiolillo (Roma, 1955); villino in via dei Decii (Roma, 1957); ministero della Sanità (Roma EUR, 1958); albergo Residence Garden (Roma EUR, 1959); complesso residenziale in via di Donna Olimpia (Roma, 1960); complesso residenziale Villa Lontana (Roma, 1963); albergo Leonardo da Vinci (Roma, 1963); sede del ENEL (Roma, 1964); sede dell'IMI (Roma EUR, 1965); sede della regione Lazio (Roma, 1971); complesso di palazzi per uffici in via Paolo di Dono (Roma, 1973); sede della Siemens (Roma EUR, 1975); sede della Procter & Gamble (Roma EUR, 1980). Tra le più importanti architetture religiose vi sono: concorso per nuove Chiese (Messina, 1931); chiesa di san Rocco (Pisticci MT, 1935); cappella del centro studentesco (Roma, 1957); restauro della chiesa di san Michele e Magno (Roma, 1961); cappella del cimitero (Quero BL, 1962); chiesa e casa generalizia della Società delle missioni africane (Roma, 1963); chiesa e casa generalizia della congregazione dei missionari di Scheut (Roma, 1964); chiesa e casa generalizia delle suore di Nostra Signora Madre di Misericordia (Roma, 1964); chiesa e collegio san Lorenzo da Brindisi (Roma, 1967); progetto di chiesa e collegio Scalabrinianum (Roma, 1967) poi sede della Regione Lazio; concorso per nuove chiese (Roma, 1967); allestimenti per il XV centenario della nascita di san Benedetto (Subiaco RM, 1980). Tra i più noti arredamenti di locali, mostre e navi vi sono: bar Berardo (Roma, 1948); bar Aragno (Roma, 1951); agenzia Il Tempo (Roma, 1948); esposizione agricola (Roma EUR, 1953); arredamento della turbonave Andrea Doria (1953); arredamento della turbonave Cristoforo Colombo (1960); arredamento della turbonave Raffaello (1964). Tra i principali piani urbanistici vi sono: piano di ricostruzione e piano regolatore generale di Rimini (1945); piano regolatore generale di Bracciano (RM, 1947); piano regolatore generale di Oriolo Romano (RM, 1949); progetto della borgata Cerro (FG, 1952); piano urbanistico di Cordoba (Argentina, 1952); progetto della borgata san Cesario (SA, 1954); programma di fabbricazione di Greccio (RI, 1957); piano regolatore generale di Fano (1958); piano urbanistico di Catamarca (Argentina, 1960); piano regolatore generale di Andria (BA, 1979). Andrebbero poi elencati almeno i concorsi vinti: città universitaria e piazza dei mistteri a Bratislava (Slovacchia, 1941); fiera di Catania (1951); palazzo della regione Sicilia (Palermo, 1955).

Figura 2. Quadro dipinto a olio su tavola da Ernesto Lapadula nel 1937 e presentato al concorso per il Palazzo della Civiltà Italiana a Roma (EUR). L’originale si trova oggi al Museum of Modern Art (MOMA) di New York (USA). Foto di proprietà dell’Archivio Lapadula.

Tra le tante opere ve ne sono almeno due che hanno assunto, già al momento della loro costruzione e poi con maggior forza negli anni successivi, il valore di icone di Roma e della sua architettura. Si tratta del Palazzo della Civiltà italiana all’EUR progettato da Ernesto insieme agli architetti Giovanni Guerrini e Mario Romano nel 1937 (figura 2) e dello stabilimento balneare Kursaal di Ostia progettato da Attilio nel 1950 (figura 3) con la collaborazione dell’ingegnere Pierluigi Nervi che fu il direttore dei lavori.

Lo studio era stato aperto a Roma nel 1930. Vi ha operato per primo Ernesto che è stato docente presso l'Accademia di belle arti e l'Università di Roma, professore straordinario di Architettura e poi di Urbanistica presso l'Università di Cordoba (Argentina), membro effettivo dell'Istituto nazionale di urbanistica (INU). Ernesto ha svolto la sua attività professionale in Italia, Libia, Slovacchia e Argentina. Per la sua intensa opera di docente e urbanista, la città di Cordoba gli ha dedicato una strada e anche Roma ha in programma di fare altrettanto.

