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I casati del Sud
di
Ciro La Rosa
La Rosa
SL-SY
SOFIO
Titoli:
nobile di Messina
Dimora:
Messina, Napoli
Famiglia messinese appartenente all’antico Ordine Civico e
senatoriale della città; con Decreto Presidenziale del 21 aprile
1927 venne riconosciuto al casato il titolo di nobile di Messina per
i maschi e le femmine; GIOVANNI PLACIDO, nobile di Messina,
cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia; FRANCESCO commendatore
della Corona d’Italia, dell’Ordine del Merito del Cile, dell’Aquila
Rossa di Prussia, console onorario del Cile, presidente dell’Ente
Morale “Casa Famiglia Regina Elena” vivente nella prima metà del XX
secolo.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
all’albero al naturale nella punta dello scudo, sostenuto a destra
da un leone d’oro rivolto, sormontato da una aquila d’argento. |
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SOLLIMA dei Merli
e SOLLIMA
degli Orinali
Titoli:
nobile
Dimora:
Sicilia
Famiglia siciliana, si crede originaria della Germania, fiorente in
Sicilia nel XV secolo. Inserita nell’Ordine di Malta dal 1543,
possedette i feudi di Acquasanta, Badalani, Barilo, Carolari,
Castania, Portadimare, Rincione, Risignuolo, Saline di Valdemone e
Solla, marchesati di Casale e San Marino ed il principato di
Roccacolomba. Matteo giudice staticoziale nel 1462-63; SALVO negli
anni 1487/8, 1494/5, 1506/7, 1511/2, 1514/5, 1519/0, avvocato della
regia gran corte, sindacatore di Castroreale, Milazzo, Santa Lucia e
Rametta nell’anno 1488; NICOLÒ
regio segretario e capitano di giustizia di Salemi nel 1482;ANTONIO
luogotenente e maestro giustiziere nell’ufficio di protonotaro nel
1488; DOMENICO venne nominato a 18 settembre 1488 credenziere della
credenzeria e dogana di Messina; GIOVANNI maestro razionale del
tribunale del Real Patrimonio e deputato del regno negli anni 1534,
1544, 1549; fra ANNIBALE, fra BALDASSARRE, ELIA, FRANCESCO MARIA,
FRANCESCO e fra PIETRO iscritti nella mastra nobile del Mollica;
GIOVANNI, barone di Catania, senatore di Palermo nell’anno 1614/5;
GIUSEPPE Sollima degli Orinali, con privilegio dato il 13 dicembre
1648 esecutoriato il 31 maggio 1649, ottenne concessione del titolo
di marchese di Santa Marina; NICOLÒ
console nobile del mare di Messina nel 1701 e senatore nell’anno
1704/5; GIUSEPPE senatore di detta città negli anni 1714/5, 1728/9,
1743/4; FRANCESCO console nobile della seta in Messina nel 1746/7;
GIOVAN VITO e ANTONIO nel 1759 facevano parte della nobiltà di
Marsala; NICOLÒ,
GIOVANNI, CRISTOFORO, ANTONINO, messer FRANCESCO, LETTERIO, GIUSEPPE
e RAIMONDO sono iscritti nella mastra nobile
di Messina nel 1798-1807; FRANCESCO giudice della gran Corte
Criminale nell’anno 1808/9. Con deliberazioni del 22 gennaio e 10
aprile 1849 la Real Commissione dei Titoli di Nobiltà riconobbe la
nobiltà della famiglia. IL casato si divide in due rami dei “Merli”
e degli “Orinali”.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’oro a due bande di rosso accompagnate nel cantone sinistro di un
merlo di nero (Sollima dei Merli); d’azzurro a due bande
d’argento alternate da dieci orinali dello stesso (Sollima degli
Orinali). |
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DI
SOMMA
Titoli:
principe di
Colle, marchese di Circello, patrizio Napoletano
Dimora:
Napoli, Roma, Benevento
Motto:
"Famam extendere factis"
Ci sono molte
versioni sulla origine del casato: si ritiene che sia una
diramazione della famiglia Gualandi di Pisa, o che avesse preso il
nome della terra di Somma nel territorio vesuviano, o dalla famiglia
Spinelli che aveva proprietà in Somma e detta per questo “De Summa”.
Di fatto la certezza è che nel 1239 l’imperatore Federico II diede
da custodire due ostaggi lombardi OBERTO e PERCIVALLE di Somma ai
baroni di Piperno e Saponara, ed è attendibile che siamo loro i
capostipite della famiglia in Napoli. Nel 1307 si trova NICOLA
consigliere e maestro razionale del Regno di Napoli. ADINOLFO nel
1331 possedeva il Palazzo della Zecca. Il casato iscritto nel seggio
di Capuana, patrizio napoletano, ricevuto per giustizia nel Sovrano
Militare Ordine di Malta dal 1578, quale quarto della famiglia
Buccino (Archivio Ordine di Malta 4095), di seguito con
FABRIZIO nel 1582, con NICOLA MARIA nel 1589 e con FERRANTE nel
1666. TOMMASO iscritto quale cavaliere il 22 marzo 1775, ottenne il
titolo di marchese di Circello ed iscritto nel Libro d’Oro della
nobiltà Napoletana, consigliere di Stato, ministro degli Affari
Esteri dopo la restaurazione del 1815, decorato dell’Ordine di San
Gennaro, e della Gran Croce dell’Ordine di San Ferdinando e del
Merito. Il casato investito del titolo di marchese di Circello nel
1580; principe del Colle (prov. di Benevento) nel 1607; i titoli di
conte di Bisaccia, duca di Miranda, concessi a GIOVAN BATTISTA con
diploma data in Valladolid il 9 settembre del 1601, passarono poi in
altre famiglie. TOMMASO nel 1797 capitano delle “Regie Guardie del
Corpo del Re di Napoli e Sicilia”. Vanno ricordati: FABRIZIO
capitano di ventura al seguito di Prospero Colonna di cui ne sposò
una sorella; COLA MARIA sindaco di Napoli al tempo di Ferdinando il
Cattolico; SCIPIONE capitano degli eserciti dell’imperatore Carlo V,
vicerè e vicario generale in Terra d’Otranto e Bari da cui scacciò i
Veneziani, audace combattente contro i Turchi che mise in fuga dalle
città di Castro, Ugento ed altre cittadine. Un ramo del casato, oggi
estinto, aveva dimora in Catanzaro, AGAZIO vescovo nel 1559 creato
da papa Alessandro VIII, della diocesi di Cariati, Cerenzia e poi di
Catanzaro. NICOLA (1827 – 1903), figlio secondogenito di GENNARO
principe di Colle e marchese di Circello, capitano di prima classe
dell’Esercito delle Due Sicilie, passò a servire con i piemontesi
come addetto allo Stato Maggiore del generale Cialdini partecipando
dalla parte opposta a tutta la campagna dell’assedio di Gaeta del
1860/61, lasciò l’Esercito Italiano nel 1866 col grado di colonnello
di stato maggiore; nel 1867 sposò Emilia Pignatelli Strangoli dalla
quale ebbe sei figli.
Il casato
iscritto nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritto
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Chiesa di an
Giovanni a Carbonara, Napoli. Foto Ciro La Rosa.
clicca
sulle immagini per ingrandirle |
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Arma:
d’oro a
due torri di pietra al naturale, fondate nel mare d’azzurro ondato
d’argento. |
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Archivio Ciro La Rosa |
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SORRENTINO
Titoli:
nobile
Dimora:
Napoli
Famiglia napoletana riconosciuta col titolo di nobile per i
discendenti di ambo i sessi con Decreto regio del 13 marzo 1927 e RR.
