la collezione d'arte: Vincenzo Medica

"frasche al tramonto"

 

Note sull'artista

“Ma qui, dove si stende l'Infinito,

v'è solo luce candida, splendore,

dove l'anima si apre come un'ala.

Qui la notte ed il giorno più non sono,

nessuna voce suona.

Ed è l'Amore.

R. Tagore

Umbelicus Mundi

Sud della Sicilia: il Val di Noto, l’habitat di Vincenzo Medica, da secoli si dona ai viaggiatori in arrivo dai paesi più a nord. Vincenzo nasce nel 1971 in Sicilia, all’ombra dell’Etna. Cresce a Noto, antica capitale di quel terzo sud-orientale della Sicilia che ancora oggi ne porta il nome: Val di Noto. La città è conosciuta – e oggi commercializzata – come capitale del barocco siciliano. Barocco che qui non è solo opulentissimo stile architettonico, ma dopo tre secoli condiziona ancora pensiero ed azioni dei ventimila cittadini. Gli abitanti di Noto passeggiano per sere intere all’ombra di un glorioso di magniloquenza spagnolesca. È il loro umbelicus mundi. Ma Vincenzo, laureato in architettura, decide (ha bisogno?) di guardare oltre il mondo dei monumenti barocchi e va a scoprire il territorio che circonda la sua città. La riserva naturale di Vendicari è la vera ispiratrice dell’arte di Vincenzo – luogo ameno per eccellenza. Uno dei pochi luoghi dove possiamo ancora vedere come si presentava una volta la costa siciliana. Piccolo mondo selvaggio guardato con amore della grande madre Mediterraneo. L’artista vi elegge la sua riserva dell’anima e dello spirito. Fino a pochi decenni fa il paesaggio è tagliato in due da una linea ferroviaria. Oggi i binari abbandonati si sono fusi con il territorio e la sua vegetazione. Stazioni cresciute in mezzo al nulla: la ferrovia era nata per portare verso le città i prodotti della terra da questi campi. Vincenzo conosce bene questi posti: sono i luoghi della sua anima. A ognuno è legato un ricordo di momenti oscuri o luminosi della sua storia personale. E l’uomo dietro l’obiettivo cattura i ricordi della sua vita dove si fondono con la storia e l’animo della sua terra. I temporali sono il punto di fusione tra l’anima di Vincenzo e quella della sua Sicilia. L’energia che si scatena nel contatto tra terra, acqua, cielo. La quiete che tutto avvolge dopo quest’amplesso atmosferico. La violenza climatica che si trasforma in iperbole cromatica. Ora la pellicola dentro la macchina fotografica si impregna, ha bisogno di farsi fecondare dalla terra che ha accumulato feroce inquietudine. Vincenzo conduce le sue ricognizioni fotografiche dopo i temporali. Ne nascono opere pregne di tenebrose malinconie. Di cupa bellezza sognante. Incubi radiosi. Un percorso narrativo capace di raccogliere le energie disperse nel territorio. Ma Vincenzo Medica dialoga con noi attraverso le raffigurazioni del suo Locus Amoenus – o sono proprio i luoghi del Val di Noto che si servono abilmente di lui per comunicarci la loro essenza?

Antonio Presti, Presidente Progetto “Fiumara d'Arte”

"Locus Amoenus"

“Di tutti i nostri rapporti con

la natura...quello che si instaura

nel paesaggio...è un godimento

estetico e un infinito sentimento vitale...”

R. Assunto, Il Paesaggio e l’Estetica

Assenza e Presenza

Il “Locus Amoenus” di Vincenzo Medica rivela frammenti del pensiero di questo artista siciliano, un guardare al paesaggio come tratti dell’anima, come fonte vitale della sua naturalezza e infinita solitudine. Un luogo il “Val di Noto”, nell’estremo lembo sud dell’Europa, dove tutto vive un intimo apparentemente universale, dove ogni traccia visiva di Medica rammenta un ordito di quel “genius loci” assente-presente, luoghi di un deserto propulsore tra cielo e mare. Immagini che ritraggono frammenti lapidei e scorci di architettura in dialogo con il loro passato-vissuto, con una natura che si traduce in silenziosa attesa e intima riflessione. Cammini di legno, tra luoghi di riserva naturale, sentieri lontani dalla civiltà, vecchie linee ferroviarie, in un silenzioso percorso umano nella privata armonia di un creato mediterraneo. Policromie di colori e di riflessi, negli scatti dopo il temporale di questo raffinato artista, dalla flora selvaggia e naturale alle acque che specchiano solitari e svettanti architetture, sentinelle di un mitico paesaggio. “Locus Amoenus” è sicuramente quel dialogo tra contesto urbano (la immaginifica Noto) e quella intima grandezza del paesaggio naturale, lunghe prospettive di sabbia che dialogano con architetture settecentesche, una introspezione narrativa dell’artista che scruta nel paesaggio ancora incontaminato di un luogo natio, la grandezza della sua universale visione.

