Le pagine della cultura

 

 

I casati del Sud

di Ciro La Rosa

La Rosa

A-AM AN-AZ

 B-BI BL-BU

 C-CA CE-CO CR-CU

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 F-FE FI-FU

 G-GA GE-GI GO-GU

H-I-J

 L-LE LI-LU

 M-MA ME-MI MO-MU

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 P-PA PE-PI PL-PU

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S-SA SC-SI SL-SY

T-TE TI-TU

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ME-MI

De MEDICI d'Ottajano

Titoli: principe di Ottajano (Ottaviano), duca di Sarno, duca di Miranda, col predicato di Venafro, di Filignano e di Valle, patrizi napoletani, ramo secondogenito: nobili dei principi di Ottaiano, nobili dei duchi di Sarno, marchese di Acquaviva e di Fornello, patrizi napoletani, col predicato di Colle

Dimora: Napoli, Torino

Il casato è un ramo della gloriosa famiglia fiorentina iscritta in Firenze nel “Libro dei Priori” dal 1291, che ha dato otto principi alla Toscana, due regine e tre papi: Leone X, Clemente VII, Leone XI (N.d.A.: i Medici d’Ottaiano aggiunsero, nel capo del loro stemma, il gonfalone d'oro con le chiavi su sfondo azzurro. Il gonfalone, detto anche padiglione o ombrellino, è aggiunto, quasi sempre, nelle insegne araldiche dalle famiglie che hanno dato un Papa alla Chiesa).

Archivio Ciro La Rosa, clicca sulle immagini per ingrandirle
   

Papa Leone XI

  Emblema pontefice Leone XI de Medici  

Stemma papale de Medici

I due rami presenti nel napoletano provengono da GIULIANO figlio di GIOVANNI (-1377) padre di un'altro GIULIANO da cui i marchesi di Castellina e di ANTONIO da cui i principi di Ottaiano.

I marchesi di Castellina aggiunsero il cognome Tornaquinci per il matrimonio di FRANCESCO con Margherita Tornaquinci dama d'onore del Granduca di Toscana, ottennero nel Regno di Napoli il titolo di marchese di Sant'Angelo in Grotte (Molise) in persona del balì RAFFAELLO con diploma concesso dal re Filippo di Spagna in data 12 giugno 1625 ed in successione al figlio GIOVANNI con diploma in data 28 febbraio 1640 reso esecutivo nel Regno di Sicilia; questo ramo era rappresentato nel XX secolo dai Medici Tornaquinci di Firenze ed iscritto nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana e nell'Elenco Nobiliare Italiano del 1922 col titolo di marchese della Castellina e patrizio fiorentino nelle persone di: ALFONSO COSIMO e GIOVANNI.

I principi di Ottaiano il primo che venne nel napoletano fu BERNARDETTO che acquistò la terra di Ottaiano (oggi Ottaviano provincia di Napoli) nel XVI secolo da Cesare Gonzaga, insieme al fratello OTTAVIANO e da quest’ultimo il figlio ALESSANDRO, nato 11 giugno 1556, cavaliere di Santo Stefano, vescovo di Firenze ed eletto papa il 1 aprile 1605 col nome di Leone XI. La Linea di ANTONIO passò nel Regno di Napoli nel 1565 con OTTAVIANO di LORENZO ed iscritta nei “Cedolari” col possesso del feudo di Ottaiano col nome di “Medici del Granduca”; ed ottennero sul feudo predetto il titolo di principe nel 1600. Il casato venne iscritto nel 1608 al Monte Manso ed aggregato al Patriziato Napoletano al seggio di Capuana nel 1686, duca di Sarno nel 1695, duca di Miranda titolo che passò in casa de Medici a seguito del matrimonio celebrato nel 1822 tra Giuseppe (Napoli,1803-1874), principe di Ottaiano e duca di Sarno, e Anna Maria Gaetani dell’Aquila d’Aragona (1801-1850), duchessa di Miranda.

Blasone de'Medici e (a destra) collare dell'ordine di San Gennaro

Bottone con lo stemma De' Medici (intorno allo stemma c'è il collare dell'ordine di San Gennaro), clicca sull'immagini per ingrandirle. Pregevolissima fattura di Lorenzo Taglioni, che aveva la sua officina in via Nardones 55 Napoli. Lorenzo Taglioni fu il fabbricante di bottoni che nel periodo compreso tra il 1830 e il 1834 mise i suoi macchinari a disposizione del re per la coniazione della celebre serie di medaglie degli uomini illustri delle Due Sicilie

Il personaggio più significativo del ramo dei principi di Ottaiano fu il cavalier LUIGI ministro di Casa Borbone (Napoli 22 aprile 1759-Madrid 25 gennaio 1830), figlio cadetto del V principe di Ottaiano e duca di Sarno, giurista e uomo politico che visse e operò tra i periodi più significativi ed incisivi del Regno di Napoli, tra la fine dell'attività riformatrice e la svolta conservatrice e dell'Acton fino alla nascita del Regno delle Due Sicilie nel 1816. Amico di Gaetano Filangieri, Melchiorre Delfico, Mario Pagano. Nel 1783 divenne reggente della Gran Corte della Vicaria, incarico che gli conferì la guida della Polizia Urbana e della Corte Criminale, incarico che resse dal 1793 fino alla sua morte. "Primo accademico protettore" dell'Accademia di chimica e matematica fondata nel 1790 da Annibale Giordano e Carlo Laumberg. Venne coinvolto nel febbraio del 1795 nella repressione antigiacobina dell'Acton, imprigionato a Gaeta dove rimase fino al 1798 quando, in seguito al processo, la magistratura ne riconobbe l'innocenza. Rimase da parte durante il periodo della Repubblica Napoletana del 1799, ma venne arrestato dai giacobini nell'aprile dello stesso anno; liberato con la prima restaurazione borbonica. Nel 1803 fu nominato Ferdinando IV presidente del Consiglio delle Finanze Reali, nell'aprile del 1804 nominato direttore della Segreteria di Stato. Con il nuovo arrivo dei francesi nel 1806, seguì i Borbone in Sicilia. Nel 1811 andò in esilio a Londra, essendosi scontrato con il parlamento Siciliano. Con la Restaurazione borbonica del 1815, fu la figura più carismatica del nuovo governo, nominato ministro delle finanze, rappresentò il Regno di Napoli al Congresso di Vienna e nel giugno 1816, per l'appoggio della regina Maria Carolina, nominato Presidente del consiglio dei Ministri. Gestì eccellentemente la “Restaurazione” nel Regno di Napoli, conservando in parte la legislazione francese;fu l’artefice dell'atto di annessione della Sicilia, dando così origine al nuovo “Regno delle Due Sicilie”; firmò il concordato fra la Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie nel febbraio del 1818; mantenne un atteggiamento tollerante nei confronti della Carboneria. Il 9 luglio del 1820 dovette cedere la guida del governo per gli avvenimenti dei moti costituzionali. Luigi tornò alla presidenza del consiglio nel giugno1822 per voler del principe di Metternich che, impose a Ferdinando I il ritorno del de Medici, primo ministro fino al giorno della sua morte. La gestione amministrativa e governativa operata dal de Medici è giudicata complessivamente in modo positivo dagli storici attuali per la relativa moderazione e la sua politica economica basata al risanamento delle finanze ed al potenziamento della flotta mercantile del Reame.

