Sud Illustre

 

Ippolito Cavalcanti

di Ciro La Rosa

 

Ippolito apparteneva ad una antica e nobile famiglia di origine fiorentina, nota dal XI secolo, che tenne il governo della repubblica di Firenze nel 1176, ed in seguito conseguì più volte il priorato e cariche senatoriali. Illustre rappresentante del casato fu il celebre poeta Guido Cavalcanti, amico di Dante. Essendo i Calvalcate/i di parte guelfa, furono più volte posti al bando della repubblica. Nel XIV secolo un ramo della famiglia si stabilì in Calabria con Filippo, giustiziere in Val di Crati e Terra Giordana. Il ramo fiorentino si estinse nel XVIII. Il ramo di Napoli ottenne nobiltà in Cosenza, Gaeta ed in Napoli al seggio di Capuana nel 1793; il casato era titolato di marchese, nobile dei marchesi, duca, patrizio napoletano.

Ippolito nacque a Bonvicino nel 1787 e si spense nel 1859. Duca di Buonvicino, figlio di Guido governatore regio di cappa e spada. Nominato consulente culinario di Casa Reale Borbone delle Due Sicilie, pubblicò nel 1837 un trattato sulla "Cucina Teorico-Pratica" scritto metà in Italiano e metà in Napoletano (ristampato ed edito nel 2002 da una famosa casa editrice napoletana). A lui si deve la ricetta del ragù e del sartù di riso, due capolavori della Cucina Napoletana. Con la sua opera seppe fotografare una parte rilevante della cucina napoletana dell’Ottocento, scritta con stile semplice e immediato, con note argute e interessanti osservazioni. Suddivise il manuale in due parti, compiendo un itinerario attraverso i diversi ceti sociali, fatto assai inusuale al tempo. La prima sezione venne redatta in lingua italiana, per nobili e ricchi borghesi, la seconda fu scritta in dialetto napoletano, per il popolo e la borghesia che usava il dialetto quale linguaggio quotidiano. Oltre alle varie ricette, aggiunse in dialetto napoletano anche dei piatti per le ricorrenze importanti dell’anno: Natale, Capodanno, Pasqua e così via discorrendo.

Il trattato di cucina teorico pratica, concepito in origine come una successione di cento menù suddivisi per carne, pesce, uova e cucina, si trasformò profondamente nelle nove diverse ristampe che uscirono durante i venticinque anni di ricerca del Cavalcanti. Il suo trattato è diventato nell'arco degli anni un vero e proprio fenomeno di costume, il testo basilare della Cucina partenopea: per la prima volta, “la buona e salutaria cucina” non era solo per i “Grandi” ma era anche “a portata di ogni ceto di persona”.

Il primo Istituto Professionale Alberghiero d'Italia sorse a Napoli nel 1958 nella villa delle Ortensie ed è a intitolato alla sua persona.

Ciro La Rosa

Maggio 2011

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