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Napoli

L'isola di Ischia

 

di Aldo Monti

La maggiore delle isole partenopee è, come le vicine Procida e Vivara, il risultato di un'intensa attività vulcanica che sconvolse la regione dei Campi Flegrei. La natura vulcanica dell'isola, oltre che dalla struttura delle sue rocce, si evince dai numerosi orli craterici (monte Rotaro), e dalla presenza di un antico vulcano (l’Epomeo), dalle caldere (bacino portuale di Ischia) e dall'intensa attività termale che, assieme alle caratteristiche «fumarole», rappresenta la testimonianza di un vulcanismo secondario ancora attivo.

Colonizzata dai Greci che la denominarono Phitecusa (VII sec. a.C.), fu successivo possesso di Siracusani e Romani che la cedettero ai Napoletani in cambio di Capri (I sec. d.C.). Denominata Ischia (o Iscla) a partire dal IX sec., fece parte del Regno di Napoli dal 1139 al 1860. Dopo avere subito ripetute scorrerie saracene (secc. XVI-XVII), conobbe la sua prima grande valorizzazione con i re Borbone, condividendone le sorti sino all'unificazione nazionale (1861).

L'isola ha conosciuto frequenti sconvolgimenti naturali nella sua storia millenaria: dalle eruzioni che misero in fuga i Siracusani (VI-V sec. a.C.), a quella del 1302, per finire ai rovinosi terremoti. È rimasto tristemente famoso il sisma che il 28 luglio 1883 rase al suolo l'abitato di Casamicciola, il cui quartiere di Perrone ospita tuttora le case “provvisorie” realizzate per i terremotati di quell’epoca.

Per la sua natura ferace, per il rigoglioso sviluppo della vegetazione mediterranea, per la presenza di specie vegetali tipiche di aree geografiche più caldi, Ischia è stata, non a torto, denominata l'«Isola Verde».

Situata all'ingresso occidentale del Golfo di Napoli, Ischia è la più grande fra le isole partenopee e dista da Napoli circa 17 miglia.

Ischia è ricca di sorgenti salubri che costituiscono un patrimonio unico al mondo. La loro frequentazione, così come l'efficacia delle loro virtù terapeutiche, è attestata dalle numerose iscrizioni in onore di Apollo e delle Ninfe trovate ad Ischia e per lo più decorate con rilievi votivi in forma di piccoli altari.

L’isola è divisa in sei diversi comuni. Abbiamo dedicato altre pagine a ciascuno di questi, tranne al comune di Serrara-Fontana, e qui dedichiamo lo spazio che meritano queste due incantevoli frazioni. Serrara-Fontana è il più alto comune dell'isola che maggiormente ha conservato l'architettura originaria ed il ritmo di vita legato alla secolare civiltà contadina.

Divide con Barano la più grande spiaggia sabbiosa dell'isola, denominata "Maronti", con le antiche terme romane di Cavascura e le sabbie calde. Da non perdere per il panorama di incomparabile bellezza è l’ escursione a dorso di mulo al Monte Epomeo, gigante mitologico e leggendario che domina l'isola e l'intero Golfo di Napoli. Da visitare la chiesa e l'eremo di S. Nicola. La piazzetta di Serrara, da cui si gode un panorama bellissimo. Nella stessa piazzetta c'è la chiesa parrocchiale e l'ex palazzo municipale.

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