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I casati del Sud
di
Ciro La Rosa
La Rosa
VI-VU
LA
VIA
Titoli:
marchese
di Villarena, barone di Sant’Agrippina
Dimora:
Napoli,
Palermo, Nicosia
Originaria della
Guascogna (Francia), passata in Sicilia nel XIII; ANDREA notaro
dell’Ufficio
della Regia
Cancelleria nel 1479; FRANCESCO con privilegio del 13 marzo 1529
ottenne la concessione del titolo di “regio cavaliere”;
GIOVANNI LEONARDO il 23 settembre 1547 ottenne la castellania del
castello di San Filippo, già appartenuta al padre FILIPPO; ANTONIO
senatore in Catania nel 1586/7; GIUSEPPE proconsole in Nicosia nel
1655; LORENZO GAETANO con privilegio del 19 maggio 1674 ottenne la
concessione del titolo di barone di Sant’Agrippina; GIACOMO
proconservatore in Nicosia nel 1695; GABRIELE capitano di giustizia
in Nicosia anni 1697/8 e 1701/2; NICOLÒ giudice straticozionale
(giudice criminale) di Messina 1701/2, della Corte Pretoriana di
Palermo 1703/4, del Tribunale del Concistoro 1720, della Gran Corte
1722/24; LORENZO GAETANO il 15 dicembre 1748 ottenne l’investitura
della baronia dell’ufficio di maestro notaro della Corte Capitaniale
di Nicosia; FRANCESCO capitano della “Gendarmeria Reale a Cavallo”
ha preso parte alla campagna del 1860/61 per la difesa del Regno
delle Due Sicilie dall’invasione piemontese; NICOLA dei baroni di
Sant’Agrippina, ottenne con rescritto del 5 febbraio 1855 e con
altro rescritto del 6 agosto dello stesso anno, la trasmissibilità
del titolo, la concessione del titolo di marchese di Villarena con
riconoscimento di D.M. del 5 luglio 1879, capitano dell’Esercito
del Regno delle Due Sicilie, ottenne il grado di colonnello
d’artiglieria del Regio Esercito Italiano, il figlio GIUSEPPE
contrammiraglio della Regia Marina; ALFONSO, ramo marchesi di Villarena, grand’Ufficiale Corona d’Italia, commendatore dell’Ordine
Mauriziano, cavaliere della Legion d’Onore, decorato della medaglia
d’argento dei benemeriti della salute pubblica, vice presidente
della Croce Rossa, LORENZO
La Via (1883),
barone di Sant'Agrippina, dottore in giurisprudenza, ufficiale
d'artiglieria durante la I Guerra Mondiale, addetto alla Direzione
generale degli affari Civili presso il Ministero degli Interni, vice
prefetto nel 1923 di Cosenza, fu più volte prefetto in varie città
d'Italia tra cui Torino, Padova e Savona, commissario prefettizio
della città di Napoli dal 1932 al 1934, insignito del titolo di
grand'ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro alla banda accompagnata in capo di due stelle ed in punta
da una cometa ondeggiante e della pezza il tutto d’argento. |
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Inserto
Pasquale La Via di
Villarena
Una vita per
l’Italia ideale
"Pasquale La Via
di Villarena, figlio del marchese Giuseppe, nasce a
Palermo il 16 aprile del 1826. Con la famiglia si reca a
Napoli per seguire gli studi e la carriera militare. Nel
1860 è
Capitano di 2a classe presso il Forte
del Castel dell’Ovo in Napoli in qualità di Aiutante
(Vice Comandante). Animato dallo spirito liberale
risorgimentale, all’arrivo di Garibaldi a Napoli, con un
manipolo di uomini arresta il Comandante del Forte e
libera i militari: Ufficiali, Sottufficiali e di Truppa,
prigionieri politici. Si incontra con Garibaldi il 9
settembre 1860 e lo conduce al Forte, dove si
intrattiene “lunga pezza” con il Dittatore delle
Province Meridionali, mettendosi a disposizione, con i
prigionieri liberati, della causa unitaria. Viene
nominato Capitano del Treno d’Artiglieria ed inviato a
combattere al Volturno. Saputo essere dato per morto, a
seguito dei duri scontri sul Volturno, lui combatte a
Santa Maria Capua Vetere, alla fine della campagna corre
a casa dalla madre che aveva già indossato il lutto,
distrutta dal dolore. Gli apre la porta il fratello
Nicola, che gli urla di essere uno spergiuro traditore e
gli spara con la pistola d’ordinanza, ferendolo di
striscio al braccio. Pasquale, a sua volta, sfodera la
sciabola per colpire il fratello, a cui nel frattempo si
è inceppata l’arma, e solo l’intervento della madre, che
si frappone tra i due fratelli, eviterà che si ammazzino
a vicenda.
