Poesia classica

Gerusalemme liberata

la morte di Clorinda

Torquato Tasso

(Sorrento 11 marzo 1544 - Roma 1595)

Medaglia in bronzo dedicata a Torquato Tasso (collezione Francesco di Rauso, Caserta) clicca sull'immagine per ingrandire

 

Ma ecco omai l'ora fatale è giunta

che 'l viver di Clorinda al suo fin deve.

Spinge egli il ferro nel bel sen di punta

che vi s'immerge e 'l sangue avido beve;

e la veste, che d'or vago trapunta

le mammelle stringea tenera e leve,

l'empie d'un caldo fiume. Ella già sente

morirsi, e 'l piè le manca egro e languente.

 

Segue egli la vittoria, e la trafitta

vergine minacciando incalza e preme.

Ella, mentre cadea, la voce afflitta

movendo, disse le parole estreme;

parole ch'a lei novo un spirto ditta,

spirto di fé, di carità, di speme:

virtù ch'or Dio le infonde, e se rubella

in vita fu, la vuole in morte ancella.

 

Amico, hai vinto: io ti perdon... perdona

tu ancora, al corpo no, che nulla pave,

a l'alma sì; deh! per lei prega, e dona

battesmo a me ch'ogni mia colpa lave. -

In queste voci languide risuona

un non so che di flebile e soave

ch'al cor gli scende ed ogni sdegno ammorza,

e gli occhi a lagrimar gli invoglia e sforza.

 

Poco quindi lontan nel sen del monte

scaturia mormorando un picciol rio.

Egli v'accorse e l'elmo empié nel fonte,

e tornò mesto al grande ufficio e pio.

Tremar sentì la man, mentre la fronte

non conosciuta ancor sciolse e scoprio.

La vide, la conobbe, e restò senza

e voce e moto. Ahi vista! ahi conoscenza!

 

Non morì già, ché sue virtuti accolse

tutte in quel punto e in guardia al cor le mise,

e premendo il suo affanno a dar si volse

vita con l'acqua a chi co 'l ferro uccise.

Mentre egli il suon de' sacri detti<1> sciolse,

colei di gioia trasmutossi, e rise;

e in atto di morir lieto e vivace,

dir parea: "S'apre il cielo; io vado in pace."

 

D'un bel pallore ha il bianco volto asperso,

come a' gigli sarian miste viole,

e gli occhi al cielo affisa, e in lei converso

sembra per la pietate il cielo e 'l sole;

e la man nuda e fredda alzando verso

il cavaliero in vece di parole

gli dà pegno di pace. In questa forma

passa la bella donna, e par che dorma.

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