Le pagine della cultura

 

 

I casati del Sud

di Ciro La Rosa

La Rosa

A-AM AN-AZ

 B-BI BL-BU

 C-CA  CE-CO  CR-CU

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 F-FE  FI-FU

 G-GA GE-GI  GO-GU

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 L-LE LI-LU

 M-MA  ME-MI  MO-MU

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S-SA  SC-SI  SL-SY

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 V-VE  VI-VU  W-X-Y-Z

N

NAPOLI o DI NAPOLI

Titoli: nobile

Dimora: Napoli, Santa Maria Capua Vetere

Famiglia discendente da quella originata da un ramo dei Caracciolo in persona di NICCOLÒ

(della quale seguirà in seguito una monografia) passato in Sicilia come seguace di re Federico II d’Aragona. Un ramo si trasferì a Napoli ed in Santa Maria Capua Vetere con GIOVANNI per il matrimonio con donna ZENOBIA Lanza nobile di Capua. La linea di Palermo si divise in due rami: dei principi di Resuttano, che si estinse nella linea maschile, e dei principi di Bonformello convogliato nel ramo principale. La seconda linea, ritornata nel Napoletano,venne investita nel 1682 del titolo di marchese passato poi ai Brancaccio. La famiglia ritornò a Palermo nel 1795. Ricevuta nell’Ordine di Malta con il cavaliere DOMENICO nel 1797, ed iscritta al Registro dei Cavalieri di Malta per “giustizia”. GIUSEPPE alfiere (sottotenente) del “Reggimento Carabinieri Reali” ha partecipato alla campagna del 1860 per la difesa del Regno delle Due Sicilie, presente a Calatafimi e Palermo, capitolò con il suo reparto a Nocera nell’agosto del 1860.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al giglio d’oro, accompagnata da due stelle.

NARDIS o DE NARDIS

Titoli: patrizio dell’Aquila

Dimora: L’Aquila

Iscritta nel patriziato dell’Aquila, proprietaria del castello di Piscignola nel XV secolo, proprietaria del feudo di Prata nel 1634; SCIPIONE distintosi nella lotta contro i saraceni, cavaliere di Malta nel 1593; il casato venne ricevuto nell’Ordine di Santo Stefano nel 1581; BALDASSARRE, padre venerabile dell’Ordine dei Padri dell’Oratorio, fondatore in Aquila, di alcune case di beneficenza tra cui Santa Maria della Misericordia e della Santissima Annunziata.

DOMENICO vissuto nel XIX secolo nominato patrizio dell’Aquila.

Il casato è iscritto nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1922.

Arma: troncato il 1° d’azzurro, il 2° al mare d’argento e d’azzurro attraversato da un pesce al naturale guardante un sole con la fascia di rosso caricata di tre stelle d’argento.

NARNI Mancinelli

Titoli: nobili di Nola

Dimora: Napoli

Antica famiglia nolana, ricevuta nel S. M. O. di Malta e nel Priorato dal 1404 con LUDOVICO e poi con il cavaliere GIOVAN BATTISTA nel 1600, nel 1748 con commendatore GIUSEPPE MARIA ed il cavaliere GIROLAMO nel 1777; il casato ascritto nel Registro dei cavalieri di Malta per “giustizia”; ammessa nella “Compagnia delle Regie Guardie del Corpo” del Regno delle Due Sicilie dalla Real Commissione per i titoli di nobiltà nel XIX secolo.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al leone d’oro, con la banda arcuata di rosso.