Ha proseguito l'attività Attilio - prima come principale collaboratore di Ernesto e poi da titolare dello studio - che è stato professore di Urbanistica presso l'Università di Roma, membro della Commissione urbanistica del comune di Roma, membro effettivo dell'INU, membre associé de l'Association internationale des urbanistes ed è noto, oltre che come progettista e urbanista, anche come storico dell'Urbanistica per gli studi compiuti su Roma e il suo territorio tra la fine del Settecento e gli inizi dell'Ottocento. Ricerche che, insieme alla sua attività di progettista e di docente, hanno indotto il comune di Roma a dedicargli una strada.

Ernesto e Attilio erano figli di Donato che aveva una falegnameria a Pisticci, in provincia di Matera, loro paese d’origine. Importanti per la formazione dei due architetti furono certamente le copie della rivista tedesca Jugend (Monaco, 1896-1933) che mastro Donato aveva in laboratorio e dalle quali ricavava modelli per i mobili. Purtroppo nessuno pensò di salvare le riviste, che erano state dei riferimenti per la cultura mitteleuropea, portandole nello studio di Roma.

Lo studio è sempre stato un luogo dove la gente stava per lavorare, passava per chiedere consigli e consultare libri e riviste o si fermava a scambiare idee. Così sono rimasti a studio: gli originali, del progetto dell'architetto Mario Ridolfi per due negozi di fiori (Roma, piazza di Monte d'Oro) e della prospettiva a tempera dell'architetto Alfio Fallica per il villino Fegarotti (Roma, via P. Frisi), esposti entrambi alla prima mostra del Movimento italiano di architettura razionale (MIAR) tenutasi a Roma nel 1928; una tavola del progetto del’architetto Carlo Scarpa per casa Veritti (Udine) del 1955, insieme a tanti altri suoi scritti, schizzi e alla piccola cartella rossa con i sei disegni eseguiti dal professore veneziano per la Banca popolare di Gemona (Udine), la notte prima dell'incidente che nel 1978 gli costò la vita a Sendai in Giappone.

Ma più importanti dei documenti sono i rapporti umani dei quali resta il ricordo. Purtroppo è impossibile ricostruire le frequentazioni di Ernesto che certamente comprendevano, oltre a tanti architetti suoi contemporanei, gran parte dei pittori della Scuola Romana.

L'attività dello studio è sempre avvenuta con la collaborazione di molti. Tra quelli che hanno lavorato con Ernesto non è possibile trascurare gli architetti od ingegneri: Adalberto Libera, Vittorio Cafiero, Giovanni Guerrini, Plinio Marconi, Giuseppe Marletta, Pier Luigi Nervi, Mario Ridolfi e Mario Romano. Tra i riferimenti certi vi sono il MIAR che ebbe la sua prima sede proprio presso lo studio Lapadula e l’Art Club di via Margutta che ebbe Ernesto tra i suoi fondatori e primo presidente.

Attraverso Attilio avreste potuto incontrare architetti stranieri o italiani e moltissimi artisti che avevano collaborato con lui in lavori di arredamento o che erano soltanto amici. Ugualmente avreste potuto conoscere, magari scendendo a prendere l'aperitivo al bar Rosati di piazza del Popolo, scrittori, flosofi, poeti, personaggi del cinema e tante altre figure di rilevo dell'ambiente culturale romano.