LL. PP. del 7 luglio stesso anno; LUIGI cavaliere della Corona
d’Italia, ingegnere, nobile, vivente nella prima metà del XX secolo.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana,iscritta nell’Elenco
Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
al leone d’oro linguato di rosso posto nel lato sinistro,
accompagnato nell’angolo destro del capo di una bilancia a due coppe
con una stella il tutto d’oro. |
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SORRENTINO MOLIGNANI
Titoli:
nobile
Dimora:
Napoli, Sorrento
Il casato ha avuto origine con i Molignano, patrizia di Sorrento,
riconosciuta nobile nel 1507 da re Ferdinando il Cattolico in
persona di FRANCESCO,(Archivio di Stato Napoli, Privilegiorum,
volume IX anni 1507/1508), figlio di MARIANO Molignano milite al
tempo degli Aragonesi detto il Sorrentino. Il casato ammesso nella
“Compagnia delle Regie Guardie del Corpo” nel 1835, in base alla
dichiarazione di “nobiltà generosa” (Verbali Regia Commissione
Titoli di Nobiltà, volume I, folio 70, Archivio Stato di Napoli).
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
1°
troncato d’azzurro a tre stelle d’oro; 2° d’oro a tre melanzane al
naturale, con la fascia di rosso attraversante sulla troncatura, e
un leone al naturale attraversante sul tutto. |
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SPADARO
Titoli:
nobile
Dimora:
Messina
Famiglia del messinese nota dal XVII secolo. Iscritti nella mastra
nobile di Messina dal 1798/1807 GIUSEPPE di Antonino, GIOVANNI,
LUIGI e MICHELE di Placido. Dichiarata nobile per Deliberazione
della Commissione dei titoli di nobiltà in data 25 aprile 1841.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di rosso a
due spade decussate d’argento e sormontate da un giglio coronato
d’oro. |
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SPADARO
di Passanitello
Titoli:
barone di Passanitello, col predicato di Passanitello
Dimora:
Scicli, Mineo, Catania.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare anno 1922.
Arma:
di rosso
alla torre d’argento di due palchi aperta di nero sulla campagna di
verde, sostenuta a sinistra di un leone d’oro tenente in sbarra una
spada d’argento. |
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SPALLICCI
di Filottrano
Titoli:
nobili di
Filottrano
Dimora:
Aversa,
Milano
Famiglia
originaria di Filottrano, che ottenne nobiltà nel 1800 in persona di
GIUSEPPE DOMENICO; GIUSEPPE (Filottrano 1829- 1899) regio
provveditore agli studi, fervente carbonaro, cavaliere della Corona
d'Italia; figli: SALVATORE (†1926), LUIGI (Palermo
1870-1921) colonnello del Regio Esercito, cavaliere dell'Ordine dei
SS. Maurizio e Lazzaro, della Corona d'Italia, due medaglie
d'argento al valor militare, croce di guerra, medaglia commemorativa
della I Guerra Mondiale, due ferite di guerra; DOMENICO (1874)
ingegnere civile elettrotecnico, direttore dell'Istituto Artistico
Meccanico Provinciale di Aversa; di Luigi: GIUSEPPE (1909); di
Domenico: EMILIO (1916); fratello SILVESTRO dottore in medicina.
Iscritta
nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d'azzurro
al busto di carnagione senza braccia e senza testa, sostenuto da uno
scaglione di rosso, accompagnato in capo da una fascia d'argento
sostenente un monte d'oro. |
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SPANÒ
Titoli:
barone di San Giuliano
Dimora:
Marsala
Famiglia di Marsala nota dal XVII secolo;
ANTONIO,
barone di San Giuliano, titolo in cui gli succedette il figlio
GIOVAN VITO, che ne ottenne investitura il 10 aprile 1768 capitano
di giustizia in Marsala nel 1804/5. ANTONIO, barone di San Giuliano,
tenne la carica di senatore
in
Marsala nel 1812/3.
ALESSANDRO, proveniente dalla Scuola Militare della Nunziatella,
tenente colonnello comandante del “1° Battaglione Gendarmeria Reale
a piedi” dell’Esercito del Regno delle Due Sicilie,di stanza in
Napoli, presente nei ruoli attivi del 1860; FRANCESCO alfiere del
“2° Reggimento Lancieri” ha partecipato alla difesa del Regno
dall’invasione piemontese nella campagna del 1860/61.
Il titolo di
barone venne riconfermato con D. M. del 14 gennaio 1909 in persona
di SCIPIONE, e in data 13 febbraio 1928 in persona di GIUSEPPE.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano
anno 1922.
Arma:
d’oro al palmizio in un ristretto di terra e sostenuto a sinistra da
un leone al naturale, accompagnato nell’angolo destro da una
crocetta di rosso. |
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SPARANO
Titoli:
nobile
Dimora:
Napoli
Iscritta nel primo ordine civico di Montecorvino
Rovella con VITO nel 1204. GIACOMO nel 1362 fu ostiario (addetto
alla custodia personale) dell’Imperatore di Costantinopoli, figlio
di Carlo II, TOMMASO segretario della regina Giovanna I nel 1359;
MATTEO tesoriere in terra d’Otranto per re Ladislao d’Angiò Durazzo;
il casato diede valorosi capitani d’arme, così è riportato
testualmente da “Descrizione del Regno di Napoli 1640, folio 187”
del Beltramo “DECIO capitano degli Archibugieri nella guerra di
Lombardia col duca di Savoia nel 1620; VINCENZO e GIULIO suoi
figliuoli, emulando la fama paterna giunsero alle medesime cariche.
FULVIO loro zio fu anch’egli capitano di Sant’Elia e col medesimo
carico serve oggi MATTEO suo figliuolo in Milano”. ALFONSO
barone di Poppano nel 1645 (Quinternione 147, folio 88 tergo,
Archivio di Stato di Napoli). VITO ANTONIO, nobile, fu
tra i cittadini di Montecorvino, deputati nel 1638 dall’Università
di detta città, per conto dell’imperatore Filippo IV contro la
infeudazione della città al principe di Noja Pignatelli; monsignor
GIUSEPPE arcivescovo di Acerenza e Matera nel 1770.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano
anno 1922.
Arma:
di rosso ad un monte di tre cime di verde sostenente un
fascio d’asparagi e due leoni affrontanti, il tutto sormontato da
tre gigli d’oro ordinati in fascia al capo. |
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SPASIANO
Titoli:
patrizio
di Sorrento
Dimora:
Sorrento
Di antica
iscrizione nel Patriziato di Sorrento al Seggio di Dominova,
ricevuta nel Sovrano Ordine di Malta “per giustizia” dal 1603
(Archivio Ordine di Malta proc. 4795) e nel 1657 (Archivio di
Stato di Napoli volume III, Priorato di Capua). Riconosciuta di
“nobiltà generosa” nel 1858 per l’ammissione nella “Compagnia delle
Regie Guardie del Corpo” in persona di FERDINANDO e VINCENZO (Archivio
di Stati di Napoli, Regia Commissione per i Titoli Nobiliari, volume
XII, pagina 5). IL casato iscritto nel Registro delle Piazze
Chiuse per i discendenti di ANDREA patrizio di Sorrento.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
troncato
d’oro e di rosso al leone dell’uno e dell’altro, tenente nelle
branche superiori uno scudetto d’azzurro carico di due spade al
naturale senza guardia, decussate. |
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SPATAFORA o
SPADAFORA
Vedi rubrica "Le
Famiglie Greco-Albanesi del Sud Italia" |
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SPAVENTA
Titoli:
marchese
Dimora:
Aquila
Antica famiglia
feudataria, decorata del titolo di marchese per Sovrana Concessione
del 15 maggio 1841, e per successione della famiglia Resta del
titolo pontificio di marchese di Sogliano, poi con riconoscimento
del Regno delle Due Sicilie con Regio Rescritto del 21 settembre
1855, e successivamente con D. R. e RR. LL.PP. del 28 novembre 1908
TERESA fu autorizzata a succedere al titolo di marchese ed anche il
marito Alessandro Paladino Brando.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
al leone d’oro linguato di rosso fissante un sole d’oro e
attraversato da una banda abbassata d’argento, carica di un monte di
tre cime di verde al centro della pezza. |
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SPECCHI GAETANI
Titoli:
marchese
di Sortino, barone di Magazzinazzi
Dimora:
Naro,
Siracusa
ALESSANDRO senatore
di Trapani 1616/7, 20/2,31/35, 39/40, capitano di giustizia negli
anni 1623/4, 44/5; TIBERIO senatore in detta città 1665/6, 77/8;
ALESSANDRO stessa carica 1701/2e quale erede di Niccolò Lo Giudice
ebbe in data 31 luglio 1720 la baronia della tonnara di Magazzinazzi;
IGNAZIO investito della baronia di Magazzinazzi 18 febbraio 1766;
ALESSANDRO barone e patrizio di Naro 1805/6; BLASCO stessa carica
nel 1812/3; IGNAZIO con Regio Rescritto del 10 ottobre 1851 ottenne
il titolo di marchese di Sortino ed iscritto nell’Elenco col titolo
di barone di Magazzinazzi al quale successe il figlio ALESSANDRO.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare anno 1922.