Sito web segnalato dal Sig. Antonio Narni Mancinelli: www.narnimancinelli.com

NATOLI

Titoli: barone di Scaliti, marchese, nobili dei baroni, nobili dei marchesi

Dimora: Palermo, Messina

Si crede che l'origine del cognome provenga dal castello di Nautolium Alduin in Provenza, stanziatasi prima in Napoli con GIOVANNI regio milite e familiare di Carlo I d'Angiò e poi in Sicilia con ANTONINO gentiluomo di corte della regina Eleonora moglie di Federico II (Galluppi “nobiliario di Messina” pag. 132)GIOVANNI, barone di Laconia, stratigoto di Messina nel 1272; ANTONIO, GIOVANNI MATTEO, GIOVANNI, GERANDO senatori in Messina nel XV secolo; ANTONIO (1539-1618), detto il ”Pattese”, dell'ordine di San Francesco, visitatore apostolico, custode del regio monastero di Santa Chiara in Napoli; GIOVANNI senatore in Messina 1499/1500, regio milite in data 30 aprile 1517; OTTAVIO acquistò il feudo di Belice con investitura del 17 gennaio 1586; GIOVAN FORTE ascritto nella Mastra Nobile del Mollica nella lista XIII del 1599, SEBASTIANO (†1612) regio consigliere, maestro portulano del regno, capostipite dei marchesi di Natoli; GIOVANNI principe di Sperlinga 12 gennaio 1702, deputato di Sanità in Messina; GIOVANNI (1714–1769) principe di Sperlinga il 21 ottobre 1741, letterato, membro dell'Accademia dei “Peloritani Pericolanti” di Messina, governatore delle nobili confraternite dei Bianchi e dei SS. Apostoli Simone e Giuda anni 1739, 45, 54, 60, 61, 62, cavaliere dell'Ordine di Malta nel 1764; MARIO senatore in Messina nel 1754/5, marchese di Camporotondo in data 8 aprile 1745; GIROLAMO barone di Alburquia e Capuana, comprò nel 1712 l'ufficio di maestro notaro ed archiviario della corte giuratoria, facendosi chiamare barone di Villareale; SALVATORE commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, sindaco di Messina nel 1860, il fratello LUIGI arcivescovo di Messina.

Ramo dei marchesi di Natoli: discendono da VINCENZO Natoli e Orioles da cui Artale e poi VINCENZO (1690) giudice della corte pretoriana di Palermo nel 1728, della gran corte criminale del Regno anni 173176 e 1741/2; presidente della Regia Camera della Sommaria, presidente del tribunale del Regio Patrimonio, con privilegio del 7 luglio 1756 ottenne il titolo di marchese; VINCENZO professore di economia politica presso l'Università di Palermo vivente nella prima metà del XX secolo.

Ramo dei baroni di Scaliti: discendono da SEBASTIANO Nastoli e Orioles (†1612) da cui BARTOLOMEO senatore in Messina 1762, 67, proconservatore della stessa città 1763 e 68, per “maritali nomine” dal matrimonio con Anna Furnari venne investito del titolo di barone di Scaliti; LETTERIO capitano di vascello, capitano del porto di Messina, commendatore dell'Ordine di San Giorgio della Riunione; GIAC0MO GONGORA colonnello dell'Esercito del Regno delle Due Sicilie, cavaliere di diritto dell'Ordine di San Giorgio; VINCENZO ufficiale del Regio Esercito Italiano, cavaliere ufficiale Mauriziano e della Corona d'Italia; GIUSEPPE (1815-1867) barone di Scaliti, grande ufficiale dell'Ordine Mauriziano, gran cordone dell'Ordine di San Marino, senatore del Regno, professore di diritto all'Università di Palermo, prefetto di Siena nel 1862, ministro dell'Agricoltura 1861, ministro dell'Istruzione 1865, ministro dell'Interno 1865; GIACOMO ufficiale di cavalleria, ottenne con D.M. del 11 marzo 1889, il nipote ALFREDO CARLO barone di Scaliti vivente nella prima metà del XX secolo.

Iscritta nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d'azzurro alla torre d'argento , fondata verso il fianco destro dello scudo sopra uno scoglio uscente dal mare al naturale; al leone d'argento coronato sullo scoglio e rampante.

Giuseppe Natoli. Archivio Storico Senato della Repubblica

 

 

 

 

 

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NAVARRO

Titoli: conte

Dimora: Napoli, Lucera

Motto: “Vera Domitus Catena”

Di origine spagnola, mentre secondo alcuni originaria di Gozzo nell’Isola di Malta, portata a Napoli nel XIII secolo, nobile anche in Lucera. PIETRO, valoroso condottiero delle armate di re Ferdinando il Cattolico, che sconfisse i francesi presso San Germano, venne insignito dall’imperatore Carlo V del titolo di conte; MAURIZIO ebbe la riconferma del titolo nel 1638; GIUSEPPE capitano del “Real Reggimento Fanteria Carolina” ottenne il 26 marzo 1806 la riconferma del titolo e l’iscrizione nel Cedolario di Terra di Lavoro; il casato venne riconosciuto di “nobiltà generosa” dalla Real Commissione dei Titoli di Nobiltà in persona di MAURIZIO che in qualità di brigadiere della “Compagnia delle Regie Guardie del Corpo” partecipò alla difesa del Regno delle Due Sicilie nella campagna del 1860 contro l’invasione piemontese; FRANCESCO, nel 1848, presidente della Suprema Corte di Giustizia, venne nominato “Pari” del Regno delle Due Sicilie.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di rosso con quattro catenelle d’oro in quadrati concentrici.