Il ramo dei principi di Ottaiano insignito del Grandato di Spagna di prima classe, dell'Ordine di San Gennaro e dell'Ordine di San Ferdinando e del Merito, iscritto nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, iscritto nell'Elenco Nobiliare Ufficiale anno 1922. Il ramo secondogenito, discendente da ALESSANDRO (1777-1843), maresciallo di campo dell'Esercito Napoletano, il quale per successione della casa Carmignano ottenne il titolo di marchese di Fornello e di Acquaviva e del predicato di Colle, venne riconosciuti in tali titoli con RR.LL.PP. (Regie Lettere Patenti) del 4 giugno 1899. L'ultimo principe di Ottajano fu GIUSEPPE (1843-1894) che non ebbe figli maschi ed il patrimonio passò alle sorelle. Il ramo che subentrò nei titoli è quello secondogenito che discende da MARINO (1774-1825). Il rappresentante attuale della famiglia in Napoli è GIOVAN BATTISTA, duca di Sarno nato nel 1939, figli GIULIANO, LORENZO e ALESSANDRO.

Arma: d'oro a cinque palle di rosso disposte 2,2,1 sormontate da una palla più grande d'azzurro caricata di tre gigli del campo, al capo d'azzurro caricato del gonfalone pontificio d'oro.

Palazzo Miranda o de Medici di Ottajano

I primi proprietari dell’immobile, sito in Napoli in via Chiaia, furono i coniugi don Ferdinando Caracciolo di Torella e donna Gaetana Caracciolo d'Avellino, duchessa di Miranda e, per tal motivo, è conosciuto anche sotto il nome di Palazzo Miranda, ed anche perché il titolo venne acquisito “maritali nomine” da Giuseppe de Medici nel 1822 per il matrimonio con Anna Maria Caetani dell’Aquila d’Aragona duchessa di Miranda. Il palazzo venne costruito, a fine del XVIII secolo su disegno di Carlo Vanvitelli, di cui si ammira lo scalone, e da Pompeo Schiattarelli. Il palazzo fu modificato nel 1830 e nel 1842 con la costruzione del terzo piano, i lavori di decorazione interna furono diretti da Fausto Nicolini, storico dell'arte. Oggi è frazionato tra vari proprietari.

Castello de Medici di Ottaviano

Venne costruito nel XII secolo quale fortilizio normanno destinato al controllo della pianura nolana e di una strada di importanza commerciale. Nel 1085 il Castello ospitò papa Gregorio VII, nel 1304 fu distrutto da Carlo D'Angiò, ma venne ricostruito di sana pianta nel 1567 da BERNARDETTO de' Medici, che lo acquistò per 50.000 ducati da Cesare Gonzaga. GIUSEPPE I, personaggio più significativo della Napoli vicereale del secolo XVII e del potere spagnolo, lo trasformò da fortezza in “residenza di campagna"; Giuseppe II diede al "castello" la forma che ancora oggi possiamo ammirare. Vi operarono al suo abbellimento gli allievi della scuola del Sanfelice e di Luca Vecchione, è loro la facciata esterna con una serie di finestroni, mentre sulla facciata interna conservarono la severità e la struttura monumentale aragonese. Le numerose stanze furono affrescate dal Mozzillo su commissione del principe Giuseppe III. Nel 1892 vi soggiornò Gabriele D'Annunzio. Nel 1970 venne acquistato da Raffaele Cutolo capo dell’organizzazione criminale “la nuova camorra organizzata”, nel 1991 il castello fu sequestrato dal Tribunale Antimafia ed acquisito ai beni dello Stato. Per opera dell'Amministrazione Comunale di Ottaviano e del Ministero dell'Ambiente, il Castello è ora sede e centro di ricerca del Parco Nazionale del Vesuvio, ed attualmente, gli spazi aperti sono utilizzati per la realizzazione di manifestazioni ed eventi culturali, artistici e turistici.

Blasone de Medici. Foto Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

Palazzo Miranda o De Medici. Foto Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

Palazzo Miranda o De Medici, Balcone piano nobile. Foto Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

Palazzo Miranda o De Medici, iscrizione sopra il balcone del piano nobile. Foto Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

Palazzo Miranda o De Medici, androne visto dal cortile interno. Foto Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

Palazzo Miranda o De Medici, particolare portale interno. Foto Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

Palazzo Miranda o De Medici, scorcio cortile interno. Foto Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

Palazzo Miranda o De Medici, scalone vanvitelliano. Foto Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

Palazzo Miranda o De Medici, scalone vanvitelliano, particolare scultura. Foto Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

Palazzo De Medici, prospettiva esterna. Foto Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

Castello Mediceo. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

Castello Mediceo, ingresso. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

Monumento funebre di papa Leone XI di A. Algardi, Città del Vaticano. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

Luigi De Medici. Archivio Ciro La Rosa,

 

MELACRINO

Titoli: Nobile

Dimora: Reggio Calabria

Originaria di Reggio Calabria, nota dal XVI secolo, ha dato vari personaggi di toga ed ecclesiastici.

Riconosciuta nobile con D.M. del 7 giugno 1900.

Iscritta nell’Elenco Nobiliare Italiano 1922.

Arma: d’azzurro al melo fruttato sulla campagna erbosa, sostenuto da un leoncino di tre stelle il tutto d’oro.

Foto gentile concessione Museo Civico di Reggio Calabria, clicca per ingrandire

 

MELAZZO o MILAZZO

Titoli: Barone di San Giorgio, col privilegio del “Don”

Dimora: Palermo, Messina

ANTONIO giurato in Caltagirone dal 1447 al 1493; NICCOLO’ stessa carica 1500/1; GIACOMO senatore in Palermo 1500/1 e 1504/5; TOMMASO e GIACOMO annotati nella Mastra Nobile del Mollica; ANTONINO alfiere (sottotenente) della Milizia dei cavalli di San Filippo con privilegio del 16 gennaio 1621, ottenne il privilegio del “Don” per se e per i suoi discendenti; ONOFRIO ebbe la concessione del titolo di barone di San Giorgio con privilegio del 20 dicembre 1765; titolo poi riconosciuto a LEOPOLDO con decreto del Capo del Governo il 25 giugno 1927; EMANUELE 2° tenente del “1° Reggimento fanteria di Linea Re” partecipò alla campagna del 1860 /61 per la difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese, presente alla battaglia di Macerone dove venne fatto prigioniero.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla torre merlata di tre pezzi d’oro finestrata di nero, alla campagna al naturale, sinistrata al leone controrampante con sei stelle d’oro.

MELFI

Titoli: barone di Santa Maria, nobile dei baroni

Dimora: Chiaramonte, Scicli

Originaria del Napoletano, passata in Sicilia con ANTONIO GIUSEPPE che ebbe la carica di “capitano delle armi di guerra” in Scicli nel 1456; FRANCESCO regio luogotenente nell’Ufficio di Regio Maestro Secreto con privilegio del 26 aprile 1572, “regio cavaliere”, proconservatore in Scicli 1588; NICOLO’ stessa carica dal 1575 al 1586: SANTORO francescano e missionario in India nel 1692; FRANCESCO per contratto matrimoniale con Giovanna Mulè del 15 agosto 1660 si trasferì in Chiaromonte Gulfi; GIOVAN BATTISTA capitano di giustizia nel 1708; NUNZIO dottore in giurisprudenza capitano di giustizia nel 1776, acquistò da Giuseppe Biazzo il titolo di barone di Santa Maria con Dispaccio Patrimoniale del 17 giugno 1779; ROSA badessa di Santa Caterina in Chiaromonte e poetessa; NUNZIO sindaco di Chiaromonte dal 1831 al 1833, presidente della Municipalità di Chiaramonte nel 1848; BONAVENTURA sindaco di Chiaramonte 1838; in persona di CORRADO venne riconosciuto il titolo di barone di Santa Maria con diritto di primogenitura con decreto ministeriale del 19 ottobre 1900

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: partito 1° d’azzurro alla fascia accompagnata da tre stelle, in punta uno scorpione il tutto d’oro, 2° di rosso alla fascia abbassata sostenente un agnello pasquale con la croce banderuolata d’azzurro, accompagnata in punta da due stelle il tutto d’argento.