Il 19 febbraio
1861 con il grado di Luogotenente dell’Esercito viene
assegnato alla Piazza di Napoli in attesa di altro
incarico. Partecipa alla guerra del 1866 con il grado di
Capitano Comandante la 5a Compagnia dell’8°
Reggimento del Corpo dei Volontari Italiani. Si
distingue nella battaglia di Custoza, in particolare per
un cruento duello alla sciabola a cavallo con un
ufficiale Austriaco.
Fedele ai suoi
nobili ideali, di una Italia unita, liberale e
Repubblicana, alla fine della campagna, quando il Corpo
viene sciolto, si ritira a vita privata, perché non
accetta di servire sotto i Savoia. Sosterrà di non aver
combattuto un re per andare a servirne un altro, a
differenza del fratello Nicola e del nipote Giuseppe,
che da fedelissimi dei Borbone in seguito serviranno i
Savoia, da cui la famiglia otterrà il titolo nobiliare
ufficiale di Marchesi di Villarena nel 1922.
Ovviamente, dopo
aver sapientemente contribuito a far diseredare dalla
famiglia Pasquale. Il quale, dopo aver lasciato il
servizio attivo, accetta l’incarico di Direttore
dell’Istituto dei Ciechi a Napoli, dove si distingue per
la grande umanità nei confronti dei tanti poveri bambini
ricoverati e delle loro umili famiglie. Sposato in
seconde nozze con la maestra Emilia La Torraca di Eboli
(SA) - la prima moglie aveva ottenuto l’annullamento del
matrimonio grazie al fronte comune fatto con la famiglia
La Via contro di lui - lascerà un bambino in tenera età,
che si chiamerà, come lui, Pasquale. Morirà a Napoli il
15 febbraio 1900 a causa di una setticemia, abbandonato
dai familiari, ma non dai suoi fraterni amici e
commilitoni."
Si ringrazia il
signor Massimiliano La Via per la biografia
inedita di Pasquale La Via. |
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VIAL
de Maton
Titoli:
nobile,
barone di Santa Rosalia
Dimora:
Napoli
Famiglia napoletana
del XIX secolo, fedelissima a casa Borbone, di origine francese,
insignita del titolo di nobile con deliberazione dell’11 settembre
1858 dalla Commissione per i Titoli di Nobiltà, per l’ammissione
nella Compagnia delle Reali Guardie del Corpo in persona di PIETRO,
e del titolo di barone di Santa Rosalia in persona di GIOVANBATTISTA,
maresciallo di campo, comandante delle truppe dell’Esercito delle
Due Sicilie in Calabria, diede risultati deludenti nella difesa del
Regno nella campagna del 1860/61; PIETRO (1777-1863), padre del
precedente, capostipite della famiglia nel Napoletano, nativo di
Nizza, tenente generale dell’Esercito del regno delle Due Sicilie,
uomo di grande attaccamento alla Nazione Napoletana, uno dei pochi
ufficiali napoletani ad essere insignito dell’Ordine della Croce
militare di Savoia, partecipò alla difesa del Regno e seguì re
Francesco II nel suo esilio a Roma coordinando le azioni della
resistenza armata ai piemontesi, dette di “brigantaggio”; GIUSEPPE,
figlio del precedente, proveniente dalla Scuola Militare della
Nunziatella, aiutante maggiore del “2° Reggimento Dragoni” anch’egli
partecipe della difesa del Regno, morì in circostanze misteriose il
14 settembre 1860; PIETRO (1839 – 1929), figlio di Giovan Battista,
proveniente dalla Compagnia delle Reali Guardie del Corpo, tenente
del “15° Battaglione Cacciatori”, partecipe della difesa di Gaeta,
capitolò con i resti dell’armata il 14 febbraio 1861, nella sua
persona vennero riconosciuti con D. M. del 2 maggio 1926 i titoli di
nobile e barone di Santa Rosalia.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, Iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
inquartato: 1° di rosso a due sciabole al naturale decussate, nel 2°
d’azzurro alla freccia d’azzurro posta in sbarra; nel 3° d’azzurro
al serpe verdeggiante al naturale ondeggiante in sbarra accompagnato
da due stelle d’oro; nel 4° cinque punti di verde e quattro
d’argento, il tutto attraversato da una fascia d’argento. |
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VIANISI
Titoli:
duca di
Montagnareale
Dimora:
Messina
Famiglia nota
nella sua nobiltà già dal XVIII secolo, da Siracusa, considerata tra
le famiglie patrizie, si trasferì in Messina nel XVII secolo.
Successe alle famiglie Corvaja e Ansalone al titolo di duca di
Montagnarale e quello signorile di Sorrentino; il titolo ducale
proveniva da Ascanio Ansalone nel 1642.
Iscritta
nell'Elenco Ufficiale Nobiliare italiano anno 1922.
