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I casati del Sud
di
Ciro La Rosa
La Rosa
ME-MI
De MEDICI
d'Ottajano
Titoli:
principe di Ottajano (Ottaviano), duca di Sarno, duca di Miranda,
col predicato di Venafro, di Filignano e di Valle, patrizi
napoletani, ramo secondogenito: nobili dei principi di
Ottaiano, nobili dei duchi di Sarno, marchese di Acquaviva e di
Fornello, patrizi napoletani, col predicato di Colle
Dimora:
Napoli,
Torino
Il casato è un
ramo della gloriosa famiglia fiorentina iscritta in Firenze nel
“Libro dei Priori” dal 1291, che ha dato otto principi alla Toscana,
due regine e tre papi: Leone X, Clemente VII, Leone XI (N.d.A.:
i Medici d’Ottaiano aggiunsero, nel
capo del loro stemma, il gonfalone d'oro con le chiavi su sfondo
azzurro. Il gonfalone, detto anche padiglione o ombrellino, è
aggiunto, quasi sempre, nelle insegne araldiche dalle famiglie che
hanno dato un Papa alla Chiesa).
I due rami
presenti nel napoletano provengono da GIULIANO figlio di GIOVANNI
(-1377) padre di un'altro GIULIANO da cui i marchesi di Castellina e
di ANTONIO da cui i principi di Ottaiano.
I marchesi di
Castellina
aggiunsero il cognome Tornaquinci per il matrimonio di FRANCESCO con
Margherita Tornaquinci dama d'onore del Granduca di Toscana,
ottennero nel Regno di Napoli il titolo di marchese di Sant'Angelo
in Grotte (Molise) in persona del balì RAFFAELLO con diploma
concesso dal re Filippo di Spagna in data
12 giugno 1625 ed
in successione al figlio GIOVANNI con diploma in data 28 febbraio
1640 reso esecutivo nel Regno di Sicilia; questo ramo era
rappresentato nel XX secolo dai Medici Tornaquinci di Firenze ed
iscritto nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana e nell'Elenco
Nobiliare Italiano del 1922 col titolo di marchese della Castellina
e patrizio fiorentino nelle persone di: ALFONSO COSIMO e GIOVANNI.
I principi di
Ottaiano il primo che venne nel napoletano fu BERNARDETTO che
acquistò la terra di Ottaiano (oggi Ottaviano provincia di Napoli)
nel XVI secolo da Cesare Gonzaga, insieme al fratello OTTAVIANO e da
quest’ultimo il figlio ALESSANDRO, nato 11 giugno 1556, cavaliere di
Santo Stefano, vescovo di Firenze ed eletto papa il 1 aprile 1605
col nome di Leone XI. La Linea di ANTONIO passò nel Regno di Napoli
nel 1565 con OTTAVIANO di LORENZO ed iscritta nei “Cedolari” col
possesso del feudo di Ottaiano col nome di “Medici del Granduca”; ed
ottennero sul feudo predetto il titolo di principe nel 1600. Il
casato venne iscritto nel 1608 al Monte Manso ed aggregato al
Patriziato Napoletano al seggio di Capuana nel 1686, duca di Sarno
nel 1695, duca di Miranda titolo che passò in casa de Medici
a seguito del matrimonio celebrato nel 1822
tra
Giuseppe (Napoli,1803-1874), principe di Ottaiano e duca di
Sarno, e Anna Maria Gaetani dell’Aquila d’Aragona
(1801-1850), duchessa di Miranda.
Bottone con lo stemma De' Medici (intorno allo
stemma c'è il collare dell'ordine di San Gennaro), clicca sull'immagini per ingrandirle.
Pregevolissima fattura di Lorenzo Taglioni, che aveva la
sua officina in via Nardones 55 Napoli. Lorenzo Taglioni
fu il fabbricante di bottoni che nel periodo compreso
tra il 1830 e il 1834 mise i suoi macchinari a
disposizione del re per la coniazione della celebre
serie di
medaglie degli uomini illustri delle Due Sicilie |
Il personaggio più
significativo del ramo dei principi di Ottaiano fu il cavalier LUIGI
ministro di Casa Borbone (Napoli 22 aprile 1759-Madrid 25 gennaio
1830), figlio cadetto del V principe di
Ottaiano e duca di Sarno, giurista e uomo politico che visse e operò
tra i periodi più significativi ed incisivi del Regno di Napoli, tra
la fine dell'attività riformatrice e la svolta conservatrice e dell'Acton
fino alla nascita del Regno delle Due Sicilie nel 1816. Amico di
Gaetano Filangieri, Melchiorre Delfico, Mario Pagano. Nel 1783
divenne reggente della Gran Corte della Vicaria, incarico che gli
conferì la guida della Polizia Urbana e della Corte
Criminale, incarico che resse dal 1793 fino alla sua
morte. "Primo accademico protettore" dell'Accademia di chimica e
matematica fondata nel 1790 da Annibale Giordano e Carlo
Laumberg. Venne coinvolto nel febbraio del 1795 nella repressione
antigiacobina dell'Acton, imprigionato a Gaeta dove rimase fino al
1798 quando, in seguito al processo, la magistratura ne riconobbe
l'innocenza. Rimase da parte durante il periodo della Repubblica
Napoletana del 1799, ma venne arrestato dai giacobini nell'aprile
dello stesso anno; liberato con la prima restaurazione borbonica.
Nel 1803 fu nominato Ferdinando IV presidente del Consiglio delle
Finanze Reali, nell'aprile del 1804 nominato direttore della
Segreteria di Stato. Con il nuovo arrivo dei francesi nel 1806,
seguì i Borbone in Sicilia. Nel 1811 andò in esilio a Londra,
essendosi scontrato con il parlamento Siciliano. Con la
Restaurazione borbonica del 1815, fu la figura più carismatica del
nuovo governo, nominato ministro delle finanze, rappresentò il Regno
di Napoli al Congresso di Vienna e nel giugno 1816, per l'appoggio
della regina Maria Carolina, nominato Presidente del consiglio dei
Ministri. Gestì eccellentemente la “Restaurazione” nel Regno
di Napoli, conservando in parte la legislazione francese;fu
l’artefice dell'atto di annessione della Sicilia, dando così origine
al nuovo “Regno delle Due Sicilie”; firmò il concordato fra la Stato
Pontificio e il Regno delle Due Sicilie nel febbraio del 1818;
mantenne un atteggiamento tollerante nei confronti della Carboneria.
Il 9 luglio del 1820 dovette cedere la guida del governo per gli
avvenimenti dei moti costituzionali. Luigi tornò alla presidenza del
consiglio nel giugno1822 per voler del principe di Metternich che,
impose a Ferdinando I il ritorno del de Medici, primo ministro fino
al giorno della sua morte. La gestione amministrativa e governativa
operata dal de Medici è giudicata complessivamente in modo positivo
dagli storici attuali per la relativa moderazione e la sua politica
economica basata al risanamento delle finanze ed al potenziamento
della flotta mercantile del Reame.
Il ramo dei principi di Ottaiano insignito del Grandato di
Spagna di prima classe, dell'Ordine di San Gennaro e dell'Ordine di
San Ferdinando e del Merito, iscritto nel Libro d'Oro della Nobiltà
Italiana, iscritto nell'Elenco Nobiliare Ufficiale anno 1922. Il
ramo secondogenito, discendente da ALESSANDRO (1777-1843),
maresciallo di campo dell'Esercito Napoletano, il quale per
successione della casa Carmignano ottenne il titolo di marchese di
Fornello e di Acquaviva e del predicato di Colle, venne riconosciuti
in tali titoli con RR.LL.PP. (Regie Lettere Patenti) del
4 giugno 1899. L'ultimo principe di Ottajano fu GIUSEPPE (1843-1894)
che non ebbe figli maschi ed il patrimonio passò alle sorelle. Il
ramo che subentrò nei titoli è quello secondogenito che discende da
MARINO (1774-1825). Il rappresentante attuale della famiglia in
Napoli è GIOVAN BATTISTA, duca di Sarno nato nel 1939, figli
GIULIANO, LORENZO e ALESSANDRO.
