Numismatica

Note su alcuni "Robertini" falsi

a cura di Gionata Barbieri

Fig.1. Clicca sull'immagine per ingrandire

Tipicamente si ritengono diffuse nel mercato numismatico copie di monete antiche o magari di particolare valore e rarità. La realtà dei fatti purtroppo ha più volte frantumato questa pia illusione, attraverso l’individuazione di esemplari di nummi medioevali e moderni, di non elevato valore commerciale, riprodotti più o meno fedelmente e con le tecnologie più disparate ma sempre maggiormente performanti e funzionali all’infimo scopo fraudolento.

Con queste note si intende illustrare una tipologia di falso robertino [1] napoletano che sembra aver pervaso le vendite italiane e straniere. Proprio la sua buona fattura rappresenta una grande insidia per il collezionista e ne giustifica una attenzione particolare.

Esso si presenta con i classici elementi di stile e composizione dei gigliati ritenuti postumi recanti il nome di Re Roberto, con legenda al dritto [2] + ROBERT . DEI . GRA . IERL . ET . SICIL . REX ed al rovescio + hONOR . REGIS . IUDICIU . DILIGIT. Come al solito, al dritto, vi è raffigurato il sovrano coronato seduto in trono su protomi di leone, in posizione frontale, che regge un globo crucifero ed uno scettro gigliato. Anche il rovescio presenta la tipica icona della croce gigliata, filettata, e cantonata da quattro gigli, uno per ciascun quarto. Inoltre il flan è di tipo “largo”.

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Il falso è in tale sede osservabile nelle Figg. 1-4 ed immediatamente si nota che i quattro esemplari provengono dalla stessa matrice clonante, quindi riproducono la stessa coppia di conii origine, con i propri difetti (i.e. al dritto “salto”) e consunzioni (i.e. di facile visione, al dritto, protome di leone a sinistra, oppure stesso logorio in più punti della figura coronata, etc.).

La non autenticità si evince anzitutto da un fattore fondamentale: le monete raffigurate (Figg. 1-4) presentano i tondelli tutti tagliati allo stesso modo, e nonostante le immagini siano state ottenute secondo inclinazioni diverse, risulta essere evidentissima questa identicità di taglio del supporto metallico per tutti gli esemplari mostrati. Codesta condizione non può essere una coincidenza, soprattutto se si considerano i precedenti dati di fatto, come la corrispondenza di conio per dritto e rovescio, difetti, consunzioni, stile e rilievo delle legende. Altrettanto improbabile è che le monete abbiano subito uno stesso processo di circolazione e quindi si presentino tutte secondo lo stesso stato di usura, nei medesimi punti di riferimento in ciascuna moneta. Tutte queste informazioni vanno poi inserite in un quadro di interpretazione statistica dell’occorrenza dei conii dei robertini, particolarmente numerosi e difficilmente reperibili nel mercato numismatico secondo così tanti omologhi criteri di osservazione. Anche l’invecchiamento è certamente realizzato ad arte, con lo scopo di rendere le monete false appetibili dai collezionisti, dando una parvenza di autenticità e veridicità. Gli artifici per tale fine, in effetti, sembrerebbero essere, almeno nei casi ivi proposti, di facile applicazione, ossia uso di acidi per ottenere corrosione e banali perforazioni di foggia irregolare.

Fig.3. Clicca sull'immagine per ingrandire

Probabilmente i falsi in questione sono stati realizzati con una ben curata tecnica di fusione o variante di essa (presso-fusione?), infatti, anche se le immagini disponibili sono di bassa qualità, si intravede qualche “pecca” di produzione.

Le immagini nelle Figg. 1-4 provengono tutte da un noto sito di vendite del web (di cui due furono messe in vendita contemporaneamente, ulteriore elemento che avvalora l’idea di non autenticità, fugando l’eventualità che sia sempre lo stesso esemplare, opportunamente modificato, a circolare!), quindi per esse non è disponibile né una misura di peso né di diametro.

Fig.4. Clicca sull'immagine per ingrandire

Purtroppo questi falsi circolano numerosi nelle vendite on-line (Italia, Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Stati Uniti), proposti da commercianti improvvisati o veri professionisti del settore, talvolta figurano anche in qualche vassoio di espositore, per cui bisogna prestare attenzione al tipo. In questi casi, prescindendo o meno dalla buona fede del venditore, la diffusa abitudine di sottovalutare i falsi medioevali e l’esiguità di contributi bibliografici in materia, rendono agevole l’introduzione di sofisticate contraffazioni moderne nel mercato.


Note

[1] Si definiscono Robertini, i carlini gigliati a nome di Roberto d’Angiò (1309-1343, Re di Napoli, Conte di Provenza e Forcalquier, Re titolare di Gerusalemme) battuti nella zecca partenopea o in Provenza, nonché le coniazioni postume, sempre recanti il suo nome e realizzate nel regno napoletano da altri sovrani angioini, e le imitazioni straniere, che ancora richiamano Roberto nella legenda del dritto. Salvatore Fusco in Dissertazione su di una moneta del re Ruggiero detta ducato, Napoli, 1812, (a. cfr. con P. Grierson, L. Travaini, Medieval European Coinage Vol. 14, Italy (III), South Italy, Sicily, Sardinia, Cambridge 1998, pp. 226, 471, inoltre a. cfr. Sambon, Le gillat du couronnement de Jeanne d’Anjou et de Louis De Tarente, et les émissions posthumes des gillats de Robert d’Anjou roi de Naples et comte de Provence, in “Gazette numismatique française” I (1897), p. 179 note I) riferisce di un documento napoletano risalente al 1469 in cui i “carlini vechi che se dicono de Re Roberto” ancora circolavano nel reame di Napoli (regnante Ferrante d’Aragona). La longevità dei robertini e la copiosa imitazione di essi sono dovute essenzialmente alla fama ed alla bontà che li caratterizzò per lungo tempo, in Europa ed oltre.

[2] Solitamente la lettera B, secondo i caratteri gotici dei carlini gigliati, è distinguibile da una R a partire dalla forma o, in caso di grande similitudine, dal fatto che le due curvature della B si uniscono nell’elemento verticale della lettera attraverso una stretta connessione. Invece la lettera R presenta tale connessione ben più allargata ed estesa. Di conseguenza la lettura della legenda del dritto è: + ROBERT . DEI . GRA . IERL . ET . SICIL . REX.


Articolo pubblicato nel Luglio 2009


Pubblicazione on-line del Luglio 2009

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