MELISSARI

Titoli: nobile

Dimora: Napoli

Di antica nobiltà nota dal XV secolo, ricevuta nell’Ordine di Malta dal 1583 in persona di GIOVANNI; ANTONIO 1° tenente del “1° Battaglione Cacciatori” ha partecipato alla campagna del 1860 per la difesa del Regno delle Due Sicilie, presente alla battaglia del Volturno del 1° ottobre; DIEGO riconosciuto nobile con Decreto Presidenziale del 3 settembre 1926.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Foto Giuseppe Chirico, clicca sulle immagini per ingrandire

     

Arma: d’azzurro alla rovere d’oro accompagnata da una stella d’oro nel cantone sinistro, addestrata alla torre al naturale sinistrata al cinghiale di nero, terrazzato di verde

alias: d’azzurro alla quercia al naturale nel terreno di verde addestrata alla torre al naturale con una stella d’oro, al cinghiale al naturale.

 

 

MELISURGO

Vedi rubrica "Le Famiglie Greco-Albanesi del Sud Italia"

 

MELODIA

Titoli: barone

Dimora: Altamura

Antica famiglia di Altamura, fin dal XIII secolo ricoprì la carica di “iudex civitatis Altamurae” prime memorie registrate alla Curia di Altamura il 19 giugno 1283 e 14 giugno 1298 e negli anni a seguire, ultima menzione 28 ottobre 1409 con ANGELO “giudice annuale”.

LEONE senior e LEONE junior sindaci dei Nobili rispettivamente nel 1390 e 1482. Il casato diede vari sindaci, camerlinghi, eletti nobili all’Università di Altamura.

FRANCESCO con Regio Assenso del 17 marzo 1590 investito del feudo di San Pietro in Melicozza comprensivo del castello che rimase in famiglia sino al 1698; il capitano MARIO ebbe la concessione dal duca di Parma il 27 aprile 1644 il castello di Uggiano in Otranto; MARIO junior con Regio Assenso del 1748 ottenne l’investitura da Carlo di Borbone del feudo di Camporeale in Abruzzo; passata per “giustizia” nell’Ordine di Malta; con RR.LL.PP. (Regie Lettere Patenti) del 1912 e 1924 venne concesso a NICOLA (1840-1929, v. seguito) il titolo di barone trasmissibile ai figli maschi primogeniti.

NICOLA (1840-1929), segretario particolare di Camillo Benso di Cavour, ministro del Regno d’Italia, senatore del Regno, ex vice presidente del Senato, deputato al Parlamento, cavaliere di Gran Croce, del Gran Cordone dei SS. Maurizio e Lazzaro, della Corona d’Italia, tenente colonnello di fanteria del Regio Esercito.

TOMMASO commendatore della Corona d’Italia, sindaco d’Altamura nella prima metà del XX secolo.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla fascia di rosso orlata e carica di un leopardo al capo di una stella il tutto d’oro.

Sen. Nicola Melodia. A.S. Senato

 

Blasone Melodia. Gentile concessione Giovanni Mercadante. Clicca per ingrandire

 

MENDOLA

Titoli: barone di Fontana degli Angeli

Dimora: Favara

PIETRO capitano di giustizia in Mazzara dal 1541/7; ANTONIO barone di Montefranco nella prima metà del secolo XVII; ANDREA, di Favara, acquistò la baronia di Fontana degli Angeli con investitura del 26 ottobre 1812, riconosciuta alla famiglia poi con R. D. de 13 febbraio 1927.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro all’albero di mandorlo sradicato al naturale, sinistrato da un cane d’argento legato con la testa rivoltata, sormontata dallo scudo di una cometa d’oro.

MERCADANTE

Famiglia notabile di Altamura, si imparentarono con vari casati di prestigio d'Altamura, diedero vari personaggi illustri nell'esercizio di libere professioni ed ecclesiastici. Tra i vari personaggi del casato il più conosciuto e di fama internazionale fu il grande musicista SAVERIO (Altamura 17 settembre 1795 – Napoli 17 dicembre 1870) venne legittimato, dopo alterne vicende, dal padre Giuseppe Orazio solo nel 1808, studiò presso il collegio Conservatorio di San Sebastiano in Napoli, fu tra i migliori allievi a tal punto che Rossini in visita al collegio, restò tanto favorevolmente impressionato da Saverio Mercadante da suscitare, in una lettera indirizzata a Zingarelli (direttore del Collegio), il famoso commento: "Mi complimento vivamente, il vostro giovane allievo Mercadante comincia dove noi finiamo". I suoi primi componimenti iniziarono nel 1818, esordì come compositore teatrale nel 1819, a soli ventiquattro anni, con “L’apoteosi d’Ercole”, ma il primo vero successo avvenne nel 1821 con la sua settima opera, “Elisa e Claudio”, rappresentata alla Scala di Milano per trenta sere consecutive e ripetuta sei mesi più tardi per altre 28 rappresentazioni. Con questo suo lavoro balzò alla ribalta internazionale, presente a Londra, Parigi, Vienna, Barcellona. Dopo aver soggiornato, dal 1827 al 1829, in Spagna e Portogallo, fu nominato, nel 1833, maestro di cappella presso la cattedrale di Novara. Nel 1836, su invito di Rossini, si recò a Parigi dove, presso il Thèatre Italien, fece rappresentare l’opera “I briganti”. Nominato ispettore e direttore delle bande musicali dal 1852 di tutte le fanfare dell'Esercito del Regno delle Due Sicilie. Per trent’anni, dal 1840 fino alla morte avvenuta nel 1870, diresse il conservatorio di Napoli, autore molto prolifico ed alla sua produzione appartengono oltre sessanta opere teatrali, compose, inoltre, quattro balletti, sinfonie commemorative dedicate a Bellini, Donizetti, Rossini e Pacini, composizioni per orchestra, cantate, inni, musica sacra e da camera. Nel 2008 è stato pubblicato un libro biografico dal titolo “Saverio Mercadante, il cigno d'Altamura” a cura di Michele Saponaro e di Vito Ventricelli, a cui è stato allegato una tavola da gioco “il Cigno di Altamura” simile al gioco dell'Oca. In Altamura il teatro cittadino è dedicato alla sua persona come lo stesso nella città di Napoli. La dimora della famiglia fu il palazzo situato tra il corso Federico II di Svevia e vico Mercadante, al cui angolo è affissa una lapide di marmo dedicata al musicista. Alcuni membri della famiglia vestirono l'abito dell'Ordine di Malta.

Palazzo Filangieri, ultima residenza di Saverio Mercadante. Foto Ciro La Rosa, clicca sulle immagini per ingrandirle

Portone

       

Particolare piano nobile

Scalone

       

Particolare

Rappresentate del casato nel XXI secolo è GIOVANNI (Altamura 8 giugno 1945), pluri laureato, giornalista freelance, corrispondente da Altamura per diversi quotidiani tra cui: Puglia, La Gazzetta del Mezzogiorno, Roma, e periodici locali, vasta è la sua pubblicazione come autore di libri storico-turistici e di araldica tra cui “Altamura Nobilissima”, “Altamura il codice segreto della Nobiltà”, “Altamura- radiografia del centro storico”, presidente dell'A.I.T.I., Associazione Italiana Traduttori-Interpreti per la Puglia, Basilicata e Calabria. Iscritto all'Ordine Nazionale dei Giornalisti-pubblicisti, all'Associazione della Stampa di Puglia e Basilicata, al Tribunale e alla Camera di Commercio di Bari come interprete-traduttore ufficiale, insignito di molteplici premi.