NEGRI

Titoli: nobile

Dimora: Mercato San Severino

Antica famiglia di Montecorvino Rovella nota dal XV secolo, passata nel 1741 in San Severino ed aggregata al primo ordine civico di questa città, il casato diede valenti uomini d’arme che servirono lealmente casa Borbone delle Due Sicilie.

FRANCESCO capitano d'arme di Carlo V morto in guerra contro le truppe di Francesco I di Francia.

Nota storica di Ciro La Rosa:

MICHELE, nobile, (Napoli 17 maggio 1790 – Napoli 29 aprile 1867) iniziò la sua carriera come tenente d’artiglieria nell’esercito murattiano, sposò la nobildonna Maria Antonia Termini dei duchi di Vatticani da cui ebbe sei figli, dei quali MATTEO, GIROLAMO ed ENRICO furono ufficiali d’artiglieria dell’Esercito delle Due Sicilie; all’entrata di Garibaldi a Napoli, nel settembre del 1860, egli si mise a sua disposizione, mentre i figli seguirono re Francesco II nella difesa della patria “Napoletana” comportandosi con onore, prestò per altri due anni servizio nell’esercito italiano ritirandosi poi in pensione. I figli:

ENRICO, maggiore d’artiglieria (Palermo 15 luglio 1823 – Napoli 3 aprile 1875), allievo della Nunziatella nel 1834, partecipò alla campagna del 1849 nello Stato Pontificio, come 1° tenente, ricevette da sua Santità il Pontefice la croce dell’Ordine di San Silvestro. All’arrivo dei piemontesi che invasero il Regno, era di stanza in Capua ed ebbe l’ingrato compito di trattare la resa della piazzaforte su ordine del generale De Cornè il 2 novembre 1860; entrò nell’esercito piemontese col grado di maggiore ma ben presto si dimise per ragioni di salute.

GIROLAMO, maggiore comandante d’artiglieria ( Palermo 28 settembre 1819 – Napoli 3 luglio 1866) allievo della Nunziatella nel 1832, nel 1860 comandava la 4a batteria a cavallo, nominato poi comandante delle artiglierie della divisione “Afan de Rivera”, combattè sempre al fianco del Conte di Caserta Alfonso di Borbone, presente agli scontri in Santa Maria, venendo decorato della croce dell’Ordine di San Ferdinando, quando il 29 ottobre i piemontesi attaccarono il ponte sul Garigliano fu presente alla tragica morte del fratello Matteo, partecipò alla difesa di Gaeta, dopo la resa del 14 febbraio 1861 si ritirò a vita privata.

MATTEO, generale di brigata (Palermo 21 giugno 1818- Scauri 29 ottobre 1860), fu tra i migliori ufficiali dell’Esercito delle Due Sicilie, dotato di una cultura superiore alla media e di una preparazione tecnico-militare non comune. Entrò nella Nunziatella nel 1832, il 1 marzo 1839 era alfiere d’artiglieria. Il 4 maggio 1848 partì per l’alta Italia per la guerra d’indipendenza al fianco dei piemontesi, restio a rientrare a Napoli fu poi perdonato dal Sovrano; destinato alla campagna contro i moti siciliani del 1849, fu tra i migliori ufficiali, promosso capitano di II classe , ferito gravemente negli scontri in Catania il 7 aprile, riuscì a salvarsi e decorato della croce di diritto dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio e con la medaglia d’oro della campagna di Sicilia.

