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I casati del Sud
di
Ciro La Rosa
La Rosa
V-VE
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VAGGINELLI
Titoli:
barone
di Cutumino Soprano, barone di Pelo e Merca.
Dimora:
Palermo
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di oro a
quattro uncini di nero posti tre a uno. |
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VAGLIASINDI
Titoli:
barone
del Castello di Randazzo, nobile dei baroni, barone
Dimora:
Randazzo
Famiglia nota dal
XVIII secolo, il titolo di barone del Castello di Randazzo venne
riconosciuto all’ultima del ramo primogenito MARIA MARGHERITA con DD
MM. del 6 febbraio 1900 e 1901; il titolo di nobile dei baroni di
Randazzo riconosciuto a PAOLO nel 1900 e ai suoi discendenti; un
altro PAOLO con R. D. “motu proprio” del 4 marzo e RR. LL. PP. del 3
maggio 1900 fu rinnovato il titolo di barone sul cognome con
successione maschile; RODOLFO nobile dei baroni, ramo collaterale,
con D. M. del 15 agosto 1929 per sé e discendenti di ambo i sessi.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana,iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di rosso
al pino al naturale nella pianura di verde, sostenuto da un leone
d’oro, un sole dello stesso orizzontale destro. |
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VAJOLA
Titoli:
barone
del Rotolo
Dimora:
Messina
Famiglia messinese
nota nella sua nobiltà dal X secolo, insignita del titolo di barone
del Rotolo sulla macellazione della carne in Messina, ultimo
insignito FILIPPO il 16 giugno 1863.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro al leone coronato d’oro, tenente con le branche anteriori
una V maiuscola, racchiudente tre vajole (sfere) d’argento poste due
a uno. |
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VALCARCEL
Titoli:
nobile
di Bitonto
Dimora:
Napoli
Famiglia originaria
della Spagna dal cognome Warcarcell italianizzato in Valcarcel;
aggregata alla nobiltà di Bitonto. Ricevuta nel Priorato del S. M.
O. di Malta dal 1786 col cavaliere FRANCESCO, ascritta nel Priorato
di Barletta in persona di EMANUELE coni figli FRANCESCO e GIROLAMO;
FRANCESCO 1° tenente di artiglieria dello Stato Maggiore
dell’Esercito delle Due Sicilie della “1^ Brigata LA ROSA”, ha
partecipato alla difesa del Regno dall’invasione piemontese nella
campagna del 1860/61, presente alla vittoriosa battaglia di Caiazzo
del 20 settembre 1860 contro i garibaldini.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
a cinque piante di radici d’oro, nel terreno di verde, quella di
mezzo più alta. |
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VALENTI
Titoli:
barone
Dimora:
Palermo
Famiglia di
Corleone, sin dai tempi remoti annoverata tra le più eminenti,
GIOVANNI, detto il Magnifico, defunto nel 1400; con R. D. del
10 gennaio e RR. LL. PP e 8 aprile 1929, re Vittorio Emanuele III
concesse il titolo di barone con successione mascolina primogeniale
in persona di GIOVANNI: GIUSEPPE decorato medaglia di bronzo valor
militare guerra 1915/18.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
al leone d’oro, appoggiato ad una colonna d’argento con base a
capitello. |
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VALENTINI
Titoli:
nobile
Dimora:
Giarre
Famiglia siciliana
che nel tempo ha mutato varie volte il cognome, il primo era
Corleone dalla signoria in loro possesso, in seguito Calascibbetta
per il possesso di questa città ottenuto dal re Carlo d’Angiò, poi
Chiappazzo dal fondo posseduto da GIUSEPPE Calascibetta nel 1720, in
fine con R. D. del 25 marzo 1917 LUIGI fu autorizzato a cambiare il
cognome in quello di Valentini; riconosciuta nobile con R. D. del 15
aprile 1939 in persona del precedente LUIGI, dottore, docente
fisiologia nella prima metà del XX secolo.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
al leone d’oro tenente con la branca anteriore destra una spada
d’argento. |
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VALENTINO
Vedi rubrica "Le
Famiglie Greco-Albanesi del Sud Italia" |
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VALIANTE
di Avena
Titoli:
duca,
marchese, predicato di Avena
Dimora:
Napoli
Antica famiglia di
Vallo della Lucania, feudataria della terra di San Basile; si
stabilì in Napoli con TOMMASO, il quale venne ammesso ai “Reali
Baciamani” con biglietto della Real Maggiordomia Maggiore di Sua
Maestà, il 4 maggio 1819 (L’iscrizione nel Registro dei Cavalieri
ammessi ai “Reali Baciamani”, detta “Nota di Palazzo”, si otteneva
attraverso un Regio Rescritto, emesso in seguito ad un rigoroso
esame dei titoli di nobiltà che il Re di casa Borbone delle Due
Sicilie, secondo i tempi, rimetteva alla Real Camera di Santa
Chiara, poi abolita questa, al Ministero della Real Casa ed in fine
alla Real Maggiordomia Maggiore, costituendo vere sovrane
dichiarazioni di nobiltà). Con RR. LL. PP. del 23 settembre 1920
venne riconosciuta per legittima successione della famiglia Avena
dei titoli su indicati. Rappresentata nel XXI secolo dal duca e
marchese don GIOVANNI BATTISTA (1931), sposato con donna Amalia
Imperiali dei principi di Francavilla nel 1958, cavaliere di
“giustizia” del Sovrano Militare Ordine Costantiniano di San
Giorgio.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
al cipresso al naturale sradicato, accollato da un serpe e
sinistrato da un leone d’oro; tutto accompagnato in capo da tre
stelle d’argento in fascia, con la campagna di verde. |
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VALIGNANI
(1)
Titoli:
duca di
Vacri
Dimora:
Chieti
Motto:
“Decoravit
integritatem et servavit odorem”
Antica famiglia
abruzzese, iscritta al primo ordine civico della città di Chieti;
ricevuta per “giustizia” nel S. M. O. di Malta dal 1610 con PIETRO (Archivio
di Stato di Napoli, volume I, Priorato di Capua) e nel
Priorato nel 1781 in persona del cavaliere GIUSTINO duca di Vacri (Gran
Magistero Roma, Priorato di Napoli ed Alberi Genealogici n. 124).