Arma:
d'azzurro
alla colomba d'argento volante in banda.
alias:
d'azzurro all'albero d'oro sopra un terreno di verde. |
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DE VICARIIS
di Santa Lucia
Titoli:
patrizio
di Salerno, nobile col predicato di Santa Lucia
Dimora:
Salerno
Si ritiene che la
famiglia sia venuta in Italia con i Normanni o con gli Svevi,
residente a Salerno ed iscritta da antico tempo nel Seggio di
Portanova; le prime memorie risalgono al 1197 con ROBERTO chiamato “de
Venusio” perché proveniente da Venosa, e imperiale giustiziere
in Venosa; GIACOMO cavaliere e ciambellano di corte della regina
Giovanna I, nel 1362 ottenne da Americo Sanseverino gran
contestabile del Regno, i feudi di Monteforte, Ponticelli e San
Pietro, portò la famiglia in Salerno, dove si divise in due rami,
uno dei quali si estinse entro la famiglia Correale. Ricevuta
nell’Ordine di Malta per “giustizia” dal 1623 in persona del
cavaliere GENNARO (Archivio Ordine di Malta 4888), nel 1642,
e nel 1668 con fra FABRIZIO MARIA (Archivio Ordine di Malta 4891)
nel 1782 col cavaliere GIACOMO fattane la “pruova” da
FABRIZIO patrizio di Salerno nel Seggio di Portanuova nel 1583: La
famiglia feudataria di Guaglietta con l’ultima intestazione ne
Cedolario il 26 settembre 1783. Decorata per successione delle
famiglie de Rossi e Bernalli del titolo di marchese di santa Lucia,
concesso in origine nel 1643; e propriamente per successione di
Vittoria de Rossi, marchesa di Santa Lucia madre di ANIELLO, che ne
fece vendita del feudo a Tommaso Criscuolo, riservando per se il
titolo di marchese; La famiglia iscritta nel Registro delle Piazze
Chiuse. L’attuale rappresentante nel XXI secolo è CARLO(1920),
patrizio di Salerno, residente in Napoli.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
alla banda d’argento caricata da tre scettri di nero. |
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VICUNA
Titoli:
nobile
Dimora:
Napoli,
Roma
Originaria della
Spagna, venuta a Napoli con Carlo III di Borbone nel 1734, quali
cavalieri con alti gradi militari; riconosciuta di “nobiltà
generosa” dalla Regia Commissione per i Titoli di Nobiltà nel 1838
per l’ammissione nella Compagnia delle Reali Guardie del Corpo in
persona di LEOPOLDO (Archivio di Stato di Napoli, Verbali Regia
Commissione dei Titoli, volume I, foglio 146), presente nei
ruoli attivi alla data del settembre 1860 come guardia a cavallo. CARLO
generale dell'Esercito del Regno delle Due Sicilie, figli: capitano
di fregata FRANCESCO (1827-1900) proveniente dalla Scuola Militare
della Nunziatella, guardiamarina nel 1846, terminò la carriera quale
capitano di vascello nella Regia Marina italiana; GIULIO (1834 -
1912) tenente di vascello, decorato per il coraggio dimostrato
contro i rivoltosi a Catania, di cui comandava il porto, il 31
maggio 1860, non entrò nella Marina Italiana e si ritirò a vita
privata.
Riconosciuta con D. P. del 28 maggio 1927 del titolo di
nobile; GERARDO, nobile, capitano di vascello della Regia Marina
Italiana, vivente nella prima metà del XX secolo.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, Iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
a due mezzelune montanti d’argento, sospese a catene d’oro,
accompagnate da due stelle dello stesso, poste una in capo ed
un’altra in punta con la bordura di rosso caricata di sedici decusse
d’oro. |
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VIGO
Titoli:
nobile
dei Signori di Gallidoro
Dimora:
Catania,
Genova
Si crede di origine
genovese, insignita del titolo di signore di Gallidoro,
GIUSTINIANO, marchese di
Valdina, per investitura del 10 aprile 1751 e signore di Gallidoro;
ultimo investito GIUSTINIANO per donativo del 1806; DOMENICO, nobile
dei signori di Gallidoro, vivente nella prima metà del XX secolo.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
al leone d’oro affrontato ad una quercia, con un tralcio di vite
intorno al tronco, sul terreno erboso, il tutto al naturale. |
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VILLANO
Titoli:
nobile,
marchese della Polla, barone di Battiferano, patrizio napoletano
Dimora:
Napoli,
Roma, Cava
Originaria di Cava,
con investitura del feudo di Aiello nel XII secolo; passata da
Sanseverino e in Napoli nel XV secolo, con incarichi di
magistratura. Decorata del titolo di duca di Roscigno e Sacco,
titolo concesso a GIUSEPPE l’8 ottobre 1621, passato poi per
successione alla famiglia Patroni Griffi. Ricevuta per “giustizia”
nel S. M. O. di Malta dal 1586 con GIACOMO (Archivio di Stato
Napoli, volume 26, Priorato di Capua, Archivio Ordine di Malta,
4865) e nel 602. Il casato aggregato al patriziato napoletano
nel Seggio di Montagna ed iscritto nel Libro d’Oro nobiltà
napoletana con R. D. del 24 marzo 1851; nel 1591 decorata del titolo
di marchese della Polla, che per estinzione della linea feudale è “ricaduto
alla corona” ( clausola con la quale non essendoci eredi
legittimi, il titolo viene posto nelle mani di Casa Reale che dovrà
investirne ramo collaterale o nuova famiglia), venne rinnovato e
concesso a CARLO, barone di Battiferano, e per discendenza a GIOVAN
BATTISTA. Un ramo della famiglia aveva il titolo di conte in data 13
dicembre 1796, riconosciuto in persona di GIULIO con R. R. del 10
gennaio 1851, morto senza discendenza.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Napoletana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare anno 1922.