Arma:
d’azzurro
a tre bisanti (specchi) d’argento. |
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SPECIALE
Titoli:
barone
di Baccarizzo, signore di Santa Maria la Nova, di Mallia e
dell’Officio di Segreto di Nicosia, barone di Sant’Andrea, barone
del Pozzo
Dimora:
Noto,
Catania, Nicosia e Calabria.
Si ritiene
d’origine pisana, nota dal XIII secolo. NICOLÒ viceré del Regno di
Sicilia nel 1424, scrisse un saggio sui “Vespri Siciliani” e acquisì
i feudi di Paternò, Spaccaforno, Castelluzzo, Graneri, Cassibile,
Sammarco, e Cipulla. PIETRO vicerè nel1448, signore di Alcamo,
Calatafimi,maestro razionale del Regno e pretore di Palermo nel
1461; VASSALLO ambasciatore di Sicilia presso re Giacomo d’Aragona;
ANDREA duca di Valverde e Bologna, nel 1728 superiore della
Compagnia della Carità di Palermo, e nel 1737 governatore del Monte
di Pietà nel 1749; GIUSEPPE stesse cariche e signore di Ducco,
Aquila e Gemaria in Val di Mazzara. Il ramo nobile di Messina
possedette la baronia di Comiso nei secoli XIII, XIV, e XV; un altro
ramo ebbe il titolo di duca di Valverde e Bologna l’ultimo investito
fu FRANCESCO PAOLO il 20 febbraio 1807.
Nell’elenco ufficiale
definitivo delle famiglie nobili e titolate della regione siciliana
sono notati: GABRIELE con i titoli di barone di Vaccarizzo, signore
di Santa Maria la Nova, di Mallia e dell’Officio di secreto di
Nicosia; PIETRO con i titoli di barone di Sant’Andrea e barone del
Pozzo.
La famiglia si divide nei seguenti rami: barone di Salinella, barone
di Montegrosso, barone di Baccarizzo e Signore di Santa Maria la
Nova, di Mallia e dell’Officio Segreto di Nicosia, barone di
Sant’Andrea, barone del Pozzo.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di verde
alla banda d’oro caricata di una branca di leone di rosso recisa, in
capo da una stella d’oro. |
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SPINA
Titoli:
patrizio
di Cosenza
Dimora:
Spezzano, Cosenza
Famiglia originaria
di Amalfi, passata a Scala e poi a Napoli, diramandosi a Firenze, un
ramo si stabilì in Cosenza, ed iscritto a quel patriziato.
Riconosciuta per “giustizia” nell’Ordine Costantiniano nel 1777,
dichiarata ammissibile nelle “Regie Guardie del Corpo” nel 1843 (Verbali
Regia Commissione per i Titoli di Nobiltà, volume III, pag. 209,
volume IV, pag. 84 e volume VI pag. 17: Archivio di Stato Napoli)
. Riconosciuta nel titolo di patrizio di Cosenza con Decreto
Ministeriale del 10 gennaio 1889; PASQUALE patrizio di Cosenza,
vivente nella prima metà del XX secolo.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’oro a
tre fasce spinate d’azzurro con la banda d’argento caricata di tre
rose di rosso attraversante il tutto. |
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SPIRITI
Titoli:
patrizio
di Cosenza, duca di Castelnuovo
Dimora:
Napoli,
Cosenza
Originaria della
Germania, passata prima a Viterbo e poi a Cosenza verso il 1300 ed
in Gaeta. Ricevuta nel S. M. O. di Malta col ramo di Gaeta nel 1779
in persona del cavaliere PAOLO, il ramo di Cosenza in priorato con
io cavaliere ANTONIO nel 1617 e col cavaliere LUIGI nel 1774
patrizio di Cosenza. Ottenne il feudo di Mortara col titolo di
marchese concesso ad OTTAVIO dall’imperatore Carlo V; il ramo si
estinse nella famiglia Vasaturo; mentre la famiglia Marotta si
estinse negli Spiriti che incamerarono il titolo di duca di
Castelnuovo con concessione di R. D. del 3 agosto 1855 in persona di
NICOLA. ANDREA generale del pontefice Alessandro VI; GIOVAN BATTISTA
ambasciatore della città di Viterbo presso il papa Giulio II e capo
dell’esercito dell’imperatore Massimiliano d’Austria, dal quale
ottenne il privilegio di inserire nello scudo l’aquila imperiale;
CRISTOFORO creato da papa GIULIO III vescovo di Cosenza e patriarca
di Costantinopoli. Il casato riconosciuto di “nobiltà generosa” nel
1850 per l’ammissione nelle Regie Guardie del Corpo: Il ramo di
Cosenza è iscritto nei Registri dell’Ordine di Malta in persona dei
discendenti di SALVATORE .
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare anno 1922.
Arma:
d’argento
a tre pali d’azzurro, col capo partito a destra d’oro alla mezza
aquila di nero, a sinistra d’azzurro ad un mezzo seguito da altri
due gigli, il tutto d’oro. |
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SPITALIERI
Titoli:
barone
di Muglia, signore di Sollicchiara, signore di Pietrabianca
Dimora:
Adernò,
Catania
Si crede originaria
della Spagna partecipò alla prima crociata per la conquista della
Terra Santa, ed assunse il nome di Spitalieri. ANTONIO regio milite
nel 1465 ottenne da re Giovanni d’Aragona il permesso di armare a
proprie spese delle triremi per combattere i Saraceni; GIOVAN
VINCENZO vicario generale del Regno e nel 1500 passò con la famiglia
ad Adernò come governatore; nel 1660 ottenne il titolo di barone
della Cisterna con ANTONIO il 26 febbraio 1636; GIOVAN VINCENZO
barone di Muglia il 2 gennaio 1637; barone di Sant’Elia con Rosario
nel 1700; di marchese con FELICE nel 1800. Barone di Sollicchiara
per acquisizione matrimoniale di ROSARIO con Dorotea Rametta; di
barone di Sisto per il matrimonio di ANGELO ANTONIO con Carmela
D’Alessio; di barone di Palazzo Ameno per il matrimonio di FELICE
con Agata Contarella. Ad ANTONINO furono riconosciuti con D. M. i
titoli su indicati.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di rosso
al leone tenente con le branche anteriori e per la lama una spada in
palo e movente dalla pianura fissante il sole all’orizzonte il tutto
d’oro. |
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SPOTO
Titoli:
barone
di Salici, signore di Solacio
Dimora:
Sicilia
Originaria della
Sicilia di Sant’Angelo Muzzaro (Muxaro) dal XVII secolo;
STANISLAO proconservatore
in Sant’Angelo Muxaro nel 1752; GIACOMO l’11 ottobre 1791 ottenne
investitura del feudo Salacio, nel quale gli succedette il figlio
STANISLAO, che ne ottenne investitura il 9 marzo 1803.