N.d.A.: si ringrazia il dottor Giovanni Mercadante per le notizie relative al casato

Arma: d'azzurro attraversato da tre fasce centrali e da una stella nel capo (dal registro dei battezzati della Diocesi di Altamura)

Saverio Mercadante. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

 

Copertina libro su Saverio Mercadante. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

 

Saverio Mercadante, francobollo emesso dalle Poste Italiane nel centenario della scomparsa. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

 

Palazzo Filangieri, targa commemorativa di Saverio Mercadante. Foto Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

 

Stemma Mercadante. gentile concessione Giovanni Mercadante, clicca per ingrandire

MERLO

Titoli: principi di Patti, barone di Tripi, barone di Tagliavia, marchese di Santa Elisabetta, nobile dei baroni di Tagliavia

Dimora: Palermo

Originaria della Spagna, passata in Sicilia in due periodi diversi: il primo con ENRICO nel 1371, con FILIPPO castellano di Catania nel 1425 e con BLASCO “regio familiare”; il secondo con CARILLO de Merlo, capitano di 200 fanti spagnoli, che rivestì incarichi importanti in Sicilia stabilendosi definitivamente in Palermo nel 1500. GIUSEPPE governatore del Monte di Pietà in Palermo 1688; DOMENICO ebbe la baronia di Scannatura di Palermo nel 1780; GIUSEPPE ottenne il feudo di Santa Elisabetta con il titolo di marchese il 20 settembre 1785; GIUSEPPE marchese, deputato del Supremo Magistrato della Salute Pubblica, membro dell’Istituto di Scienze, Lettere ed Arti, senatore di Palermo; CARLO ufficiale dell’Armata di Mare del Regno delle Due Sicilie nel 1820; DOMENICO maresciallo di campo dell’Esercito delle Due Sicilie, cavaliere dell’Ordine Costantiniano ; GIUSEPPE, fratello del precedente, barone di Tagliavia con Sovrano Rescritto del 7 giugno 1820, cavaliere dell’Ordine Imperiale della Corona di Ferro; DOMENICO, marchese, senatore del Regno d’Italia. Per successione della famiglia Paratore ottenne i titoli di principe di Patti, barone di Tripi; il titolo di principe venne riconosciuto con RR. LL. PP. Del 13 agosto 1921 in persona di DOMENICO; i titoli di barone di Tripi ricosciuti con R.D. del Capo di Governo del 19 agosto 1929 in VINCENZO di barone di Tagliavia con D. M. del 30 settembre 1921 in GIUSEPPE e successivamente ad ENRICO nel1926.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, Iscritta nell’Elenco Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: trinciato d’azzurro e d’oro, la banda di rosso, al merlo d’oro sulla banda con la testa ruotata sormontata da tre stelle d’argento. Alias: trinciato d’azzurro e d’oro, la banda di rosso, al merlo di nero sulla banda con la testa ruotata sormontata da tre stelle d’argento.

 

 

MESSANELLI

Titoli: marchese della Teana

Dimora: Napoli

Di origine Normanna, infeudata nel 1497 del paese di Teana in Basilicata. Con RR. LL. PP. (Regie Lettere Patenti) del 10 gennaio 1625 OTTAVIO fu creato marchese su detto feudo; tale riconosciuto titolo a RAFFAELE con Regio Rescritto del 6 ottobre 1851; il casato venne ricevuto nell’Ordine di Malta nel 1578; riconosciuto di antica nobiltà dalla Regia Commissione per l’ammissione nel Corpo delle Regie Guardie del Corpo nel 1849 in persona di ANTONIO, poi, quale maggiore del “1° Reggimento Ussari della Guardia Reale” insieme al cugino FERDINANDO, guardia a cavallo della “Compagnia delle Regie Guardie del Corpo”, parteciparono alla campagna del 1860/61 per la difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla croce di cinque fusi d’argento.

MESSIA de PRADO

Titoli: principe di Carovigno

Dimora: Napoli

Famiglia originaria della Spagna, detta Mexia e poi Mesia, proveniente dalla Galizia venne nel napoletano nel XVI secolo. Insignita degli Ordini di Malta e di Alcantara, del Grandato di Spagna di 1ª classe.

CONSALVO commendatore di Segura dell’Ordine di San Giacomo, signore di Santosimia, luogotenente ed amministratore dell’Ordine di San Giacomo nel 1422; AGOSTINO signore del castello di Anversa, cavaliere di San Giacomo, commendatore di Alhange, maestro di campo e generale in capo nelle Fiandre per re Filippo III di Spagna; FERDINANDO, fratello del precedente, portò la famiglia in Napoli nel 1581 da cui si ramificò la casata, consigliere del Consiglio Collaterale, “familiare e continuo commensale” di re Filippo II. Nel XVII secolo si estinse in essa la famiglia Prado con l’obbligo di posporre il cognome al loro. GIOVANNI consigliere di Stato e gentiluomo di camera del re Filippo IV; GIOVANNI ALFONSO luogotenente del Gran Camerario e reggente della Regia Cancelleria in Napoli nel 1603; RODRIGO consigliere del Consiglio Collaterale e della Camera di Santa Chiara in Napoli; don GIOVAN BATTISTA regio consigliere, assunse per “maritali nomine” il titolo di principe di Carovigno avendo sposato nel 1666 donna Maria Serra principessa di Carovigno.

Vivente nel XX secolo don GIOVANNI BATTISTA cavaliere dell’Ordine di Malta e principe di Carovigno. Esistono tutt’ora in Napoli monumenti del casato nelle seguenti chiese: San Giacomo degli Spagnoli, San Giorgio dei Genovesi, di Santa Maria del Parto in Posillipo.

Il casato è iscritto nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1933.

Arma: d’oro a tre fasce d’azzurro;

alias: inquartato nel primo e nel quarto d'oro a tre fasce d'azzurro (Messia), nel secondo e nel terzo di verde al leone al naturale (De Prado);

alias: inquartato nel primo e nel quarto d'oro a tre fasce d'azzurro (Messia), nel secondo e nel terzo di verde al leone di nero (De Prado).

Blasone Messia. Foto Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

 

 

 

 

MESSINA

Titoli: barone

Dimora: Palazzolo Acreide, Palermo, Malta

Capostipite della casa CORRADO, capo della guardia personale di re Pietro d’Aragona; nobili in Messina, Noto, Palermo. In Malta esiste un ramo del casato col titolo di barone di Grafi, Comichi, e di conte in persona di GIOVANNI e FRANCESCO nel 1902. Il ramo di Sicilia con GIOVANNI LUCA notaro del Regio Portulano con privilegio del 30 gennaio 1519; PIETRO con privilegio del 10 novembre 1539 nominato regio secreto in Noto; MICHELE con Decreto del 10 luglio 1548 “Credenziere” – tesoriere – della Gabella delle Carni in Noto, con privilegio del 29 maggio 1548 ottenne il titolo di “Regio Cavaliere” ed il riconoscimento dello stemma gentilizio; PIETRO ANTONIO cavaliere dell’Ordine di Malta nel 1567; STEFANO senatore in Palermo dal 1551 al 1575; GIUSEPPE iscritto nella Mastra Nobile del Mollica anni 1593/96 con privilegio del 16 luglio 1616 ottenne il titolo di “Don”; SALVATORE con R. D. del 28 giugno 1842 ottenne il titolo di barone. Appartengono a questa famiglia: PASQUALE, capitano del “3° Reggimento Fanteria di Linea Principe” che ha preso parte all’assedio di Messina capitolando nel marzo del 1861, ANTONIO maggiore del “11° Reggimento Fanteria di Linea Palermo”, proveniente dalla Scuola Militare della Nunziatella, partecipò anch’egli alla campagna del 1860 per la difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese, capitolando nel settembre 1860.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di rosso alla croce d’oro al mare d’argento - alias: troncato d’argento e di rosso al leone di nero e d’oro, tenente nella destra un bisante d’oro - alias: di rosso al leone al naturale movente in un mare d’azzurro, sostenente un’ancora di nero, sormontato da tre stelle d’oro.

