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I casati del Sud
di
Ciro La Rosa La Rosa
D
DAMIANI
(1)
Titoli:
Patrizio di Pozzuoli
Dimora:
Napoli, Pozzuoli
Antica famiglia nota dal XV secolo, ascritta al patriziato di
Pozzuoli e riconosciuta ammissibile nelle Regie Guardie del Corpo
del Regno delle Due Sicilie in persona di GIOVANN BATTISTA, che in
qualità di 2° tenente del “13° Reggimento Fanteria di Linea Lucania”,
prese parte alla campagna del 1860/61 per la difesa del Regno delle
Due Sicilie dall’invasione piemontese; FRANCESCO con D. M. del 20
maggio 1926 riconosciuto patrizio di Pozzuoli.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1922.
Arma:
d’azzurro di due barre abbassate sotto una riga sormontata da tre
teste coronate il tutto d’oro. |
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DAMIANI
(2)
Titoli:
Nobile di Sicilia
Dimora:
Palermo, Marsala
Si crede sia un ramo della precedente famiglia trapiantatasi in
Sicilia nel XV secolo. BERNARDINO giurato in Marsala nel 1498;
DOMENICO capitano di giustizia in Randazzo 1695/6; ANTONINO
investito della salina di Marsala, giurato nel 1745/6; FELICE
giudice pretoriano di Palermo 1769/70, del tribunale del Concistorio
1775/7, avvocato fiscale del Tribunale della Gran Corte nel 1789,
ottenne attestato di nobiltà dal Senato di Palermo il 29 agosto
1792. Riconosciuta di “antica nobiltà” dalla Commissione dei Titoli
di Nobiltà del Regno delle Due Sicilie il 10 dicembre 1834.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro all’albero sostenuto da un leone destrochero sormontato da
tre stelle il tutto d’oro, alias d’azzurro alla fascia e due
sbarre sormontate da tre teste di profilo coronate il tutto d’oro. |
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DAMIS
Vedi rubrica "Le
Famiglie Greco-Albanesi del Sud Italia"
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DANIELE
(1)
Titoli:
nobili, nobili dei marchesi di Bagni
Dimora :
Siracusa, Roma, Caserta
PERRUCCIO, chirurgo in Noto, acquistò nel 1413 la baronia di
Canicattini (Canicattì); GIOVANNI VINCENZO con nomina del 5 ottobre
1510 senatore in Siracusa 1525/6;
NICOLO’, barone di Canicattini, maestro notaro della Regia
Cancelleria del Regno nel 1661; MARCO, primo marchese di Bagni con
privilegio del 6 ottobre 1680; GIUSEPPE MARIA capitano di giustizia
in Siracusa nel 1782/83, giurato nel 1786/87; SALVATORE capitano di
giustizia 1810/11 in Siracusa; un ramo della famiglia decorata del
titolo di conte con privilegio 17 agosto 1678; GIUSEPPE senatore in
Siracusa 1689/1701, capitano di giustizia 1682; GREGORIO ultimo
conte con investitura del 17 maggio 1789, senatore e patrizio di
Siracusa, morì senza eredi.
La nobiltà del casato venne riconosciuta dalla Commissione per i
Titoli di Nobiltà del Regno delle Due Sicilie con deliberazione del
30 aprile 1857.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana anno 1933, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di rosso all’agnello d’argento sostenente con la zampa anteriore una
banderuola crociata di rosso, alla campagna d’azzurro
(marchesi e
nobili dei marchesi).
d’azzurro alla fascia gemella di rosso con un agnello accovacciato,
tenente una banderuola di rosso crociata d’argento, asta d’oro, in
punta due stelle dello stesso
(nobili). |
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DANIELE
(2)
Titoli:
nobili
Dimora:
Napoli
Si ritiene un ramo della precedente famiglia
trasferitasi da Siracusa a Napoli nel XVI secolo; inserita
nell’Ordine di Malta nel 1693; ammessa nei Reggimenti Nazionali
dell’Esercito del Regno di Napoli e Sicilia quali cadetti nel 1777;
dichiarata ammissibile nelle Regie Guardie del Corpo del Regno delle
Due Sicilie nel XIX secolo.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano nel 1922.