Duca di Vacri (Abruzzo) per concessione del 25 giugno 1698, ultima
intestazione nel Regio Cedolario GIUSEPPE nel 1783, il cui titolo
spetta ai suoi discendenti. Un altro ramo possedette il titolo di
marchese di Cepagatti e Casanova passato in altra famiglia, come il
titolo di duca di Alanno riconosciuto a GIOVANNA, il 24 ottobre
1834, e passato in successione al figlio Francesco Bassi. Dichiarata
di “nobiltà generosa” in occasione dell’ammissione nella Compagnia
delle Regie Guardie del Corpo nel 1851.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’oro
alla banda di rosso, caricata da tre rose d’argento, col capo d’oro
caricato di un’aquila di nero coronata d’oro. |
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VALIGNANI
(2)
Titoli:
barone
di Turri
Dimora:
Chieti,
Roma
Motto:
“Decoravit integritatem et servavit odorem”
Famiglia originaria
di Chieti, diramazione della precedente, con D. P. del 24 marzo 1927
venne riconosciuta nel Regno d’Italia con il titolo di barone di
Turri con discendenza primogeniale mascolina.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritto nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
troncato
da un filetto di nero: nel 1° d’oro all’aquila di nero coronata del
campo; 2° d’oro alla banda di rosso caricata di tre rose d’argento. |
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VANNI di San Vincenzo
e
VANNI di Archirafi
Titoli: principe di San Vincenzo, duca di Archirafi. Ramo
cadetto nobile dei principi di San Vincenzo col trattamento di
Don e Donna.
Dimora: Palermo
Originaria
di Pisa, si vuole discendente dall’antica famiglia degli Appiani
principi di Piombino. Occupò in Pisa parecchie volte la carica di “anziano”
e pare che sia stata portata in Sicilia, nel principio del secolo
XVI, da un ALESSANDRO Vanni e Mastiani, figlio di GIACOMO, anziano
in Pisa nell’anno 1495. I personaggi di casa Vanni che illustrarono
la famiglia in Sicilia:GIROLAMO inviato ambasciatore della
Repubblica di Pisa da re Alfonso I d’Aragona dal quale fu creato
cavaliere ed ottenne conferma del suo stemma ossia il cane rampante
collarinato d’oro; ORAZIO giudice della corte pretoriana di Palermo
nel 1603-4 e del Concistoro nell’anno 1601-2; VINCENZO senatore in
detta città negli anni 1603 al 1618 ; RAFFAELE, con privilegio dato
il 20 novembre 1629 esecutoriato il 28 febbraio 1630, ottenne la
concessione del titolo di marchese di Roccabianca; GASPARE senatore
di Palermo nel 1644-45; PIETRO tenne la stessa carica in detta città
negli anni 1639-40, 1659-60 e tale carica tennero PLACIDO Vanni e
Termine negli anni 1664-65, 1668/70; ORAZIO Vanni e Bellacera negli
anni 1689/91; CARLO e Bellacera negli anni 1699-1702, 1708-9;
MARCANTONIO negli anni 1711/29; EMANUELE Vanni dei marchesi di
Roccabianca fu il primo marchese di San Leonardo di Palmeri nella
sua famiglia per investitura del 10 novembre 1715; VINCENZO giudice
del tribunale del Concistoro nel 1719, giudice della Gran Corte
Criminale nell’anno 1725-26, della Gran Corte Civile negli anni
1727-28-29, 1735-36 e maestro razionale del tribunale del Real
Patrimonio nell’anno 1743; MARIO, marchese di Roccabianca, deputato
del Regno negli anni 1732, 1738; PLACIDO, dei marchesi di
Roccabianca, senatore di Palermo negli anni 1737, 1744, 1749, 1756,
1758, 1762, 1769, 1775-76, console del supremo magistrato del
commercio nell’anno 1742, tesoriere generale reggente nell’anno
1765, percettore del Val di Noto reggente nel 1771 e primo duca di
Archirafi nella sua famiglia per investitura del 28 ottobre 1770;
RAFFAELE senatore di Palermo negli anni 1746/50, 1752-53, 1755-56,
1771-72; ALESSANDRO Vanni e La Torre acquistò il titolo di principe
di Casalmonaco , il 25 dicembre 1756, ottenne poi che gli fosse
commutato in quello di principe di San Vincenzo, senatore in Palermo
negli anni 1754-55, 1782-83, governatore di Monreale nel 1773, più
volte deputato del Regno, fondò in casa sua ”l’Accademia di Storia
Ecclesiastica” e fu uno dei fondatori della Biblioteca Comunale di
Palermo; ORAZIO Vanni e La Torre generale dei Teatini; CARLO
senatore di Palermo nel 1764-65; FRANCESCO Vanni e La Torre,
teatino, deputato del Regno nel 1786 e vescovo di Cefalù nel 1788
insignito dell’insigne Ordine di San Gennaro; FRANCESCO Vanni e
Inveges, il 13 agosto 1796, ottenne investitura del titolo di duca
di Archirafi; DIEGO, dei marchesi di Roccabianca, nel settembre del
1821, ottenne attestato di nobiltà dal senato di Palermo. I due rami
di questa famiglia tutt’ora fiorenti, cioè quello di principe di San
Vincenzo e quello di duca di Archirafi erano rappresentati il primo
dai discendenti VINCENZO Vanni Calvello e Petrazuoli (di Pietro, di
Vincenzo), riconosciuto con decreto ministeriale del 15 giugno 1898
nel titolo di principe di San Vincenzo; il secondo rappresentato dai
discendenti di FRANCESCO Vanni (di Giuseppe, di Francesco) con il
titolo di duca di Archirafi. Il ramo del casato marchesi di
Roccabianca si estinse nella famiglia Tagliavia.