Il casato
ottenne la riconferma dei titoli di barone di Salici e signore di
Solacio in persona di GIACOMO con D. M. del 1899.
Iscritta nel Libro
d’oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro a due leoni coronati, affrontanti sostenenti una spada,
accompagnati da tre stelle il tutto d’oro. |
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SPROVIERI
Titoli:
nobile
Dimora:
Acri in
Calabria
Famiglia originaria
di Montalto, passata in Acri nel 1640; VINCENZO sindaco di Acri nel
1798 e durante la repubblica Partenopea, prese parte ai moti del
1848, partecipò alla spedizione dei Mille, nel 1866 colonnello
ispettore delle Guardie Nazionali Mobili, decorato della medaglia
d’argento al valor militare, senatore del Regno; FRANCESCO anch’egli
nella spedizione dei Mille, senatore, decorato di medaglia d’argento
al valor militare; FILIPPO commendatore della Corona d’Italia,
podestà della città di Acri nella prima metà del XX secolo
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’argento alla banda di rosso, accompagnata in capo da tre stelle
d’oro, ed in punta da uno sparviero al naturale. |
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DE
SPUCCHES
Titoli:
principe di
Galati, duca di Caccamo, duca di Santo Stefano, marchese di Schysò,
nobile dei principi di Galati,
Dimora:
Taormina,
Palermo
Motto:
“Acutum
splendentemque pro fide pro rege”
Originaria della
Spagna, a questa famiglia appartiene anche il Gran Maestro
dell’Ordine di Malta RAIMONDO de Spucches di Majorca. Le prime
notizie si hanno con BERENGARIO che il 31 marzo 1296 ottenne la
concessione del feudo di Calamonaci; GIOVANNI il 14 dicembre 1488
ottenne l’investitura del feudo di Nicchiara; SIMONE capitano di
giustizia in Caltagirone negli anni 1520/1; ANGELO senatore in
Catania nel 1525/6; GIUSEPPE iscritto nella “Mastra Nobile” de
Mollica nel 1595; VESPASIANO giudice della corte pretoriana di
Palermo nel 1599, giudice della Gran Corte nel 1605, riacquistò la
baronia di Calamonaci con investitura del 7 agosto 1600; BIAGIO
giudice della corte pretoriana di Palermo nel 1595, giudice della
Regia Udienza di Messina nel 1706, maestro razionale giurisperito
del Regio Patrimonio, presidente del Supremo Magistrato del
Commercio, presidente del Concistoro nel 1737, del Tribunale del
Regio Patrimonio nel 1742, acquistò il feudo di Kaggi con il titolo
di barone “col mero e misto imperio” morì in Palermo senza
figli il 4 settembre 1748 lasciando erede il nipote BIAGIO che sposò
Agata Amato Cirino, baronessa di Santo Stefano di Briga, dei
principi di Galati, al cui figlio GIOVAN BATTISTA andò il titolo di
duca di Santo Stefano con investitura del 4 novembre 1753, morto
senza figli il 7 dicembre 1780; MARCO ottenne la concessione del
titolo di marchese col parere favorevole del Protonotaro del Regno
in data 4 dicembre 1758, ottenne anche l’investitura del titolo di
duca di Santo Stefano il 7 Marzo 1783, anch’egli morì senza eredi
nel terremoto di Messina del 1783; ANTONINO de Spucches Amato duca
di santo Stefano nel 1784; GIUSEPPE de Spucches Amato, per la morte
del suddetto fratello ANTONINO senza eredi maschi, ebbe
l’investitura del 26 gennaio 1802 del titolo di duca di Santo
Stefano, ed il 4 ottobre 1818 ottenne il titolo di principe di
Galati e di Caccamo, di Signore delle terre di Galati e di Caccamo
per la morte senza figli di Giuseppe Amato; inoltre fu colonnello
brigadiere dei reali Presidi di Portolongone, cavaliere dell’Ordine
di Malta, fu padre di ANTONINO (Portolongone 13 luglio 1797)
gentiluomo di camera di Sua Maestà il Re di Napoli, gran croce
dell’Ordine Costantiniano, cavaliere dell’Ordine di Malta,
presidente della “Deputazione della Salute Pubblica”, governatore
della “Nobile Compagnia della Pace” in Palermo, “pari” del Regno nel
1848 col titolo di principe di Galati. Il figlio GIUSEPPE (Palermo 9
luglio 1819) principe di Galati e degli altri titoli annessi,
letterato, grecista, numismatico,cavaliere dell’Ordine di Malta,
pretore di Palermo nel 1850, sposò in prime nozze la poetessa
Giuseppina Turriti Colonna ed in seconde nozze Ignazia Franco da cui
ebbe i seguenti figli: GIAMBATTISTA che ottenne nel 1925 il titolo
di marchese di Schysò, cavaliere dell’Ordine di Malta; ANTONINO
(Palermo 14 ottobre 1860) dottore in giurisprudenza, cavaliere
dell’Ordine di Malta, gentiluomo di Corte della Regina Margherita,
con D. M. dell’8 febbraio 1903 ottenne il riconoscimento dei titoli
di principe di Galati, duca di Caccamo, padre di GIUSEPPE (Palermo
17 novembre 1888) dottore in giurisprudenza, volontario nella prima
guerra mondiale, tenente di cavalleria del Regio Esercito Italiano,
riconosciuto per anticipata successione duca di Caccamo nel 1925.
La famiglia è
iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana e nell’Elenco
Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro al
monte di tre cime d’oro carico di una stella d’argento, sormontato
da un giglio d’oro. |
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SQUITTI
Titoli:
barone
di Palermiti e Guarna
Dimora:
Napoli
Famiglia napoletana
nota dal XVII secolo; TOMMASO ottenne il titolo di barone di
Palermiti e Guarna con R. D. del 13 luglio 1886; NICOLA barone di
Palermiti e Guarna nella prima metà del XX secolo.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di rosso
alla croce d’oro piena di nero accantonata nel 1° e 4° punto da
una colomba ferma sopra un monticello e tenente nel becco un
ramoscello di ulivo il tutto d’oro; nel 2° e 3° di una croce
trifogliata accantonata da quattro stelle d’oro. |
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STABILE
Titoli:
Barone
Dimora:
Calatafimi, Palermo, Trapani
Gli appartennero i territori di Fastajazza, Fastaia di San Lorenzo,
Fastaja di Morana, Fastaja o Cirviotto sotto la denominazione di
Fastaja di Raguso e erano proprietari, anche, dell’isola di Santa
Maria, di fronte l’isola di Mozia. STEFANO Stabile tenne la carica
di giudice della corte pretoriana della città di Palermo nel
1743/44, del tribunale del Concistoro negli anni 1757/59. Non
sappiamo se appartenne a questa stessa famiglia quel MARIANO Stabile
insigne patriota e uomo politico, nato a Palermo il 25 gennaio 1806
e morto nel 1863, studioso di matematica ed economia, partecipò ai
moti insurrezionali del 1848, dopo la restaurazione borbonica andò
in esilio a Londra e Parigi. Nonostante fosse all’estero, fu sempre
autore di accesa propaganda, con lettere di notevole impegno ed
acume politico come anche quelle di Emerico Amari, di Domenico
Peranni, di Filippo Parlatore, di Francesco Paolo Perez e di
Vincenzo Fardella, rientrato nell’isola dopo l’avvento dei Savoia,
fu presidente del Consiglio provinciale e segretario generale del
Governo provvisorio di Ruggero Settimo, varie volte ministro del
governo provvisorio, deputato alla camera dei comuni e nel 1862
eletto sindaco di Palermo, carica che mantenne per meno di un anno,
fu anche senatore di Palermo. Durante questo periodo diede,
comunque, notevole impulso ai Lavori Pubblici cercando in tal modo
di supplire alla crisi dell’edilizia privata. Fece costruire nuove
scuole, istituendone anche una serale per lavoratori, la sua salma è
tumulata al Pantheon di San Domenico. GIUSEPPE, Barone di Monte
Naone, ammiraglio. Nel giornale “Il Faro” del 28 ottobre 2005 (anno
47° numero 5) Salvatore Grillo scrive del Barone Giuseppe Stabile,
“esponente trapanese, come unico candidato del Capoluogo, che ha
partecipato e si è distinto nella prima guerra mondiale del
1914-1918, per le cui azioni militari è stato decorato, militando
nella Regia Marina, comandò anche la nave da guerra “Conte di
Cavour”, successivamente fu promosso Ammiraglio, insignito, inoltre,
della commenda dell’Ordine di “Francesco Giuseppe d’Austria” per
avere dato la sua valida collaborazione nel domare una rivolta”.