Arma:
di rosso all’aquila d’argento tenente una bandiera svolazzante dello
stesso alla campagna d’azzurro. |
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DENTI
Titoli:
duca di Piraino e nobile dei duchi
Dimora:
Palermo, Messina, Milano
Si presume discenda da GIOVANNI di Ravenna, luogotenente del Vicario
Imperiale in Italia nel 724 e Signore di Balugolo in Padova. Secondo
il Villabianca fu portata in Messina nel 1248 da ALBERTO; SIMONE
proprietario del feudo di Ranieri nel 1340; GIACOMO, giudice della
gran corte del Regno 1399, conservatore del Regno, ambasciatore
presso la Santa Sede; LUCIO, barone di Ranieri, giudice della gran
corte del Regno 1643/45, presidente del tribunale nel 1639, primo
barone di Castellazzo; VINCENZO, barone di Ranieri e Castellazzo,
giudice del Concistoro in Messina nel 1640, presidente Regio
Patrimonio 1668, reggente del Supremo Consiglio d’Italia nel 1672,
con privilegio esecutivo del 18 gennaio 1657 venne nominato duca di
Piraino; GREGORIO governatore della Compagnia dei Bianchi di Palermo
dal 1669 al 1680, del Monte di Pietà nel 1693, deputato del Regno;
LUCIO principe di Castellazzo e duca di Piraino nel 1709, cavaliere
dell’Ordine di San Giacomo; VINCENZO, principe di Castellazzo e
Piraino e barone di Bibino con privilegio del 5 luglio 1789; GASPARE
giudice pretoriano di Palermo dal 1791 al 1795, del Concistoro
1801/2, della gran corte civile nel 1812; GIUSEPPE e
PLACIDO iscritti nella mastra nobile di Messina dal 1798 al 1807;
SALVATORE ed EUSTACCHIO ottennero attestato di nobiltà dal Senato di
Palermo il 14 agosto 1811.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare anno 1922.
Arma:
di rosso a
due fasce d’oro accompagnata da cinque denti d’oro disposti tre a
due. |
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DIAZ
Titoli:
duca della Vittoria
Motto: Amor vincit et fides
Famiglia benestante di origine spagnola venuta nel Napoletano al
seguito delle truppe di Carlo di Borbone nel XVIII secolo.
CARLO
(Napoli 21 febbraio 1781 - Napoli 2 febbraio 1842),
sposato a Napoli con Francesca Marinaro il 3 maggio 1806,
ufficiale del Regio Esercito del Regno delle Due Sicilie,
nominato Alfiere a soli 15 anni il 15 novembre 1796 nel RGT
"Principe Alberto Cavalleria", il 1 marzo 1811 Intendente di S.A.R.
il principe di Salerno Leopoldo di Borbone, il 21 maggio 1815
capitano dl Consiglio di Guerra per la Calabria Ultra, ha
partecipato alle campagne della ripresa del Regno dal 1806 al 1815,
decorato della medaglia dell'ordine di S. Giorgio della Riunione con
R.D. del 1819.
ARMANDO (Napoli, 5 dicembre 1861 – Roma, 29 febbraio 1928) figlio
dell'ufficiale di Marina ingegnere del Genio Navale Don Ludovico e
di Irene dei baroni Lecconi. Armando fu avviato giovanissimo alla
carriera militare, come allievo dell'Accademia militare
d'artiglieria di Torino, dove divenne ufficiale. Nel 1910, durante
la guerra italo-turca, comandò il 21º fanteria e l'anno dopo il 93º
Reggimento fanteria in Libia, che era rimasto improvvisamente senza
comando. Sempre in Libia, a Zanzur, fu ferito nel 1912. Armando
nacue a Napoli in via F.S. Correra al Cavone al civico 22, che
allora, nel 1861 quando nacque, si chiamava via Cavone Sant’Efremo
nuovo, sposò a Napoli il 23 aprile 1896 donna Sarah de Rosa. Riposa
nella chiesa di Santa Maria degli Angeli a Roma. “Non mi faccio
illusioni su me stesso, ma ho avuto modo di equilibrare la forza e
gli ingegni altrui, di far regnare la calma tra i miei generali e la
fiducia tra le mie truppe” , artefice della vittoria della Prima
Guerra Mondiale (1918), insignito del titolo di Duca della Vittoria
con R.D. motu proprio del 24 dicembre 1921 e RR.LL.PP. dell’11
febbraio 1923, Maresciallo d’Italia, già ministro della guerra,
decorato dalle più alte onorificenze estere al valor militare,
onorificenze italiane: Cavaliere dell’Ordine Supremo della
Santissima Annunziata, Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi
Maurizio e Lazzaro, Cavaliere di Gran Croce dell’ordine Militare di
Savoia, Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona d’Italia,
tre Medaglie d’Argento al valore militare, due Croci al merito di
guerra, medaglia commemorativa della guerra Italo-Turca, medaglia
commemorativa della guerra italo-Austriaca (prima guerra mondiale),
medaglia commemorativa dell’unità d’Italia, Baliaggio d’Onore e
Devozione del S.M.O. Gerosolimitano, medaglia della Stella d’Italia.
Figli :MARCELLO nato a Roma nel 1903, deputato del Regno, dottore in
Scienze Economiche e Commerciali, ANNA nata a Roma nel 1907, IRENE
nata a Roma nel 1909.
