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Sicilia

Mascalucia

Foto Garozzo Alfio

Notizie Storiche di Mascalucia

di M. Grazia Sapienza Pesce

Adagiata sulle pendici meridionali del grande padre Etna, Mascalucia si trova in un punto equidistante dalla vetta del vulcano e dalle acque cristalline del meraviglioso mare dei Ciclopi. E' situata lungo la direttrice principale la via Etnea che da Catania attraversando Gravina, Mascalucia, Nicolosi porta sul vulcano Etna a quota m. 2.000 s.l.m. Dista da Catania circa 10 Km.

Le origini di Mascalucia risalgono all’epoca in cui Cesare Augusto imperatore inviò una colonia a Catania. I maggiori reperti archeologici furono rinvenuti nella contrada “Umbria” o “Ombra”. Rimane a testimonianza solamente la “Torre del Grifo” che per il modo della costruzione e per la sua architettura, sembra appartenere ai floridi tempi dei Romani.

Intorno al 324 era forse chiamata Massalargia dal latino Massa (villaggio) e largia (dono), cioè data in dono dall’Imperatore Costantino alla Santa Sede. Ha più volte mutato il suo nome “Mascalcia, Maniscalcia, Maniscalchia, Terra di Santa Lucia di Catania”; fu possesso del Regio Demanio, nel 1645 fu acquistata da Giovanni Andrea Massa, che poi donò a Michele Placido Branciforte, Principe di Butera. Nel 1651 Mascalucia fu insignita dal re Filippo IV del titolo di Ducato.

L’eruzione dell’Etna del 1669, il terremoto del 1693 e del 1818 arrecarono seri danni al Casale, ma esso risorse sempre florido , come la fenice.

Data la vastità del suo territorio, Mascalucia ha grandi appezzamenti coltivati a vite, alberi da frutto ed agrumi. I lineari e caratteristici terrazzamenti, dove il contadino può adoperare solo la zappa, sono quasi sempre delimitati da piante di ficodindia, che oltre a produrre ottimi frutti sono anche dei recinti invalicabili!!! La pietra lavica, fuori uscita dalle viscere della terra, era, nei tempi passati, l’unico elemento utilizzato per la costruzione di case ed edifici religiosi. Ancor oggi questo indistruttibile materiale viene lavorato ed utilizzato.

A testimonianza di questi edifici tutti costruiti con la pietra lavica, si erge, all’interno del Cimitero monumentale, la Chiesa di Sant’Antonio Abate, di stile gotico antico la cui architettura originaria risale ai primi tempi dei Cristiani in Sicilia, ed in epoca anteriore alla venuta dei Saraceni (anno 827). Essendo l’unica Chiesa delle contrade etnee, fu parrocchia dei paesi limitrofi quali San Giovanni Galermo, Gravina, Tremestieri Etneo. La famosa testata giornalistica “ La Domenica del Corriere” nel 1902, non esitava a catalogare il Tempio di Sant’Antonio Abate tra le ”bellezze d’Italia”. Suggestivo è il Santuario della Madonna della Sciara che sorge tra le lave di Mompileri, si può ammirare la grotta dove è stata ritrovata la statua della Madonna delle Grazie, dopo l'eruzione del 1669; vi è anche il Santuario dell'Addolorata retto dai Padri Passionisti, Numerose Chiese sorgono nel centro storico. Sul pianoro di San Vito sorge la chiesa dedicata proprio a Lui il Santo Patrono della cittadina, la cui festa si celebra il 15 giugno e la prima domenica d'agosto All’interno della Chiesa si possono ammirare preziose opere sacre: tra cui la tela che raffigura “San Vito in carcere” opera del famoso pittore mascaluciese Michele Rapisardi.

Anno 1800

La Chiesa Madre dedicata alla Madonna della Consolazione, elevata a Santuario, è la fusione di quanto di più bello e di artistico vi fosse negli anni della sua costruzione. Alle pareti affreschi dell’antica chiesa che raffigurano stazioni della “via Crucis”; in bellissimo stile Rococò i confessionali, gli stalli del coro opera delle esperte mani dei Monaci Benedettini che venivano a villeggiare nel vicino convento di Sant’Antuneddu. Di pregevole fattezza anche l’altare ligneo dorato opera di artigiani locali, o meglio artisti nella lavorazione del legno: ancor oggi Mascalucia vanta abili falegnami-ebanisti che, come mastro Geppetto da un semplice pezzo di legno creano marionette, statue, bassorilievi ed altre sculture di pregiata fattura.

Foto Zappalà Alfio

Il restauro del mobile antico, la realizzazione di opere d’arte scaturite dalla bravura dei “mastri d’ascia”, rappresentano per questa terra un fiorente artigianato. Questa è terra di artisti, non solo del legno, ma anche del ferro. Allievi del grande dio Vulcano i fabbri trasformano una semplice sbarra di ferro in opera d’arte. Fuoco, ferro, forza e fantasia sono le parole chiave dei numerosi artigiani che continuano ad adornare le strade con cancelli e ringhiere in ferro battuto.

Ricamo: arte preziosa e difficile, ma fonte di guadagno per le ricamatrici.

Le donne di Mascalucia sono state sempre delle ottime massaie, madri ed artiste, infatti quasi in tutte le case vi era montato un telaio o per il ricamo del corredo o per la tessitura di tappeti. Tappeti che hanno fatto il giro del mondo. Il commercio di questi tappeti è ancor oggi fiorente. La famosa frase “Nulla si distrugge, ma tutto si trasforma” è ben appropriata, infatti la materia prima per la loro fabbricazione sono stoffe di vestiti dimessi, che l’inventiva della tessitrice dispone in modo tale da formare disegni.

In questo Comune vi è anche la sede del P.I.M.E. (Pontificio Istituto Missioni Estere).

Oggi Mascalucia è una cittadina industriosa, ricca di artigianato, conta circa 30.000 abitanti; fa parte dell’area metropolitana di Catania ed è sede di Mandamento e di Tribunale.


Il testo e le immagini della pagina ci sono stati messi a disposizione dalla dott.ssa Maria Grazia Sapienza Pesce, che ringraziamo, nel mese di marzo 2010.

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