Arma:
d'oro a cinque palle di rosso disposte 2,2,1 sormontate da una palla
più grande d'azzurro caricata di tre gigli del campo, al capo
d'azzurro caricato del gonfalone pontificio d'oro.
Palazzo Miranda o de Medici di Ottajano
I primi
proprietari dell’immobile, sito in Napoli in via Chiaia, furono i
coniugi don Ferdinando Caracciolo di Torella e donna Gaetana
Caracciolo d'Avellino, duchessa di Miranda e, per tal motivo, è
conosciuto anche sotto il nome di Palazzo Miranda, ed anche perché
il titolo venne acquisito “maritali nomine” da Giuseppe de
Medici nel 1822 per il matrimonio con Anna Maria Caetani dell’Aquila
d’Aragona duchessa di Miranda. Il palazzo venne costruito, a fine
del XVIII secolo su disegno di Carlo Vanvitelli, di cui si ammira lo
scalone, e da Pompeo Schiattarelli. Il palazzo fu modificato nel
1830 e nel 1842 con la costruzione del terzo piano, i lavori di
decorazione interna furono diretti da Fausto Nicolini, storico
dell'arte. Oggi è frazionato tra vari
proprietari.
Castello de Medici di Ottaviano
Venne costruito
nel XII secolo quale fortilizio normanno destinato al controllo
della pianura nolana e di una strada di importanza commerciale. Nel
1085 il Castello ospitò papa Gregorio VII, nel 1304 fu distrutto da
Carlo D'Angiò, ma venne ricostruito di sana pianta nel 1567 da
BERNARDETTO de' Medici, che lo acquistò per 50.000 ducati da Cesare
Gonzaga. GIUSEPPE I, personaggio più significativo della Napoli
vicereale del secolo XVII e del potere spagnolo, lo trasformò da
fortezza in “residenza di campagna"; Giuseppe II diede al "castello"
la forma che ancora oggi possiamo ammirare. Vi operarono al suo
abbellimento gli allievi della scuola del Sanfelice e di Luca
Vecchione, è loro la facciata esterna con una serie di finestroni,
mentre sulla facciata interna conservarono la severità e la
struttura monumentale aragonese. Le numerose stanze furono
affrescate dal Mozzillo su commissione del principe Giuseppe III.
Nel 1892 vi soggiornò Gabriele D'Annunzio. Nel 1970 venne acquistato
da Raffaele Cutolo capo dell’organizzazione criminale “la nuova
camorra organizzata”, nel 1991 il castello fu sequestrato dal
Tribunale Antimafia ed acquisito ai beni dello Stato. Per opera dell'Amministrazione Comunale di Ottaviano e del Ministero
dell'Ambiente, il Castello è ora sede e centro di ricerca del Parco
Nazionale del Vesuvio, ed attualmente, gli spazi aperti sono
utilizzati per la realizzazione di manifestazioni ed eventi
culturali, artistici e turistici. |
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Luigi
De Medici. Archivio Ciro La Rosa, |
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MELACRINO
Titoli:
Nobile
Dimora:
Reggio Calabria
Originaria di Reggio Calabria, nota dal XVI secolo, ha dato vari
personaggi di toga ed ecclesiastici.
Riconosciuta nobile con D.M. del 7 giugno 1900.
Iscritta nell’Elenco Nobiliare Italiano 1922.
Arma:
d’azzurro al melo fruttato sulla campagna erbosa, sostenuto da un
leoncino di tre stelle il tutto d’oro. |
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MELAZZO o
MILAZZO
Titoli:
Barone di San Giorgio, col privilegio del “Don”
Dimora:
Palermo, Messina
ANTONIO giurato in Caltagirone dal 1447 al 1493; NICCOLO’ stessa
carica 1500/1; GIACOMO senatore in Palermo 1500/1 e 1504/5; TOMMASO
e GIACOMO annotati nella Mastra Nobile del Mollica; ANTONINO alfiere
(sottotenente) della Milizia dei cavalli di San Filippo con
privilegio del 16 gennaio 1621, ottenne il privilegio del “Don” per
se e per i suoi discendenti; ONOFRIO ebbe la concessione del titolo
di barone di San Giorgio con privilegio del 20 dicembre 1765; titolo
poi riconosciuto a LEOPOLDO con decreto del Capo del Governo il 25
giugno 1927; EMANUELE 2° tenente del “1° Reggimento fanteria di
Linea Re” partecipò alla campagna del 1860 /61 per la difesa del
Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese, presente alla
battaglia di Macerone dove venne fatto prigioniero.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro alla torre merlata di tre pezzi d’oro finestrata di nero,
alla campagna al naturale, sinistrata al leone controrampante con
sei stelle d’oro. |
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MELFI
Titoli:
barone di Santa Maria, nobile dei baroni
Dimora:
Chiaramonte, Scicli
Originaria del Napoletano, passata in Sicilia con ANTONIO GIUSEPPE
che ebbe la carica di “capitano delle armi di guerra” in Scicli nel
1456; FRANCESCO regio luogotenente nell’Ufficio di Regio Maestro
Secreto con privilegio del 26 aprile 1572, “regio cavaliere”,
proconservatore in Scicli 1588; NICOLO’ stessa carica dal 1575 al
1586: SANTORO francescano e missionario in India nel 1692; FRANCESCO
per contratto matrimoniale con Giovanna Mulè del 15 agosto 1660 si
trasferì in Chiaromonte Gulfi; GIOVAN BATTISTA capitano di giustizia
nel 1708; NUNZIO dottore in giurisprudenza capitano di giustizia nel
1776, acquistò da Giuseppe Biazzo il titolo di barone di Santa Maria
con Dispaccio Patrimoniale del 17 giugno 1779; ROSA badessa di Santa
Caterina in Chiaromonte e poetessa; NUNZIO sindaco di Chiaromonte
dal 1831 al 1833, presidente della Municipalità di Chiaramonte nel
1848; BONAVENTURA sindaco di Chiaramonte 1838; in persona di CORRADO
venne riconosciuto il titolo di barone di Santa Maria con diritto di
primogenitura con decreto ministeriale del 19 ottobre 1900
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
partito 1° d’azzurro alla fascia accompagnata da tre stelle, in
punta uno scorpione il tutto d’oro, 2° di rosso alla fascia
abbassata sostenente un agnello pasquale con la croce banderuolata
d’azzurro, accompagnata in punta da due stelle il tutto d’argento. |
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MELISSARI
Titoli:
nobile
Dimora:
Napoli
Di antica nobiltà nota dal XV secolo, ricevuta nell’Ordine di Malta
dal 1583 in persona di GIOVANNI; ANTONIO 1° tenente del “1°
Battaglione Cacciatori” ha partecipato alla campagna del 1860 per la
difesa del Regno delle Due Sicilie, presente alla battaglia del
Volturno del 1° ottobre; DIEGO riconosciuto nobile con Decreto
Presidenziale del 3 settembre 1926.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Foto Giuseppe Chirico,
clicca sulle immagini per ingrandire |
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Arma:
d’azzurro alla rovere d’oro accompagnata da una stella d’oro nel
cantone sinistro, addestrata alla torre al naturale sinistrata al
cinghiale di nero, terrazzato di verde
alias:
d’azzurro alla quercia al naturale nel terreno di verde addestrata
alla torre al naturale con una stella d’oro, al cinghiale al
naturale. |
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MELISURGO
Vedi rubrica "Le
Famiglie Greco-Albanesi del Sud Italia"
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MELODIA
Titoli:
barone
Dimora:
Altamura
Antica famiglia di Altamura, fin dal XIII secolo ricoprì la carica
di “iudex civitatis Altamurae” prime memorie registrate alla
Curia di Altamura il 19 giugno 1283 e 14 giugno 1298 e negli anni a
seguire, ultima menzione 28 ottobre 1409 con ANGELO “giudice
annuale”.