È difficile ricordarli tutti. Certamente architetti stranieri come Richard Neutra, Olli Paviainen, Monica Pidgeon, Werner Schafer, Hans Scharoun e colleghi italiani come Stanislao Ceschi, Enrico Del Debbio, Aldo Della Rocca, Italo Insolera, Pietro Lugli, Plinio Marconi, Luciano Puntuale, Giuseppe Perugini, Luigi Piccinato, Mario Romano, Ludovico Quaroni, Maurizio Sacripanti, Gastone Schiavina e Gabriele Scimemi. Tantissimi artisti come gli scultori Franco Cannilla, Andrea e Pietro Cascella, Giorgio Celiberti, Lidia Duchini, Pericle Fazzini, Vincenzo Gaetaniello, Luigi Gheno, Lorenzo Guerrini, Edgardo Mannucci, Antonino Virduzzo e Amerigo Tot, i pittori Carla Accardi, Afro e Mirko Basaldella, Corrado Cagli, Michelangelo Conte, Mario De Luigi, Franco Gentilini, Edoardo Giordano, Bice Lazzari, Sebastian Matta, Sante Monachesi, Luigi Montanarini, Achille Pace, Pupino Samonà, Antonio Sanfilippo, Angelo e Carmelo Savelli, Antonio Scordia, Orfeo Tamburi, Francesco Trombadori, Giulio Turcato, Ugolino da Belluno e Giuseppe Uncini. Scrittori e poeti come Elsa Morante, Michele Parrella, Sandro Penna, Francesco Serrao, Antonello Trombadori e Carla Vasio. Personaggi del cinema come il costumista Elio Costanzi, il regista Federico Fellini e il maestro Alessandro Cicognini. Altre figure della cultura italiana come il filosofo Nicola Ciarletta, lo storico Annibale Ilari e lo storico dell’arte Ennio Francia.

Figura 3. Plastico in cartoncino del trampolino progettato da Attilio Lapadula nel 1950 per lo stabilimento balneare Kursaal di Ostia (RM). Foto di proprietà dell’Archivio Lapadula.

Personaggi che condividevano gli stessi interessi e frequentavano gli stessi luoghi in un’area molto ristretta di Roma, oltre al bar Rosati già ricordato, il bar Canova di piazza del Popolo, le gallerie d'arte di via del Babuino, i laboratori artigiani e l'Art Club di via Margutta, la trattoria Menghi di via Flaminia, la fiaschetteria Beltrame di via della Croce, la trattoria da Carlino di via Canova e pochi altri.

Il lavoro nello studio Lapadula continua ancora oggi anche se specialmente in settori del tutto nuovi come lo studio e la pianificazione dell’ambiente e la grafica.

L'archivio è tra quei pochi che si sono, in buona parte, salvati ma, come queste note lasciano intuire, c’è qualcosa in più di disegni su carta lucida, copie, lettere d'incarico, relazioni tecniche e capitolati d'appalto. Sono rimaste tracce di una rete di rapporti, creatisi nel tempo, al suo interno o intorno a esso e di un insieme di ricordi, collaborazioni di lavoro o solo affinità culturali, conoscenze antiche o invenzioni originali, tecniche e magisteri, modi di fare o di vedere e, perché no, aneddoti. Quasi mai queste tracce si trovano in documenti (o solo in essi), il più delle volte sono nella memoria delle persone, che lavorarono a studio o che ancora lo frequentano, di amici, vecchi collaboratori, artisti, artigiani e committenti.


Note

[1] Dichiarazione di notevole interesse storico e vincolo della Soprintendenza archivistica per il Lazio del 2 dicembre 1992 (DPR 30 settembre 1963 n. 1409). Il riordino e l'inventario, oramai completati, hanno dato i seguenti risultati: per Ernesto sono stati individuati 108 progetti per un totale di 2.055 elaborati grafici con allegati documenti e fotografie; per Attilio 378 progetti per un totale di 15.988 elaborati grafici con allegati documenti e fotografie ed una vasta raccolta di materiali per la ricerca e la didattica.

[2] Per localizzare le opere romane dei Lapadula si veda: Irene de Guttry, Guida di Roma moderna, dal 1870 ad oggi, Roma, De Luca ed., 2001.


Testo ed immagini inviati da Bruno Filippo Lapadula, che ringraziamo, nel mese di giugno 2011.

Centro Culturale e di Studi Storici "Brigantino - il Portale del Sud" - Napoli e Palermo admin@ilportaledelsud.org ®copyright 2011: tutti i diritti riservati. Webmaster: Brigantino.

Sito derattizzato e debossizzato