Pensiero Meridiano

 

Brigantino presenta il prof. Victor Uckmar, economista di fama mondiale [1]

Brigantino: Professore, parliamo di federalismo fiscale

Uckmar: Volentieri! Molti cittadini e forse molti amministratori di enti locali non sono ben consapevoli delle conseguenze - anche per la finanza pubblica - che possono derivare dalle modifiche apportate al titolo V della nostra Costituzione ed in particolare all'articolo 119 in forza del quale "I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrate e di spese", per il che "stabiliscono e applicano tributi ed entrate propri".

Brigantino: si dice che tale riforma abbia riportato indietro l'orologio della storia.

Uckmar: Infatti. Prima della grande riforma fiscale degli anni 1970-73, i Comuni avevano il potere di accertare autonomamente gli imponibili. Ciò determinava divari, contenzioso, duplicazione di procedure, ma soprattutto... emigrazioni, dei contribuenti più facoltosi alla ricerca dei Comuni più ... benevoli. L'imposta non era ragguagliata alla capacità contributiva, ma al tipo di rapporti con gli uffici! Allorquando presero campo le Regioni, con definizione dei compiti e dei poteri, l'esperienza fu assolutamente negativa, ed indusse il nostro legislatore ad accentrare il potere tributario nello Stato.

Brigantino: Perché ora si vuole tornare indietro?

Uckmar: A partire dagli anni 1980 l'ordinamento tributario statale fu stravolto anche per far fronte a dissennate spese. La pressione fiscale, che nel 1980 era attorno al 28%, di anno in anno salì e nel 1990 superava il 45%. I 17 punti di crescita furono ottenuti in modo caotico, sperequato, essenzialmente con una valanga di provvedimenti (oltre 2000), improvvisati, antieconomici, vessatori: i contribuenti non erano trattati da cittadini, ma da sudditi. Nacquero movimenti di protesta e la Lega del Nord cavalcò la tax revolt. Ma a partire dal 1990 i governi si resero conto che era necessario cambiare rotta e furono adottati provvedimenti con risultati positivi: dalla semplificazione, all'autotutela, allo statuto del contribuente, alla riduzione della imposta sulle successioni, alla informatizzazione del sistema.

Brigantino: Allora perché spuntò fuori l'idea del federalismo fiscale?

Uckmar: Nell'ultima tenzone elettorale le due parti in contesa si impegnavano ad una riduzione del prelievo fiscale (ricordate? "meno tasse a tutti"). Per la cattura dei voti ambedue i raggruppamenti assecondarono il federalismo cercando di soddisfare la Lega Nord che, nel 1994, aveva determinato la caduta del primo governo Berlusconi (e quindi nello schieramento era una pedina di rilievo). In questa chiave uno degli ultimi atti del governo di centrosinistra fu la riforma del titolo V della Costituzione che, come ho ricordato, prevede per gli enti locali l'autonomia anche di entrate. Così siamo entrati nel federalismo (rectius "regionalismo") fiscale. Ma ci siamo entrati assai malamente e con grandi preoccupazioni per l'assetto giuridico nonché per le finanze sia dello Stato che degli enti locali.

Brigantino: Quali sono i motivi di preoccupazione?

Uckmar: Innanzitutto l'assetto normativo è nella massima confusione, tanto che già numerosi sono i ricorsi inoltrati dalle Regioni alla Corte Costituzionale. Vi è inoltre l'assoluto vuoto circa i settori per i quali gli enti locali potrebbero esercitare il prelievo (occorre ancora individuare un bacino di drenaggio). Inoltre manca del tutto una adeguata organizzazione amministrativa e nulla si fa per crearla. Si tratta, evidentemente, di condizioni essenziali per l'esercizio del potere affidato agli enti locali.

Brigantino: Il governo ha in progetto la riforma del gettito fiscale.

Uckmar: Questa è altrettanta, e forse ancora maggiore, preoccupazione. Il cosiddetto progetto di riforma Tremonti prevede una riduzione del gettito (grazie anche alla riduzione dell'aliquota per le persone fisiche - 22% - e per le società - 33% - e l'abolizione dell'Irap) per circa 50 miliardi di Euro, importo pressoché equivalente ai contributi già assegnati a favore di enti locali, che, in forza del federalismo, si devono procurare le risorse. Ma quali e quando?

Brigantino: Di quanti soldi parliamo?

Uckmar: In Italia è assai difficile avere delle certezze, specie nei conti pubblici. La stima della spesa per i trasferimenti dallo Stato alle Regioni e Statuto "ordinario" è di 57 miliardi di Euro, cui vanno aggiunti 23 miliardi circa per le Regioni a Statuto speciale (che nel 2000 hanno riscosso per tributi propri appena 3 miliardi). Quindi parliamo di trasferimenti di più di 80 miliardi di Euro, che dovrebbero essere sostituiti da entrate proprie! La situazione è drammatica anche per l'esperienza delle Regioni a Statuto speciale che già godono di autonomia nei prelievi e che nel 2000, come ho detto, hanno riscosso tributi nella misera cifra di 3 miliardi!

Brigantino: Non era meglio proseguire con lo snellimento dei tributi, invece di imbarcarsi in questa avventura del federalismo fiscale?

Uckmar: Il governo forse si è reso conto di questo, tanto che nell'ultima seduta alla Camera per l'approvazione del progetto Tremonti è stato inserito un nuovo punto (7) al primo comma all'art.10 secondo il quale "fino al completamento (sic!) del processo di riforma costituzionale sono garantiti in termini quantitativi e qualitativi gli attuali meccanismi di finanza locale e regionale". Quindi una delle due ( o ambedue! ): o salta il federalismo fiscale o salta la promessa di riduzione del prelievo fiscale da parte dello Stato e, allora, altro che riduzione della pressione fiscale.

Brigantino: la riforma Tremonti fa perdere 50 miliardi di Euro all'erario che, guarda caso, corrispondono ai trasferimenti alle Regioni, le quali pertanto dovranno applicare altrettante tasse per recuperarli (ed al Sud che si farà, visto che il reddito è la metà di quello del Nord? Si chiude? Si emigra?... Ma in che mani siamo?!)


[1] Tratto da uno scritto di Victor Uckmar, messo in forma di conversazione.

Centro Culturale e di Studi Storici "Brigantino- il Portale del Sud" - Napoli e Palermo

admin@ilportaledelsud.org ®copyright 2005: tutti i diritti riservati. Webmaster: Brigantino.

Sito derattizzato e debossizzato