Dal su menzionato VINCENZO, principe di San Vincenzo, coniugato con
Eleonora La Torre, discendono i figli: CARLO sposato con Carmela
Santa Colomba,IGNAZIO sposato con Francesca Amato,GIUSEPPE sposato
Rosalia Guzzardi, altro IGNAZIO sposato con Maria Felice Benzo,
FRANCESCO sposato con Giovanna Pensabene Perez.
Dal ramo cadetto: don GIANFRANCO, nobile dei principi di San Vincenzo,
(Palermo 4 febbraio 1930 – 11 settembre 1987) docente universitario
e direttore del facoltà di giurisprudenza di Palermo, coniugato in
Palermo con Antonella dei baroni Valenti il 1 settembre 1960, da cui
i figli: donna MARIA CARMELA nata a Palermo 10 luglio 1961; donna
CARLA MARIA ALESSANDRA nata Palermo 25 ottobre 1964; donna DOMITILLA
nata Palermo 13 settembre 1966;donna FRANCESCA nata Palermo il 9
aprile 1973.
N.d.A.: si ringrazia la dottoressa Maria Carmela Vanni nobile dei
principi di San Vincenzo per le ulteriori notizie relative al
casato.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Definitivo delle Famiglie Nobili e titolate
della Regione Siciliana.
Arma: (ramo di Palermo) di rosso, al cane levriere d’argento,
ritto e collarinato d’oro. |
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VANNUCCHI
Titoli:
marchese
Dimora:
Napoli
La famiglia è una
diramazione del casato fiorentino, venuta a Napoli nel 1774. Con
Breve Pontificio (Decreto) del 4 marzo 1916 S. S. papa Benedetto XV
concesse a GIUSEPPE il titolo di marchese per le sue benemerenze in
favore delle Opere Cattoliche. Con R. D. del 24 aprile 1927 venne
autorizzato l’uso del titolo nel Regno d’Italia.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
a due alberi sopra le colline, il tutto al naturale, col capo carico
di un leone di rosso,sostenuto da una fascia dello stesso colore
merlata. |
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VANNUCCI
Titoli:
marchese
di Santa Maria dei Balchini, per successione casa Gioeni:
principe di Sant’Antonino, principe di Petrulla, duca di San Biagio,
duca di Angiò, duca di Ravanusa Castellana, barone di Noara, barone
di Montallegro, barone di Bagattano.
Dimora:
Palermo
Famiglia di origine
toscana, che ebbe come capostipite JACOPO, figlio di Vannuccio,
iscritto al Priorato della Repubblica di Firenze nel 1331; passata
prima a Genova e poi in Sicilia nel XVIII secolo;
GIROLAMO acquistò il
marcato di Santa Maria di Balchino di cui ottenne investitura il 30
agosto 1783, acquistò il titolo di marchese di Calcagno che in data
9 aprile 1784, ottenne di poter commutare in quello di marchese di
Santa Maria dei Balchini; POMPEO, marchese di Santa Maria di
Balchino, sposò Caterina Gioeni, sorella di Giovanni, principe di
Sant’Antonino, principe di Petrulla, ecc.,
in essa si estinse il casato Gioene del quale assunse i titoli su
descritti con con decreto
ministeriale del 30 maggio 1902; GIROLAMO ottenne riconoscimento del
titolo di marchese di Santa Maria di Balchini e, con regie lettere
parenti del 14 agosto 1904 anche il riconoscimento dei titoli di
principe di Petrulla, duca di San Biagio, duca di Angiò, duca di
Ravanusa Castellana, barone di Noara, barone di Montallegro, barone
di Ragattano, principe di Sant’Antonino.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
alla torre e tre stelle d’oro. |
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VARISANO
Titoli:
signore
di Balatella Grande, signore di Pasquasia
Dimora:
Sicilia
Motto:
“Frusta
nuut”
Famiglia siciliana
che si ritiene originaria di Firenze, portata in Sicilia al tempo di
re Alfonso d’Aragona dove possedette la baronia di Balatella grande
e Pasquasia. BARTOLOMEO, cavaliere di gran croce dell’Ordine di
Malta, combattente valoroso nelle vesti di sergente maggiore
(all’epoca corrispondente al grado di ufficiale superiore) per la
Repubblica di Venezia nella guerra di Candia contro i turchi nel
1675; GIOACCHINO, frate benedettino, vicario generale, completò la
costruzione del tempio di San Cataldo e istituì un Monte per i
poveri; PIETRO ultimo investito del titolo di signore di Balatella
grande il 1 novembre 1812, GIUSEPPE ultimo investito del titolo di
signore di Pasquasia in data 1 settembre 1790.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’oro
alla fascia di verde caricata di verde di tre stelle del campo;
alias
d’azzurro al leone d’oro coronato con la banda d’azzurro orlata
d’oro e caricata da tre stelle dello stesso colore. |
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VASATURO
Titoli:
duca,
marchese di Montorio
Dimora:
Napoli
Famiglia dichiarata
nobile diploma dato da re Filippo II nell’anno 1614, ed insignita
del titolo di duca nel 1728; il casato venne riconosciuto in detto
titolo, con Regio Rescritto del 2 aprile 1860 in persona di
FRANCESCO marito di Francesca Spiriti la quale venne riconosciuta
del titolo di marchesa di Montorio con R. Rescritto del 7 ottobre
1840, nei titoli successe il loro figlio RAFFAELE ed a questi a suo
figlio CARMELO. Riconosciuta di “nobiltà generosa” in occasione
dell’ammissione nella “Compagnia delle Regie Guardie del Corpo” in
persona di GIOVANNI poi alfiere del “1° Reggimento Ussari della
Guardia Reale” (Archivio di Stato di Napoli, verbali Regia
Commissione per i Titoli di Nobiltà, anno 1850, volume VI, pagina
232), che insieme a FERDINANDO, guardia a cavallo, della
Compagnia dlle Regie Guardie a cavallo, ha partecipato alla campagna
del 1860/61 per la difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione
piemontese.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922
Arma:
di rosso
al vaso d’argento. |
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VASSALLO
Vedi rubrica "Le
Famiglie Greco-Albanesi del Sud Italia"
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VASTALEGNA
Titoli:
patrizio
di Benevento
Dimora:
Benevento
Le notizie certe si
hanno dal 1658 con GASPARE, dottore in utrique, delegato della Santa
Consulta all’Ufficio di avvocato fiscale della città di Benevento.