 

 

MEZZACAPO

Titoli: marchese di Monterosso, nobili dei marchesi

Dimora: Napoli, Maiori, Malta

Originaria di Maiori iscritta a tra le sei più importanti famiglie del luogo, aggregata alla nobiltà della città di Scala nel 1569 e di Amalfi nel 1582, ricevuta nell’Ordine di Malta nel 1708 con ANDREA FILIPPO, nel Priorato dell’Ordine con GAETANO e GIOVANNI nel 1774; decorata del titolo di marchese di Monterosso nel 1788 per successione della famiglia Branner y Beck ed iscritta nel Registro di Malta. Riconosciuta ammissibile nella Compagnia delle Regie Guardie del Corpo nel 1847 in persona dei cugini FILIPPO (1822) capitano del “3° Reggimento Cacciatori della Guardia Reale”, e FILIPPO (1823) alfiere del “3° Reggimento Cacciatori della Guardia Reale” che hanno partecipato alla campagna del 1860/61 per la difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese. Il casato nel XXI secolo è rappresentato da ERCOLE.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: partito 1° di verde alla banda di rosso, accostata di sei gigli d’oro, al 2° d’argento ad una testa di moro bendata di rosso, 3° d’argento a tre bande di rosso.

 

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MEZZASALMA

Titoli: Nobile

Dimora: Messina

Di antica nobiltà nota dal XV secolo. NICOLO’ MARIA iscritto nella Mastra Nobile di Messina dal 1798 al 1807, deputato al Parlamento Siciliano nel 1815, segretario generale d’Intendenza, giudice della Gran Corte del Tribunale di Messina; FRANCESCO dichiarato nobile nella seconda metà del XIX secolo.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: partito d’azzurro e d’argento, al leone dell’uno e dell’altro, al capo d’oro all’aquila di nero.

MIALE

v. pagina dedicata di Pina Catino

 

MIANI

Titoli: conte

Dimora: Polignano

Famiglia di origine veneta, si stabilì in Puglia nel XVI secolo.

DOMENICO deputato al parlamento del Regno d’Italia, decorato del titolo di conte da S. M. il re d’Italia con R. D. del 2 dicembre 1884; NICOLA, figlio del precedente, titolo di conte nella prima metà del XX secolo.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’argento a tre fasce di rosso al capo d’azzurro, alla punta del miglio d’oro.

DE MICELI

Titoli: Signore di Tenatti, signore della Salina di Nicosia

Dimora: Palermo

Famiglia già nota dal XV secolo. PIETRO giudice della Corte Pretoriana dal 1745/6, acquistò dalla famiglia Diana il titolo di barone di San Lorenzo e della Salina di Nicosia con investitura del 9 agosto 1773; ANTONINO barone di Tenatti con privilegio del 23 ottobre 1799; ROSARIO il 28 giugno del 1805 ottenne l’investitura della Salina di Nicosia.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano 1922.

Arma: d’azzurro a due sbarre d’oro.

DE MICHELE

Titoli: barone del Grano, barone San Giuseppe, barone Villaurea, nobile dei baroni

Dimora: Palermo, Termini Imerese

Famiglia di antica nobiltà dal XV secolo; MICHELE investito del titolo di barone del Grano del 12 luglio 1793; IGNAZIO capitano di giustizia di Termini Imerese dal 1789/99; IGNAZIO giurato in Termini 1800/1; FRANCESCO, barone di San Giuseppe, con privilegio del 13 marzo 1799 ottenne la Signoria di Villaurea, poi baronia di San Giuseppe e Villaurea, ammesso tra i baroni del Parlamento del Regno di Sicilia; PIETRO con D. M. del 6 luglio 1899 ottenne il titolo di barone del Grano.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: fasciato d’oro e d’azzurro caricate da ventuno tortelli o bisanti dell’uno e dell’altro.

MICHELETTI

Titoli: patrizio di Aquila

Dimora: Napoli

Aggregata al Patriziato di Aquila nel XIV secolo.

LIONELLO e LUIGI, militi delle compagnie di ventura, combatterono valorosamente nel 1424 con le truppe di Giacomo Caldora, (n.d.a.- al servizio della regina Giovanna II d’Angiò, contro il capitano di ventura Braccio da Montone, condottiero al servizio di Alfonso d’Aragona, che si era recato ad assediare la città dell’Aquila e qui vi perdette la vita)

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla fascia d’oro in capo un pomo al naturale fogliato, in punta una rosa d’oro.

MICHEROUX

Titoli: nobile

Dimora: Napoli, Milano, Venezia

Di stirpe germanica, originaria di Manheim, prese il cognome dal Castello di Micheroux, (Mitchrou), posseduto dal casato nella regione vallone del Belgio della Soumagne. Vennero a Napoli quali ufficiali dei reggimenti valloni al seguito di Carlo III di Borbone nel 1734. Il casato si divide in due rami:

CARLO, (13 agosto 1773 - 24 ottobre 1830) barone di Micheroux, figlio di ANTONIO consigliere Palatino, ufficiale del “Reggimento Alemagna”, sposato con Tecla Mata y Magalires ebbe tre figli: GUSTAVO ADOLFO capitano del “3°Reggimento Cacciatori”; CAMILLO capitano del “3°Reggimento Dragoni Principe”; ANTONIO ALBERTO.

L'altro ramo fa capo ai fratelli GIUSEPPE e GIOVAN BATTISTA; il predetto Giuseppe (1713) colonnello del “Reggimento Hainault”, sposato con Maria Luisa Desjeau ebbe tre figli: GASPARE (1753-1819) cavaliere di Malta, brigadiere dell'Esercito del Regno di Napoli, non ebbe discendenza; ANTONIO (1755) sottobrigadiere del “Reggimento Real Ferdinando” nel 1771, cavaliere dell'Ordine Costantiniano, ministro del Regno di Napoli a Venezia, “Alter Ego” (sostituto plenipotenziario) di re Ferdinando nel 1799 nel contrastare l’effimera Repubblica Partenopea; DIODATO (1792). Dal predetto Giovan Battista discendono i rami di Napoli, Milano e Venezia, figlio: ANTONIO ALBERTO (1769) maresciallo di campo nel 1798.

Appartengono al casato i seguenti ufficiali che si distinsero nella campagna del 1860/61 contro l'invasione piemontese del Regno delle Due Sicilie:

ANTONIO (1820-1882) capitano del “1° Granatieri della Guardia Reale”, presente alla battaglia del Volturno del 1° ottobre 1860, in Santa Maria dove venne decorato della croce di diritto dell'Ordine di San Giorgio, a fine conflitto entrò nell'Esercito Italiano ma non fece carriera.

TOBIA (1808-1875) colonnello comandate del “1° Reggimento Fanteria di Linea Re” , buon soldato dotato di coraggio e senso del dovere, partecipò a tutti gli avvenimenti militari del conflitto, raggiunse Gaeta prendendo parte attiva alla sua difesa, capitolò con il resto dell'Esercito il 14 febbraio 1861.

Viventi nella prima metà del XX secolo,:GIOVAN BATTISTA (1875) console della Milizia, figlio: ALBERTO (1903); altro ramo ALBERTO (1848) ebbe tre figli: ALFONSO (1882), TERESA, ANTONIO ALBERTO.

Iscritta nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: nel 1° e nel 4° d'oro al leone rampante al naturale attraversato da tre fasce d'azzurro; al 2° e 3° d'argento a tre losanghe di rosso.