Il 1 luglio 1860 promosso maggiore, l’8 agosto colonnello, il 7 settembre ligio al suo dovere di soldato seguì re Francesco II a Capua insieme ai suoi fratelli, nominato dal maresciallo Ritucci sottocapo di Stato Maggiore, qui inizia la sua magnifica storia leggendaria di soldato: si coprì di gloria contrastando i tentativi offensivi dei garibaldini il 19 settembre sulla linea di Capua a tal punto che i garibaldini attesero, in aiuto, l’arrivo delle soverchianti forze piemontesi, venne promosso sul campo colonnello, caso unico, ed additato ad esempio a tutta l’ Armata. Nella battaglia del 1 ottobre fu presente su tutta la linea dei combattimenti, animando i combattenti , dirigendo con precisione il fuoco delle batterie, il 3 ottobre venne promosso generale di brigata, dal 10 al 28 ottobre lavorò senza sosta per garantire la ritirata verso il Garigliano ed organizzare la difesa in Gaeta, il 29 ottobre mentre perlustrava le batterie poste sul fiume, venne fatto segno da un nutrito fuoco piemontese, nonostante fosse ferito gravemente incitò i suoi al combattimento, trasportato a Scauri spirò nelle braccia del fratello Girolamo, che si trovava sul posto per ispezionare le truppe. Venne trasportato a Gaeta, la salma portata a braccia dai suoi camerati nel Duomo, dove gli vennero tributati solenni onori militari. Riposa nel Duomo di Gaeta nel sepolcro voluto dal padre, dai fratelli e dal cognato Donato Briganti, egli rappresenta col suo sacrificio lo spirito della coerenza e dell’onore di uomo e di soldato Napoletano.”

PIETRO nobile sposò nel 1895 la nobile Dolores de Angelis dei marchesi di Trentenara da cui GIOVANNI (1897), altro ramo con DOMENICO da cui GIUSEPPE, SALVATORE, PASQUALE, CESARE tutti viventi nella prima metà del XX secolo.

Iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: troncato d'azzurro e d'oro alla fascia di rosso, caricata di tre rose d'oro, accompagnata in capo da un busto di moro avvinto ad una colonna da una catena attorcigliata al collo, al naturale e fissante un crescente d'argento posto nel cantone destro, ed in punta da un compasso aperto sormontato da una stella d'argento.

Matteo Negri. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

 

 

 

 

Sepolcro di Matteo Negri, Duomo di Gaeta. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

 

 

 

 

NELSON

Titoli: duca di Bronte

Dimora: Bronte, Inghilterra

ORAZIO Nelson (Thorpe 29 settembre 1758- Baia di Trafalgar 21 ottobre 1805) primo visconte di Nelson e primo duca di Bronte, famosissimo ammiraglio della flotta inglese conosciuto in tutto il mondo, di cui è superfluo in questo contesto farne la biografia, ottenne con privilegio del 10 ottobre reso esecutivo il 19 novembre del 1799, da sua Maestà il re Ferdinando di Borbone, IV di Napoli e III di Sicilia, la concessione di terreni in Bronte in provincia di Catania, fra cui il Castello e la chiesa di Santa Maria nei pressi di Maniace, col titolo di duca “col mero e misto imperio”, per ringraziare l’intervento della Marina Inglese nel cacciare dal Regno Napoletano i francesi della repubblica Partenopea, alla sua morte avvenuta nella battaglia di Trafalgar il titolo passò al fratello GUGLIEMO sul finire del 1805 e ai suoi eredi legittimi.

“I discendenti abbellirono il possedimento, “la Ducea di Bronte”, e vi risedettero fino all’inizio della II Guerra Mondiale quando il ducato venne confiscato come proprietà straniera nemica su suolo italiano. Il ducato venne restituito ai Nelson alla fine del conflitto, nell’anno 1946, l’ultimo discendente ALEXANDER Nelson Hood duca di Bronte, visconte di Bridport, cedette i possedimenti al Comune di Bronte nel 1981, per cifra 1 miliardo di lire, che ha trasformato il Castello in museo”.

Arma: d’oro, alla croce gigliata di nero, attraversata da una banda del campo bordata di rosso, caricata da due granate fumanti al naturale, e la fascia d’azzurro caricata dal motto “Trafalgar” d’argento, attraversante sul tutto; col capo d’argento al mare fluttuoso caricato di un albero di palma posto tra un castello e una nave tra le onde, il tutto al naturale.