BARTOLOMEO con Deliberazione del 24 giugno 1725 della Consulta dei
Nobili Patrizi di Benevento ed d’ordine di Sua Santità papa
Benedetto XIII, fu ammesso al Patriziato di Benevento; BERNARDO e
VINCENZO patrizi di Benevento nella prima metà del XX secolo.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
al pino sulla pianura di verde, con tre uccelli al naturale
sull’albero e sormontato da tre stelle d’argento in fascia. |
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VASTARINI
Titoli:
marchese
di Sant’Antonio, patrizio dell’Aquila
Dimora:
l’Aquila, Napoli
Famiglia patrizia
dell’Aquila, decorata, per successione delle famiglie Cresi e
Villanova, del titolo di marchese di Sant’Antonio nel 1897 per il
matrimonio di DOMENICO con Fortunata Cresi marchese di Sant’Antonio.
Un ramo della famiglia nel 1661 venne ascritta alla nobiltà romana e
usa aggiungere il cognome Cresi.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
partito:
nel 1° di rosso al guerriero di profilo, armato di mazza, fermo
sulla pianura erbosa, il tutto al naturale (Vastarini), nel 2° d’oro
a due monti erbosi, uno più basso a destra col melograno sulla cima,
sul più alto un’aquila di nero col volo abbassato, afferrante con
l’artiglio destro un ramoscello, tutto al naturale. |
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DEL VECCHIO
Titoli:
patrizio
di Lucera
Dimora:
Lucera,
Napoli
Di antica nobiltà,
detta anche Vecchia, de Vecchi e della Vecchia; è un ramo della
famiglia nobile di Siena passata nel regno di Napoli nel XVI secolo;
; le prime memorie certe si hanno nel salernitano con GERONIMO
milite al servizio del duca Tristaven, che per i suoi atti valorosi
ottenne molte grazie e gradi di nobiltà come si legge in un
privilegio del 3 aprile 1293; nel “Cedolario Antico” anni 1582/4 è
segnato il “magnifico” MARCANTONIO de Vecchio, ed anche
BARTOLOMEO de la Vecchia nel 1691; l’autore Ughelli nel suo tomo “Italia
Sacra” ( Napoli, 1717, vol.6 fol. 2237) indica
MARCANTONIO de Vecchi vescovo di Isclani, nobile capuano. Un ramo
passò in Lucera ed ascritto nella sua nobiltà, ricevuto per
“giustizia” nel S. M. O. di Malta nel 1767; GIUSEPPE, monaco di
Monte Gelasio, patriarca di Costantinopoli nel 1261; GUGLIELMO,
agostiniano, vescovo di Genova; MICHELE generale della Congregazione
di San Giovanni di Dio; ENRICO conte di Ravello nel 1523; fra
FRANCESCO MARIA cavaliere del S. M. O. di Malta nel Priorato di
Capua nel 1579; fra ASDRUBALE cavaliere del S. M. O. di Malta il 9
aprile 1605; FERDINANDO Del Vecchio Zevallos con bolla del 1
dicembre 1793 ottenne il titolo di cavaliere di croce e devozione
dell’Ordine Gerosolimitano; nel 1804 il cavaliere gerosolimitano
FERDINANDO venne ammesso ai Reali Baciamani (Archivio di Stato di
Napoli, Consulta di Camera Reale, volume 972, -
L’iscrizione nel Registro dei Cavalieri ammessi ai “Reali
Baciamani”, detta “Nota di Palazzo”, si otteneva attraverso un Regio
Rescritto, emesso in seguito ad un rigoroso esame dei titoli di
nobiltà che il Re di casa Borbone delle Due Sicilie, secondo i
tempi, rimetteva alla Real Camera di Santa Chiara poi, abolita
questa, al Ministero della Real Casa ed in fine alla Real
Maggiordomia Maggiore, costituendo vere sovrane dichiarazioni
di nobiltà); ANGELO alfiere del “10° Reggimento Fanteria di
Linea Abruzzo”, e ANTONIO maggiore del “2° Reggimento Ussari della
Guardia Reale” hanno partecipato alla difesa del Regno delle Due
Sicilie nella campagna del 1860/61 contro l’invasione piemontese
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
al cervo rampante d’oro, col capo d’oro caricato di un’aquila al
naturale col volo spiegato (origine casato di Siena); alias
di rosso al fascio di miglio al naturale legato d’oro posto in palo. |
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VECCHIONE
Titoli:
patrizio
di Pozzuoli
Dimora:
Pozzuoli
Antica famiglia
nobile puteolana, conosciuta dal XV secolo; ebbe alti gradi nella
magistratura e riconosciuta di “nobiltà generosa”, nel 1843, nelle
prove di ammissione nella “Compagnia delle Regie Guardie del Corpo”
(Verbali della Regia Commissione dei Titoli
– Archivio di Napoli, volume III, pag. 206 volume IV, pagina 52,
anno 1844). Militari che hanno partecipato alla difesa del Regno
delle Due Sicilie dall'invasione Piemontese nella campagna del
1860/61: ASCANIO 2° tenente del "Battaglione Treno" (artiglieria
ippotrainata); RAFFAELE (1809 - ?) comandante del "14° Battaglione
Cacciatori", contrastò l'avanzata dei garibaldini a Triflisco ed a
Sant'Angelo, decorato della Croce dell'Ordine di Francesco I e della
Croce dell'Ordine di San Ferdinando, promosso generale di brigata
durante l'assedio di Gaeta e nominato comandante dei "Volteggiatori
della Guardia Reale", dopo la caduta della piazzaforte patì il
