Le mille città del Sud


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Campania

Aversa

 

1000 anni di storia

Al centro della fertile pianura Campana, la Campania Felix dei romani, territorio dei Liburni (da Leuterni da cui Leboria o Liburnia), antica popolazione affine ai Cimmeri, i cui confini erano delimitati a sud dal Ducato di Napoli a est e a nord dal fiume Clanio e ad ovest dal mar Tirreno, sorse la città di Aversa che qualche studioso vuole di fondazione etrusca, ed altri, ancora più antica. Infatti, scavi nella zona ovest della città e nel comune limitrofo di Gricignano di Aversa, hanno riportato alla luce insediamenti del tardo Neolitico (fine IV millennio a.C.), ripartizioni agrarie e solchi di ruote di carri nonché fosse con scheletri rannicchiati della media età del Bronzo (fine del III inizio II millennio a.C.) e numerose tombe del IV-III sec. a.C.

L'impianto della città si presenta perfettamente inserito in una probabile precedente suddivisione etrusca del territorio, il cui centro era costituito dall'area sacra della Cattedrale, sorta sull'antica cappella Sanctu Paulu at Averze; era una cappella dedicata al Santo, diventato poi il patrono della città, in memoria del suo passaggio per la via Consolare Campana, nel suo viaggio verso Roma, nel 61 d. C. Il nome della città deriva sì dalla sua posizione geografica, ma la radice del suo toponimo richiama anche quello di Velsu, una delle dodici città etrusche campane non ancora individuata. Il nome, nel susseguirsi delle generazioni è stato poi corrotto in Verzelus (Verzulus), Versaro, ed infine in Aversa. Dell'antica città rimarrebbero alcune suppellettili della necropoli della sua zona nord, presso Teverola, qualche scritta, rilievi di animali, vasellame nonché una rete di cunicoli sotterranei, in buona parte ancora percorribili, che collegavano tra loro le varie aree sacre.


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La caserma della Cavalleria Borbonica

Nel 1734 Carlo di Borbone conquistò i Regni di Napoli e Sicilia, strappandoli all'imperatore austriaco, e volle dotare il nuovo reame di un esercito, fino ad allora costituito da reggimenti stranieri, interamente nazionale e permanente.

L’ufficialità della nascita dell'esercito Napoletano va ricondotta alla Legge del 25 novembre del 1743, con la quale il Re Carlo diede un primo ordinamento all'esercito regio: le forze militari di Cavalleria vennero costituite da tre reggimenti interamente composti da milizie Napoletane, denominati Re, Regina e Borbone il cui primo banco di prova contro gli Austriaci fu la battaglia di Velletri, nell’agosto del 1744, nella quale partecipò lo stesso Sovrano; la vittoria di Velletri assicurò definitivamente a re Carlo il possesso delle Due Sicilie.

Forte del successo conseguito, Carlo volle irrobustire la Cavalleria e costituì tre nuovi reggimenti: Al di qua del Faro (Regno di Napoli) uno di Dragoni, che prese il nome di Principe, Al di là del Faro (Regno di Sicilia) due di Cavalleggeri, Napoli e Sicilia. La composizione della cavalleria borbonica restò invariata fino al 1796: i reggimenti di Dragoni erano Re, Regina, Borbone e Principe, i reggimenti di Cavalleggeri Napoli, Sicilia, Rossiglione e Tarragona. Numerose e pregiate erano, a quei tempi, le razze equine del Regno di Napoli

Intenzionato a trasformare Napoli in una grande capitale europea e i suoi regni in uno stati efficienti e ben organizzati, Carlo diede corso alla costruzione di numerosi edifici, palazzi e piazze, dando incarichi ai più noti architetti dell’epoca, tra cui spicca il nome di Luigi Vanvitelli.

Sorsero anche caserme e quartieri per alloggiare la cavalleria: in Aversa, Nocera Inferiore, Santa Maria di Capoa e Nola.

Aversa

"Sorto nei pressi della chiesa di Santa Maria a Piazza, nell'area dei Patibulum, come limite settentrionale della terza cerchia di mura, il maestoso Castello di Ruggero II (o Aragonese), dotato di spesse mura quadrate, che dall'alto delle sue quattro torri domina la zona circostante. è di forma quadrata, con torri merlate agli angoli, e orientato, secondo un'antica ripartizione, sui quattro angoli del Mondo; fu dimora e rifugio di svariati principi, regine famose, regnanti e semplici capitani di ventura, tra cui si ricordano Giovanna d'Angiò, la regina di Napoli nota per il suo carattere volubile e sensuale e Giacomo Attendolo, padre del più conosciuto Francesco I Sforza. Nel XVIII secolo, per le alterne fortune e l'incuria umana questa imponente opera architettonica era quasi completamente rovinata, tanto è vero che nel 1750 Carlo di Borbone (che volle anche la Reggia di Caserta), ne affidò il restauro al suo principale architetto, Luigi Vanvitelli, per farne un Quartiere di Cavalleria (anche oggi, con l'espressione "Quartiere", si indica tale zona della città)".[1]

Note

[1] Testo tratto da Wikipedia


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