ARMANDO di Marcello nato a Roma il 20 novembre 1940.
La famiglia è iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana.
Arma: d’azzurro all’aquila al naturale, accompagnata da 4
gigli d’oro , uno in ciascun canto dello scudo, con due spade in
argento con la punta all’insù con l’elsa d’oro, posta a croce di
Sant’Andrea |
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DOMINGO
Titoli:
barone di Fragiovanni
Dimora:
Catania, Mazzarra del Vallo
Nota ai tempi di re Martino ed Alfonso d’Aragona, possedette la
baronia del Ponte del Caricatore del Mare di Catania (l’appalto sul
carico e scarico marittimo delle merci)
MICHELE con R. D. del 21 maggio del 1903 ottenne la concessione
dello stemma descritto; VINCENZO, figlio del precedente, ottenne
riconoscimento con RR. LL. PP. 8 luglio 1903 il titolo di
riconoscimento di barone della Salina di Fragiovanni per contatto
matrimoniale con Teresa Morello.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale 1922
Arma:
d’azzurro al castello d’argento alla campagna di verde al leoncino
d’oro. |
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DI
DONATO
Titoli:
nobile
Dimora:
Napoli
Originaria di Bitonto ed iscritta nel suo Patriziato nobile fin dal
XV secolo. Riconosciuta ammissibile nelle Regie Guardie del Corpo
dalla Commissione per i titoli di nobiltà del Regno delle Due
Sicilie nel 1845; VITO ANTONIO 1° Tenente del “14° Battaglione
Cacciatori” ha partecipato alla campagna del 1860/61 per la difesa
del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano 1922.
Arma:
d’azzurro alla banda d’oro dentata accompagnata da due stelle dello
stesso |
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DONATO
Titoli:
barone di Migliardo, nobile dei baroni, nobili di Reggio Calabria
Dimora:
Messina, Reggio Calabria
Famiglia proveniente da Firenze, si ritiene sia discendente da Junio
console romano. Casato di grande importanza storica, tesi sostenuta
dagli storici Mugnos e dal Galluppi, presente nelle celebri fazioni
dei Guelfi e Ghibellini nelle guerre interne fiorentine, portata in
Messina da NERI (RAINERI) DONATI, nipote di CORSO Donati ucciso nei
contrasti in Firenze con i Cerchi nel 1309. RANIERI II fu senatore
in Messina nel 1413; TOMMASO giudice stratico di Messina 1507/23;
messer FRANCESCO sindaco di Messina 1741/43; ANTONINO “nobile del
mare” 1745/46; SAVERIO fu il primo barone di Migliardo per
l’acquisizione ereditaria dalla madre, Beatrice Campagna, già barone
dell’Ufficio di Portulanotto di Girgenti (Agrigento); il figlio
STEFANO era ancora barone di Migliardo all’abolizione della
feudalità per investitura del 18 dicembre 1797; LUIGI cavaliere
della Corona d’Italia, cavaliere dell’Ordine Mauriziano, consigliere
della Corte d’Appello del Regno d’Italia, decorato della medaglia
commemorativa della guerra 1915/18.
Il casato è iscritto nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno
1922, iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana anno 1933, in
virtù dei Decreti del Capo di Governo del 4 luglio 1928 e del 25
novembre 1929.
Arma:
d’azzurro inquartato 1° a tre rosse di rosso gambute, 2° al
destrochero armato d’oro tenente in mano uno stendardo dello stesso,
3° a tre fasce d’azzurro e d’oro, 4° d’azzurro di tre spighe di
grano d’oro legate a fascio – alias d’argento a due fasce di
rosso sormontare da tre rose dello stesso |
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DONNAPERNA
Titoli:
marchese di Colubrano, nobile di Cotrone, col predicato dei
marchesi di Colubrano
Dimora:
Senise, Roma
Antica famiglia originaria di Milano, trasferitasi in Lucania
nel XVI secolo con GIULIO CESARE, colonnello della fanteria
spagnola, con patente in data 4 maggio del 1593 da re Filippo II,
si stabilì in Tursi ove venne ascritta al sedile nobile ove
dimorò sino al XVIII secolo, poi si trasferì in Senise. Ascritta
in seguito anche al Seggio Nobile di Sant’Arcangelo. In
Basilicata ebbe i feudi di Colobraro, Pomarico, Càlvera, Teana e
Carbone, e S.M. Ferdinando IV la insignì del titolo di marchese
di Colobraro il 21 agosto1797., egli sposò Virginia Panevino di
Tursi, nominato governatore della Città di Matera; NICOLò (†1759),
compra il feudo di Colobraro nel 1734, diventandone barone;
GIULIO CESARE (nato nel 1797), barone di Colobraro, Pomarico e
Teana, acquistò dal Pio Monte della Misericordia nel 1793 il
feudo di Càlvera, già della sua famiglia, diventandone “utile
Signore”, venne poi nominato marchese di Colobraro il 21 agosto
del 1797 da S.M. Ferdinando IV, amministratore dei Reali siti di
Persano e capitano dei Reali Eserciti di S.M, aveva sposato
donna Maria Maddalena Carafa dei Marchesi di Tortorella;
GIUSEPPE FILIPPO MARIA (1784
†1850),
marchese di Colobraro, nominato “Pari del Regno" con decreto di
Re Ferdinando II datato 9 luglio1848; ANTONIO (1831
†1906),
sindaco di Senise, consigliere Provinciale aveva sposato donna
Teresa Amodio (1844
†1865),
di Nicola Amodio nobili di Accettura; GIULIO CESARE, (1865
†1909),
sindaco di Senise, consigliere Provinciale, Deputato; GIULIO
CESARE, (1945), agronomo, imprenditore.
