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la presentazione del libro

Le monete dette "Giustine" di Ferdinando I e II d'Aragona, Bollettino Circolo Numismatico Napoletano, 1916

I Re Aragonesi di Napoli

(1442-1503)

 

Alfonso I

(1396 - 1458)

detto il Magnanimo, Re di Sicilia, Castiglia, di Aragona, dal 1442 anche Re di Napoli e dal 1446 Re di Sardegna. Alfonso era anche dotato per quel tempo del maggior parco di artiglieria dell'intera Europa e, nell'ultimo assedio, che iniziò il 10 novembre del 1441, ridusse il Maschio Angioino ad un ammasso si macerie, poi da lui stesso ricostruito con il nome di Castelnuovo, riuscì il 2 giugno del 1442 a penetrare nella città in modo romanzesco attraverso quel pozzo di Santa Sofia, già utilizzato dagli invasori bizantini 900 anni prima. Napoli per quattro ore fu abbandonata alle soldataglie di Alfonso, venendo saccheggiata e subendo atrocità. Ma Alfonso successivamente si rivelò un sovrano "illuminato" e generoso, fece del regno un centro artistico e culturale. Inoltre ebbe il merito di credere nella vocazione mediterranea del reame. Con lui, dopo circa due secoli e mezzo, la Sicilia e la parte continentale del Regno si ritrovarono sotto lo stesso sovrano, che fu chiamato "Re delle Sicilie", pur rimanendo i due stati indipendenti tra loro.

Ferdinando I

(1431 - 1494)

Busto di Ferdinando I d'Aragona (Ferrante), marmo dipinto, opera probabile di Pietro di Milano. Parigi, Museo del Louvre (immagine tratta da Storia d'Italia - Fratelli Fabbri Editori, 1965)

figlio naturale di Alfonso. Detto Ferrante o Fernando, regnò per trentasei anni, dal 1458 al 1494. Contro di lui l'opposizione interna si scatenò nella congiura dei baroni, stroncata con una spietata repressione nel Maschio Angioino. Lottò anche contro il pretendente al trono Giovanni d'Angiò, appoggiato dal Papato, sconfiggendolo nel 1459.

Alfonso II

(1448 - 1495)

Alfonso II (immagine tratta da Bastian Biancardi, Le vite dei re di Napoli, Venezia 1737)

abdicò in favore del figlio Ferdinando II e si ritirò in convento in Sicilia.

Ferdinando II

(1467 - 1496)

detto Ferrandino, dovette ritirarsi prima a Ischia e poi a Messina, a seguito dell'invasione di Carlo VIII di Francia, che prima di ritornare in Francia mise a sacco la città.

Federico

(1452 - 1509)

Federico (immagine tratta da Bastian Biancardi, Le vite dei re di Napoli, Venezia 1737)

figlio di Ferrante I, fu tradito dal cugino Ferdinando II il Cattolico, re di Spagna, il quale, inviò il gran capitano Consalvo de Cordoba a occupare il regno di Napoli col pretesto della crociata contro i Turchi. Federico, al parente traditore, preferì il leale avversario Luigi XII di Francia e si consegnò a lui cedendogli i propri diritti sul regno, ricevendo in cambio il feudo del Maine e un vitalizio di 30.000 tornesi l'anno. Ma gli Spagnoli sconfissero i Francesi a Cerignola, dopo la famosa disfida di Barletta. Il 14 maggio 1503, dopo la nuova vittoria di Seminara, le truppe di Consalvo entrarono in Napoli e nel gennaio del 1504 anche la fortezza di Gaeta dovette arrendersi. Il Regno delle Sicilie entrò a far parte dell'impero spagnolo. La voce del popolo dirà con nostalgia: "Sai, Napule, quanne fuste corona? Quanno rignava casa d'Aragona", ricordo di un tempo in cui il re aveva un più immediato carattere di padre comune.

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