MIGLIARESE (1)

Titoli: patrizio di Pozzuoli

Dimora: Pozzuoli

Appartenente al patriziato di Pozzuoli sin dal XV secolo; riscritta in seguito con Regio Rescritto del 24 novembre 1858 in persona di GIUSEPPE. Riconosciuta di “nobiltà generosa” nel 1843 dalla Regia Commissione dei Titoli di Nobiltà del Regno delle Due Sicilie.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiana 1922.

Arma: d’azzurro ad un giglio d’oro.

MIGLIARESE (2)

Titoli: patrizio di Tropea

Dimora: Tropea

E’ un ramo della precedente famiglia, passata in Cosenza e poi a Tropea ed aggregata a quel Patriziato dal 1581; diede un sindaco alla Piazza dei Nobili di detta città; ANTONIO, illustre letterato, restaurò l’Accademia letteraria degli “Affaticati”, tradusse le favole di Fedro e delle opere di Omero. La famiglia iscritta nel Registro delle Piazze Chiuse. ALFONSO patrizio di Tropea nella prima metà del XX secolo.

Arma: d’oro a sette monti di verde sostenenti un leone di rosso linguellato d’azzurro.

MIGLIORINI

Titoli: marchese

Dimora: Palermo, Ercolano (Resina)

Iscritta nella Mastra Nobile di Messina nel 1798, diede vari personaggi illustri in alti uffici della magistratura, decorata con Regio Privilegio del 13 settembre 1806, in Palermo, del titolo di marchese in persona di FRANCESCO.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla pianta di miglio d’oro sormontata da tre stelle d’argento ordinate in capo.

MIGLIORINO

Titoli: barone di Scarpello

Dimora: Messina

Il Galluppi sostiene che provenga dalla famiglia Migliori di Firenze, con NICOLO’ Migliori, armatore dell’Armata Navale di re Martino in Sicilia; il figlio MARCANTONIO insignito del titolo di cavaliere dell’Ordine dello Speron d’Oro da re Alfonso nel 1440; nel 1403 LORENZO notaio pubblico in Siracusa; ANTONIO giudice in Calabria nel 1547; DIEGO negli Uffici Nobili di Messina dal 1621 al 1644; SCIPIONE giudice della Corte Straticoziale di Messina 1665/6; GIUSEPPE console nobile di mare e di terra, senatore di Messina 1727/8, con privilegio del 22 marzo 1717 ottenne la concessione di titolo di barone poi con R. D. del 26 settembre 1747 quello barone di Scarpello; SCIPIONE, barone con privilegio del 5 luglio 1749, senatore in Messina 1755/6; FRANCESCO consultore e governatore del Regno di Sicilia nel 1798, segretario di Stato di re Ferdinando IV di Borbone, ministro di giustizia e degli affari ecclesiastici, iscritto nella Mastra Nobile di Messina dal 1798 al 1807, decorato del titolo di marchese “ad personam” il 12 dicembre 1806; SCIPIONE, barone di Scarpello investitura del 8 dicembre 1808; ANTONINO e GIUSEPPE iscritti nella Mastra Nobile di Messina dal 1798 al 1803.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla pianta di miglio d’oro accostata da sei stelle poste tre a tre – alias: D’azzurro alla pianta di miglio d’oro di tre stelle d’argento ordinate al capo.

 

 

MILANO e MILANO FRANCO D’ARAGONA

Titoli: principe del S.R.I., Grandi di Spagna, patrizio napoletano, nobile dei principi di Ardore

Dimora: Napoli, Genova

Motto: “Utroque Coruscat”

Di origine ispanica della città di Valenza, le prime memorie certe in Spagna si hanno, nel XIII secolo, con GOFFREDO barone di Milan da cui trasse il nome la sua discendenza. Ha goduto nobiltà in Napoli, Polistena, Milano, Lucera, Monteleone, ed in Sicilia, ricevuta nell’Ordine di Malta dal 1472, insignita del Grandato di Spagna e dell’Ordine del Toson d’Oro (che rendeva familiare di casa reale) Venuta nel Regno di Napoli al tempo di re Alfonso I d’Aragona con AUXIA del Milà, nipote di papa Callisto III, cameriere di casa reale, che sposò Luisa d’Alagno, sorella della famosa Lucrezia, favorita del su menzionato re, ed iscritto al seggio di Nido, i suoi discendenti vennero detti Milà Alagno, Milagno e poi Milano.

Il casato iscritto nel Libro d’Oro della Nobiltà Napoletana, il ramo della famiglia Franco marchesi di Postiglione si estinse con Placida maritata con GIOVANNI Milano, marchese di San Giorgio, nel 1637 che ne aggiunsero il cognome e ne ereditarono i titoli nobiliari, aggiungendovi in seguito anche quello d’Aragona per il matrimonio di GIACOMO con Eleonora d’Aragona, figlia di Alfonso duca di Villahermosa, fratello di re Ferdinando il Cattolico, ed inserendo nello stemma di famiglia, nelle mani del leone, le armi d’Aragona e de Ducato di Calabria, diventando così questo ramo: Milano Franco d’Aragona.

Il casato ottenne anche il titolo di duca di San Paolo per successione della famiglia Mastrilli nel XVIII secolo.

GIOVANNI sposò Caterina Borgia sorella del papa Callisto III; LUIGI, figlio dei precedenti Giovanni e Caterina, nipote di papa Callisto III, creato cardinale nel 1455 e legato pontificio in Bologna; MATTEO regio cameriere e capitano di giustizia di Lentini per il re Alfonso I d’Aragona; PIETRO e GIOVANNI senatori in Palermo nel 1480; All’interno della chiesa di San Domenico Maggiore in Napoli vi è la cappella di juspatronato della famiglia edificata nel XVII secolo; ALFONSO cubiculario (cameriere personale) di re Ferdinando il Cattolico; BALDASSARRE primo cameriere e capitano delle Guardie del duca di Calabria nel 1571; CESARE priore della Chiesa di San Giovanni a Mare in Napoli, balì dell’Ordine Gerosolimitano nel 1574; GIOVANNI GIACOMO (1675-1740) principe di Ardore con privilegio del 1702, e del S.R.I. con privilegio del 7 maggio 1731, titoli in successione a tutti i primogeniti in linea, marchese di San Giorgio di Polistena, gentiluomo di camera di re Carlo di Borbone; SCIPIONE membro dell’accademia letteraria di San Pietro a Maiella in Napoli; FRANCESCO maggiordomo di settimana, tenente generale comandante la Real Piazza di Gaeta, commendatore dell’Ordine di San Giorgio della Riunione; GIOVANNI principe d’Ardore e del S.R.I., marchese di San Giorgio di Polistena, conte di Mazzalaves, gentiluomo di camera di re Ferdinando II e di Francesco II di Borbone, cavaliere del prestigioso Ordine di San Gennaro e soprintendente “dell’Educandato dei Miracoli”. LUIGI (Napoli 1802-1884) di Francesco e di Marianna Filangieri, Guardia del Corpo a Cavallo, fu tra le guardie che seguirono fedelmente re Francesco II di Borbone a Gaeta e gli rimase accanto fino alla capitolazione della piazzaforte avvenuta il 14 febbraio 1861, non entrò nell'Esercito Piemontese. GIOVANNI (Napoli 1830-1893) secondo tenente del "2° Reggimento Granatieri della Guardia Reale" partecipò alla campagna di difesa del Regno dall'invasione piemontese, presente alla battaglia del Volturno del 1° ottobre, il suo reparto venne sciolto nel dicembre del 1860 in territorio dello Stato Pontificio, non entrò nell'Esercito Piemontese.