LEONE senior e LEONE junior sindaci dei Nobili
rispettivamente nel 1390 e 1482. Il casato diede vari sindaci, camerlinghi, eletti nobili all’Università di Altamura.
FRANCESCO con
Regio Assenso del 17 marzo 1590 investito del feudo di San Pietro in Melicozza comprensivo del castello che rimase in famiglia sino al
1698; il capitano MARIO ebbe la concessione dal duca di Parma il 27
aprile 1644 il castello di Uggiano in Otranto; MARIO junior con
Regio Assenso del 1748 ottenne l’investitura da Carlo di Borbone del
feudo di Camporeale in Abruzzo; passata per “giustizia” nell’Ordine
di Malta; con RR.LL.PP. (Regie Lettere Patenti) del 1912 e 1924
venne concesso a NICOLA (1840-1929, v. seguito) il titolo di barone trasmissibile ai figli
maschi primogeniti.
NICOLA (1840-1929), segretario particolare di Camillo Benso di
Cavour, ministro del Regno d’Italia, senatore del
Regno, ex vice presidente del Senato, deputato al Parlamento,
cavaliere di Gran Croce, del Gran Cordone dei SS. Maurizio e
Lazzaro, della Corona d’Italia, tenente colonnello di fanteria del
Regio Esercito.
TOMMASO commendatore della Corona d’Italia, sindaco
d’Altamura nella prima metà del XX secolo.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro alla fascia di rosso orlata e carica di un leopardo al
capo di una stella il tutto d’oro. |
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Sen. Nicola Melodia. A.S. Senato |
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MENDOLA
Titoli:
barone di Fontana degli Angeli
Dimora:
Favara
PIETRO capitano di giustizia in Mazzara dal 1541/7; ANTONIO barone
di Montefranco nella prima metà del secolo XVII; ANDREA, di Favara,
acquistò la baronia di Fontana degli Angeli con investitura del 26
ottobre 1812, riconosciuta alla famiglia poi con R. D. de 13
febbraio 1927.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro all’albero di mandorlo sradicato al naturale, sinistrato
da un cane d’argento legato con la testa rivoltata, sormontata dallo
scudo di una cometa d’oro. |
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MERCADANTE
Famiglia
notabile di Altamura, si imparentarono con vari casati di prestigio
d'Altamura, diedero vari personaggi illustri nell'esercizio di
libere professioni ed ecclesiastici. Tra i vari personaggi del
casato il più conosciuto e di fama internazionale fu il grande
musicista SAVERIO (Altamura 17 settembre 1795 – Napoli 17 dicembre
1870) venne legittimato, dopo alterne vicende, dal padre Giuseppe
Orazio solo nel 1808, studiò presso il collegio Conservatorio di San
Sebastiano in Napoli, fu tra i migliori allievi a tal punto che
Rossini in visita al collegio, restò tanto favorevolmente
impressionato da Saverio Mercadante da suscitare, in una lettera
indirizzata a Zingarelli (direttore del Collegio), il famoso
commento: "Mi complimento
vivamente, il vostro giovane allievo Mercadante comincia dove noi
finiamo".
I suoi primi componimenti iniziarono nel 1818, esordì come compositore
teatrale nel
1819, a soli ventiquattro anni, con “L’apoteosi
d’Ercole”,
ma il primo vero successo avvenne nel 1821 con la sua settima opera,
“Elisa e
Claudio”,
rappresentata alla Scala di Milano per trenta sere consecutive e
ripetuta sei mesi più tardi per altre 28 rappresentazioni. Con
questo suo lavoro balzò alla ribalta internazionale, presente a
Londra, Parigi, Vienna, Barcellona. Dopo aver soggiornato, dal 1827
al
1829, in Spagna e Portogallo, fu nominato, nel 1833, maestro di
cappella presso la cattedrale di Novara.
Nel 1836, su
invito di Rossini, si recò a Parigi dove, presso il Thèatre Italien,
fece rappresentare l’opera “I briganti”. Nominato ispettore e
direttore delle bande musicali dal 1852 di tutte le fanfare
dell'Esercito del Regno delle Due Sicilie. Per trent’anni, dal 1840
fino alla morte avvenuta nel 1870, diresse il conservatorio di
Napoli, autore molto prolifico ed alla sua produzione appartengono
oltre sessanta opere teatrali, compose, inoltre, quattro balletti,
sinfonie commemorative dedicate a Bellini, Donizetti, Rossini e
Pacini, composizioni per orchestra, cantate, inni, musica sacra e da
camera. Nel 2008 è stato pubblicato un libro biografico dal titolo “Saverio
Mercadante, il cigno d'Altamura” a cura di Michele Saponaro e di
Vito Ventricelli, a cui è stato allegato una tavola da gioco “il
Cigno di Altamura” simile al gioco dell'Oca. In Altamura il teatro
cittadino è dedicato alla sua persona come lo stesso nella città di
Napoli. La dimora della famiglia fu il palazzo situato tra il corso
Federico II di Svevia e vico Mercadante, al cui angolo è affissa una
lapide di marmo dedicata al musicista. Alcuni membri della famiglia
vestirono l'abito dell'Ordine di Malta.
Palazzo Filangieri, ultima residenza di Saverio
Mercadante. Foto Ciro La Rosa, clicca sulle immagini per ingrandirle |
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Portone |
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Particolare piano nobile |
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Scalone |
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Particolare |
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Rappresentate del casato nel XXI secolo è GIOVANNI (Altamura 8
giugno 1945), pluri laureato, giornalista freelance, corrispondente
da Altamura per diversi quotidiani tra cui: Puglia, La Gazzetta del
Mezzogiorno, Roma, e periodici locali, vasta è la sua pubblicazione
come autore di libri storico-turistici e di araldica tra cui “Altamura
Nobilissima”, “Altamura il codice segreto della Nobiltà”, “Altamura-
radiografia del centro storico”, presidente dell'A.I.T.I.,
Associazione Italiana Traduttori-Interpreti per la Puglia,
Basilicata e Calabria. Iscritto all'Ordine Nazionale dei
Giornalisti-pubblicisti, all'Associazione della Stampa di Puglia e
Basilicata, al Tribunale e alla Camera di Commercio di Bari come
interprete-traduttore ufficiale, insignito di molteplici premi.
N.d.A.: si ringrazia il dottor Giovanni Mercadante per le notizie
relative al casato
Arma:
d'azzurro attraversato da tre fasce centrali e da una stella nel
capo (dal registro dei battezzati della Diocesi di Altamura) |
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MERLO
Titoli:
principi di Patti, barone di Tripi, barone di Tagliavia, marchese di
Santa Elisabetta, nobile dei baroni di Tagliavia
Dimora:
Palermo
Originaria della Spagna, passata in Sicilia in due periodi diversi:
il primo con ENRICO nel 1371, con FILIPPO castellano di Catania nel
1425 e con BLASCO “regio familiare”; il secondo con CARILLO de
Merlo, capitano di 200 fanti spagnoli, che rivestì incarichi
importanti in Sicilia stabilendosi definitivamente in Palermo nel
1500. GIUSEPPE governatore del Monte di Pietà in Palermo 1688;
DOMENICO ebbe la baronia di Scannatura di Palermo nel 1780; GIUSEPPE
ottenne il feudo di Santa Elisabetta con il titolo di marchese il 20
settembre 1785; GIUSEPPE marchese, deputato del Supremo Magistrato
della Salute Pubblica, membro dell’Istituto di Scienze, Lettere ed
Arti, senatore di Palermo; CARLO ufficiale dell’Armata di Mare del
Regno delle Due Sicilie nel 1820; DOMENICO maresciallo di campo
dell’Esercito delle Due Sicilie, cavaliere dell’Ordine Costantiniano
; GIUSEPPE, fratello del precedente, barone di Tagliavia con Sovrano
Rescritto del 7 giugno 1820, cavaliere dell’Ordine Imperiale della
Corona di Ferro; DOMENICO, marchese, senatore del Regno d’Italia.