Sempre per i suoi meriti ebbe l’ambito riconoscimento della Commenda
della Corona d’Italia e fu anche cavaliere del Sovrano Militare
Ordine di Malta, nel dopoguerra fu Giudice Militare e docente
universitario, nella seconda guerra mondiale non rimase inoperoso,
ma rese tutta la sua opera ed esperienza nel comando della
protezione antiaerea di Trapani, compiuta tale notevole attività, si
ritirò a vita privata a Roma; oltre il titolo di Barone di Monte
Naone, gli fu riconosciuto il titolo di Barone di San Niccolò, per
eredità della famiglia Barberi.
Famiglia iscritta nel Nobiliario di Sicilia, nel 1912.
Arma:
di nero, al leone d’oro rampante ad una colonna d’argento. |
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STAGNO
Titoli:
principe
di Alcontres, principe di Montesalso, marchese di Roccalumera,
barone della Floresta, delle Saline di Castrogiovanni e dei Terraggi
di Licata, nobile dei principi.
Dimora:
Messina
Le origini sono
incerte, si crede originaria della Francia o della Spagna; si da per
capostipite BERNARDO governatore dei ducati di Atene e Neopatria nel
1313; fu padre di TOMMASO barone di Scuderi, Passarelli e Calandrino
in Sicilia; MANFREDI possedette l’ufficio di portulanotto di
Girgenti con re Martino; PANTALEO giudice straticoziale di Messina
dal 1444 al 1464; PIETRO, MANFREDI, NICOLO’ ANTONIO e GIOVANNI
furono senatori in Messina tra il 1457 e il 1514; iscritti nella
Mastra Nobile del Mollica dagli anni 1587 al 1607: FRANCESCO,
FILIPPO, GIOVANNI ANTONIO, GIUSEPPE e ANTONINO; PIETRO per
successione di casa Campolo ottenne in data 22 novembre 1736
investitura della baronia delle Saline di Castrogiovanni; GIUSEPPE,
barone delle Saline di Castrogiovanni, senatore di Messina 1750/1,
1774, 1782, acquistò da casa Termini il titolo di principe di
Casteltermini che, con lettere patrimoniali del 10 agosto 1759,
tramutò in quello di principe di Montesalso con investitura del 9
luglio 1762; PIETRO, signore dei Terraggi di Licata, senatore di
Messina, che oltre ad ottenere i titoli suddetti, per “maritali
nomine” in seguito al matrimonio con Letteria Ardoino e Celestri
acquisì i titoli di principe di Alcontres, Palizzi, marchese di
Roccalumera, di Soreto, barone della Floresta e dell’ufficio di
maestro notaro e segretario del Tribunale del Regio Patrimonio nel
1781; PIETRO ereditò tutti i titoli suddetti, gentiluomo di camera e
sedette al Parlamento come “Pari del Regno” (deputati scelti con
decisione del sovrano) nel 1848; CARLO iscritto nell’Elenco
Ufficiale Nobiliare Siciliano con tutti i titoli predetti. PIETRO
principe di Alcontres, principe di Montesalso, marchese di
Roccalumera, barone della Floresta, delle Saline di Castrogiovanni e
dei Terraggi di Licata nella prima metà del XX secolo; nobile dei
principi i fratelli GUGLIELMO e FERDINANDO.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’oro a
cinque fasce ondate d’azzurro. |
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Arma:
di rosso, al leone coronato d’oro. |
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STATELLA
Titoli:
ramo di
Siracusa:
principe di Sabuci, principe di Cassaro, marchese di Spaccaforno,
barone di Bambina, di Casalotto e Sant’Andrea, barone di Mongiolino,
barone di Monastero;
ramo di Napoli:
conte
Dimora:
Siracusa,
Napoli
Si crede
originaria della Francia discendente dai duchi di Borgogna, portata
in Sicilia con ACCURSIO padre di ENRICO che per “maritali nomine”,
avendo sposato Costanza d’Aragona figlia dell’Infante Giovanni,
abbia ricevuto le baronie di Castania, Limina, Randazzo, Francavilla
e Castiglione. Il casato fu tra le famiglie fedeli sino all’ultimo a
casa Borbone Due Sicilie.