Arma:
Troncato:
1° d’azzurro alla branca di leone di argen-to, 2° d’argento alla testa
di leone d’azzurro. |
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Blasone. Napoli, chiesa di San Lorenzo
Maggiore. Foto Ciro La Rosa, clicca per ingrandire. |
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VILLARUEL o
VILLAROEL
Titoli:
barone
di San Calogero
Dimora:
Catania,
Palermo, Spagna
Originaria della
Spagna, trasferitasi a Catania nel XVII secolo;
LUDOVICO, capitano
d’arme, castellano in Termini nell’anno 1661; CRISTOFARO maestro di
campo e padre di ANTONIO, sergente maggiore di Caltagirone e
castellano del castellammare di Palermo nel 1691; FEDERICO dottore
in leggi, giudice della Gran Corte del Regno negli anni 1749/50,
1756/8, uditore generale delle genti di guerra nel 1765 aggregato
alla mastra nobile di Catania il 29 gennaio 1749; GIOVANNI, barone
di San Calogero, senatore in Catania negli anni 1759/60, 1773/4 e
capitano di giustizia nel 1774/5; FEDERCI VESPASIANO, barone di San
Calogero, senatore in Catania negli anni 1805/7; GIUSEPPE, con
decreto ministeriale del 20 marzo 1902, ottenne riconoscimento del
titolo di barone di San Calogero
vivente nella prima metà del XX secolo.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
a tredici bisanti d’argento, ordinati tre a uno. |
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DE LA VILLE SUR ILLON
Titoli:
conte
Dimora:
Napoli
Originaria della
Lorena, prese il nome dalla Signoria de la Ville sur Illon,presso
Mirecourt,
Discendente da
JEAN o JANIN primo signore de la Ville, nel 1149. Un ramo di questa
famiglia venne in Italia con SAVARY, figlio di GILIBERTO,
stabilendosi in Piemonte, ricevuto nell'Ordine di Malta, alcuni
membri del casato furono cavalieri dell'Ordine di San Maurizio ed un
vescovo di Ivrea.
Si divise due
linee principali: di Alsazia e di Napoli da cui ANDREA, conte de
Ville, figlio di ANTONIO (†1530); In Napoli si distinsero ALESSANDRO
FRANCESCO (†
29 marzo 1854), conte de la Ville Sur Illon, colonnello al seguito di
Giuseppe Napoleone re di Napoli nel 1806, che fu comandante della
Fabbrica d'Armi di Torre Annunziata, figli nati a Napoli: ALESSANDRO
(1811), BARTOLOMEO (1814) diplomatico dei re di casa Borbone delle
Due Sicilie e poi ministro plenipotenziario del re d'Italia, morì in
missione diplomatica nel Venezuela il
13 luglio 1871.
LUDOVICO (Napoli
11 aprile 1846 – Napoli
15 maggio 1919)
noto cultore della storia napoletana, bibliotecario della Società
Napoletana di Storia Patria.
Il casato fu
riconosciuto del titolo di conte per tutti i figli maschi con D. M.
del 12 marzo 1913.
Rappresentanti
del casato viventi nella prima metà del XX secolo: ALESSANDRO (1877)
ufficiale volontario del Corpo Automobilistico nella I Guerra
Mondiale, fratello CARLO EMANUELE (1878) tenente colonnello di
fanteria,medaglia d'argento al valor militare, vice prefetto, figli:
FRANCESCO (1913), GIULIO (1921).
Iscritto nel
Libro d'oro della Nobiltà Italiana, iscritto nell'Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
inquartato: nel
primo d'oro alla banda di rosso carica di tre aquilotti d'argento ed
attraversata da un lambello d'azzurro; nel secondo di rosso
all'aquila d'argento,coronata d'oro; nel terzo bandato d'azzurro con
la bordatura di rosso, al quartier franco d'argento; nel quarto
d'oro alla banda di rosso carica di tre aquilotti d'argento, sul
tutto d'oro alla croce di rosso, con il capo di verde carico di una
banda d'argento di tre rose rosse. |
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VINCI
(1)
Titoli:
barone
di Moschitta
Dimora:
Trapani,
Messina
Famiglia siciliana
nota del XV secolo, godette nobiltà in Trapani, in Messina.
