la collezione d'arte: Gaetano Esposito

Tentazione, 1883, olio su tela cm 72x45. Napoli, museo Pignatelli.

 

Note sull'artista

Nato a Salerno nel 1858 da una famiglia di pescatori, frequenta la scuola di Filippo Palizzi per passare poi a quella di Domenico Morelli, il quale, accortosi del suo talento, lo fa ammettere, come "pensionato" della provincia di Salerno, al Regio Istituto di Belle Arti di Napoli. Per il suo carattere si circonda di pochi amici; fra questi, Antonio Mancini. Nel 1877, dopo aver partecipato a varie mostre presso la Società Promotrice e l'Esposizione nazionale di Napoli, vince con due disegni un viaggio di studio a Firenze. Rientrato a Napoli vive un periodo di difficoltà economiche, che si ripercuotono sulla produzione pittorica determinandone la svendita.

Attento alla pittura del Seicento napoletano, trae grande ispirazione dai valori tonali di Bernardo Cavallino e di Massimo Stanzione. Oltre alle tematiche di genere, spesso venate di patetismo, e a quelle religiose, dipinge numerosi ritratti, nei quali eccelle soprattutto nella tecnica del pastello. Tra le sue opere si ricordano Va e Simm'arrivate (1882), Tentazione (1883), In chiesa (1893), Attesa (1897). Attivo nella decorazione di edifici, fra cui il Caffè Gambrinus (1887) e il palazzo della Borsa a Napoli (1897-98), nell'ultimo periodo di attività si concentra sulla pittura di paesaggio, dedicandosi in particolare a vedute marine (il Palazzo di Donn'Anna a Posillipo, 1893; Marina di Napoli, 1896-97).

Verso la fine del secolo la sua instancabile attività sembra esaurirsi. Nel 1910 il suicidio di una giovane allieva respinta sconvolge il già precario stato psichico dell'artista, portandolo a togliersi la vita a Sala Consilina nel 1911.


Tratto dalle biografie degli artisti di Marina Minozzi per l’opera “La Collezione d’Arte del Sanpaolo Banco di Napoli” a cura di Anna Coliva.

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