carcere per aver preso parte ad una congiura anti italiana ordita
dal maggiore Cosenza; FELICE (1839 - ?) proveniente dalla Compagnia
delle Reali Guardie del Corpo, raggiunse il padre Raffaele a Gaeta,
dove venne nominato alfiere del "2° Reggimento Lancieri", capitolò
con la guarnigione nel febbraio 1861; GIOVANNI MARIA 2° tenente del
"10° Reggimento Abruzzo" anch'egli presenta a Gaeta.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’oro ad
una quercia di verde, fruttata d’oro. |
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VELARDITA
o
VILLARDITA
Titoli:
nobile
Dimora:
Piazza
Armerina
Originaria della
Lombardia; le prime memorie certe si hanno in Piazza Armerina dal
XIV secolo con BERNARDO capitano di giustizia di Licata nel 1403 e
castellano di Piazza nel 1410, il 25 ottobre 1396 ottenne
concessione dei censi e molini di Piazza Armerina e Sant’Andrea, il
20 gennaio 1397 possedette il feudo Bessima e il feudo Rachali o
Radali; PERRICONE acquistò da re Federico III d’Aragona nell’anno
1375 gli “introiti” di Piazza Armerina; BERNARDO cavaliere di Rodi
(Ordine di Malta); PAOLO vescovo di Lipari nel XV secolo. ANTONINO
nel 1782 giudice delle appellazioni in Piazza e, come discendente da
Bernardo, iscritto nell’Elenco Ufficiale Definitivo delle Famiglie
Nobili e titolate della Regione Siciliana, con il titolo di nobile;
ANTONINO, nobile, sul finire del XIX secolo.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922
Arma:
d'argento a tre vasi di verde, fiammeggianti di rosso. |
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VELASCO
Titoli:
nobile
Dimora:
Sicilia
Famiglia originaria
di Cefalù, venuta dalla Spagna col cognome Velasquez si crede nel XV
secolo. Dichiarata nobile il 13 aprile 1844 dalla Commissione per i
Titoli di Nobiltà.
GIOVANNI LUCIO secreto di Cefalù e capo degli algoziri del regno nel
1594; FRANCESCO, cavaliere dell’ordine di San Giacomo della Spada,
sergente generale di battaglia ( grado di ufficiale superiore),
maestro di campo del “3° Reggimento di fanteria spagnola” del Regno
di Napoli, castellano del Real Palazzo di Messina nell’anno 1683;
GIUSEPPE Velasco e Montoja sopraintendente generale della scala e
porto franco di Messina nel 1708; alfiere GIOVAN TOMMASO capitano di
giustizia in Sutera nel 1705/6; VINCENZO Velasco Velasquez e IGNAZIO
iscritti nella mastra nobile di Augusta.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di verde
al castello di tre torri d’argento. |
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VELEZ
Titoli:
nobile,
barone di Pedagaggi.
Dimora
Palermo, Balestrate, Bologna
Antica e
nobile famiglia che rappresenta il ramo siciliano di un illustre
casato spagnolo "Velez de Guevara”,conti di Onate e di Villamediana
, che si è fregiata del titolo di vicerè e molteplici alte cariche.
Originaria della Spagna nord occidentale- Navarra - , e pervenuti in
Italia nel secolo XV a seguito della conquista del Regno di Napoli
ad opera di Alfonso V di Aragona, si diramarono nell'Italia
meridionale ed a Malta, nel mentre altri collaterali o cadetti
pervennero in Sicilia (Siracusa) nel XVI secolo ad opera di ANTONINO
(1513) ed GIOVANNI (1560) che ottiene il titolo di regio cavaliere,
per poi spingersi in altri luoghi della Sicilia. Ne vengono fuori
una serie di giurati, capitani di giustizia. Tra il XVII ed il XVIII
secolo tale ramo siciliano fissa la sua dimora ad Alcamo, ove
edifica un palazzo magnatizio alle spalle della cattedrale.
Il Mango di
Casalgerardo, nel suo tomo "Nobiliario di Sicilia" menziona:
GONZALO capitano di giustizia a Sciacca nel 1643/44; FRANCECO Velez
de la Pegna , capitano di giustizia a Patti 1645/47; MARCELLO,
maestro razionale e conservatore del real patrimonio con Real Cedola
data il 9 ottobre ed esecutoriata il 29 dicembre del 1679; IGNATIO
capitano di giustizia in Cefalu' 1695/96; ANTONINO, giurato delle
appellazioni,giurato secreto e governatore di Alcamo 1740/60
indicato dal Villabianca come Velez de Guevara y de la Pegna, barone
di Pedagaggi; GIOVANNI, barone, giurato anni 1812/13; GAETANO,
barone, sindaco di Alcamo nel 1837.
Nella seconda
metà del novecento i Velez si trasferiscono a Palermo, acquistando
il palazzo di Gaspare Miano, razionale del real patrimonio nel XVIII
secolo, rendendolo ancora più confacente all'edilizia nobiliare
settecentesca.
Lo storico
Francesco S. M. De Spuches, da ulteriori notizie di questa famiglia,
sia pure indirettamente, parlando della successione del feudo di
Bertolino a Sciacca, rilevando un barone ALFONSO che sposa Maria
Carolina Arone di Bertolino nel 1853, ed un barone GIOVANBATTISTA
che sposa Concetta Arone Tagliavia nel 1878.
n.d.a.: si
ringrazia il signor Mario D’Angelo Velez per le notizie storiche
fornite sul casato.