Michele Romano, Università di Catania

Un set in Val di Noto

Ci sono tanti modi di raccontare la Sicilia: quello che prima ci viene in mente è quello basato sulla storia e la cultura – architettonica, antropologica, enogastronomica. Ma esiste un punto di vista diverso, e non certo secondario: è quello che Vincenzo Medica ci mostra di padroneggiare nei pannelli fotografici della sua collezione Locus Amoenus. Lo sguardo sul ridente territorio, sui luoghi formati attraverso il concorso di natura e uomo. Ne viene fuori un’immagine del Val di Noto, già conosciuto per l’architettura barocca, come un grande palcoscenico naturale incomparabilmente diversificato e ricco di suggestive atmosfere: luoghi ameni, appunto; spazi aperti, montagne selvagge, testimonianze di epoche passate, le spiagge e le scogliere che uniscono la terra al nostro limpidissimo mare. Nella storia del cinema innumerevoli sono stati i registi che hanno scelto il nostro territorio come set per le loro opere: lo stesso si può dire di tanti fotografi e artisti che lavorano nel mondo della moda e della pubblicità. Una scenografia di grande impatto, fonte inesauribile di ispirazioni. Sono grato a Vincenzo Medica che porta al centro dell’Europa il suo sguardo sul nostro mondo, allo stesso tempo mi auguro che tu, caro viaggiatore, ne tragga spunto per venire a vedere di persona la nostra straordinaria terra e soprattutto la nostra singolare città, dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Ce ne sentiremo orgogliosi.

Corrado Valvo, Sindaco di Noto

"Vendicari"

Vincenzo Medica biografia

Vincenzo Medica non è semplicemente un fotografo. È anche un architetto, un designer, un videomaker, uno scenografo, un pubblicitario, un promotore d’eventi e comunque un attento osservatore delle avanguardie, che si può collocare tra i personaggi più originali della scena artistica siciliana. I suoi lavori, basati principalmente sulla comunicazione, soprattutto nei suoi allestimenti riconoscibilissimi e nei vari episodi di arte urbana realizzati, utilizzano ogni sorta di mezzi e materiali, cose e persone, sfuggendo a classificazioni tematiche e stilistiche, ma sempre ricche di riferimenti a diversi modelli artistici. Nato a Catania il 10 agosto del 1971, ha sempre vissuto a Noto, tranne una pausa decennale a Reggio Calabria, dove ha conseguito la laurea in Architettura e dove ha iniziato ad interessarsi anche di arte visiva, direzione della fotografia cinematografica e grafica. Ha investito tutto sulla Sicilia, rimanendoci ed operandoci subito dopo la laurea: dopo una breve collaborazione con Luca Ronconi al Teatro Greco di Siracusa, ha realizzato dal 1998 fino ad oggi più di 300 piccoli eventi artistici, collaborando con le maggiori istituzioni locali, ed istituendo anche un festival per gli artisti del Val di Noto, NotArte che ha luogo da sei anni sulla via Nicolaci di Noto la prima quindicina di agosto. Importante anche l’incontro con i Maestri Castellino e Zuppardo che ha arricchito e motivato la sua personalità ed il suo percorso artistico.

Parecchie sue immagini d’autore e installazioni sono state esposte in musei, palazzi storici, locali, gallerie esclusive e spazi pubblici italiani; per questo numerosi sono stati i riconoscimenti da parte della stampa più colta. Fondatore della prima galleria d’arte contemporanea di Noto nel 2000, Studio Barnum, è divenuto trainante in molte iniziative della sua città e tuttora collabora con molti artisti e promotori siciliani e stranieri realizzando con loro numerosi progetti di tipo imprenditoriale, culturale, artistico e musicale. Da ricordare: Notorietà, Festa Nazionale della Musica, Design dalla Natura, Eclisse Sonora, Aspettando il 2000, Festa in Corso, Visioni Allighieri, Donna nell’Arte, Ri-Sentimenti, NotArte, Discesa/Ascesa, Identikit, Qualcosa di Rosso, Alta Tensione, Anime fragili, Il Luogo della Luce, Nuancès, Artech, De Effigie Animi, Public Art, Individual, ecc.”


Tratto dalla presentazione della personale “Locus Amoenus”, Secrétariat Genéral du Parlement Européen, Luxembourg. 7-20 settembre 2009

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