Rappresentanti della famiglia a cavallo del XIX e XX secolo: FRANCESCO principe d’Ardore e del S.R.I., marchese di San Giorgio di Polistena; GIUSEPPE duca conte di Santopaolo e dei summenzionati titoli, con lui si estinse il ramo principale, titoli che passarono al duca Nicola Riario Sforza figlio della sorella GIULIA, mentre al ramo cadetto andarono i titoli di principe del S.R.I. e patrizio napoletano in persona di PIETRO (1853-1942) presidente della Corte di Cassazione, senatore del Regno d’Italia, procuratore del Tribunale di Milano nel 1895, gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia, gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro; il cugino PIETRO titolato di nobile dei principi di Ardore.

Il casato iscritto nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922 e nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana

Arma: d’oro al leone di rosso tenente con la branca destra uno scudetto con inquartate le armi d’Aragona e del ducato di Calabria;

alias: in persona di PIETRO: partito: a destra d'oro al leone di rosso, coronato del campo, tenente abbrancato uno scudetto coronato d'oro ed inquartato nel primo e nel quarto di rosso alla croce d'argento; nel secondo e terzo d'argento a due pali di rosso; a sinistra troncato: sopra d'argento al leone di nero nascente, sotto rombeggiato d'argento e rosso (R.D. di Riconoscimento del 7 maggio 1918 in persona di PIETRO).

Sen. Pietro Milano Franco d'Aragona. A.S. Senato

 

Cappella Milano, chiesa di San Domenico Maggiore, Napoli. Foto Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

Domenico Milano, chiesa di San Domenico Maggiore. Foto Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

Giacomo Milano, chiesa di San Domenico Maggiore. Foto Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

Blasone Milano inquartato con altre famiglie nobili napoletane. Foto Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

Blasone Milano. Foto Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

Blasone Milano Franco d'Aragona in persona di Pietro

MILETI

Titoli: patrizio di Amantea

Dimora: Amantea

Originaria di Amantea, nota dal XV secolo, aggregata nel 1690 alla Piazza Nobile di detta città.

FRANCESCO patrizio di Amantea nella prima metà del XX secolo.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al pino sulla campagna di verde con un uccello al naturale accompagnato in capo da tre stelle d’oro in banda.

MILITELLO

Titoli: barone di Castagna, nobili dei baroni

Dimora: Palermo, Castrogiovanni

Famiglia nota dal XV secolo. BARTOLOMEO acquistò il feudo di Castagna con relativa investitura del 21 agosto 1664, con privilegio del 20 agosto 1666 ottenne la nomina di barone di Castagna; GIUSEPPE barone di Castagna con privilegio del 29 gennaio 1684; GIACOMO giudice tribunale della regia udienza di Messina nel 1705; CALOGERO, barone di Castagna con privilegio del 25 febbraio 1742, capitano di giustizia di Nicosia 1761/71; FRANCESCO, barone di Castagna, senatore di Nicosia 1805/6, capitano di giustizia 1792/3; ENRICO iscritto col titolo di barone di Castagna nell’Elenco definitivo delle famiglie Nobili Siciliane.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano 1922.

Arma: non reperita

 

MILO

Titoli: Marchese di Campobianco, barone di Salina e di Trapani

Dimora: Marsala, Mazzara del Vallo

GUARNERO nel 1403 aveva la carica di portulanotto dei porti e marine di Castellammare del Golfo; ANDREA ottenne da re Alfonso la salina di Trapani nella Marina di San Teodoro detta di Milo; BARTOLOMEO barone di Salina di Milo con nomina del 1 febbraio 1631, senatore di Trapani 1643/4, 1662/3 e 1671/2, capitano di giustizia 1665/7; VINCENZO giurato in Mazzara 1706/7; FRANCESCO acquistò da DIEGO Sansone la baronia di Campobianco con investitura del 15 marzo 1698 e con privilegio del 9 maggio 1733 il titolo di marchese; VINCENZO vice ammiraglio della “corte Almirantica” (Regio Comando dell’Ammiragliato) di Marsala e FRANCESCO sindaco di Marsala iscritti nella Nobiltà di detta città nel 1759; FRANCESCO marchese in data 4 novembre 1761, cavaliere dell’Ordine Costantiniano nel 1771, capitano di giustizia in Mazzara nel 1795; IGNAZIO il 7 settembre 1803 giurò come maestro notaro della Corte Civile di Mazzara; ROCCO senatore di Mazzara 1812/13; CESARE colonnello dell’Esercito delle Due Sicilie nel 1824; DOMENICO, proveniente dalla Scuola Militare della Nunziatella, capitano di 1^ classe del “Real Corpo del Genio”, GIOVANNI 1° tenente e FRANCESCO 2° tenente del “11 Reggimento fanteria di Linea Palermo” parteciparono alla difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese nella campagna del 1860/61.

VINCENZO signore della Salina di Infelsa nella prima metà del XX secolo.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla banda sostenente un leone inleopardito coronato, il tutto d’argento.

MILONE

Titoli: barone di Aliminusa, signore di Mendolazza.

Dimora: Palermo

ANTONINO con privilegio del 17 dicembre 1722 ottenne il titolo di barone di Sant’Elia; EMANUELE acquistò i feudi di Aliminusa e Mendolazza in data 9 agosto 1796; ANGELO investito di detti feudi il 6 gennaio 1813. Con Decreto del Capo di Governo del 1927 i titoli di barone di Aliminusa e Signore di Mendolazza vennero riconosciuti in persona di LUIGI.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobilità Italiana e iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’oro al melone di verde aperto di rosso, seminato di nero.

MILONE (di Sant’Elia)

Titoli: nobile col predicato di Sant’Elia

Dimora: Palermo, Genova

Possedettero terre in Sicilia e Sardegna; ad ANTONINO CESARE venne conferito la baronia e contea di Sant’Elia il 15 maggio 1552, titolo rinnovato alla famiglia il 17 dicembre 1772 dal Vicerè di Sicilia. Furono amministratori della fondazione “Ajroli” con riconoscimento della Real Corte Pretoriale di Palermo del 26 marzo 1619 e successiva approvazione del 28 maggio 1624; TITO ANNIO, letterato e giornalista, ufficiale del Regio Esercito Italiano, medaglia di benemerenza per “Propaganda e Stampa”, insignito di alte onorificenze nazionali, reduce della 1a guerra mondiale, con R. D. del 29 giugno 1933 e dell’8 marzo 1934 riconosciutogli il titolo di nobile col predicato di Sant’Elia.

Iscritta nel Libro d’oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare anno 1922.

Arma: troncato d’oro e d’azzurro alla torre di rosso, fondata di verde, sinistrata dal leone al naturale, la torre sormontata da un melone di verde, aperto di rosso e alle sementi di nero.

MINERVINI

Titoli: nobile

Dimora: Napoli, Cosenza

Originaria di Mormanno (Cosenza) nota dal XV secolo. Riconosciuta con RR. LL. PP. (Regie Lettere Patenti) del 13 novembre 1898 del titolo di nobile in persona di FRANCESCO.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: partito 1° d’azzurro al leone d’oro, 2° d’argento al ramoscello di quercia sostenente una civetta al naturale.

MINNECI ALBAMONTE

Titoli: signore di Savuco e di Rodichello, barone

Dimora: Palermo, Roma

Sono un ramo degli Albamonte Siciliano, discendenti di Ettore Fieramosca. Iscritti nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Nobiliare Italiano anno 1922; VINCENZO con autorizzazione tramite RR. LL. PP. del 12 febbraio 1928 ottenne il titolo di barone e con conseguente concessione Reale del 5 luglio 1928.

Arma: partito 1° di rosso al sole nascente da un monte d’argento uscente, 2° d’azzurro a quindici mezzelune d’argento.