Arma:
inquartato:al primo e quarto d'oro, a tre bande cucite d'argento
caricate di armellino di nero; nel secondo e terzo d'argento, a
cinque cuori di nero, posti in croce di Sant'Andea. |
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VELLA
e
VELLA VARRIOS e
VELLA COMITINI
Titoli:
barone
di Biggini
Dimora:
Caltanissetta
Originaria
dell’isola di Malta e passata in Sicilia nella città di Terranova
con GIUSEPPE sul finire del XV secolo;
GIOVANNI Vella-Varrios de Espriella maestro razionale supernumerario
del tribunale del Real Patrimonio nel 1664;
GIOVANNI cavaliere dell’Ordine di
San Giacomo della Spada, maestro razionale nel XVII secolo; ANTONIO
(Vella Comitini) con Real
Decreto del 30 ottobre 1900, ottenne concessione dello stemma di
gentilizio, qui descritto,
con RR. LL. PP. (Regie Lettere Patenti) del 20 giugno 1901
venne autorizzato ad assumere ed
a trasmettere ai suoi eredi e successori il titolo di barone di
Biggini, a lui pervenuto per successione alla madre, Carmela
Calafato.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
semipartito e troncato: 1° scaccato d’argento e di nero; 2° di rosso
al grifone d’oro con la fascia d’azzurro attraversante; 3° e 4°
d’oro a quattro torce accese,naturali e decusse due a due. |
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VENATO
Vedi rubrica "Le Famiglie Greco-Albanesi del Sud Italia" |
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VENTAPANE
Titoli:
marchese
Dimora:
Napoli
Il casato ottenne
il diploma di nobiltà dal 1526; decorata del titolo di marchese con
Regio Privilegio del 27 ottobre 1800; FRANCESCO, marchese, vivente
nella prima metà del XX secolo
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
all’albero di verde, sostenuto da due leoni d’oro affrontanti ed
accompagnati in capo da tre gigli d’oro. |
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VENTURA
Titoli:
barone
di Raulica
Dimora:
Palermo,
Chiaramonte
Motto
“Honoribus assueta”
Originaria di
Napoli, portata in Sicilia nel XV secolo da ANTONUCCIO, milite di re
Alfonso d’Aragona, che si stabilì in Catania nel 1441; i discendenti
si stabilirono in Chiaramonte con varie cariche cittadine quali
vicemastro della zecca, capitano d’arme in guerra, tennero il
governo generale della conte di Modica. A fine del XVI secolo
FRANCESCO commissario generale di sicurezza contro banditi e
contrabbandieri nel Regno; FRANCESCO possessore del feudo di Pozzo
del Baldo; da lui discese FILIPPO e in linea retta i baroni di Lago,
governatore e capitano generale della contea di Modica e nel 1684
ottenne il titolo di barone del Lago per sé e i suoi discendenti;
nel 1664 da PIETRO PAOLO discesero i baroni di Canseria. Il casato
ottenne il titolo di barone di Raulica ed ultimo investito MATTEO in
data 5 maggio1799 e successivamente agli eredi maschi. I seguenti
personaggi hanno preso parte alla campagna del 1860/61 per la difesa
del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese: BERNARDO
capitano del “7° Reggimento Fanteria di Linea Napoli” presente alla
strenua difesa della cittadella di Messina fino alla capitolazione
avvenuta il 12 marzo 1861, CARLO alfiere del “11° Reggimento
Fanteria di Linea Palermo”, FRANCESCO alfiere del “4° Battaglione
Cacciatori” presente alla difesa di Gaeta sino alla capitolazione
del 14 febbraio 1861, GIACINTO, fratello del precedente, primo
tenente del “7° Battaglione Cacciatori” anch’egli presente alla
difesa di Gaeta. Per alleanza contratta con la casa Spitalieri i
titoli di Dagala e Intorella passarono al casato Ventura, ultima
rappresentate MARIA CONCETTA che li portò in casa Avellone, e con D.
M. del 24 gennaio 1884 i suddetti titolo resi trasmissibili al
figlio Antonino Avellone.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922
Arma:
d’azzurro alla figura della fortuna al naturale sulla ruota d’oro
uscente dalla punta dello scudo. |
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VENTURI
Titoli:
duca di
Minervino, patrizio di Bari,
Dimora:
Minervino, Tuglie, Lecce, Trani, Bari
Originaria della
Toscana, si crede venuta con SIMONE, milite angioino nel 1299;
TOMMASO, milite, maestro portulano e provisore della Puglia al tempo
della regina Giovanna I; passarono poi in terra d’Otranto con
GIACOMO per il matrimonio con Antonia Sambiase e per “maritali
nomine” ottenne il possesso dei casali di Morigino, Palmerigi,
e Castro, costituendo la baronia di Ceresole. Per acquisto dai
Filomarino ottennero la terra di Minervino nel XVI secolo, sulla
quale GIUSEPPE MARIA con diploma dell’11 settembre 1683, da re Carlo
II, ne ebbe il titolo di duca, riconosciuto in seguito con R. R. del
26 aprile 1856 in persona di ANDREA; il casato nobile in Bari,
Trani, Taranto, Lecce, in Salerno fu aggregata al Seggio di Porta
Retese in data 19 aprile 1741 in seguito al matrimonio di
FERDINANDO, duca di Minervino, con Costanza Santomango. Ricevuta nel
S. M. O. di Malta nel 1487 in persona del cavaliere FRANCESCO
SAVERIO, di Lecce (Archivio di Stato di Napoli, volume 34,
Priorato di Barletta). Un ramo si trasferì in Copertino.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
alla banda d’oro caricata da tre mezzelune di rosso, accostata da
due stelle d’or, una in capo ed un’altra in punta. |
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VENUSIO
Titoli:
marchese
di Turi
Dimora:
Napoli,
Turi, Bari
Originaria di
Venosa, aggregata al primo ordine Civico della città di Matera,
ricevuta nel S. M.O. di Malta dal 1710 con FABIO (Archivio Ordine di
Malta, 4894/95), nel 1714, nel 1745nel ramo di Barletta e nel 1757.