FRANCESCO senatore in Trapani negli anni 1437/8, 1444/5; TOMMASO
tenne la stessa carica in detta città nel 1479/80; SIMONE la tenne
negli anni 1511/2, 1519/20; messer ANTONIO è annotato nella mastra
nobile del Mollica (lista VII, anno 1594); DOMENICO, il 7 aprile
1791, ottenne la concessione del titolo di barone di Moschitta;
LUIGI alfiere del “1° Reggimento Lancieri” ha partecipato alla
difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese nel
1860.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
alla fascia rossa sostenente un leone d’oro, con la testa
rivolta, tenente nella bocca una spada d’argento, accompagnata in
capo da tre stelle in fascia ed in punta da un sole, il tutto d’oro. |
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VINCI (2)
Titoli:
nobile
Dimora:
Nicotera, Motta, Roma
Originaria della
Calabria, si crede discenda dai Vinci di Toscana, se ne hanno
notizie certe in Calabria del XVII secolo in Nicotera, Limbadi e
Motta. BRUNO deputato del Regio Parlamento Italiano, benemerito
dell'educazione della gioventù calabrese; ADOLFO grande ufficiale
dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, alto funzionario del
Ministero degli Esteri vivente nella prima metà del XX secolo,
figli: FRANCESCO e PIERO.
Iscritta nel
Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, Iscritta nell'Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1933.
Arma:
d'azzurro a due
leoni affrontanti d'oro, quello di destra impugnante con la branca
superiore sinistra una palma dello stesso posta in sbarra, quello di
sinistra impugnante una spada d'argento posta in banda, sormontati
da una stella d'oro. |
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DE
VIO
Titoli:
nobile
di Gaeta
Dimora:
Gaeta
Una grande figura
storica del casato fu TOMMASO (Gaeta 1469 - Roma 1534) fu un
eminente cardinale di Santa Romana Chiesa, ma anche un grande
filosofo e teologo, e un fine diplomatico. Battezzato col nome di
GIACOMO, entrò nell’Ordine domenicano e studiò a Napoli, Bologna e
Padova. Ebbe la cattedra di Teologia a Pavia e poi di Filosofia ed
Esegesi alla Sapienza di Roma. Nel 1494 ebbe a Ferrara un pubblico
dibattito col famoso Pico della Mirandola. Nel 1508 fu eletto Padre
Generale del suo Ordine. Tra le sue numerose opere risultano di
fondamentale importanza i “Commentaria super tractatum de ente et
essentiâ Thomae de Equino” (Venezia,1506). Nominato da papa Leone X
Cardinale nel 1517 e arcivescovo di Palermo, dovette optare l’anno
seguente per Gaeta. Legato apostolico in Germania, dove non riuscì a
convincere Lutero a ritrattare, ma aiutò il Papa nel 1519 per la
composizione della bolla “Exurge Domine” e lo rappresentò nella
Dieta di Francoforte di quell’anno. Nel 1534 pronunciò la sentenza
definitiva di validità del matrimonio di Enrico VIII e Caterina
d’Aragona, rifiutando il divorzio al sovrano inglese. Fu di piccola
statura, ma di intelletto gigantesco. Nell’Ordine di Malta in Priorato dal 1771, in persona di
GIUSEPPE, per la “pruova” fattane quale discendente da
Tommaso, la famiglia fu ascritta al Registro dei Cavalieri di Malta per
“giustizia”; riconosciuta di “nobiltà generosa” dalla Regia
Commissione dei Titoli di Nobiltà nel 1851 per l’ammissione nella
Compagnia delle Regie Guardie del Corpo in persona di LUIGI
(Verbali della regia Commissione dei Titoli, volume VI, pagina 318,
Archivio di Stato di Napoli); FRANCESCO cavaliere dell’Ordine
della Corona d’Italia, ascritto nel registro dell’Ordine di Malta,
vivente nella prima metà del XX secolo.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922
N.d.a.:
un ringraziamento speciale al dottor Italo Zamprotta per le
ulteriori informazioni sul casato.
Arma:
trinciato
d’oro e di rosso al leone di verde attraver-sante. |
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DELLA VIPERA
Titoli:
conte
Dimora:
Benevento
Famiglia di origine normanna, preso
il nome dal castello della Vipera presso Benevento. Hanno posseduto
le baronie di Coffiano, Montenegro, Ribra e Santacroce.
