Francesco Feo nacque a Napoli nel
1691 e fu uno dei più grandi maestri napoletani del suo tempo. Il 3
settembre 1704 fu ammesso al Conservatorio della Pietà dei Turchini di
Napoli, dove fu studente di Andrea Basso, secondo maestro dell'istituto,
e successivamente di
Nicola Fago. Tra i compagni di studi ebbe
Leonardo Leo e
Giuseppe de Majo.
Dopo aver lasciato il Conservatorio
nel 1712, il 18 gennaio 1713 debuttò come operista al Teatro San
Bartolomeo con L'amor tirannico ossia Zenobia e durante il
carnevale dell'anno seguente presentò il dramma sacro Il martirio di
Santa Caterina. Negli anni successivi ottenne diversi riconoscimenti
per i suoi numerosi lavori sacri eseguiti e per le varie arie e
recitativi che egli componeva per le opere di altri compositori. Nel
1719 fu la commedia La forza della virtù e nel 1720 l'opera seria
Teuzzone, ma il suo primo grandioso successo l'ebbe con il
Siface re di Numidia, dato al San Bartolomeo nel maggio del 1723, il
quale libretto fu il primo lavoro scritto dal giovane Pietro Metastasio.
Nello stesso anno fu nominato primo
maestro del Conservatorio di Sant'Onofrio a Porta Capuana, succedendo a
Nicola Grillo. Durante i sedici anni di insegnamento in questo istituto
diventò uno dei maggiori maestri napoletani del suo tempo; durante la
sua attività didattica fu assistito da Ignazio Prota e tra i suoi
allievi ebbe Nicola Sabiatino,
Nicolò Jommelli e Gennaro Manna (suo nipote).
Nel 1739 lasciò la direzione di
Sant'Onofrio a Leonardo Leo per diventare primo maestro del
Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo. In questa scuola, assistito da
Alfonso Caggi prima e da Girolamo Abos poi, prestò servizio fino al
1743, anno in cui il conservatorio fu chiuso. Tra i suoi discenti si
ricorda soprattutto Giacomo Insanguine.
Decise quindi di ritirarsi
dall'attività pedagogistica e di dedicarsi esclusivamente alla
composizione di musica sacra. Tuttavia continuò a prestare servizio per
le chiese napoletane, come l'Annunziata, della quale era maestro di
cappella dal 1726.
Nella sua attività operistica egli si
mosse in linea con gli altri compositori napoletani coevi, ossia dando
nelle arie molta importanza alla voce e usando l'orchestra
prevalentemente come supporto. L'orchestra e i cori sono omofoni e gli
accompagnati occupano un ruolo meno importante.
Negli anni fecondi della sua
maturazione artistica, Feo presentò al pubblico romano una sua pregevole
opera seria, Andromaca, su libretto di Apostolo Zeno. Dedicato al
Cardinale Niccolò Coscia, questo dramma per musica andò in scena al
Teatro Valle di Roma la sera del 5 febbraio 1730. In Andromaca
che mostra una fusione fra i mezzi espressivi tradizionali e le nuove
tendenze che saranno proprie dello stile galante, cantarono alcuni
celebri interpreti: Cristofaro Raparini, Virtuoso del Cardinale Pietro
Ottoboni, Domenico Gizzi, Musico della Real Cappella di Napoli e
Domenico Annibali, Virtuoso del Re di Polonia.
Le composizioni sacre di Feo, che
superano in quantità i suoi lavori profani, comprendono messe, vespri,
salmi, cantate sacre, dialoghi, lezioni, lamentazioni, passioni, litanie
e oratori. In questo ambito egli fu erede del suo insegnante
Nicola Fago: in questi lavori la propria maestria contrappuntistica si combina
con l'espressiva e leggera melodia tipica dell'Italia meridionale.
Come compositore fu molto apprezzato,
anche dopo la sua morte, avvenuta a Napoli il 28 gennaio 1761. Charles
Burney elogiava i suoi lavori e Johann Friedrich Reichardt considerò Feo
uno dei più grandi compositori italiani di musica sacra e lo collocò
perfino allo stesso livello di Johann Sebastian Bach e Georg Friedrich
Händel.
Opere
-
L'amor tirannico, ossia
Zenobia (dramma per musica, libretto di Domenico Lalli, 1713,
Napoli)
-
La forza della virtù
(commedia per musica, libretto di Francesco Antonio Tullio, 1719,
Napoli)
-
Teuzzone (dramma,
libretto di Apostolo Zeno, 1720, Napoli)
-
Siface, re di Numidia
(dramma, libretto di Pietro Metastasio, basato su La forza della
virtù di D. David, 1723, Napoli)
-
Don Chisciotte della Mancha e
Coriandolo (intermezzo, 1726, Roma)
-
Ipermestra (opera
seria, libretto di Antonio Salvi, 1728, Roma)
-
Arianna (Arianna e Teseo)
(opera seria, libretto di Pietro Pariati, 1728, Torino)
-
Il Tamese (Arsilda Regina di
Ponto) (opera seria, libretto di Domenico Lalli, 1729, Napoli)
-
Andromaca (opera
seria, libretto di Apostolo Zeno, 1730, Roma)
-
L'Issipile (opera seria,
libretto di Pietro Metastasio, 1733, Torino)
-
Oreste (serenata per 5
voci, 1738, Madrid)
-
Polinice (serenata
per 5 voci, 138, Madrid)
-
Arsace (opera
seria, libretto di Antonio Salvi, 1740, Torino)
Testo tratto
con modifiche da
http://it.wikipedia.org/
Pubblicazione
on line del Portale del Sud, marzo 2012 |