Decorata del titolo di marchese di Turi dal 28 agosto 1797.
Riconosciuta di “nobiltà generosa” dalla Regia Commissione dei
Titoli di Nobiltà del Regno delle Due Sicilie nel 1839 e 1843 per
l’ammissione nella Compagnia delle Regie Guardie del Corpo.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
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Palazzo Venusio, Napoli |
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La scala ingresso |
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Particolare cortile |
Foto Ciro La Rosa. Clicca sulle immagini
per ingrandirle |
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Particolare del frontale |
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chiave di volta, figura antropomorfa |
Foto Ciro La Rosa. Clicca sulle immagini
per ingrandirle |
Arma:
d’argento
alla fascia d’azzurro carica di tre stelle d’oro, accompagnata da
tre rose di rosso due in capo e una in punta. |
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DE
VERA D'ARAGONA
Titoli:
ramo principale:
principe di Caposele, duca di Verzino, duca di Carinari;
ramo secondogenito: principe di Colubrano, duca di Alvito, col
predicato di: Morcone, Formicola, Atina, Belmonte, Campoli,
Gallinaro, Pinisco, Posta San Donato, Vicalvi, Settefrati
Dimora:
Napoli, Viareggio
Motto:
“Veritas Vincit”
Di origine spagnola, si presume discenda dal re
RAMIRO I d'Aragona, il quale abbia contratto matrimonio con Geloyra
De Vera, ultima della sua famiglia, i figli avuti dal matrimonio
CARLOS e LUIS anteposero al cognome paterno quello materno.
Il casato si trasferì nel Regno di Napoli nel XVI
secolo, iscritto nelle famiglie nobili fuori Piazza. GIOVANNI
vescovo di Salerno poi nominato cardinale, famoso giureconsulto del
Vaticano; GARCIA giustiziere della provincia del Molise nel 1407;
don PIETRO presidente del Sacro Regio Consiglio nel 1604; GIOVANNI
colonnello di cavalleria in Estremadura nel 1619; GIOVANNI
(1795-1861) 1° esente (ufficiale superiore) della "Compagnia delle
Reali Guardie del Corpo", presente nei ruoli attivi anno 1860
dell'Esercito del Regno delle Due Sicilie.
Ricevuto nel Sovrano Militare Ordine di Malta dal
1758 in
Napoli ed in persona del commendator LUIGI, per la “pruova” di LUIGI
senior primo stipite dal 1528; in convento col cavaliere LUIGI nel
1796; duca di Verzino per successione della famiglia Caropreso con
investitura del 1693; principe di Caposele, duca di Carinari per il
matrimonio di LUIGI duca di Verzino, con Domenica Ligny Mormile,
titoli poi trasferiti al figlio GIUSEPPE (1817-1886) padre di EMILIO
(1858) principe di Caposele, duca di Verzino, duca di Carinari
vivente nella prima metà del XX secolo.
Il titolo di duca di Alvito venne acquisito da
RANIERI per il matrimonio con Maria Dolorita Proto, riconoscimento
avvenuto con RR.LL.PP. (Regie Lettere Patenti) del
22 novenbre 1899
con i predicati di: Morcone, Formicola, Atina, Belmonte, Campoli,
Gallinaro, Pinisco, Posta San Donato, Vicalvi, Settefrati.
Iscritta la famiglia nel Registro dei Cavalieri di
Malta per “giustizia”, riconosciuta di “nobiltà generosa” nel 1859 e
nel 1860. CARLO abate di Montecassino nella prima metà del XIX
secolo. EMILIO (1858), RENATO(1918), CARLO ALBERTO(1892),
DIEGO(1904), INIGO (1907), GIANRANIERI (1924), RAMIRO(1934) viventi
nella prima metà del XX secolo.
Iscritta nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana,
iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
partito nel 1° d'argento a tre fasce di nero contro intestate, con
la bordura di rosso con 8 decusse d'oro (De Vera); nel 2° d'oro a 4
pali di rosso (D'Aragona). |
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VERARDI
Titoli:
marchese
Dimora:
Sicilia
Famiglia di
Messina; ANTONIO si segnalò e si prestò nella pestilenza del 1743
sostenendo le cariche di giudice della Regia Udienza, delle
Appellazioni, della Gran Corte e Ministro della Regia Azienda e
anche durante il terremoto del 1783 tanto da meritarsi il titolo di
“padre della Patria” e per le sue benemerenze re Ferdinando IV con
privilegio del 1788 lo nominò marchese.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
al braccio sinistro di carnagione, uscente dal lato destro, tenente
un cuore infiammato di rosso, accompagnato a sinistra da un leone
d’oro rivolto, sul terreno di verde. |
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VERDUZIO
Titoli:
nobile
Dimora:
Napoli,
Roma
Originaria di
Sessa, ricevuta nell’Ordine di Malta per “giustizia” nel 1779,
passata in convento nel 1797. Il casato venne riconosciuto nobile
con DD. PP. del 27 febbraio 1927 e del 28 novembre 1928. RODOLFO
aiutante di campo di S. M. il re Vittorio Emanuele III, commendatore
dell’Ordine di SS. Maurizio e Lazzaro, commendatore dell’Ordine
della Legion d’Onore di prima classe, commendatore della Corona
d’Italia, generale del Regio Genio Aeronautico, ingegnere civile,
docente di costruzioni aeronautiche, campagna della 1^ guerra
mondiale, vivente nella prima metà del XX secolo.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Eelmco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’argento
all’albero di gelso al naturale sulla campagna di verde. |
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VERGARA
Titoli:
ramo primogenito:
duca di Craco, marchese di Comignano, marchese di Savochetta;
ramo
secondogenito:
nobile dei duchi di Craco, dei marchesi di Comignano, dei marchesi
di Savochetta.