Le prime memorie certe si hanno con
NOBILIONE conte della Vipera nel 1074, l’anno successivo fondò un
monastero ed una chiesa nel luogo detto della Decorata: DANIELLA
monaca domenicana, beatificata nel 1280; BARTOLOMEO capitano d’arme
al servizio di re Roberto d’Angiò; NICOLA detto “nobil viro”
di grande cultura ed amato da papa Pio II vissuto nel XV secolo;
GIOVANNI MERCURIO insigne teologo giurisperito, vescovo di Bagnara,
decano della Sacra Rota, reggente della Penitenzieria, fu tra le
vittime del sacco di Roma da parte dei lanzichenecchi imperiali,
avvenuto nel 1527; ANTONIO strenuo difensore della città di
Benevento contro gli imperiali, si difese per circa due mesi, poi
per ordine del papa Clemente VII dovette consegnare la città;
OTTAVIANO ambasciatore per Benevento per conto di papa Clemente VIII,
castellano di Benevento e vescovo di San Severo; ORAZIO attenne il
titolo di “Pater Patriae” nel 1609 alla veneranda età di 92
anni; MARIO arcivescovo di Benevento, autore del tomo “Manoscritto
sulle Famiglie nobili Beneventane” della “Cronologia Archiep.
Beneventane” e del “Catalogus Sanctotum” nel 1636.
Arma:
d’oro alla
vipera di nero a due teste con due ali e zampe di aquila. |
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VISCHI
Titoli:
patrizio
di Trani
Dimora:
Napoli,
Trani
Nobile ed antica
famiglia originaria di Manfredonia (l’antica Siponto). ANTONINO nel
1490 prese dimora a Trani sposandosi con una signora di casa Rocca,
sorella di Luca Rocca, nobile del Seggio di San Marco. Il casato
passò definitivamente in Trani ed ascritto nel 1637 al Sedile
dell’Arcivescovado, ed in seguito nel 1706 al Sedile di Portanova.
CAMILLO, nato a Trani nel XVII secolo, Commissario Generale per
Napoli dell’Ordine dei Carmelitani; NICOLA senior, sindaco di Trani
dal 1740 al 1742; GIUSEPPE maestro di cappella della Cattedrale di
Trani nel 1788. NICOLA nato a Trani nel 1770 e morto il
27 giugno
1838, giurista, nel 1794 venne nominato “fiscale” per la “pubblica
uniforme educazione” nella Provincia di Trani, nel 1802 ottenne
la carica di avvocato dei poveri, presso il Tribunale di Trani.
SERAFINO secondo
tenente del “1° Reggimento Dragoni” ha partecipato alla campagna del
1860/61 per la difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione
piemontese.
La famiglia venne
ascritta al Registro delle Piazze Chiuse e riconosciuta nobile di
Trani con D. M. del 28 luglio 1895. FABIO, nobile di Trani, deputato
del Regio Parlamento d’Italia e ANTONIO, nobile di Trani, cavaliere
dell’Ordine della Corona d’Italia, viventi nella prima metà del XX
secolo. VINCENZO (1819-1913) deputato di Trani al primo Parlamento
Nazionale, istituì una scuola privata, ebbe fra i suoi allievi
Giovanni Bovio, Nicolò Lo Savio e Sabino Loffredo. NICOLA
(1849-1914) avvocato, e per iniziativa di Zanardelli senatore del
Regno dal
21 novembre 1901, poi deputato per cinque Legislature
consecutive, prima per il Collegio di Lecce e poi di Gallipoli.
Ascritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana e nell’Elenco Ufficiale Nobiliare
Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
alla fascia d’oro accompagnata in capo da una mezzaluna d’argento,
in punta da uno scaglione d’oro. |
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VITALE (1)
Titoli:
marchese
Dimora:
Napoli
Antica famiglia
nobile di Cava dei Tirreni, diramatasi in Napoli, Sessa, Nola;
decorata del titolo di marchese con riconoscimento del 14 settembre
1782; ricevuta nel S. M. O. di Malta in persona del cavaliere
GAETANO nell’anno 1782, passata in Convento nel 1797 con il
cavaliere RAFFAELE MARIA, nel 1788 con ALESSANDRO, nel 1789 con
GAETANO. Il ramo dei duchi di Tortora cui l’ultimo intestatario fu
FRANCESCO NICOLA si estinse nella famiglia Del Giudice, per il
matrimonio di donna Antonia Vitale duchessa di Tortora col predicato
di Trecchina con Vincenzo Del Giudice nel XIX secolo. Il casato
riconosciuto di “ nobiltà generosa” per l’ammissione nella Compagnia
delle Regie Guardie del Corpo, nel 1843, dalla Commissione per i
Titoli di Nobiltà, in persona di LUIGI (Archivio di Stato di
Napoli, verbali volume II pagina 277) in seguito capitano del
“3° Reggimento Lancieri della Guardia Reale” che ha preso parte alla
difesa del Regno dall’invasione piemontese nella campagna del
1860/61; il casato ammesso di nuovo nella Compagnia delle Regie
Guardie del Corpo nel 1851 (Archivio di Stato di Napoli, Volume
VI, pagina 321, volume VII pagina 10); LUIGI, cugino del
precedente, primo tenente del “2° Reggimento Fanteria di Linea
Regina” ha partecipato anch’egli alla difesa del Regno nella
campagna del 1860/61 capitolando a Gaeta il 14 febbraio 1861.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’oro alla
banda d’azzurro accompagnata a destra da un’aquila bicipite di nero
e a sinistra da un destrochero dalla banda, vestito di ermellino
indicante con la mano di carnagione tre stelle di rosso poste in
fascia. |
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VITALE
(2)
Titoli:
nobile
Dimora:
Gragnano, Buccino, Messina
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro a tre tralci di vite, fruttati d’oro impalati dello stesso
colore;
alias partito: 1° d’argento al braccio armato al
naturale impugnante un compasso d’oro, misurando tre stelle,
ordinate in fascia, ed un ramo di vite, fruttifero d’oro in punta;
2° d’azzurro alla torre merlata d’argento, sostenuta da due leoni
controrampanti dello stesso. |
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VITALE
(3)
Titoli:
barone
Dimora:
Sicilia
Ramo della famiglia
precedente; GUGLIELMO ottenne la concessione del titolo di barone in
data 20 aprile 1814 e con successione primogenita maschile.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare anno 1922.