Per successione della famiglia Paratore ottenne i titoli di principe
di Patti, barone di Tripi; il titolo di principe venne riconosciuto
con RR. LL. PP. Del 13 agosto 1921 in persona di DOMENICO; i titoli
di barone di Tripi ricosciuti con R.D. del Capo di Governo del 19
agosto 1929 in VINCENZO di barone di Tagliavia con D. M. del 30
settembre 1921 in GIUSEPPE e successivamente ad ENRICO nel1926.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, Iscritta
nell’Elenco Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
trinciato d’azzurro e d’oro, la banda di rosso, al merlo d’oro sulla
banda con la testa ruotata sormontata da tre stelle d’argento.
Alias: trinciato d’azzurro e d’oro, la banda di rosso, al merlo
di nero sulla banda con la testa ruotata sormontata da tre stelle
d’argento. |
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MESSANELLI
Titoli:
marchese della Teana
Dimora:
Napoli
Di origine Normanna, infeudata nel 1497 del paese di Teana in
Basilicata. Con RR. LL. PP. (Regie Lettere Patenti) del 10 gennaio
1625 OTTAVIO fu creato marchese su detto feudo; tale riconosciuto
titolo a RAFFAELE con Regio Rescritto del 6 ottobre 1851; il casato
venne ricevuto nell’Ordine di Malta nel 1578; riconosciuto di antica
nobiltà dalla Regia Commissione per l’ammissione nel Corpo delle
Regie Guardie del Corpo nel 1849 in persona di ANTONIO, poi, quale
maggiore del “1° Reggimento Ussari della Guardia Reale” insieme al
cugino FERDINANDO, guardia a cavallo della “Compagnia delle Regie
Guardie del Corpo”, parteciparono alla campagna del 1860/61 per la
difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
alla croce di cinque fusi d’argento. |
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MESSIA de PRADO
Titoli:
principe di Carovigno
Dimora:
Napoli
Famiglia originaria della Spagna, detta Mexia e poi Mesia,
proveniente dalla Galizia venne nel napoletano nel XVI secolo.
Insignita degli Ordini di Malta e di Alcantara, del Grandato di
Spagna di 1ª classe.
CONSALVO commendatore di Segura dell’Ordine di San Giacomo,
signore di Santosimia, luogotenente ed amministratore dell’Ordine di
San Giacomo nel 1422; AGOSTINO signore del castello di Anversa,
cavaliere di San Giacomo, commendatore di Alhange, maestro di campo
e generale in capo nelle Fiandre per re Filippo III di Spagna;
FERDINANDO, fratello del precedente, portò la famiglia in Napoli nel
1581 da cui si ramificò la casata, consigliere del Consiglio
Collaterale, “familiare e continuo commensale” di re Filippo II. Nel XVII secolo si estinse in essa la famiglia Prado con l’obbligo di
posporre il cognome al loro. GIOVANNI consigliere di Stato e
gentiluomo di camera del re Filippo IV; GIOVANNI ALFONSO
luogotenente del Gran Camerario e reggente della Regia Cancelleria
in Napoli nel 1603; RODRIGO consigliere del Consiglio Collaterale e
della Camera di Santa Chiara in Napoli; don GIOVAN BATTISTA regio
consigliere, assunse per “maritali nomine” il titolo di principe di
Carovigno avendo sposato nel 1666 donna Maria Serra principessa di
Carovigno.
Vivente nel XX secolo don GIOVANNI BATTISTA cavaliere
dell’Ordine di Malta e principe di Carovigno. Esistono tutt’ora in
Napoli monumenti del casato nelle seguenti chiese: San Giacomo degli
Spagnoli, San Giorgio dei Genovesi, di Santa Maria del Parto in
Posillipo.
Il casato è
iscritto nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1933.
Arma:
d’oro a
tre fasce d’azzurro;
alias:
inquartato nel primo e nel quarto d'oro a tre fasce d'azzurro
(Messia), nel secondo e nel terzo di verde al leone al naturale (De
Prado);
alias:
inquartato nel primo e nel quarto d'oro a tre fasce d'azzurro
(Messia), nel secondo e nel terzo di verde al leone di nero (De
Prado). |
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MESSINA
Titoli:
barone
Dimora:
Palazzolo Acreide, Palermo, Malta
Capostipite della casa CORRADO, capo della guardia personale di re
Pietro d’Aragona; nobili in Messina, Noto, Palermo. In Malta esiste
un ramo del casato col titolo di barone di Grafi, Comichi, e di
conte in persona di GIOVANNI e FRANCESCO nel 1902. Il ramo di
Sicilia con GIOVANNI LUCA notaro del Regio Portulano con privilegio
del 30 gennaio 1519; PIETRO con privilegio del 10 novembre 1539
nominato regio secreto in Noto; MICHELE con Decreto del 10 luglio
1548 “Credenziere” – tesoriere – della Gabella delle Carni in Noto,
con privilegio del 29 maggio 1548 ottenne il titolo di “Regio
Cavaliere” ed il riconoscimento dello stemma gentilizio; PIETRO
ANTONIO cavaliere dell’Ordine di Malta nel 1567; STEFANO senatore in
Palermo dal 1551 al 1575; GIUSEPPE iscritto nella Mastra Nobile del
Mollica anni 1593/96 con privilegio del 16 luglio 1616 ottenne il
titolo di “Don”; SALVATORE con R. D. del 28 giugno 1842 ottenne il
titolo di barone. Appartengono a questa famiglia: PASQUALE, capitano
del “3° Reggimento Fanteria di Linea Principe” che ha preso parte
all’assedio di Messina capitolando nel marzo del 1861, ANTONIO
maggiore del “11° Reggimento Fanteria di Linea Palermo”, proveniente
dalla Scuola Militare della Nunziatella, partecipò anch’egli alla
campagna del 1860 per la difesa del Regno delle Due Sicilie
dall’invasione piemontese, capitolando nel settembre 1860.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di rosso alla croce d’oro al mare d’argento - alias: troncato
d’argento e di rosso al leone di nero e d’oro, tenente nella
destra un bisante d’oro - alias: di rosso al leone al
naturale movente in un mare d’azzurro, sostenente un’ancora di nero,
sormontato da tre stelle d’oro. |
|
MEZZACAPO
Titoli:
marchese di Monterosso, nobili dei marchesi
Dimora:
Napoli, Maiori, Malta
Originaria di Maiori iscritta a tra le sei più importanti famiglie
del luogo, aggregata alla nobiltà della città di Scala nel 1569 e di
Amalfi nel 1582, ricevuta nell’Ordine di Malta nel 1708 con ANDREA
FILIPPO, nel Priorato dell’Ordine con GAETANO e GIOVANNI nel 1774;
decorata del titolo di marchese di Monterosso nel 1788 per
successione della famiglia Branner y Beck ed iscritta nel Registro
di Malta. Riconosciuta ammissibile nella Compagnia delle Regie
Guardie del Corpo nel 1847 in persona dei cugini FILIPPO (1822)
capitano del “3° Reggimento Cacciatori della Guardia Reale”, e
FILIPPO (1823) alfiere del “3° Reggimento Cacciatori della Guardia
Reale” che hanno partecipato alla campagna del 1860/61 per la difesa
del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese. Il casato nel
XXI secolo è rappresentato da ERCOLE.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
partito 1°
di verde alla banda di rosso, accostata di sei gigli d’oro, al 2°
d’argento ad una testa di moro bendata di rosso, 3° d’argento a tre
bande di rosso. |
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MEZZASALMA
Titoli:
Nobile
Dimora:
Messina
Di antica nobiltà nota dal XV secolo. NICOLO’ MARIA iscritto nella
Mastra Nobile di Messina dal 1798 al 1807, deputato al Parlamento
Siciliano nel 1815, segretario generale d’Intendenza, giudice della
Gran Corte del Tribunale di Messina; FRANCESCO dichiarato nobile
nella seconda metà del XIX secolo.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
partito d’azzurro e d’argento, al leone dell’uno e dell’altro, al
capo d’oro all’aquila di nero. |
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MIALE
v.