Dimora:
Palermo
Originaria della
Spagna, stabilitasi in Palermo nel XIV secolo, passata a Napoli ed
in Sicilia dal 1381 stabilitasi in Palermo con FRANCESCO. i Vergara
furono creati duchi di Craco dall’imperatore Carlo VI con diploma
del 30 dicembre 1724; re Ferdinando III con Regio Assenso del 27
ottobre 1780 trasferì il titolo di marchese dalla terra di Comignano
in Terra di Lavoro all’omonima terrea in Abruzzo; FORTUNATO (1833 –
1928) venne riconosciuto nei titolo di duca di Craco e marchese di
Comignano trasmissibile ai maschi primogeniti con R. D. del dicembre
1875, sindaco di Palermo, direttore generale del Banco di Sicilia,
decorato di medaglia d’oro per i “benemeriti della salute pubblica”
e della medaglia d’argento al valor civile, con RR. LL. PP.
Luogotenenziali del 18 aprile 1918 fu autorizzato ad assumere il
titolo di marchese di Savochetta proveniente da casa Barrile.
Iscritta nel Libro
d’Oro della nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
troncato:1° di rosso al castello di tre torri d’argento merlato,
aperto e finestrato di nero, nel 2° partito a destra di azzurro al
leone d’oro, a sinistra fasciato cuneato di rosso d’oro, caricato di
un’aquila bicipite di nero, coronata dello stesso sulle due teste e
attraversante sulla partizione. |
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VERNAGALLO
Titoli:
barone
di Desi
Dimora:
Sicilia
Si crede originaria
di Pisa, si trasferì in Sicilia nel XIV secolo con RANIERI nella
città di Palermo. Il casato ha dato molti senatori e pretori,tra cui
FRANCESCO PAOLO governatore della “Compagnia dei Bianchi” in
Palermo. Possedette per breve tempo la città di Caltanissetta;
ottenne la baronia di Desi nel 1718. Un altro FRANCESCO PAOLO
investito del titolo di barone di Desi il 12 agosto 1769.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di rosso al leone d’argento. |
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VERNAZZA
e
VERNAZZA CASTROMEDIANO DI LYMBURG
Titoli:
nobile
Dimora:
Lecce,
Castrì
Famiglia originaria
di Genova, ed aggregata a quel patriziato; si trasferì in Lecce; con
Sovrano Privilegio dell’11 novembre 1719, decorata del titolo di
duca sul feudo di Castì Guarino, che già possedeva il titolo.
Ricevuta per giustizia nell’Ordine Costantiniano; dichiarata di
“nobiltà generosa” nelle prove d’ammissione nella Compagnia delle
Regie Guardie del Corpo nell’anno 1849 ( Archivio di Stato di
Napoli, Verbali della Regia Commissione dei Titoli di Nobiltà,
volume VI, pagina 122); appartiene alla famiglia la beata
BATTISTA; ACHILLE venne adottato dal congiunto duca di Morciano
Sigismondo Castromediano di Lymburg, aggiungendone il cognome con
sentenza data in Trani.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’oro a
tre fasce di rosso accompagnate in capo da una mezzaluna d’argento. |
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VERUSIO
o
VERRUSIO
Titoli:
marchese, duca di Ceglie
Dimora:
Napoli
Famiglia napoletana
decorata del titolo di marchese per successione diretta della
famiglia Sisto y Britto e del titolo di duca di Britto in data 30
ottobre 1798; riconosciuto inseguito di detti titoli in data 30
luglio 1901 con RR. LL. PP.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
alla pecora sulla pianura erbosa, sormontata da due spade appuntate
in capo da tre stelle. |
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VESPOLI
Titoli:
nobile
Dimora:
Napoli,
Massalubrense
Famiglia originaria
di Sorrento, ricevuta in Priorato del S. M. O. di Malta nel 1742 in
persona del balio fra GAETANO ed ancora in Priorato nel 1790 (Gran
Magistero, Roma; Alberi Genealogici, n. 97, incarto 56 del Priorato
di Napoli - Archivio Gran Magistero). Detentrice del feudo di
Montagnano sul quale SCIPIONE ne ottenne il titolo di marchese l’8
febbraio 1625; l’ultimo intestatario GIUSEPPE in data 10 marzo 1756,
il titolo passò per successione femminile in altra famiglia.
Riconosciuta di “nobiltà generosa” nelle prove di ammissione nella
Compagnia delle Regie Guardie del Corpo in data 1848 (Archivio di
Stato Napoli, verbali Regia Commissione titoli di Nobiltà, volume V,
pagina 246); ascritta nell’Elenco dei cavalieri di giustizia del
S. M. O. di Malta nel 1801 in persona di ALFONSO nel Priorato di
Capua; il nipote ALFONSO, NOBILE, cavaliere d’onore e devozione del
S. M. O. di Malta; GIOVAN BATTISTA, nobile, vivente nella prima metà
del XX secolo.
Arma:
troncato
innestato di nero e d’argento, il 1° punto caricato di una rosa
d’argento. |
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VETERE
di San Mauro
Titoli:
nobile,
predicato di San Mauro
Dimora:
Napoli, Roma
Famiglia
riconosciuta nobile dal 1586, feudataria di San Mauro in Cilento, di
cui l’ultimo intestatario fu FRANCESCO il 5 novembre 1802,
presidente della Regia Sommaria; FRANCESCO ed il figlio NICOLA
nobili col predicato di San Mauro nel XIX secolo. Lo stesso
predicato è attributo anche alla famiglia Gagliani di Trani.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’oro alla
fascia di rosso, accompagnata in capo da quattro stelle d’argento,
in punta di un castello vecchio, e di un albero d’ulivo il tutto al
naturale. |
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