Arma:
d’azzurro
al volo d’argento. |
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VITETTI
Titoli:
Conte Palatino, conte
Dimora:
Crotone, Cirò
Antica famiglia di Crotone, ascritta al Patriziato di detta città
nel Seggio di San Dionigi. Nel XVII secolo, un ramo si spostò alla
vicina Cirò, ove possedette un palazzo e contrasse matrimoni con le
famiglie più cospicue del luogo. Godette dei suffeudi di Brisi,
Salvogara, Cannarò e San Gennaro. Il 13 novembre 1775, Papa Pio VI
creò Conte Palatino e Cavaliere dello Speron d’Oro, Monsignor
LEONARDO Vitetti (1703-1780), Vescovo di Castellaneta dal 1764 al
1778. DOMENICO (1747-1805) Governatore di Rossano, e Doctor in
Utroque Iure il 1 maggio 1770. Anche suo padre, TOMMASO fu
Doctor in Utroque Jure, laureatosi a Napoli il 1 giugno 1742.
All’epoca, il dottorato per due generazioni era determinante per
provare la nobiltà della famiglia.
Negli accadimenti del 1860 della caduta del Regno delle Due Sicilie
per la conquista fatta dai piemontesi, FRANCESCO (Cirò 1798 – Napoli
1862) Commissario di 1ª
classe della Real Armata di Mare del Regno delle Due Sicilie, rimase
fedele al suo legittimo sovrano fino alla morte e non entrò
nell’esercito piemontese.
All’epoca dell’unità d'Italia sotto il Regno dei Savoia, non furono
espletati atti per farsi riconoscere gli antichi titoli. Il
Consigliere di Stato ERNESTO ebbe riconosciuto l’antico stemma di
cittadinanza, con Decreto Ministeriale del 30 agosto 1927. Un
secondo titolo comitale, venne dato ad ERNESTO (1867-1948), Regio
Prefetto e Consigliere di Stato, il 29 agosto 1936. Si ricordano i
suoi due figli: LEONARDO (1894-1973), Ambasciatore d’Italia, e
GIUSEPPE (1898-1966), insigne medico e benefattore. Attuale capo
della famiglia è il conte ERNESTO GUGLIELMO (1935), Gran Croce del
Sovrano Militare Ordine di Malta, Commendatore di Grazia del S.M.
Ordine Costantiniano, ecc.
Arma:
vedi immagini a lato |
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VITI
Titoli:
conte, nobile
dei conti
Dimora:
Napoli,
Altamura, Trani, Roma
Motto:
“Prudens gubernat”
Famiglia
feudataria del XVII secolo in Calabria sulla terra di Caraffa,
iscritta al primo ordine civico di Altumura; decorata del titolo di
conte nel 1714 su decreto dell’imperatore Carlo VI; ricevuta
nell’Ordine di Malta per “giustizia” nel 1900 con il conte GAETANO
(Gran Magistero di Roma 385; Priorato di Napoli) per “onore e
devozione” nel 1912 (Gran Magistero di Roma, Proc. Onore e
devozione n. 114). Un ramo si stabilì in Trani con il conte
FRANCESCO (nato nel 1808); PASQUALE (Altamura 1806 - Napoli 1871), di
Francesco, proveniente dalle Guardie del Corpo, maggiore del "2°
Dragoni", ha partecipato alla campagna del Volturno e del Garigliano
per la difesa del Regno, il suo reparto si sciolse nel novembre del
1860 nello Stato Pontificio. VINCENZO, conte, ufficiale di cavalleria
del Regio Esercito Italiano, vivente nella prima metà del XX secolo;
ramo dei nobili dei conti rappresentato da CLAUDIO vivente nella
prima metà del XX secolo.