Arma:
banda di argento su azzurro - 3 stelle (5 raggi) di argento su
azzurro poste una in alto e 2 in basso poste in fascia - capo di
Savoja. |
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DONNORSO
Titoli:
patrizio di Sorrento
Dimora:
Napoli
Il casato
ebbe possedimenti dal 1235, passò in Sorrento ed iscritta al
seggio di Dominova ed inserita nel registro delle Piazze Chiuse.
Ricevuta nell'Ordine di Malta col cavaliere FILIPPO Donurso o
Donnorso il 18 novembre 1657 (Archivio di Stato di Napoli
volume III, Priorato di Capua).
Rappresentata
nella prima metà del XX secolo con ANTONIO (1858), figli: ETTORE
(1883), fratelli VINCENZO (1862), GIULIO (1865).
Iscritta
nell'Elenco Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d'oro
all'orso di nero con la bordura di rosso. |
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DRAGO
Titoli:
marchese
Dimora:
Palermo
Nota nella sua nobiltà dal XV secolo.
GIACOMO il 28 gennaio 1440 ottenne la “concessione del grano” su
Castellammare del Golfo, confermata ai figli con decreto dato in
Napoli il 22 agosto 1455; riconfermato ad ANGELO il 28 giugno
1479, ultimo investito della concessione fu GIROLAMO il 4
novembre 1542; BIAGIO giudice pretoriano di Palermo 1663/70,
CASIMIRO stessa carica dal 1685/6, del Concistoro nel 1688, del
tribunale della Gran Corte 1693/97, avvocato fiscale, deputato
del Regno 1723/4, con privilegio del 15 novembre 1724 venne
decorato del titolo di marchese; BIAGIO, figlio del precedente,
marchese con privilegio del 22 dicembre 1724, governatore del
Monte di Pietà in Palermo anni 1720/21 e anni 1753/4; CASIMIRO
governatore del Monte di Pietà in Palermo 1757, rettore
dell’Opera Pia di Palermo 1757 e dell’Opera Pia Abbatelles nel
1759; BIAGIO decorato del titolo di marchese il 2 aprile 1776.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro al drago d’oro fissante un sole d’angolo sinistro
dello stesso. |
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DE DURA
Titoli:
patrizio napoletano
Dimora:
Napoli
Famiglia di
origine Inglese della città di Durham, e quindi detti de Duram e
poi nella forma attuale De Dura. Il Candida Gonzaga nel suo tomo
“Famiglie Nobili” li menziona come patrizi napoletani del
Seggio di Porto tra le famiglie dette Aquarie, nominate così per
il possesso della “Estaurita” di San Pietro a Fusariello,
sita nel luogo detto Aquaro. La famiglia, al tempo di re Alfonso
D’Aragona, restaurarò a proprie spese una parte del Duomo di
Napoli andato in rovina per il terremoto del 1456; ricevuta
nell’Ordine di Malta dal 1587, e nel 1588 con il cavaliere
ALFONSO capitano della nave “Capitana” della flotta dell’Ordine
nel 1622. Possedettero il marchesato di Mignano, il ducato
d’Elce ed il ducato di Collepietro ( dal tomo “ Memorie
Istoriche di diverse famiglie Nobili” - autore B. Aldimari anno
1691), un ramo ereditò dalla famiglia Brancaccio il titolo
di duca sul cognome concesso ai Brancaccio nel 1703, estintosi
poi con Teresa De Dura (+1864) coniugata al principe Antonio
Carafa della Quadra. GIOVANNI MARIA e FILIPPO ascritti nel Libro
d’Oro della Nobiltà Napoletana nel XVIII secolo.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro ai due leoni affrontanti tenenti una corona, il tutto
d’oro. |
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