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Dal pugno alzato alle mani al cielo

di Giancarlo Padula

 

Presentazione dell'autore

Quando scesi in piazza per la prima volta con il pugno alzato avevo poco meno di 16 anni. Era l’ottobre “caldo” del 1969. Nella Terni operaia, (almeno 8000 lavoratori, all’epoca erano impegnati nelle Acciaierie, una città nella Città; altri 2000 nelle industrie Chimiche, altre centinaia sparsi nella miriade di piccole e medie aziende dell’indotto e autonome nel settore metalmeccanico e siderurgico),  “democratica” e “antifascista”, guidata fin dal dopo guerra, incontrastatamente da comunisti e socialisti. Terni patria di Oreste Scalzone, uno dei capi storici del movimento studentesco e qualche anno dopo del Gruppo extraparlamentare più rivoluzionario ed estremista (prima del periodo dell’”autonomia”), Potere Operaio. Venivo da una famiglia di blande tradizioni cattoliche (i cristiani della domenica a malapena a causa anche di vicissitudini generazionali). La mia esperienza con la Chiesa, il Signore, si era limitata in qualche anno di scorribande all’Oratorio dei Salesiani che era a due passi dalla casa dove in quel periodo della mia vita vivevo con i miei genitori, al centro della città, e a due o tre anni trascorsi nei Boy Scout dell’Asci, che avevano la sede al Duomo, vicino ai giardini pubblici La Passeggiata, e che soffriva all’epoca di un forte senso di inferiorità rispetto alla laica GEI, dove c’erano tutti i “figli di papà”, che combatteva con eroico e intrepido coraggio. Una fiumana di studenti, soprattutto percorreva le principali vie cittadine gridando a squarciagola: “No alla guerra in Viet-Nam”; “Viva Marx, viva Lenin, viva Mao Tze –Tung”; “Chè, Chè, Chè Gue-varà”; “Non è che l’inizio, continueremo a combattere”; “No alla scuola di classe, no alla scuola dei padroni”. Quanto la testa del corteo raggiunse l’edificio delle Poste centrali, in piazza della Repubblica, fu attaccato da un manipoli di studenti di estrema destra, “Fronte della Gioventù”, con cartelli neri e bandiere italiane, che contrastavano con quelle rossee con le immagini dell’<eroe> della guerra civile in Bolivia. Molti urlavano : “Paci, libero, Paci libero”. E io, senza neanche sapere perché, mi unii a quelle grida. Alcuni giorni dopo mi presentarono questo Paci, Un giovane, all’epoca, poco più grande di me: <piacere>, mi disse, <Paci Libero>. E io risposi: <Ah, ecco perché al corteo tutti gridavano Paci Libero……?!>. <No>, rispose lui, <gridavano così perché il quei giorni stavo in prigione>. Lo avevano arrestato insieme ad altri studenti e dirigenti della Federazione Giovanile Comunista perché avevano occupato una scuola. Era iniziata per una lunghissima stagione fatta di ideali e chimere, illusioni e speranze, delusioni, sconfitte, amori infranti e battaglie sostenute con fatuo coraggio e ingannevole eroismo.   Durata fino al 1983, anche se già nel 1973 iniziai il mio lavoro di cronista e giornalista, ma sempre dentro l’ideologia marxista, passando anche per Potere Operaio, uno dei gruppi extraparlamentari più rivoluzionari negli anni appena precedenti a quelli tristemente ricordati come “anni di piombo”.

Sono anche stato sindacalista, negli anni successivi nei Comitati di Redazione di alcuni quotidiani importanti dove ho prestato servizio prima di diventare capo servizio.

Ma poi, chi avrebbe mai pensato quando in tempi passati alacremente lavoravo nelle più qualificate redazioni dei giornali a cominciare nel 1973-’74 con la prestigiosa testata Paese Sera, per finire nel 1997 con il gruppo Espresso-La Repubblica, che tutti i disturbi da me accusati da anni e per anni e che ora si sono sviluppati in una maniera tutta particolare così da procurarmi pene e dolori indicibili, che il seguire ideologie perverse e “stili” di vita apparentemente “progressisti” e libertari, l’ascoltare i generi musicali più all’avanguardia” negli ultimi decenni sarebbero stati causati anche dal ricorso da parte di alcuni stretti famigliari molto probabilmente al ricorso di “arti magiche”,  oggi peraltro tanto in voga, tanto di moda, così tanto che moltissimi cattolici hanno dimenticato che il Primo Comandamento dice: “IO sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio all’infuori di me” . Si è dimenticato o non si è mai saputo, perché anche la Parola di Dio è passata in disuso,  che la Sacra Scrittura, appunto, vieta in ben 150 passi il ricorso all’occulto, alla magia, (come ricorda molto bene il Catechismo della Chiesa Cattolica), allo spiritismo, all’idolatria. Eppure 12 milioni di italiani ogni anno frequentano gli operatori esoterici (questi sono gli ultimi dati diffusi nell’ambito di una accurata indagine realizzata dall’Università di Chieti). Io però sono anche protagonista di uno straordinario ed articolato miracolo di Dio, il quale da una vita completamente pagana, grazie, posso dire a questa incredibile esperienza che racconto, sono stato portato dalla morte alla vita, ad un cammino di conversione. “Tutto concorre al bene….” Dice San Paolo nella Lettera i Romani, al capitolo 8, versetto 28.   Le ideologie marxiste delle quali fui strenuamente paladino prima militando nel Movimento studentesco, poi diventandone leader, poi esponente del PC I, quindi redattore dei uno del più importanti quotidiani (Tre edizioni: mattina, pomeriggio e notte, all’epoca) della Sinistra politica, non furono altro per me che il menzognero nutrimento per un corpo estraneo inserito sotto forma di polveri (le parti della salma violata furono fatte essiccare al sole). Chi avrebbe mai pensato che certe tendenze, e vizi come il fumare ed ascoltare la musica rock (fino a tre anni fa avevo oltre 4000 dischi tra 33 giri e 45 giri, intere collezioni di tutti i maggiori gruppi del Rock, del Pop, dei cantautori, ecc sia della musica internazionale che italiana, divenendo anche un esperto del settore, tra le altre mie specializzazioni)., la tendenze a frequentare certi locali, certi ambienti, potessero essere stati causati da tutto questo che conduceva sempre più ad una lontananza da Dio, dalla Verità, da Cristo e dalla Sua Parola?. Spero che questo libro possa essere una testimonianza verace perché altri, possano avvicinarsi alla fede e riflettere sull’essenza vera della nostra esistenza. Infatti per una iniziativa divina, a seguito anche di tante dolorose circostanze che in larga parte descrivo nelle pagine che seguono sono stato toccato, insieme alla mia famiglia, dalla Grazia del Signore Gesù risorto e vivo tra noi che ha compiuto veri e propri miracoli e guarigioni dandomi la possibilità di iniziare un cammino di fede, molto difficile, tutto in salita, ma denso di speranza e di vittoria in Cristo.

Giancarlo Padula

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