ENRICO ottenne il
feudo di Mongiolino in data 1° dicembre 1397 e la carica di
stratigoto di Messina; FRANCESCO barone di Roccella, cameriere
maggiore di re Giovanni, gran siniscalco del Regno, capitano d’armi
e castellano di Ursino di Catania nel 1466; FRANCESCO il 12 luglio
1528 ebbe l’investitura dei feudi di Montecaffuri, Pietra Rosa, San
Cataldo col nome di baronia di Mongiolino, senator di Catania dal
1508 al 1512, con privilegio del 12 febbraio reso esecutivo in data
4 giugno 1526 ottenne la conferma del privilegio conferitogli da re
Ferdinando dell’8 giugno 1512 di siniscalco del Regno, castellano
del castello Ursino di Catania, tesoriere dello “studio e molo “
della medesima città, sposatosi con Isabella Caruso, ereditò la
baronia di Spaccaforno; ANTONIO pretore di Palermo 1554/6; BLASCO
patrizio di Catania, capitano di giustizia, investito delle baronie
do Mongiolino e Spaccaforno in data 19 giugno 1561; FRANCESCO con
privilegio del 16 febbraio 1622 ottenne la concessione del titolo di
marchese di Spaccaforno ed iscritto nella mastra nobile del Mollica
nel 1600; ANTONIO primo marchese di Spaccaforno ed ebbe
l’investitura in data 6 settembre 16338 dei feudi di Colla Soprana e
Sottana Placa e Tamburello, annotato nella mastra nobile di Catania
in data 16 gennaio 1696 tra i “regi cavalieri”; ANTONIO MARIA
investito il 25 aprile 1711 del marchesato di Spaccaforno, del
titolo di principe di Sabuci in data 29 febbraio 1716, sposò
Maddalena Gaetani, da cui ebbe in dote il titolo di principe di
Cassaro; il figlio FRANCESCO MARIA SAVERIO,fedele e devoto a casa
Borbone, principe di Sabuci, marchese di Spaccaforno per investitura
del 21 dicembre 1732, gentiluomo di camera di re Carlo di Spagna,
cavaliere dell’Ordine di Malta, cavaliere del prestigioso Ordine di
San Gennaro, aiutante di campo di Sua Maestà Carlo III, maresciallo
dei reali eserciti, gran siniscalco del regno di Sicilia, grande di
Spagna; il figlio ANTONIO principe di Sabuci e marchese di
Spaccaforno in data 18 settembre 1773, cavaliere dell’Ordine di
Malta, con sentenza del Tribunale della Gran Corte in data 27 giugno
1778 dichiarato successore di Cesare Gaetani nel principato di
Cassaro e nelle baronie di Bambina, Casalotto, Sant’Andrea e
Casalotto, principe di Bonformello; il figlio FRANCESCO ereditò
tutti i titoli paterni, senatore di Palermo nel 1788/9, capitano di
giustizia, pretore di detta città, gentiluomo di camera, cavaliere
degli Ordini di San Ferdinando, di San Gennaro, capitano generale
del Regno nel 1799, consigliere di Stato nel 1801, padre di ANTONIO
ambasciatore presso le corti di Torino, Spagna, Vienna, cavaliere
dell’Ordine di San Gennaro, della Santissima Annunziata, del Toson
d’Oro e di molti altri, gentiluomo di camera, ministro degli Affari
esteri del Regno delle Due Sicilie, mel 1840, Presidente del
Consiglio dei Ministri nel 1859; suoi figli: FRANCESCO che ereditò i
titoli paterni, gentiluomo di camera di S.M. Ferdinando II,
consultore di Stato, cavaliere dell’Ordine di San Gennaro, del Toson
d’Oro e di altri prestigiosi cavalierati; CESARE e PIETRO. Nota
storica di Ciro La Rosa: Il terzogenito figlio di Francesco fu
GIUSEPPE tenente generale dell’Esercito delle Due Sicilie (Palermo
15 maggio 1797 – Roma 9 luglio 1862) fu tra i tanti ufficiali che
seguirono fino all’ultimo le sorti del Regno fino alla sua caduta,
aveva iniziato la carriera militare a 11 anni in uno dei Reggimenti
Siciliani, partecipò nel 1812 alla campagna contro i francesi,
presente allo sbarco in Genova, nel 1835 era maggiore del “2°
Reggimento Lancieri”, nominato cavaliere di compagnia di Re
Ferdinando II, molto caro alla persona del re, nel 1847 ebbe il
comando del reggimento col grado di colonnello, generale di brigata
nel 1848, di divisione nel 1855, aiutante generale di re Francesco
II che seguì in Gaeta, promosso tenente generale l’8 ottobre 1860,
fedele al suo re che seguì anche nel suo esilio in Roma dove si
spense improvvisamente.
ERRICO (Napoli
7 febbraio 1834
– 7 novembre 1911) primo tenente del “1° Reggimento Ussari della
Guardia Reale” partecipò alla difesa del Regno dall’invasione
savoiarda, il suo reparto si sciolse nello Stato Pontificio l’8
dicembre 1860.
Il ramo di Napoli
investito del titolo di conte, riconfermato dal Regno d’Italia con
R.D. del 16 maggio e RR.LL.PP. del 18 novembre 1926 in persona di
LUIGI (Napoli 28 novembre 1854) figli: FRANCESCO (1884), GIOVAN
BATTISTA (1885), LUCIA (1889).
Il casato è
iscritto nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922, ed
inoltre il ramo Napoletano nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana.
Arma:
ramo
siciliano:
inquartato nel 1° e nel 4° d’oro all’alabarda d’argento col manico
di nero, nel 2° e 3° di rosso al castello d’oro.
ramo napoletano:inquartato
nel 1° e 4° di rosso alla torre d’oro, nel 2° e 3° all’alabarda
d’argento col manico al naturale. |
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STAZZONE
Titoli:
marchese
di Bonfornello
Dimora:
Troina,
Palermo
Famiglia siciliana
originaria di Troina del secolo XVI;
dottor GIOVAN ANTONIO proconservatore di detta città nel 1680; PAOLO
capitano di giustizia in detta città nel 1740/1 e proconservatore
nel 1745, 1758; ANTONINO capitano di giustizia nel 1762/63 e
proconservatore negli anni 1769, 1793; GAETANO capitano di giustizia
nel 1773/4; ANGELO proconservatore negli anni 1797 e 1804;
SILVESTRO, acquistò il titolo di marchese di Bonfornello, di cui
ottenne investitura il 26 febbraio 1782; SILVESTRE capitano di
giustizia in Troina nel 1793/4; PAOLO, marchese di Bonfornello,
giudice della Gran Corte Criminale del Regno nel 1810.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare anno 1922.
Arma:
partito:
1° d’azzurro alla sbarra di rosso accompagnata da tre stelle d’oro;
nel 2° di rosso ala banda d’azzurro sostenente un leone coronato
d’oro, accompagnato in punta da due stelle dello stesso. |
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DE STEFANO
Titoli:
marchese
di Ogliastro, patrizio di Salerno
Dimora:
Napoli,
Ogliastro, Salerno, Roma
Famiglia patrizia
di Salerno e feudataria da antico tempo, ricevuta nel S. M. O. di
Malta dal 1664. La famiglia acquisì il feudo di Casalnuovo nel 1656
grazie al matrimonio tra FRANCESCO e PORZIA Claps che l’aveva
ereditato l’anno precedente a seguito della morte di tutti i suoi
familiari per la peste che infierì nel periodo 1655-56. In
precedenza, nel 1552, PIETRO aveva acquistato i feudi di Caselle,
Sicile e Morigerati (F. Germino, Cronologia di Casalnuovo, Salerno,
1913, pp.9-10). Appartenne a questa famiglia don ERMENEGILDO
(1702-1787) abate-vescovo di Montecassino, "notissimo per prudente e
savio consiglio e per aver promosso i buoni studi in quel celebre
Cenobio e Convento" (ibidem, p.13). Feudataria di Ogliastro col titolo di marchese ed
iscritta nell’ultima intestazione nel Cedolario di Principato Citra
il 13 marzo 1782; PIETRO ne ottenne per successione eguale
intestazione feudale nei Cedolari il 14 settembre 1741; il casato
possedette anche i feudi di Casalnuovo, con intestazione del 22
dicembre 1797 in persona di GIOVAN BATTISTA e NICOLA. Riconosciuta
di “nobiltà generosa” nel 1848 per l’ammissione nella “Compagnia
delle Regie Guardie del Corpo” in persona di GIUSEPPE (Regia
Commissione dei Titoli Nobiliari, Verbali, volume V, pag. 244,
Archivio di Stato Napoli). Militari che hanno partecipato alla
difesa del regno delle Due Sicilie dall'invasione Piemontese nella
campagna del 1860/61: GIACOMO (1808-1887) maggiore del "1°
Reggimento Dragoni" partecipò a varie azioni, il reggimento venne
sciolto nel mese di novembre dopo lo sconfinamento nello Stato
Pontificio; FRANCESCO (1832 - ?) alfiere della Gendarmeria Reale,
presente nei ruoli attivi nel 1860; VINCENZO (1815-1902) 2° tenente
del "5° Reggimento Borbone" partecipò alla difesa della cittadella
di Messina capitolando nel marzo del 1861.