Horatio Nelson. Foto archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

 

La morte di Nelson, di Benjamin West. Foto archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

 

DE NICASTRI

Titoli: marchese, patrizio di Lucera

Dimora: Napoli, Lucera

Originaria di Lucera, ricevuta nel S. M. O. di Malta nel1655, riconosciuta in persona di PASQUALE del titolo di marchese con Regio Rescritto del 25 ottobre 1834; stesso titolo riconosciuto in seguito a NICOLA il 24 ottobre 1857.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’argento con cinque punte di lancia di nero poste in banda, sormontate da un rastrello a cinque punte di rosso.

NICASTRO e NICASTRO GUIDICCIONI

Titoli: barone di Lago, nobili dei baroni; marchese per i Nicastro Guidiccioni

Dimora: Chiaramonte Gulfi, Messina, Caltagirone

BARTOLOMEO giudice in Messina e “secreto maestro Portulano”  con re Pietro d’Aragona nel 1282; BASILIO vice portulano di Messina nel 1584; GIOVANNI ANTONIO con privilegio del 13 novembre 1638 ottenne il titolo di barone di Moschitta; VITO  nel 1650 acquistò “l’ufficio di Regio Maestro credenziere dei Tari della Secrezia “ di Siracusa; ufficio che tenne anche il figlio FRANCESCO nel 1673; PAOLO FRANCESCO, barone di Moschitta, senatore in Caltagirone  1711/2, 1715/6, sindaco dei nobili 1718/9, patrizio di Caltagirone 1732/3, proconservatore 1719; GIACOMO, barone di Moschitta, senatore di Caltagirone 1735/59; FILIPPO per successione di casa Ventura acquisì con RR. LL. PP. del 26 giugno 1904 il titolo di barone di Lago. Un ramo del casato ottenne con R. D.  del 24 maggio 1927  e con RR. LL. PP. (Regie Lettere Patenti) del 24 gennaio 1929 il titolo ereditario, per estinzione della famiglia Guidiccioni di Lucca, il titolo di marchese.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: (casato Nicastro e Nicastro Guidiccioni) d’azzurro al castello d’oro aperto finestrato di nero, con tre stelle d’oro.

alias (casato Nicastro) d’oro alla banda di fusi accollati di nero.

 

 

NICOLACI e NICOLACI di Capopassero, e di Pirato

Titoli: principe di Villadorata, barone di Bonfalà, barone di Ogliastro, barone di Patro, signore di Capopassero, signore di Pirato nobile dei principi di Villadorata

Dimora: Noto, Barcellona Pozzo di Gotto

PIETRO tenne la carica di tesoriere di Noto nel 1694/5, con privilegio del 25 agosto 1701 ottenne il titolo di barone di Pizzuto; CORRADINO acquistò la baronia di Bonfalà con investitura del 20 febbraio 1702; OTTAVIO patrizio di Noto 1746/7; GIACOMO barone di Bonfalà in data 23 febbraio 1718, acquistò da Emanuele Ricon de Astroga la baronia di Ogliastro in data 10 ottobre 1744, giurato in Noto dal 1741 al 1746; FRANCESCO giurato nobile in Noto 1775/6; CORRADO barone di Ogliastro e Bonfalà in data 3 marzo 1768, di Capopassero il 9 febbraio 1774, capitano di giustizia in Noto nel 1774/5, acquistò il titolo di principe di Villadorata con investitura del 29 agosto 1774; OTTAVIO investito dei titoli precedenti, barone di Patro in data 4 agosto 1803, di Pirato il 20 maggio 1808, capitano di giustizia in Noto 1798/9, 1805/6; CORRADO (1862 – 1918) riconosciuto con D. M. del 12 luglio 1899 nei titoli di principe di Villadorata, barone di Bonfalà, barone di Ogliastro, barone di Patro, signore di Pirato, signore di Capopassero;il figlio OTTAVIO SALVATORE (1890) vivente nella prima metà del XX secolo detentore dei titoli del casato.

Altro ramo del casato si trova in Barcellona Pozzo di Gotto il cui capostipite FRANCESCO venne iscritto nella Mastra Nobile di Messina del 1798/1807, ottenne il titolo di conte con privilegio del 25 ottobre 1815, da cui discende MICHELE vivente nella prima metà del XX secolo.

Il casato iscritto nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, iscritto nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d'azzurro alla colonna dorica , su di una pianura tutto al naturale, sostenuta da un levriero d'argento al collare d'oro.