MIRA

Titoli: marchese di San Giacinto

Dimora: Palermo

GERARDO capitano di giustizia in Salemi dal 1539 al 1540; MARTINO vescovo di Cefalù nel XVII secolo; GIUSEPPE governatore della “Tavola Numeraria” (banca) di Palermo nel 1698, senatore 1700/1, governatore del Monte di Pietà 1701/2: NICOLÒ giudice della corte pretoriana di Palermo 1699/1705, giudice del tribunale del Concistoro 1716, presidente nel 1743; STEFANO giudice pretoriano di Palermo 1682/3, giudice gran corte civile del Regno 1685/87, avvocato fiscale del Regio Patrimonio 1700, dal matrimonio con Flavia Valdibella acquisì il titolo di marchese di San Giacinto; MELCHIORRE, marchese di San Giacinto, barone della tonnara di Sciacca il 27 marzo 1733, governatore del Monte di Pietà di Palermo 1759/64.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla colonna a base d’oro sormontata da una mira d’argento.

MIRABELLI e MIRABELLI CENTURIONE

Titoli: nobile, nobile di Amantea

Dimora: Amantea, Napoli, Palermo

Si crede sia originaria di Mirabello con TRASMONDO signore del castello di Mirabello, come riferisce il Candida, mentre altri credono discenda da ANTONIO Mirabel d’origine francese, coppiere della regina Eleonora stabilitosi in Sicilia. Il casato ricevuto nel S. M. O. di Malta nel 1706 con FORTUNATO, nel 1798 con ANTONIO, nel S. M. O. Costantiniano nel 1816 con ROBERTO col titolo di maresciallo professo; SAVERIO comandante della fortezza di Messina nel 1782, il quale sposò la nobile Maria Centurione ed aggiunse al proprio cognome quello della consorte, il figlio PASQUALE cavaliere di giustizia dell’Ordine Costantiniano il 20 marzo 1852, intendente della Provincia di Avellino. Il ramo Mirabella Centurione è rappresentato da FILIPPO, il ramo Mirabella da ROBERTO deputato al parlamento del Regno d’Italia, viventi nella prima metà del XX secolo.

Arma: d’azzurro alla sirena con due code al naturale, al mare d’argento al capo fasciato di rosso caricata da tre stelle d’oro.

MIRABELLI (2)

Titoli: conte

Dimora: Napoli

Nota dal XVI secolo, ha dato vari personaggi negli alti uffici della magistratura, decorata con R. D. del 3 giugno 1892 e con RR.LL.PP. (Regie Lettere Patenti) del 25 luglio 1892 del titolo di conte in persona del presidente della Corte di Cassazione GIUSEPPE (1817-1901) senatore del Regno d’Italia, socio dell'Accademia Pontiniana di Napoli, gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia, gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro; GENNARO conte nella prima metà del XX secolo.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana e nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano 1922.

Arma: di rosso al pino di verde, sinistrato al leone al naturale, accompagnato da un sole d’oro uscente dal cantone destro.

Sen. Giuseppe Mirabelli. A.S.Senato

MIRAGLIA

Titoli: conte

Dimora: Napoli

In riconoscimento degli alti servigi resi alla nazione e alle sorti del Banco di Napoli al commendator NICOLA (1835-1928), dirigente della Direzione Generale dell'Agricoltura, direttore generale del Banco di Napoli dal 1896, membro dell'Ente Case Popolari, dell'Istituto di Incoraggiamento, venne riconosciuto con R.D. del 9 maggio 1926motu proprio” dal re Vittorio Emanuele III il titolo di conte, trasmissibile al maschi primogeniti. Esiste tutt’ora in Napoli una piazza dedicata alla sua persona. MICHELE, ufficiale del Regio Esercito delle Due Sicilie, ha partecipato alla campagna del 1860/61 contro l’invasione piemontese del Regno; GIUSEPPE ufficiale della Regia Aviazione Navale, decorato di medaglia d'argento al valor militare, partecipò al "raid aereo" di Gabriele D'Annunzio su Venezia nel 1915, morto prematuramente per un incidente aereo il 21 dicembre dello stesso anno; LUIGI ammiraglio di Squadra, aiutante del re Vittorio Emanuele III fino al 1934, nominato senatore del Regno nel 1938; CARLO, insignito del titolo di conte, (†1975); attuale rappresentante nel XXI secolo è RAIMONDO (1975).

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di rosso a due leoni affrontanti controrampanti d’oro, sostenenti uno specchio ovale sopra un sostegno d’oro.

Nicola Miraglia. Foto Comune di Napoli Archivio Storico Municipale, clicca per ingrandire

 

 

 

 

 

DE MIRANDA

Titoli: nobile

Dimora: Ariano di Puglia, Napoli

Di origine spagnola proveniente dalla città di Oviedo, nota dal XV secolo, riconosciuta nobile con D. M. dell’8 dicembre 1918. MAURIZIO capitano del “9° Reggimento Fanteria di Linea Puglia” partecipò alla difesa del Regno delle Due Sicilie nella campagna del 1860, presente alla difesa di Palermo, capitolò col suo reparto a Capua nel novembre del 1860; FILIPPO titolato di nobile nella prima metà del XX secolo.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare anno 1922.

Arma: d’azzurro alla fenice al naturale mirante il sole in angolo destro, sulla sua immortalità di rosso.

MIRELLI

Titoli: principe di Teora, marchese di Calitri, nobile dei principi di Teora e dei marchesi di Calitri.

Dimora: Napoli

Originaria di Genova, passata nel Regno di Napoli nel XIII secolo, ebbe il feudo di Sant’Antimo, l’ultimo intestatario fu GIUSEPPE MARIA il 7 settembre 1796;il casato ottenne la giurisdizione (il diritto legislativo) sulla terra di San Menna; aggregata al Patriziato di Benevento e alla nobiltà di Viterbo, ricevuta nel S. M. O. di Malta nel 1703 in persona di ERBERTO, balio di Venosa, ed iscritta al Registro delle Famiglie dei Cavalieri di Giustizia nelle prove della discendenza da SIGISMONDO vivente nel 1423. Decorata del titolo di principe di Teora nel 1689 in persona di FRANCESCO MARIA dall’imperatore Carlo II d’Asburgo, e per successione di casa Carafa investita del titolo di marchese di Calitri dal 1682. I titoli vennero riconosciuti con Regi Rescritti del 5 marzo 1843 e del 15 maggio 1858.

n.d.a.: E’ nota a Napoli via “Arco Mirelli” strada che da corso Vittorio Emanuele scende verso la Riviera di Chiaia, deriva il toponimo da un arco che congiungeva palazzo Mirelli con palazzo Bovino ex sede del Consolato Francese.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare anno 1922.

Arma: d’azzurro al leone d’oro coronato del medesimo, tenente nella branca destra un mazzetto di fragole.

 

Palazzo Mirelli, Napoli. Progetto della facciata. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

DE MIRO

Titoli: marchese di Aieta, nobile dei duchi di Colle Corvino, patrizio di Sorrento

Dimora: Napoli, Sorrento, Gragnano

Originaria di Gragnano, ascritta al Patriziato di Sorrento. GASPARE giustiziere delle Calabrie nel 1262; VINCENZO reggente del Consiglio Collaterale ( organo di controllo fiscale, amministrativo e militare del Viceregno) con l’imperatore Carlo VI. Il casato edificò la chiesa di Sant’Angelo ed il convento di San Nicola – detto Miro – in Gragnano. Il ramo primogenito si estinse nel XVIII secolo ed era decorato del titolo di duca di Colle Corvino dal 1680; la linea secondogenita per successione della famiglia Cosentino venne decorata dal titolo di marchese di Aieta con D. M. del 15 aprile 1898.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di rosso al leone d’oro al capo d’azzurro, addestrato e sinistrato da tre torri d’argento.

 

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