pagina dedicata di Pina Catino |
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MIANI
Titoli:
conte
Dimora:
Polignano
Famiglia di origine veneta, si stabilì in Puglia nel XVI secolo.
DOMENICO deputato al parlamento del Regno d’Italia, decorato del
titolo di conte da S. M. il re d’Italia con R. D. del 2 dicembre
1884; NICOLA, figlio del precedente, titolo di conte nella prima
metà del XX secolo.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’argento a tre fasce di rosso al capo d’azzurro, alla punta del
miglio d’oro. |
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DE MICELI
Titoli:
Signore di Tenatti, signore della Salina di Nicosia
Dimora:
Palermo
Famiglia già nota dal XV secolo. PIETRO giudice della Corte
Pretoriana dal 1745/6, acquistò dalla famiglia Diana il titolo di
barone di San Lorenzo e della Salina di Nicosia con investitura del
9 agosto 1773; ANTONINO barone di Tenatti con privilegio del 23
ottobre 1799; ROSARIO il 28 giugno del 1805 ottenne l’investitura
della Salina di Nicosia.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano 1922.
Arma:
d’azzurro a due sbarre d’oro. |
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DE MICHELE
Titoli:
barone del Grano, barone San Giuseppe, barone Villaurea, nobile dei
baroni
Dimora:
Palermo, Termini Imerese
Famiglia di antica nobiltà dal XV secolo; MICHELE investito del
titolo di barone del Grano del 12 luglio 1793; IGNAZIO capitano di
giustizia di Termini Imerese dal 1789/99; IGNAZIO giurato in Termini
1800/1; FRANCESCO, barone di San Giuseppe, con privilegio del 13
marzo 1799 ottenne la Signoria di Villaurea, poi baronia di San
Giuseppe e Villaurea, ammesso tra i baroni del Parlamento del Regno
di Sicilia; PIETRO con D. M. del 6 luglio 1899 ottenne il titolo di
barone del Grano.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
fasciato
d’oro e d’azzurro caricate da ventuno tortelli o bisanti dell’uno e
dell’altro. |
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MICHELETTI
Titoli:
patrizio di Aquila
Dimora:
Napoli
Aggregata al Patriziato di Aquila nel XIV secolo.
LIONELLO e LUIGI, militi delle compagnie di ventura, combatterono
valorosamente nel 1424 con le truppe di Giacomo Caldora, (n.d.a.-
al servizio della regina Giovanna II d’Angiò, contro il capitano
di ventura Braccio da Montone, condottiero al servizio di Alfonso
d’Aragona, che si era recato ad assediare la città dell’Aquila e qui
vi perdette la vita)
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro alla fascia d’oro in capo un pomo al naturale fogliato, in
punta una rosa d’oro. |
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MICHEROUX
Titoli:
nobile
Dimora:
Napoli,
Milano, Venezia
Di stirpe
germanica, originaria di Manheim, prese il cognome dal Castello di
Micheroux, (Mitchrou), posseduto dal casato nella regione vallone
del Belgio della Soumagne. Vennero a Napoli quali ufficiali dei
reggimenti valloni al seguito di Carlo III di Borbone nel 1734. Il
casato si divide in due rami:
CARLO, (13 agosto 1773 -
24 ottobre 1830)
barone di Micheroux, figlio di ANTONIO consigliere Palatino,
ufficiale del “Reggimento Alemagna”, sposato con Tecla Mata y
Magalires ebbe tre figli: GUSTAVO ADOLFO capitano del “3°Reggimento
Cacciatori”; CAMILLO capitano del “3°Reggimento Dragoni Principe”;
ANTONIO ALBERTO.
L'altro ramo fa
capo ai fratelli GIUSEPPE e GIOVAN BATTISTA; il predetto Giuseppe
(1713) colonnello del “Reggimento Hainault”, sposato con Maria Luisa
Desjeau ebbe tre figli: GASPARE (1753-1819) cavaliere di Malta,
brigadiere dell'Esercito del Regno di Napoli, non ebbe discendenza;
ANTONIO (1755) sottobrigadiere del “Reggimento Real Ferdinando” nel
1771, cavaliere dell'Ordine Costantiniano, ministro del Regno di
Napoli a Venezia, “Alter Ego” (sostituto plenipotenziario) di re
Ferdinando nel 1799 nel contrastare l’effimera Repubblica
Partenopea; DIODATO (1792). Dal predetto Giovan Battista discendono
i rami di Napoli, Milano e Venezia, figlio: ANTONIO ALBERTO (1769)
maresciallo di campo nel 1798.
Appartengono al
casato i seguenti ufficiali che si distinsero nella campagna del
1860/61 contro l'invasione piemontese del Regno delle Due Sicilie:
ANTONIO
(1820-1882) capitano del “1° Granatieri della Guardia Reale”,
presente alla battaglia del Volturno del 1° ottobre 1860, in Santa
Maria dove venne decorato della croce di diritto dell'Ordine di San
Giorgio, a fine conflitto entrò nell'Esercito Italiano ma non fece
carriera.
TOBIA (1808-1875)
colonnello comandate del “1° Reggimento Fanteria di Linea Re” , buon
soldato dotato di coraggio e senso del dovere, partecipò a tutti gli
avvenimenti militari del conflitto, raggiunse Gaeta prendendo parte
attiva alla sua difesa, capitolò con il resto dell'Esercito il 14
febbraio 1861.
Viventi nella
prima metà del XX secolo,:GIOVAN BATTISTA (1875) console della
Milizia, figlio: ALBERTO (1903); altro ramo ALBERTO (1848) ebbe tre
figli: ALFONSO (1882), TERESA, ANTONIO ALBERTO.
Iscritta nel
Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell'Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
nel 1° e nel 4° d'oro al leone rampante al naturale attraversato da
tre fasce d'azzurro; al 2° e 3° d'argento a tre losanghe di rosso. |
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MIGLIARESE (1)
Titoli:
patrizio di Pozzuoli
Dimora:
Pozzuoli
Appartenente al patriziato di Pozzuoli sin dal XV secolo; riscritta
in seguito con Regio Rescritto del 24 novembre 1858 in persona di
GIUSEPPE. Riconosciuta di “nobiltà generosa” nel 1843 dalla Regia
Commissione dei Titoli di Nobiltà del Regno delle Due Sicilie.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiana 1922.