NICOLOSI

Titoli: barone di Villagrande

Dimora: Acireale

Famiglia nobile in Messina dal XIII secolo al XVIII secolo. GIROLAMO con privilegio del 18 ottobre 1687 ottenne il titolo di barone di Roccadoro; CARLO con privilegio del 29 giugno 1723 venne decorato del titolo di barone di Villagrande; PIETRO PAOLO carica di acatapano nobile (soprintendente annonario) di Acireale 1746/7; PAOLO, barone, capitano di giustizia 1760/1 in Acireale; SEBASTIANO stessa carica 1797/8 e patrizio di Acireale 1804/5.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro a due guerrieri armati d’oro affrontanti e combattenti.

alias d’azzurro al colosso di Rodi d’oro.

NICOSIA

Titoli: barone di Sangiaime e Pozzo (San Giacomo del Pozzo), barone di Ficilino e Monserrrato, barone di Trigona, nobili dei baroni.

Dimora: Palermo, Nicosia

Nobile in Palermo, Nicosia e Catania. ANTONINO acquistò il feudo di Sangiaime o San Giacomo del Pozzo; EUSTACCHIO poeta affermato autore di vari sonetti nel XVII secolo; GIOVAN BATTISTA giudice del Tribunale della Gran Corte Criminale del Regno 1679/81; GIOVANNI con privilegio del 17 marzo 1701 nominato barone di San Nicolò, proconservatore di Nicosia 1715/22; CASIMIRO giudice del Tribunale del Concistoro 1710, della Gran Corte Criminale 1713/14; VINCENZO, dottore in legge, barone di Sangiaime e Pozzo (San Giacomo del Pozzo), giudice civile di Nicosia 1742/3; GIUSEPPE, barone di Sangiaime, proconservatore di Nicosia 1786/1800; GIOVAN CALOGERO capitano di giustizia in Nicosia 1782/3, senatore 1799/1800; MICHELANGELO, barone di Trigona con privilegio del 15 settembre 1781; VINCENZO con D. M. del 4 maggio 1900 ebbe il riconoscimento dei titoli di barone di Ficilino e Monserrato per successione della famiglia La Via, e di Sangiaime del Pozzo.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di rosso troncato d’oro, 1° croce d’argento, 2° al giglio d’oro - alias 1° arma dei Nicosia al 2° arma dei La Via: d’azzurro alla banda d’argento, accostata in capo da due stelle, in punta da una cometa il tutto d’oro.

 

 

NICOTERA

Titoli: barone, nobile

Dimora: Nicastro, Napoli

Motto: “Noli me tangere”

Antica famiglia calabrese nota dal XV secolo, diede vari personaggi di toga e d’armi; GIOVANNI (1828-1894), partecipò ai moti rivoluzionari del 1848 in Calabria, deputato al Regio Parlamento nel 1861, ministro degli Interni con il governo De Pretis e poi con il governo Rudinì; riconosciuta con R. D. del 10 novembre 1921 del titolo di barone, e con D. M. del 3 novembre 1922 del titolo di nobile.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al palmizio al naturale, terrazzato di verde col serpente accollato al tronco con il leone d’oro rivolto sulla pianura.

NISCO

Titoli: barone

Dimora: Napoli, San Giorgio del Sannio

Originaria di San Giorgio del Sannio conosciuta già nel XV secolo; GIACOMO capitano di militi nel 1820; NICOLA rivoluzionario liberale per l’unità d’Italia, successivamente con l’avvento dello stato unitario fu politico e rappresentante presso il Parlamento del Regno d’Italia nel 1860 e scrittore di opere storiche; NICOLA tenente d’artiglieria, medaglia d’oro al V. M. caduto in guerra nel 1916. La famiglia venne decorata del titolo di barone in persona di GIACOMO con R. D. dell’8 marzo 1925 e RR. LL. PP. (regie lettere patenti) trasmissibile ai primogeniti.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare italiano anno 1922.

Arma: d’argento alla sirena sorgente dal mare d’azzurro all’onda d’argento, assalita da un leone il tutto al naturale.

