Le Pagine di Storia

Le Mappe Catastali in Sicilia

a cura di Alfonso Grasso

 

Il terremoto che nel 1968 distrusse i paesi della valle del Belice in Sicilia produsse un insolito risvolto positivo: svelò un tesoro, nascosto e dimenticato per centinaia di anni dentro una vecchia cassa di un palazzo nobiliare di Montevago.

Furono oltre quattrocento le preziose mappe topografiche che rividero la luce del sole dopo anni di oblio, conservate dagli eredi del marchese Vincenzo Mortillaro di Villarena, che allora ricopriva la carica di "delegato speciale per la compilazione dei catasti in Sicilia", nel periodo compreso tra il 1837 e il 1853. Una selezione del materiale, inedito e di grande interesse storico, artistico ed economico, è stato esposto nelle sale di Palazzo Chiaramonte Steri a cura degli studiosi Enrico Caruso e Alessandra Nobili.

Essi hanno anche pubblicato il volume con la riproduzione integrale di tutte le mappe catastali ritrovate, con saggi introduttivi di Teresa Cannarozzo e Francesco Vergara. "Questa cartografia ritrovata in Sicilia - spiega Teresa Cannarozzo - è l'unica nel suo genere. Ha sbalordito anche gli esperti dell'Istituto geografico militare di Firenze e, studiato in modo adeguato, questo materiale non mancherà di svelare sorprese".

Le mappe catastali furono realizzate per volere di Ferdinando II di Borbone, che con questo dettagliato lavoro sosteneva di volere realizzare "una distribuzione equa dei contributi" da parte dei cittadini. Il sovrano delle Due Sicilie sperava, in realtà, di poter avere sott'occhio la vera consistenza dei beni dei suoi sudditi, in modo da tassarli adeguatamente, in relazione alle effettive proprietà.

L'operazione catastale era iniziata nel 1810, ed a distanza di quarant'anni non si era del tutto ultimata. Il marchese Vincenzo Mortilaro di Villarena apparve allora al sovrano la persona adatta per concludere quanto prima la complessa operazione. Tre anni dopo, nel 1853, il nobiluomo siciliano proclamò effettivamente conclusi i lavori, e di poter consegnare il materiale descrittivo al Grande Archivio. Ma subito dopo, inaspettatamente e per ragioni mai del tutto chiarite, Mortillaro decise di non consegnare le mappe e di pubblicarle in proprio, riuscendo a stampare solamente sette fascicoli.

A motivo di ciò Mortillaro, travolto anche da una serie di vicissitudini familiari, subisce la grave accusa di cospirazione e si ritira a vita privata. "Dalle mappe - prosegue Teresa Cannarozzo - emerge una diversità nelle rappresentazioni che è indice di differenti scuole. Alcune mischiano il rapporto planimetrico a quello spaziale, altre sono eseguite con straordinario rigore e a volte acquerellate a mano. Permettono comunque di conoscere aspetti economici, agricoli, storici, paesaggistici dell'isola molto importanti".

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