Iscritta al Registro delle Piazze
Chiuse. Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
troncato: 1° d’azzurro ala banda accompagnata da due stelle il tutto
d’oro; nel 2° d’argento al portico di tre arcate di pietra merlate,
fondato nel mare, il tutto al naturale. |
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DI
STEFANO
Titoli:
barone
di San Lorenzo, signore di San Giovanni
Dimora:
Palermo
Famiglia originaria
di Messina nota dal XV secolo;
GIROLAMO giudice
straticoziale di Messina nel 1650/1 e della Gran Corte Criminale del
Regno nel 1652/3; GUGLIELMO con privilegio dato in Madrid il 7 marzo
1710 reso esecutivo in Messina il 15 gennaio 1711, ottenne la
concessione del titolo di duca di San Lorenzo; CARLO LUIGI - figlio
del precedente - duca di san Lorenzo, “regio cavaliere” per lettere
osservatoriali del 7 dicembre 1726 e proconservatore in Scicli
nell’anno 1734; GIUSEPPE senatore di Messina nel 1737/8; ANTONINO
che acquistò nel 1787 il feudo San Lorenzo; ANTONINO FEDERICO
(nipote del precedente) il 1 agosto 1797 ottenne investitura del
feudo San Giovanni e il 16 giugno 1808 del feudo
San Lorenzo. Con D. M. del 14 giugno 1925 i titoli di barone di San
Lorenzo e signore di San Giovanni vennero confermati in persona di
SALVATORE.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro al leone d’oro rampante ed appoggiato al tronco di una
quercia al naturale piantata su un terreno di verde. |
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STELLA
Titoli:
barone
di Bonagia, duca di Castel di Mirto
Dimora:
Palermo,
Catania
Famiglia siciliana
si crede di origine Spagnola, venuta in Sicilia sotto gli Svevi in
persona di GUERA GUGLIELMO al seguito di Costanza d’Aragona moglie
dell’imperatore Federico II di Svevia; IMERANO arcivescovo di Capua,
gran cancelliere del regno di Napoli nel 1320; ALBERTINO coppiere
della regina Eleonora, GIAMPIETRO cappellano maggiore del regno nel
1414; GIROLAMO barone della Nunziata, capitano giustiziere, giurato
di Catania, capitano d’arme del Regno, nominato “regio cavaliere”da
re Filippo IV; GIUSEPPE vescovo di Mazzara del Vallo nel 1742; il
casato possedette numerosi feudi, decorata del titolo di Barone di
Bonagia, della Marca e Salina di San Todaro, marchese della Gran
Montagna, della Scaletta, duca di Castel di Mirto.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
a tre pianticelle di grano in fascia, sormontata da una stella, il
tutto d’oro. |
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STENDARDO
Titoli:
nobile
Dimora:
Cava dei
Tirreni, Trani
Di origine
francese, della città di Berre in Provenza; dal nome Etendard
italianizzato in Stendardo. Venne in Italia con GUGLIELMO
maresciallo e grande ammiraglio di Carlo I d’Angiò.
Nobile in Napoli,
al seggio di Montagna; in Sicilia con GALEAZZO i cui figli vennero
tutti trucidati nelle giornata dei Vespri Siciliani. Il ramo
napoletano si estinse con GIANNOTTO la cui figlia GIOVANNELLA sposò
nel 1417 Masino Boffa, conte di Alife, nobile di Pozzuoli e gran
cancelliere del Regno, i cui figli presero il cognome di Boffa
Stendardo ed in seguito Stendardo. Da questi discesero i figli:
MATTEO Boffa Stendardo conte di Alife con il quale si estinse il
ramo di Pozzuoli, GIANNOTTO Boffa Stendardo barone di Sant’Antimo da
cui discese GIOVANNI Stendardo che si stabilì in Cava dei Tirreni;
da GIOVANNI ANDREA Stendardo nel 1611 discesero GIROLAMO che rimase
in Cava dei Tirreni; e GIUSEPPE che fu aggregato al patriziato di
Trani. Dichiarata di “nobiltà generosa” per l’ammissione nella
“Compagnia delle Guardie del Corpo” nell’anno 1854 (Verbali
Regia Commissione dei Titoli Nobiliari, volume IX, pag. 30).
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’argento al leone di nero con la banda di rosso attraversante sul
tutto. |
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DE STERLICH
Titoli:
Marchese
di Cermignano
Dimora:
Napoli,
Di origine
germanica, stabilitasi in Abruzzo con i Normanni nel XII secolo;
ascritta al primo ordine civico della città di Chieti con GIOVAN
COLA nel 1459. Ricevuta nell’Ordine di Malta in Priorato nel 1664 e
nel 1775 in persona di GIUSEPPE MARIA, passata in convento nel 1776
con frà GIOVANNI; decorata del titolo di marchese di Cermignano per
riconoscimento della Regia Camera della Sommaria nel 1706. Ascritta
nel Registro dei Feudatari in persona del marchese di Cermignano
RINALDO.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di rosso
alla fascia d’argento. |
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STOCCO
Titoli:
patrizio di Cosenza
Dimora:
Cosenza
Si crede di origine inglese, iscritta nel patriziato
di Cosenza dai più antichi tempi, si diramò in Taverna, Scigliano e
Nicastro. Il casato ottenne la concessione di inserire nel campo
dello scudo l’insegna dell’aquila imperiale su concessione
dell’imperatore Carlo V e nel contempo la conferma dell’antica arma,
parteggiò per gli Aragonesi, ed in ricompensa per i servigi militari
resi, re Ferdinando II d’Aragona concesse a PAOLO il feudo di Porta
detto della Ciambra, in terra di Nicastro, concessione riconfermata
da re Federico nel 1497 e dal vicerè don Giovanni d’Aragona nel
1508; FERDINANDO, filosofo, matematico e poeta, restaurò l’Accademia
letteraria Cosentina di cui fu il principe; ANSELMO prese parte alla
congiura di Tommaso Campanella. Ricevuta per “giustizia” nel S. M.
O. di Malta nel 1798 (Archivio Ordine di Malta, processo 4510)
e nel 1662 (Archivio di Stato di Napoli, volume 4, Priorato di
Capua) ed iscritta al Registro delle famiglie dei cavalieri di
Malta per “giustizia”.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano
anno 1922.
Arma:
d’azzurro a due spade al naturale all’elsa d’oro passante in
croce di Sant’Andrea con le punte in basso, accompagnate da tre
gigli d’oro col capo d’oro all’aquila bicipite di nero. |
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STRATIGÒ COZZO
Vedi rubrica "Le
Famiglie Greco-Albanesi del Sud Italia" |
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STRUFFI
Titoli:
nobile
Dimora:
Sessa
Nobile famiglia originaria di Firenze, stabilitasi
nel napoletano dal 1697 e riconosciuta nobile con Privilegio in pari
data. Ammessa nella “Compagnia delle Reali Guardie del Corpo” in
data 1836 in persona di BARTOLOMEO (Verbali Regia Commissione per
i Titoli di Nobiltà, volume I, folio 46)che in veste di
capitano del “1° Reggimento Granatieri della Guardia Reale” ha
partecipato alla prima fase della difesa del Regno delle Due Sicile
dall’invasione piemontese nel 1860.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano
anno 1922.