Arma:
d’azzurro
ad un giglio d’oro. |
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MIGLIARESE (2)
Titoli:
patrizio di Tropea
Dimora:
Tropea
E’ un ramo della precedente famiglia, passata in Cosenza e poi a
Tropea ed aggregata a quel Patriziato dal 1581; diede un sindaco
alla Piazza dei Nobili di detta città; ANTONIO, illustre letterato,
restaurò l’Accademia letteraria degli “Affaticati”, tradusse le
favole di Fedro e delle opere di Omero. La famiglia iscritta nel
Registro delle Piazze Chiuse. ALFONSO patrizio di Tropea nella prima
metà del XX secolo.
Arma:
d’oro a sette monti di verde sostenenti un leone di rosso
linguellato d’azzurro. |
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MIGLIORINI
Titoli:
marchese
Dimora:
Palermo, Ercolano (Resina)
Iscritta nella Mastra Nobile di Messina nel 1798, diede vari
personaggi illustri in alti uffici della magistratura, decorata con
Regio Privilegio del 13 settembre 1806, in Palermo, del titolo di
marchese in persona di FRANCESCO.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro alla pianta di miglio d’oro sormontata da tre stelle
d’argento ordinate in capo. |
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MIGLIORINO
Titoli:
barone di
Scarpello
Dimora:
Messina
Il Galluppi
sostiene che provenga dalla famiglia Migliori di Firenze, con
NICOLO’ Migliori, armatore dell’Armata Navale di re Martino in
Sicilia; il figlio MARCANTONIO insignito del titolo di cavaliere
dell’Ordine dello Speron d’Oro da re Alfonso nel 1440; nel 1403
LORENZO notaio pubblico in Siracusa; ANTONIO giudice in Calabria nel
1547; DIEGO negli Uffici Nobili di Messina dal 1621 al 1644;
SCIPIONE giudice della Corte Straticoziale di Messina 1665/6;
GIUSEPPE console nobile di mare e di terra, senatore di Messina
1727/8, con privilegio del 22 marzo 1717 ottenne la concessione di
titolo di barone poi con R. D. del 26 settembre 1747 quello barone
di Scarpello; SCIPIONE, barone con privilegio del
5 luglio 1749, senatore in Messina 1755/6; FRANCESCO consultore e
governatore del Regno di Sicilia nel 1798, segretario di Stato di re
Ferdinando IV di Borbone, ministro di giustizia e degli affari
ecclesiastici, iscritto nella Mastra Nobile di Messina dal 1798 al
1807, decorato del titolo di marchese “ad personam” il
12 dicembre 1806;
SCIPIONE, barone di Scarpello investitura del 8 dicembre 1808;
ANTONINO e GIUSEPPE iscritti nella Mastra Nobile di Messina dal 1798
al 1803.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro alla
pianta di miglio d’oro accostata da sei stelle poste tre a tre –
alias: D’azzurro alla pianta di miglio d’oro di tre stelle
d’argento ordinate al capo. |
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MILANO e
MILANO FRANCO D’ARAGONA
Titoli:
principe del
S.R.I., Grandi di Spagna, patrizio napoletano, nobile dei principi
di Ardore
Dimora:
Napoli,
Genova
Motto:
“Utroque Coruscat”
Di origine
ispanica della città di Valenza, le prime memorie certe in Spagna si
hanno, nel XIII secolo, con GOFFREDO barone di Milan da cui trasse
il nome la sua discendenza. Ha goduto nobiltà in Napoli, Polistena,
Milano, Lucera, Monteleone, ed in Sicilia, ricevuta nell’Ordine di
Malta dal 1472, insignita del Grandato di Spagna e dell’Ordine del
Toson d’Oro (che rendeva familiare di casa reale) Venuta nel Regno
di Napoli al tempo di re Alfonso I d’Aragona con AUXIA del Milà,
nipote di papa Callisto III, cameriere di casa reale, che sposò
Luisa d’Alagno, sorella della famosa Lucrezia, favorita del su
menzionato re, ed iscritto al seggio di Nido, i suoi discendenti
vennero detti Milà Alagno, Milagno e poi Milano.
Il casato
iscritto nel Libro d’Oro della Nobiltà Napoletana, il ramo della
famiglia Franco marchesi di Postiglione si estinse con
Placida maritata con GIOVANNI Milano, marchese di San Giorgio, nel
1637 che ne aggiunsero il cognome e ne ereditarono i titoli
nobiliari, aggiungendovi in seguito anche quello d’Aragona
per il matrimonio di GIACOMO con Eleonora d’Aragona, figlia di
Alfonso duca di Villahermosa, fratello di re Ferdinando il
Cattolico, ed inserendo nello stemma di famiglia, nelle mani del
leone, le armi d’Aragona e de Ducato di Calabria, diventando così
questo ramo: Milano Franco d’Aragona.
Il casato ottenne
anche il titolo di duca di San Paolo per successione della famiglia
Mastrilli nel XVIII secolo.
GIOVANNI sposò
Caterina Borgia sorella del papa Callisto III; LUIGI, figlio dei
precedenti Giovanni e Caterina, nipote di papa Callisto III, creato
cardinale nel 1455 e legato pontificio in Bologna; MATTEO regio
cameriere e capitano di giustizia di Lentini per il re Alfonso I
d’Aragona; PIETRO e GIOVANNI senatori in Palermo nel 1480;
All’interno della chiesa di San Domenico Maggiore in Napoli vi è la
cappella di juspatronato della famiglia edificata nel XVII secolo;
ALFONSO cubiculario (cameriere personale) di re Ferdinando il
Cattolico; BALDASSARRE primo cameriere e capitano delle Guardie del
duca di Calabria nel 1571; CESARE priore della Chiesa di San
Giovanni a Mare in Napoli, balì dell’Ordine Gerosolimitano nel 1574;
GIOVANNI GIACOMO (1675-1740) principe di Ardore con privilegio del
1702, e del S.R.I. con privilegio del
7 maggio 1731, titoli in successione a tutti i primogeniti in linea,
marchese di San Giorgio di Polistena, gentiluomo di camera di re
Carlo di Borbone; SCIPIONE membro dell’accademia letteraria di San
Pietro a Maiella in Napoli; FRANCESCO maggiordomo di settimana,
tenente generale comandante
la Real Piazza di
Gaeta, commendatore dell’Ordine di San Giorgio della Riunione;
GIOVANNI principe d’Ardore e del S.R.I., marchese di San Giorgio di
Polistena, conte di Mazzalaves, gentiluomo di camera di re
Ferdinando II e di Francesco II di Borbone, cavaliere del
prestigioso Ordine di San Gennaro e soprintendente “dell’Educandato
dei Miracoli”. LUIGI (Napoli 1802-1884) di Francesco e di Marianna
Filangieri, Guardia del Corpo a Cavallo, fu tra le guardie che
seguirono fedelmente re Francesco II di Borbone a Gaeta e gli rimase
accanto fino alla capitolazione della piazzaforte avvenuta il 14
febbraio 1861, non entrò nell'Esercito Piemontese. GIOVANNI (Napoli
1830-1893) secondo tenente del "2° Reggimento Granatieri della
Guardia Reale" partecipò alla campagna di difesa del Regno
dall'invasione piemontese, presente alla battaglia del Volturno del
1° ottobre, il suo reparto venne sciolto nel dicembre del 1860 in
territorio dello Stato Pontificio, non entrò nell'Esercito
Piemontese.
Rappresentanti della famiglia a cavallo del XIX e XX
secolo: FRANCESCO principe d’Ardore e del S.R.I., marchese di San
Giorgio di Polistena; GIUSEPPE duca conte di Santopaolo e dei
summenzionati titoli, con lui si estinse il ramo principale, titoli
che passarono al duca Nicola Riario Sforza figlio della sorella
GIULIA, mentre al ramo cadetto andarono i titoli di principe del
S.R.I. e patrizio napoletano in persona di PIETRO (1853-1942) presidente della
Corte di Cassazione, senatore del Regno d’Italia, procuratore del
Tribunale di Milano nel 1895, gran cordone dell'Ordine della Corona
d'Italia, gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro; il cugino PIETRO
titolato di nobile dei principi di Ardore.