NIUTTA

Vedi rubrica "Le Famiglie Greco-Albanesi del Sud Italia"

 

DE NOBILI

Titoli: nobile

Dimora: Catanzaro, Napoli

Originaria della Sicilia trapiantata in Calabria con GIOVANNI che ottenne nel 1483 la bagliva (signoria) del casale di Gagliano nei pressi di Catanzaro. La famiglia venne ricevuta nell’Ordine Gerosolimitano nel 1741 in persona di GIROLAMO, per le prove di consanguineità col cavaliere CARLO nel 1796 e RAFFAELE nel 1798 inseriti nell’Ordine stesso. IL casato venne ascritto nel 1801 al Priorato di Malta della città di Capua con EMANUELE e FELICE; riconosciuta di “nobiltà generosa” nelle prove di ammissione nelle Regie Guardie del Corpo in persona di GIOVANNI poi brigadiere della “Compagnia Regie Guardie del Corpo” del Regno delle Due Sicilie, presente nei ruoli attivi del 1860.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: interziato: 1° d’oro all’aquila bicipite di nero, 2° di rosso al leone passante accompagnato da sei stelle d’oro; 3° d’azzurro a tre bande d’oro.

NOLLI di Tollo

Titoli: nobile, barone, predicato di Tollo

Dimora: Napoli, Roma

Originaria di Bergamo, passò in Chieti nel XVIII secolo con ANTONIO, il quale fondò in Chieti l’Ospedale Civile nel 1751; CAMILLO ottenne il feudo di Tollo, il figlio ANTONIO fu ministro della Marina del Regno di Napoli di Gioacchino Murat 1808/15, cavaliere dell’Ordine Costantiniano; RODRIGO deputato al parlamento del Regno d’Italia e sindaco di Napoli nel 1865; CARLO ottenne il titolo di barone con concessione del 25 novembre 1926 e RR. LL. PP. (Regie Lettere Patenti) del 17 marzo 1927, ufficiale del Regio Esercito, medaglia d’argento al V. M., distintivo d’onore dei mutilati e feriti 1a guerra mondiale; GUIDO medaglia d’argento V. M. della guerra di Libia caduto in combattimento a Sidi Messri il 23 ottobre 1911; MARIO per essersi prodigato per la salute pubblica durante l’epidemia di colera del 1884 venne decorato della medaglia d’argento di benemerito.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiana 1922.

Arma: d’azzurro alla torre di tre pezzi d’argento, accollata ad un albero terminante in due rami fioriti ognuno di una rosa al naturale, la torre accostata di due gigli d’oro alla campagna di verde caricata di un cane al naturale.

NORANTE

Titoli: marchese di Santa Cristina

Dimora: Napoli

Famiglia conosciuta nella sua nobiltà già dal XV secolo.

Venne decorata con concessione del 3 giugno 1884 ed ampliata con R.D. dell’11 giugno 1885 del titolo di marchese di Santa Cristina, trasmissibile ai primogeniti in linea maschile.

COSTANZO (1828-1886) marchese, deputato e senatore del Regno dal 1870, cavaliere dell'Ordine di Ferdinando I, gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia, Grand'Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d'azzurro alla sbarra centrata d'argento, sostenente un leone tenente con la branca destra una banderuola, carica di un a lettera N di nero il tutto d'argento, in punta una torre nella pianura erbosa, nel mare, sormontata da tre stelle d'oro, con una galera sul mare, il tutto al naturale.

Sen. Costanzo Norante. A.S. del Senato

 

DE NOTARISTEFANO

Titoli: nobile, duca di Vastogirardi, marchese di Caccavone, patrizio di Ravello, conte palatino, col trattamento di Don e Donna.

Dimora: Napoli, Taranto

Originaria di Massafra in terra di Otranto, integrata nella nobiltà di Ravello il 15 maggio 1764; di “nobiltà generosa” nelle prove di ammissione nelle “Regie Guardie del Corpo” dell’Esercito del Regno delle Due Sicilie nel 1860 in persona di MICHELE; VITO ANTONIO, per il matrimonio con Marianna Petra ultima del casato, acquisì i titoli di marchese di Caccavone, duca di Vastogirardi con Regio Beneplacito del 30 maggio 1884 e D. M. del 3 luglio 1884; i seguenti personaggi hanno avuto incarichi tra il XIX e XX secolo: FERDINANDO primo presidente di Corte d’Appello nel XIX secolo; RAFFAELE procuratore generale della Corte di Cassazione, gran ufficiale dell’Ordine Mauriziano, commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia; MICHELE commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia, cavaliere Mauriziano, consigliere della Corte d’Appello di Napoli; PAOLO procuratore del Re.

