Niccolò Jommelli nacque ad Aversa, nel regno di Napoli, l‘11 settembre
1714. Un canonico di questa città, chiamato Mozzillo gli insegnò i
rudimenti della musica, all'età di sedici anni, si recò poi a Napoli
dove fu ammesso come allievo al Conservatorio di Sant'Onofrio a Porta
Capuana, dove ricevette lezioni da Durante; per motivi tuttora
sconosciuti, suo padre lo ritirò da questa scuola per mandarlo al
conservatorio della Pietà dei Turchini. Qui fu istruito nella musica da
Prato, maestro oscuro e sconosciuto, e da Mancini artista distinto della
grande scuola di canto italiana. Feo gli insegnò la composizione e Leo
gli diede consigli sullo stile drammatico e su quello religioso. Il
marchese di Villarosa assicura che l'istruzione musicale di Niccolò
Jommelli fu curata da Nicola Fago, ma questo dato è in contraddizione
con quanto riferisce Saverio Mattei, d'altronde c'è motivo di credere
che quando questo grande musicista entrò nel conservatorio, Nicola Fago
fosse
già defunto.
Nelle sue prime produzioni, Jommelli non parve annunciarsi quello che
poi sarebbe divenuto in seguito; seguendo la testimonianza che
Piccinni
ha lasciato a questo riguardo, sembrerebbe che Jommelli avesse ricevuto
un'istruzione mediocre nei conservatori di Napoli e che verosimilmente
non apprese l'arte di comporre se non dopo esserne uscito. Non bisogna
prendere certamente quest'affermazione come del tutto vera, ma è
indubbio che Jommelli, arrivato a Roma, trovò nei maestri di questa
grande scuola uno stile ben più arioso di quello che aveva conosciuto
fino ad allora, più libero e, in generale, più appropriato alla musica
drammatica.
Poiché a quell'epoca aveva in progetto di scrivere musica sacra, dovette
studiare con cura le opere sacre dei grandi maestri romani. Sia quel che
sia, le prime opere di Jommelli furono dei balletti che non furono
particolarmente notati, ma ben presto il suo genio trovò la maniera di
esprimersi; scrisse delle cantate in cui la sua felice predisposizione
per le espressioni drammatiche si fece apprezzare. Leo, dopo aver
sentito un passaggio di un suo brano da una giovane artista fu talmente
trasportato dal piacere che gridò: "Signora, non passerà molto e questo
giovane sarà lo stupore e l'ammirazione di tutta l'Europa". Questa
predizione non tardò ad avverarsi.
All'età di ventitré anni, Jommelli compose la sua prima opera,
intitolata L'errore amoroso. Secondo Piccinni, Jommelli avrebbe contato
così poco sul suo successo da farla rappresentare sotto il nome di un
musicista non tanto conosciuto e stimato, soprannominato l'Alentino.
L'opera fu invece un trionfo e infiammò Jommelli a un punto tale da
fargli dedicare tutti i suoi sforzi alla musica drammatica.
L'anno successivo (1738) Jommelli diede al Teatro dei fiorentini la sua
prima opera seria, Odoardo, che fu seguita da altre due nello
spazio di diversi mesi.
Il nome del giovane artista cominciava già ad essere conosciuto e i suoi
ultimi successi lo fecero chiamare a Roma nel 1740, dove trovò uno
zelante protettore nella persona del cardinale di York. Le sue due opere
il Ricimero e l'Astianasse vi furono rappresentate nel
medesimo anno. Nel 1741 andò a Bologna per scrivere l'Ezio.
Mattei riporta il seguente aneddoto sul suo soggiorno in questa città:
Jommelli, andato a vedere padre Martini (già considerato come uno dei
più sapienti musicisti d'Italia), si era presentato a lui come allievo,
chiedendo di entrare nella sua scuola. Il maestro gli diede un soggetto
di fuga che egli trattò con abilità.
"Chi siete voi?", chiese Martini, "volete burlarvi di me? Sono io che
voglio apprendere da voi!"