Il casato
iscritto nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922 e nel
Libro d’Oro della Nobiltà Italiana
Arma:
d’oro al leone di
rosso tenente con la branca destra uno scudetto con inquartate le
armi d’Aragona e del ducato di Calabria;
alias: in
persona di PIETRO: partito: a destra d'oro al leone di rosso,
coronato del campo, tenente abbrancato uno scudetto coronato d'oro
ed inquartato nel primo e nel quarto di rosso alla croce d'argento;
nel secondo e terzo d'argento a due pali di rosso; a sinistra
troncato: sopra d'argento al leone di nero nascente, sotto
rombeggiato d'argento e rosso (R.D. di Riconoscimento del 7 maggio
1918 in persona di PIETRO). |
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Sen. Pietro Milano Franco
d'Aragona. A.S. Senato |
|
Blasone Milano Franco d'Aragona in
persona di Pietro |
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MILETI
Titoli:
patrizio di Amantea
Dimora:
Amantea
Originaria di Amantea, nota dal XV secolo, aggregata nel 1690 alla
Piazza Nobile di detta città.
FRANCESCO patrizio di Amantea nella prima metà del XX secolo.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro al pino sulla campagna di verde con un uccello al naturale
accompagnato in capo da tre stelle d’oro in banda. |
|
MILITELLO
Titoli:
barone di Castagna, nobili dei baroni
Dimora:
Palermo, Castrogiovanni
Famiglia nota dal XV secolo. BARTOLOMEO acquistò il feudo di
Castagna con relativa investitura del 21 agosto 1664, con privilegio
del 20 agosto 1666 ottenne la nomina di barone di Castagna; GIUSEPPE
barone di Castagna con privilegio del 29 gennaio 1684; GIACOMO
giudice tribunale della regia udienza di Messina nel 1705; CALOGERO,
barone di Castagna con privilegio del 25 febbraio 1742, capitano di
giustizia di Nicosia 1761/71; FRANCESCO, barone di Castagna,
senatore di Nicosia 1805/6, capitano di giustizia 1792/3; ENRICO
iscritto col titolo di barone di Castagna nell’Elenco definitivo
delle famiglie Nobili Siciliane.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano 1922.
Arma: non reperita |
|
MILO
Titoli:
Marchese di Campobianco, barone di Salina e di Trapani
Dimora:
Marsala, Mazzara del Vallo
GUARNERO nel 1403 aveva la carica di portulanotto dei porti e marine
di Castellammare del Golfo; ANDREA ottenne da re Alfonso la salina
di Trapani nella Marina di San Teodoro detta di Milo; BARTOLOMEO
barone di Salina di Milo con nomina del 1 febbraio 1631, senatore di
Trapani 1643/4, 1662/3 e 1671/2, capitano di giustizia 1665/7;
VINCENZO giurato in Mazzara 1706/7; FRANCESCO acquistò da DIEGO
Sansone la baronia di Campobianco con investitura del 15 marzo 1698
e con privilegio del 9 maggio 1733 il titolo di marchese; VINCENZO
vice ammiraglio della “corte Almirantica” (Regio Comando
dell’Ammiragliato) di Marsala e FRANCESCO sindaco di Marsala
iscritti nella Nobiltà di detta città nel 1759; FRANCESCO marchese
in data 4 novembre 1761, cavaliere dell’Ordine Costantiniano nel
1771, capitano di giustizia in Mazzara nel 1795; IGNAZIO il 7
settembre 1803 giurò come maestro notaro della Corte Civile di
Mazzara; ROCCO senatore di Mazzara 1812/13; CESARE colonnello
dell’Esercito delle Due Sicilie nel 1824; DOMENICO, proveniente
dalla Scuola Militare della Nunziatella, capitano di 1^ classe del
“Real Corpo del Genio”, GIOVANNI 1° tenente e FRANCESCO 2° tenente
del “11 Reggimento fanteria di Linea Palermo” parteciparono alla
difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese nella
campagna del 1860/61.
VINCENZO signore della Salina di Infelsa nella prima metà del XX
secolo.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro alla banda sostenente un leone inleopardito coronato, il
tutto d’argento. |
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MILONE
Titoli:
barone di Aliminusa, signore di Mendolazza.
Dimora:
Palermo
ANTONINO con privilegio del 17 dicembre 1722 ottenne il titolo di
barone di Sant’Elia; EMANUELE acquistò i feudi di Aliminusa e
Mendolazza in data 9 agosto 1796; ANGELO investito di detti feudi il
6 gennaio 1813. Con Decreto del Capo di Governo del 1927 i titoli di
barone di Aliminusa e Signore di Mendolazza vennero riconosciuti in
persona di LUIGI.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobilità Italiana e iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’oro al melone di verde aperto di rosso, seminato di nero. |
|
MILONE
(di Sant’Elia)
Titoli:
nobile col predicato di Sant’Elia
Dimora:
Palermo, Genova
Possedettero terre in Sicilia e Sardegna; ad ANTONINO CESARE venne
conferito la baronia e contea di Sant’Elia il 15 maggio 1552, titolo
rinnovato alla famiglia il 17 dicembre 1772 dal Vicerè di Sicilia.
Furono amministratori della fondazione “Ajroli” con riconoscimento
della Real Corte Pretoriale di Palermo del 26 marzo 1619 e
successiva approvazione del 28 maggio 1624; TITO ANNIO, letterato e
giornalista, ufficiale del Regio Esercito Italiano, medaglia di
benemerenza per “Propaganda e Stampa”, insignito di alte
onorificenze nazionali, reduce della 1a guerra mondiale,
con R. D. del 29 giugno 1933 e dell’8 marzo 1934 riconosciutogli il
titolo di nobile col predicato di Sant’Elia.
Iscritta nel Libro d’oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare anno 1922.
Arma:
troncato d’oro e d’azzurro alla torre di rosso, fondata di verde,
sinistrata dal leone al naturale, la torre sormontata da un melone
di verde, aperto di rosso e alle sementi di nero. |
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MINERVINI
Titoli:
nobile
Dimora:
Napoli, Cosenza
Originaria di Mormanno (Cosenza) nota dal XV secolo. Riconosciuta
con RR. LL. PP. (Regie Lettere Patenti) del 13 novembre 1898 del
titolo di nobile in persona di FRANCESCO.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
partito 1° d’azzurro al leone d’oro, 2° d’argento al ramoscello di
quercia sostenente una civetta al naturale. |
|
MINNECI ALBAMONTE
Titoli:
signore di Savuco e di Rodichello, barone
Dimora:
Palermo, Roma
Sono un ramo degli Albamonte Siciliano, discendenti di Ettore
Fieramosca. Iscritti nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana,
iscritta nell’Elenco Nobiliare Italiano anno 1922; VINCENZO con
autorizzazione tramite RR. LL. PP. del 12 febbraio 1928 ottenne il
titolo di barone e con conseguente concessione Reale del 5 luglio
1928.