Con D. M. del 17 novembre 1927 venne riconfermato al casato il trattamento di “Don” e “Donna”. Un ramo della famiglia venne decorato con Bolla Pontificia del 19 novembre 1869 del titolo di Conte Palatino in persona di FERDINANDO, il di cui nipote FERDINANDO venne investito del predetto titolo e con D. M. del 25 luglio 1915 del titolo di nobile.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: partito d’argento e d’azzurro ordinati in palo: 1° di tre crescenti rivoltati di rosso; 2° di tre stelle nel punto del capo con una cometa in punta d’argento.

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NOTO

Titoli: nobile, barone di Petraro

Dimora: Palermo, Monterosso

Motto: “Avulso uno non deficit alter”

BERNARDO capitano di giustizia in Salemi 1553/4; ALESSANDRO, canonico della cattedrale di Palermo, nominato “maestro di cerimonia” in data 8 marzo 1663 del duca di Sermoneta vicerè di Sicilia Don Francesco Gaetani; GIOVAN BATTISTA, dottore in legge, acquistò il feudo di Petraro nel 1694 e ne ottenne l’investitura di barone il 4 maggio 1696; ANDREA barone di Petraro il 20 maggio 1706, giudice della Corte Pretoriana di Palermo 1734/5; ANDREA il 27 agosto 1761 ottenne il parere favorevole per l’iscrizione nelle “note dei nobili che intervengono nelle funzioni di Corte”; BERNARDINO attenne la nomina di barone di Collarisi il 10 novembre 1787, proconsole di Monterosso; GIUSEPPE MARIA, dottore il legge, acquistò il feudo di Montagna di Monterosso con investitura del 6 aprile 1791; CARLO ANTONIO proconsole di Monterosso nel 1803; GIOVANNI MICHELE ottenne il 30 settembre 1805 l’investitura di barone di Petraro.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare italiano anno 1922.

Arma: d’argento al leone di nero - alias d’argento al pino di verde del medesimo alla pianura e alla stella nel cantone destro.

 

 

NOYA di Bitetto

Titoli: nobile, col predicato di Bitetto, conti del S.R.I. (Sacro Romano Impero) e conti di Lannoy

Dimora: Mola di Bari, Napoli

Motto: "Votre playsir Lannoy" - "Le nostre bandiere garriscono al vento"

Si ritiene che sia una diramazione della famiglia Noya e Lannoy originaria delle Fiandre – attuale regione del Belgio – che si trasferì nel Regno di Napoli verso il XVI secolo, dove ebbe incarichi importantissimi come quello di Vicerè di Napoli e di Capitano Generale in persona di CARLO (di Lannoy o Noya) ( n. d. a. in carica dal 1522 al 1525, il 21 ottobre 1523 partecipò alla battaglia di Pavia con le truppe spagnole contro i francesi di re Francesco I, che ne uscirono sconfitti, e come ricompensa ricevette i titoli di principe di Sulmona e di Ortona. Nel giugno del 1526 respinse, con l’aiuto di 16.000 fanti spagnoli e di trenta navi un tentativo di invasione del Regno di Napoli da parte degli Angioini, fu presente il 6 maggio 1527, quale ambasciatore presso papa Clemente VII, al “sacco di Roma” da parte delle truppe mercenarie francesi, morì ad Aversa il 20 maggio dello stesso anno). Con diploma del 10 febbraio 1526, dato dall' imperatore Carlo V, il casato fu investito del titolo di conti del S.R.I. (Sacro Romano Impero) e di conti di Lannoy. Un ramo di questa famiglia si trasferì in Mola di Bari con GUGLIELMO comandante di cavalleria “privilegiato” per “militare valore” dal re di Spagna Ferdinando il Cattolico. TIBERIO DONATO ottenne il feudo di Bitetto nel 1719, ultimo intestatario VINCENZO nel 1792. Il casato venne ricevuto per “giustizia” nell’Ordine Costantiniano nel 1818, dichiarato di “nobiltà generosa” nelle prove di ammissione nelle “Regie Guardie del Corpo” di Sua Maestà Ferdinando II re delle Due Sicilie nel 1851.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’argento a tre leoni di verde coronati del medesimo.

 

 

 

 

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