"Il mio nome è Jommelli, sono io il maestro che deve scrivere l'opera
per il teatro di questa città"
"È un grande onore per questo teatro avere un musicista filosofo come
voi, ma vi auguro di non trovarvi in mezzo a gentaglia corruttrice del
gusto musicale".
Jommelli riferì più tardi di aver appreso molto nel suo colloquio col
Martini, un uomo a cui mancava il genio, ma che vi suppliva con una
grande sapienza musicale.
Dopo aver fatto rappresentare molte grandi opera a Roma e Bologna,
Jommelli ritornò a Napoli dove scrisse per il Teatro San Carlo l'Eumene,
che ottenne un successo strepitoso. In seguito si recò a Venezia, dove
la sua Merope suscitò tanta ammirazione che il Consiglio dei
Dieci lo nominò direttore del Conservatorio delle poverelle. Fu allora
che compose i suoi primi brani di musica da chiesa, tra gli altri un
Laudate a due cori e otto voci che è considerato una delle sue
migliori produzioni in questo genere.
Richiamato a Roma nel 1748 per scrivere l'Artaserse, trovò nel
cardinale Alessandro Albani un ammiratore del suo talento e un potente
protettore. Nello stesso periodo, il cattivo stato di salute di Bencini,
maestro di cappella di San Pietro in Vaticano, gli fece ottenere la
nomina a suo coadiutore. Piccinni
riporta a questo proposito un aneddoto
poco credibile, secondo cui Jommelli non si sarebbe sentito in grado di
superare l'esame severissimo necessario per ottenere la nomina a maestro
di cappella a San Pietro, se non dopo aver studiato a lungo con padre
Martini. Piccinni, però, confonde evidentemente le epoche, perché ciò
avvenne otto anni prima dell'incontro bolognese di Jommelli con Martini.
D'altronde, occorre dire che la musica eseguita in San Pietro era in uno
stile concertato molto meno severo di quello che si osservava nella
Cappella Sistina.
Jommelli rimase a Roma per cinque anni, e presentò le sue dimissioni nel
maggio 1754 per andare a Stoccarda ad occupare il posto di maestro di
cappella e compositore di corte che gli era stato offerto dal duca di
Württemberg.
Durante il soggiorno di Jommelli a Stoccarda, che durò all'incirca
vent'anni, si notarono alcune modifiche assai notevoli nel suo stile:
influenzato dalla musica tedesca, diede alle sue modulazioni delle
transizioni più frequenti e rinforzò la strumentazione. Questo
cambiamento che si avverte nelle circa trenta opere composte in quel
periodo, lo mise in buona luce presso il principe di cui era al servizio
e gli diede la fama in Germania, ma gli nocque al suo ritorno in patria.
Gli italiani erano allora sensibili particolarmente al fascino della
melodia, la volevano spogliata da ogni ornamento estraneo e tutto ciò
che poteva stornare l'attenzione da essa era considerato inopportuno. Le
minime modulazioni tormentavano le orecchie ed il suono di uno strumento
non era che un disturbo quando lo si faceva risaltare troppo.
D'altronde, la lunga assenza di Jommelli l'aveva fatto dimenticare, e
gli toccò, in un certo qual modo, ricominciare tutto da capo.
Aveva più esperienza e talento acquisito con l'esercizio, ma meno
giovinezza e abbondanza di idee; negli ultimi anni si era ritirato con
la sua famiglia ad Aversa e morì a Napoli il 25 agosto 1774.
Per ben apprezzare il merito di Jommelli come compositore drammatico,
bisogna esaminare quali erano le forme dell'arte prima di lui: non c'è
dubbio che nelle partiture di Scarlatti, Leo, Pergolesi e Vinci
esistessero dei brani ammirevoli in cui l'invenzione della melodia
brillava al più alto grado, ma questi motivi erano poco sviluppati, e
poco vari.