Arma:
partito 1° di rosso al sole nascente da un monte d’argento uscente,
2° d’azzurro a quindici mezzelune d’argento. |
|
MIRA
Titoli:
marchese di San Giacinto
Dimora:
Palermo
GERARDO capitano di giustizia in Salemi dal 1539 al 1540; MARTINO
vescovo di Cefalù nel XVII secolo; GIUSEPPE governatore della
“Tavola Numeraria” (banca) di Palermo nel 1698, senatore 1700/1,
governatore del Monte di Pietà 1701/2: NICOLÒ giudice della corte
pretoriana di Palermo 1699/1705, giudice del tribunale del
Concistoro 1716, presidente nel 1743; STEFANO giudice pretoriano di
Palermo 1682/3, giudice gran corte civile del Regno 1685/87,
avvocato fiscale del Regio Patrimonio 1700, dal matrimonio con
Flavia Valdibella acquisì il titolo di marchese di San Giacinto;
MELCHIORRE, marchese di San Giacinto, barone della tonnara di
Sciacca il 27 marzo 1733, governatore del Monte di Pietà di Palermo
1759/64.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
alla colonna a base d’oro sormontata da una mira d’argento. |
|
MIRABELLI
e
MIRABELLI CENTURIONE
Titoli:
nobile, nobile di Amantea
Dimora:
Amantea, Napoli, Palermo
Si crede sia originaria di Mirabello con TRASMONDO signore del
castello di Mirabello, come riferisce il Candida, mentre altri
credono discenda da ANTONIO Mirabel d’origine francese, coppiere
della regina Eleonora stabilitosi in Sicilia. Il casato ricevuto nel
S. M. O. di Malta nel 1706 con FORTUNATO, nel 1798 con ANTONIO, nel
S. M. O. Costantiniano nel 1816 con ROBERTO col titolo di
maresciallo professo; SAVERIO comandante della fortezza di Messina
nel 1782, il quale sposò la nobile Maria Centurione ed aggiunse al
proprio cognome quello della consorte, il figlio PASQUALE cavaliere
di giustizia dell’Ordine Costantiniano il 20 marzo 1852, intendente
della Provincia di Avellino. Il
ramo Mirabella
Centurione
è rappresentato da FILIPPO, il
ramo Mirabella
da ROBERTO deputato al parlamento del Regno d’Italia, viventi nella
prima metà del XX secolo.
Arma:
d’azzurro alla sirena con due code al naturale, al mare d’argento al
capo fasciato di rosso caricata da tre stelle d’oro. |
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MIRABELLI (2)
Titoli:
conte
Dimora:
Napoli
Nota dal XVI secolo, ha dato vari personaggi negli alti uffici della
magistratura, decorata con R. D. del 3 giugno 1892 e con RR.LL.PP.
(Regie Lettere Patenti) del 25 luglio 1892 del titolo di conte in
persona del presidente della Corte di Cassazione GIUSEPPE
(1817-1901) senatore
del Regno d’Italia, socio dell'Accademia Pontiniana di Napoli, gran
cordone dell'Ordine della Corona d'Italia, gran cordone dell'Ordine
dei SS. Maurizio e Lazzaro; GENNARO conte nella prima metà del XX secolo.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana e nell’Elenco
Ufficiale Nobiliare Italiano 1922.
Arma:
di rosso al pino di verde, sinistrato al leone al naturale,
accompagnato da un sole d’oro uscente dal cantone destro. |
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Sen. Giuseppe Mirabelli. A.S.Senato |
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MIRAGLIA
Titoli:
conte
Dimora:
Napoli
In riconoscimento degli alti servigi resi alla nazione e alle sorti
del Banco di Napoli al commendator NICOLA (1835-1928), dirigente
della Direzione Generale dell'Agricoltura, direttore generale del
Banco di Napoli dal 1896, membro dell'Ente Case Popolari,
dell'Istituto di Incoraggiamento, venne riconosciuto con
R.D. del 9
maggio 1926 “motu proprio” dal re Vittorio
Emanuele III il titolo di conte, trasmissibile al maschi primogeniti.
Esiste tutt’ora in Napoli una piazza dedicata alla sua persona.
MICHELE, ufficiale del Regio Esercito delle Due Sicilie, ha
partecipato alla campagna del 1860/61 contro l’invasione piemontese
del Regno; GIUSEPPE ufficiale della Regia Aviazione Navale, decorato di
medaglia d'argento al valor militare, partecipò al "raid aereo" di
Gabriele D'Annunzio su Venezia nel 1915, morto prematuramente per un
incidente aereo il 21 dicembre dello stesso anno; LUIGI ammiraglio
di Squadra, aiutante del re Vittorio Emanuele III fino al 1934,
nominato senatore del Regno nel 1938; CARLO, insignito del titolo di conte, (†1975); attuale
rappresentante nel XXI secolo è RAIMONDO (1975).
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di rosso a due leoni affrontanti controrampanti d’oro, sostenenti
uno specchio ovale sopra un sostegno d’oro. |
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DE MIRANDA
Titoli:
nobile
Dimora:
Ariano di Puglia, Napoli
Di origine spagnola proveniente dalla città di Oviedo, nota dal XV
secolo, riconosciuta nobile con D. M. dell’8 dicembre 1918. MAURIZIO
capitano del “9° Reggimento Fanteria di Linea Puglia” partecipò alla
difesa del Regno delle Due Sicilie nella campagna del 1860, presente
alla difesa di Palermo, capitolò col suo reparto a Capua nel
novembre del 1860; FILIPPO titolato di nobile nella prima metà del
XX secolo.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare anno 1922.
Arma:
d’azzurro alla fenice al naturale mirante il sole in angolo destro,
sulla sua immortalità di rosso. |
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MIRELLI
Titoli:
principe di Teora, marchese di Calitri, nobile dei principi di Teora
e dei marchesi di Calitri.
Dimora:
Napoli
Originaria di Genova, passata nel Regno di Napoli nel XIII secolo,
ebbe il feudo di Sant’Antimo, l’ultimo intestatario fu GIUSEPPE
MARIA il 7 settembre 1796;il casato ottenne la giurisdizione (il
diritto legislativo) sulla terra di San Menna; aggregata al
Patriziato di Benevento e alla nobiltà di Viterbo, ricevuta nel S.
M. O. di Malta nel 1703 in persona di ERBERTO, balio di Venosa, ed
iscritta al Registro delle Famiglie dei Cavalieri di Giustizia nelle
prove della discendenza da SIGISMONDO vivente nel 1423. Decorata del
titolo di principe di Teora nel 1689 in persona di FRANCESCO MARIA
dall’imperatore Carlo II d’Asburgo, e per successione di casa Carafa
investita del titolo di marchese di Calitri dal 1682. I titoli
vennero riconosciuti con Regi Rescritti del 5 marzo 1843 e del 15
maggio 1858.
n.d.a.:
E’ nota a Napoli via “Arco Mirelli” strada che da corso Vittorio
Emanuele scende verso la Riviera di Chiaia, deriva il toponimo da un
arco che congiungeva palazzo Mirelli con palazzo Bovino ex sede del
Consolato Francese.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare anno 1922.
Arma:
d’azzurro al leone d’oro coronato del medesimo, tenente nella branca
destra un mazzetto di fragole. |
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DE MIRO
Titoli:
marchese di Aieta, nobile dei duchi di Colle Corvino, patrizio di
Sorrento
Dimora:
Napoli, Sorrento, Gragnano
Originaria di Gragnano, ascritta al Patriziato di Sorrento. GASPARE
giustiziere delle Calabrie nel 1262; VINCENZO reggente del Consiglio
Collaterale ( organo di controllo fiscale, amministrativo e militare
del Viceregno) con l’imperatore Carlo VI. Il casato edificò la
chiesa di Sant’Angelo ed il convento di San Nicola – detto Miro – in
Gragnano. Il ramo primogenito si estinse nel XVIII secolo ed era
decorato del titolo di duca di Colle Corvino dal 1680; la linea
secondogenita per successione della famiglia Cosentino venne
decorata dal titolo di marchese di Aieta con D. M. del 15 aprile
1898.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di rosso al leone d’oro al capo d’azzurro, addestrato e sinistrato
da tre torri d’argento. |
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