Arma: troncato
di rosso e d’azzurro. Nel primo una capra d’oro circondata dal
motto: “Dat aureum vellus”; nel secondo allo scaglione
d’argento. |
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STUART FITZ JAMES
Titoli:
conte di Modica
Dimora:
Inghilterra, Sicilia, Spagna, Francia
Motto:
“Ortu et honore”
Originaria della Francia, un ramo si stabilì in
Spagna, ed un altro in Sicilia; il figlio naturale di JAMES Stuart,
duca di York, divenuto re d’Inghilterra col nome di GIACOMO II
(ultimo re cattolico d’Inghilterra) e di Lady Arabella Churchill fu
JAMES Stuart Fitz James (1671-1734) che si stabilì in Sicilia, in
seguito si fece naturalizzare francese e divenne maresciallo di
Berwick, elevato a ducato nel 1710 da re Luigi XIV di Francia. In
Sicilia il casato acquisì per successione femminile alle famiglie De
Silva e Alvarez de Toledo i seguenti titoli: conte di Modica, barone
di Alcamo, di Bompietro, di Calatafimi, di Chiaramonte, di
Monterosso, di Ragusa La Vecchia e La Nuova, di Scicli, di Vittoria,
il cui ultimo possessore fu CARLO MICHELE, duca di Berwick, nel
1816. Venne riconosciuto il titolo di conte di Modica, in
successione primogenita maschile, in persona di SANTIAGO con D. M.
del 20
dicembre 1928, vivente nella prima metà del XX secolo.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana,
iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
N.d.A.:
Fitz o Fiz:
è una
antica parola anglo-normanna che significa “figlio della famiglia
di… generato da…” e che fa parte della composizione dei cognomi
indicandone la discendenza come ad esempio l’italico: De, Di, Della
, La o il celtico: O’ , Mc , Mac,
o il sassone: Von e Van, anteponendolo al cognome.
Arma:
inquartato: 1° e 4° contro inquartato d’azzurro a tre gigli
d’oro (Francia) e di rosso a tre leopardi d’oro passanti l’uno
sull’altro (Inghilterra) nel 2° d’oro al leone di rosso chiuso in
una cinta doppio fiorita e contro fiorita dello stesso (Scozia) nel
3° d’azzurro all’arpa cordata d’oro (Irlanda) con la bordatura
composta da sedici pezzi, otto d’azzurro ad un giglio d’oro ed otto
di rosso al leopardo di nero. |
James Stuart Fitz James duca di Berwick |
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SYLOS LABINI, SYLOS CALÒ,
SYLOS SERSALE
Titoli:
nobile di Bitonto
Dimora:
Bitonto, Bari, Roma
Originaria della Spagna. Le prime memorie risalgono
al XI secolo con San DOMENICO Sylos (Santo) nato a Cannas o Cannos
tra la Navarra e la Castiglia. Il casato giunse in Italia con DIEGO
e ANDREA nel 1503, durante la guerra tra Luigi XII di Francia e re
Ferdinando il Cattolico per la conquista del reame di Napoli, quali
militi del capitano Consalvo di Cordova,
ricevettero in premio, dopo la vittoria di Cerignola,
diverse terre tra cui Bitonto dove stabilirono la loro dimora. DIEGO
che aveva sposato Minerva Vulcano l’ultima del casato, ammesso per
sé e i suoi successori all’iscrizione nella Piazza della nobiltà e
Sedile di Sant’Anna nel 1554. Il Candida riferisce: “ La famiglia
Sylos delle più nobili e signorili di Burgos, e che Diego Sylos,
passato militare in Italia, nasceva da don Michele e donna Isabella
Pasquera, ed aveva sostenuto in Burgos la carica di alcalde
maggiore”. Da Diego nacquero MICHELE, ORAZIO e LEONARDO che
diedero origine a rami diversi. Da Michele i Sylos Labini, con
GIOVANNI, capitano di cavalleria, che nel 1801 sposò Lucrezia Labini
ultima del casato; da LEONARDO discendono i Sylos Calò che
aggiunsero il cognome per estinzione della famiglia Calò di Bitonto,
mentre da un ALFONSO discendono i Sylos Sersale per “maritali
nomine” con Isabella Sersale; GIOVANNI ALFONSO con testamento del
1604 istituì un “Monte per i Maritaggi”. La famiglia ricevuta nel S.
M. O. di Malta per “giustizia” dal
1603 in persona
del cavaliere ALFONSO; il cavaliere FRANCESCO NICOLÒ’ capitano di
galea per conto dell’Ordine di Malta, di cui era cavaliere, perito
nella battaglia di Negroponte contro gli infedeli nel 1648 (Del
Pozzo, tomo: Historia, parte II, pag. 174);il cavaliere ALFONSO
COSTANZO ottenne la commenda di Melfi e resse il priorato di
Barletta fino al 1639. Riconosciuta di “nobiltà generosa”
nell’ammissione nella “Compagnia delle regie Guardie del Corpo” nel
1850; VINCENZO (1809-1880) nobile di Bitonto, senatore del regno dal
1864, sindaco di Bitonto nel 1858, presidente dell'Orfanotrofio
"Maria Cristina di Savoia" di Bitonto, cavaliere del S.M.O. di
Malta. Il casato è rappresentato dai rami Sylos Labini, Sylos Calò,
Sylos Sersale.
Un personaggio
famoso del casato è:
PAOLO Sylos
Labini
(Roma, 30
ottobre 1920 –
Roma, 7
dicembre 2005) economista italiano di fama internazionale. Si laureò
in economia nel 1942, specializzatosi nelle Università di Harvard
negli Stati Uniti , e di Cambridge in Gran Bretagna; è stato
professore di economia presso l'Università di Sassari, di Catania,
di Bologna e della Calabria. Nel 1962 divenne titolare della
cattedra di Economia Politica all'Università "La Sapienza" di Roma,
nella facoltà di Scienze Statistiche, Demografiche ed Attuariali.
Socio “dell'Accademia Nazionale dei Lincei” dal 1991,
“dell'Accademia delle Scienze” di Torino, “dell'Academie Europeenne”,
“dell'Accademia Europea” di Londra, “dell'Associazione Economica
Americana”, nonché dell'associazione di economisti italiani chiamata
"Gruppo del Buongoverno". Nel 1984 vinse il Premio Saint Vincent per
l'Economia, nel 1986 il premio A.P.E., nel 1988 il Premio speciale
per la Cultura, nel 1990 il Premio Giangiacomo Feltrinelli per
l'Economia e nel 1994 il Premio Invernizzi. È stato membro del
Consiglio di amministrazione dell'Associazione per lo “Sviluppo
dell'Industria nel Mezzogiorno” (SVIMEZ).Oltre all'impegno
universitario, è stato rilevante il suo impegno politico influenzato
profondamente dal pensiero di Gaetano Salvemini. Autore di numerosi
saggi politico-economici, tra cui l’ultimo pubblicato postumo “Ahi
serva Italia: un appello ai miei concittadini”. Edizioni
Laterza, anno 2006.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Palazzo Sylos Calò in Bitonto:
Fu fatto costruire a Bitonto da
GIOVANNI ALFONSO Sylos nella prima metà del XVI secolo per esaltare
la ricchezza e la nobiltà del casato. Il palazzo fu iniziato nel
1529 e completato nel 1583 con un elegante loggiato. L’edificio
sorge sui resti di un’antica chiesa donata a FRANCESCO SAVERIO
Sylos.
Palazzo Sylos a Sersale in Bitonto:
Il palazzo trae origine dal
matrimonio, avvenuto nel 1574, tra LEONARDO Sylos, nipote del medico
Leonardo Vulpano, con la nobile bitontina Livia Giannone. I Giannone
avevano nella zona un complesso di fabbriche, che fu oggetto di
completa ristrutturazione dopo il matrimonio tra ALFONSO Sylos e
Isabella Sersale, di illustre casato napoletano. Da quel momento in
poi il palazzo assunse la denominazione e architettura odierna,
rappresentando uno splendido esempio del barocco bitontino.
N.d.A.: si ringrazia l’ing.
Michele Calò per le notizie relative ai palazzi e per la gentile
concessione alla pubblicazioni delle immagini.
Arma:
interzato in fascia; nel 1° d'argento, alla croce di Tolosa di
rosso; nel 2° di oro pieno; e nel 3° d'azzurro, a tre conchiglie
d'oro, poste 2 e 1. |
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Sen. Vincenzo Sylos Labini. Archivio Storico
del Senato della Repubblica |
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