Jommelli fu il primo a dare al recitativo obbligato l'energia e la
giustezza di passione che di cui questa bella parte della musica era
suscettibile. Nella musica da chiesa fu sempre nobile e puro, la sua
Messa da Requiem, il suo Miserere, il suo oratorio La passione saranno
sempre modelli di bellezza reali nel loro genere.
Jommelli era istruito, scriveva bene nella sua lingua madre, in prosa
come in versi, ed era un uomo di mondo e si esprimeva con eleganza.
Burney, che lo vide nei suoi viaggi, dice che assomigliava molto a
Händel, ma che era più elegante e amabile, sebbene i ritratti che di lui
si conservano non ci diano proprio quest'impressione.
"Veni
Creator Spiritus". Teatro San Carlo 07/02/2009. Riccardo Muti
Composizioni
Opere liriche
Ricimero re de' Goti
(Roma, 1740)
Astianatte
(Roma, 1741) - libretto di Antonio Salvi
Ezio
(Bologna, 1741) - libretto di Pietro Metastasio
Semiramide riconosciuta
(Torino, 1741) - libretto di Pietro Metastasio
Merope
(Venezia, 1741) - libretto di Apostolo Zeno
Eumene
(Bologna, 1742) - libretto di Apostolo Zeno
Semiramide
(Venezia, 1742) - libretto di Francesco Silvani
Tito Manlio
(Torino, 1743) - libretto di Gaetano Roccaforte
Demofoonte
(Padova, 1743) - libretto di Pietro Metastasio
Alessandro nell'Indie
(Ferrara, 1744) - libretto di Pietro Metastasio
Ciro riconosciuto
(Bologna, 1744) - libretto di Pietro Metastasio
Sofonisba
(Venezia, 1746) - libretto di Antonio Zanetti e Girolamo Zanetti
Cajo Mario
(Roma, 1746) - libretto di Gaetano Roccaforte
Antigono
(Lucca, 1746) - libretto di Pietro Metastasio
Tito Manlio
(Venezia, 1746) - libretto di Jacopo Antonio Sanvitale
Didone abbandonata
(Roma, 1847) - libretto di Pietro Metastasio
Achille in Sciro
(Vienna, 1749) - libretto di Pietro Metastasio
Artaserse
(Roma, 1749) - libretto di Pietro Metastasio
Demetrio
(Parma, 1749) - libretto di Pietro Metastasio
Cesare in Egitto
(Roma, 1751) - libretto di Giacomo Francesco Bussani
Ifigenia in Aulide
(Roma, 1751) - libretto di Mattia Verazi
Ipermestra
(Spoleto, 1751) - libretto di Pietro Metastasio
Talestri
(Roma, 1751) - libretto di Gaetano Roccaforte
Attilio Regolo
(Roma, 1753)
Bajazette
(Torino, 1753) - libretto di Agostino Piovene
La clemenza di Tito
(Stoccarda, 1753) - libretto di Pietro Metastasio
Catone in Utica
(Stoccarda, 1754) - libretto di Pietro Metastasio
Lucio Vero
(Milano, 1754)
Il giardino incantato
(Stoccarda, 1755)
Enea nel Lazio
(Stoccarda, 1755) - libretto di Mattia Verazi
Penelope
(Stoccarda, 1755) - libretto di Mattia Verazi
Il Creso
(Roma, 1757) - libretto di Giovacchino Pizzi
Temistocle
(Napoli, 1757) - libretto di Pietro Metastasio
Tito Manlio
(Stoccarda, 1758)
Endimione
(Stoccarda, 1759)
Nitetti
(Stoccarda, 1759) - libretto di Pietro Metastasio
Alessandro nell'Indie
(Stoccarda, 1760)
Cajo Fabrizio
(Mannheim, 1760) - libretto di Mattia Verazi
L'Olimpiade
(Stoccarda, 1761) - libretto di Pietro Metastasio
L'isola disabitata
(Ludwigsburg, 1761) - libretto di Pietro Metastasio)
Semiramide riconosciuta
(Stoccarda, 1762)
Il trionfo d'amore
(Ludwigsburg, 1763) - libretto di Giampiero Tagliazucchi
Il re pastore
(Ludwigsburg, 1764) - libretto di Giampiero Tagliazucchi
La pastorella illustre
(Stoccarda, 1764) - libretto di Giampiero Tagliazucchi
Temistocle
(Ludwigsburg, 1765)
Imeneo in Atene
(Ludwigsburg, 1765)
Vologeso
(Ludwigsburg, 1766) - libretto di Mattia Verazi
Fetonte
(Ludwigsburg, 1768)
Armida abbandonata
(Napoli, 1770) - libretto di Francesco Saverio de' Rogati
Demofoonte
(Napoli, 1770)
Ifigenia in Tauride
(Napoli, 1771) - libretto di Mattia Verazi
Achille in Sciro
(Roma, 1771)
Il trionfo di Clelia
(Napoli, 1774) - libretto di Pietro Metastasio
La Griselda
Sinfonia G
dur
Pasticci seri e comici
La contessina
(1743)
Catone in Utica
(1747)
Merope
(1749)
Andromeda
(1750)
Euridice
(1750)
Armida placata
(1750)
César in Egipte
(1751)
Fetonte
(Stoccarda, 1753) - libretto di Leopoldo de Villati
I tre vecchi innamorati
(1768)
Arcadia in Brenta
Dmitry
Korchak, "Demofoonte"
Intermezzi, opere buffe e drammi serio-comici
L'errore amoroso
(Napoli, 1737) - libretto di Antonio Palomba
Odoardo
(Napoli, 1738)
Don Chichibio
(Roma, 1742)
L'amore in maschera
(Napoli, 1748) - libretto di Antonio Palomba
La cantata e disfida di Don Trastullo
(Roma, 1749)
L'uccellatrice
(Venezia, 1751) - libretto di Carlo Goldoni
Il Parataio
(Parigi, 1753) - revisione de L'uccellatrice
La villana nobile
(Palermo, 1751) - libretto di Antonio Palomba
I rivali delusi
(Roma, 1752)
Don Falcone
(Bologna, 1754)
La critica
(Ludwigsburg, 1766)
Il matrimonio per concorso
(Ludwigsburg, 1766) - libretto di Gaetano Martinelli
Il cacciatore deluso
ovvero La Semiramide in bernesco (Tubinga, 1767) - libretto di
Gaetano Martinelli
La schiava liberata
(Ludwigsburg, 1768) - libretto di Gaetano Martinelli
L'amante cacciatore
(Roma, 1771)
Le avventure di Cleomede
(1771) - libretto di Gaetano Martinelli
Il giuoco di Picchetto
(1772)
La conversazione e L'accademia di musica
(1775)
La pellegrina
"Agonia di Cristo" Ensemble Vocale e Strumentale
"Concerto" Direttore Roberto Gini
Serenate
Perché da l'alta reggia
(1747)
Siam nel Parnaso, o amica
(1751)
La reggia de' Fati
(1753)
La pastorale offerta
(1753)
L'asilo d'amore
(Stoccarda, 1758)
Le cinesi
(1765)
Arcadia conservata
(1765 c.)
L'unione coronata
(Stoccarda, 1768)
Cerere placata
(Napoli, 1772)
La partenza
Miserere,
Salmo L di Davide "Cosi il mio esempio" Musica Aeterna, 2001
Oratori e
cantate sacre
Isacco figura del Redentore
La Betulia liberata
Joas
Juda proditor
La Passione di Gesù Cristo
Giuseppe glorificato in Egitto
Le spose di Elcana
La gloriosa ascensione al cielo di Nostro Signor Gesù Cristo
Pubblicazione
on line del Portale del Sud, gennaio 2012
Centro Culturale e di Studi Storici "Brigantino - il Portale del Sud" - Napoli e Palermo admin@ilportaledelsud.org®copyright 2012: tutti i diritti riservati. Webmaster: Brigantino.