Iscritta nel
Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro,
a la banda di rosso bordata d’oro, accompagnata in capo da una stela
d’oro, in punta di un tralcio di vite con l’uva al naturale posto in
banda. |
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VOLLARO
Titoli:
nobile di
Lucca
Dimora:
Trentola
Ducenta
PIETRO giudice
criminale del governo francese del Regno di Napoli di Gioacchino
Murat nel 1815, alla caduta del Regno riparò nel Granducato di
Lucca. Dove sia per il matrimonio con Elisabetta Bartolomei, che per
la sua devozione al duca Carlo Ludovico di Borbone gli venne
affidato nel 1830 l’Intendenza del suo patrimonio privato, e
nominato Consigliere di Stato con decreto del 16 luglio dello stesso
anno. Iscritto nel Libro d’Oro delle famiglie nobili del Ducato di
Lucca con titolo di nobile, con estensione ai suoi congiunti
GIUSEPPE e GIROLAMO.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’argento
all’albero sulla campagna erbosa di verde, sostenuto da un leone, il
tutto al naturale. |
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VOLPICELLA
Titoli:
nobile,
patrizio di Giovinazzo
Dimora:
Napoli
Motto: “Ex Virtute laus, ex fortitudine honor”
La prime memorie
certe risalgono al XII secolo con STASO nel 1135, la famiglia si
diffuse in Napoli, Amalfi ed in altri luoghi della Campania; SERGIO
nel1027 era aggregato alla nobiltà della città di Molfetta; nel XIV
secolo PIETRO, giudice, trasferì la famiglia a Giovinazzo ed
inserito in quella piazza nobile; la linea di Molfetta si estinse
nel XVII secolo; nella seconda metà del XVIII secolo un ramo della
famiglia si stabilì in Napoli con VINCENZO; alcuni personaggi
illustri del casato furono: PIETRO giudice nel XV secolo in Bari;
FRANCESCO magistrato nel principato di Taranto; GIOVANNI ANTONIO
ambasciatore di Molfetta per la regina Giovanna d’Aragona nel 1517;
GIOVAN BATTISTA, che appena quattordicenne fu nominato cavaliere
Mauriziano e militò, quale capitano d’arme, per Carlo Emanuele I di
Savoia; il canonico VESPASIANO fondatore della chiesa di Santa Maria
Consolatrice in Molfetta; GIOVANNI ANTONIO capitano d’arme che con
la sua milizia seguì il conte di Conversano nell’impresa contro il
popolo di Napoli nel 1648; VINCENZO avvocato e magistrato; FILIPPO,
SCIPIONE, LUIGI letterati e storici. Il casato ricevuto nell’Ordine
Mauriziano nel 1598, nell’Ordine dei Cavalieri di Calatrava nei
primi anni del XVIII secolo. Dichiarata ammissibile nella Compagnia
delle Regie Guardie del Corpo a cavallo nel 1837; aggregata al Monte
Manso tra le quaranta famiglie napoletane nobili fuori seggio.
Iscritta nel
Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
argento alla
banda d’azzurro carica di tre gigli d’oro, accostata da due volpi al
naturale correnti in banda. |
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VOLTURALE
Titoli:
nobile
Dimora:
Napoli
Famiglia
originaria del napoletano, FRANCESCO ANTONIO ottenne da Carlo II il
riconoscimento di “nobiltà generosa” e vescovo di Vieste; con
diploma del 1 marzo 1700 venne creato conte palatino MICHELE
GERONIMO con investitura ottenuta da Livio Odescalchi, legato
imperiale principe del S.R.I., titolo trasmissibile in linea
mascolina reso esecutivo in Napoli in data 8 aprile 1700 (Titulatorum
XII folio
49 a t.)
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
all’avvoltoio al naturale, spiccante il volo da tre monti,
accompagnato in capo da tre stelle d’argento. |
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VULCANO e
VULCANO
di Marraffa
Titoli:
ramo
Napoli: marchese di Cercemaggiore, nobile, patrizio
napoletano, col predicato di Maraffa; ramo di Longobucco:
conte
Dimora:
Napoli,
Longobucco, Tropea, Benevento
Originaria di
Sorrento, feudataria dal 1269, ascritta al patriziato napoletano al
Seggio di Nido, ed in Sorrento al Seggio di Dominova; in Tropea e
Benevento. Ricevuta per “giustizia” nel S. M. O. di Malta nel 1590.
Per eredità della famiglia Doria riconosciuta dei titoli di marchese
di Cercemaggiore col predicato di Maraffa. Il casato ha dato un
cardinale e incarichi ufficiali importantissimi sin dall’epoca di
Federico II di Svevia. Il ramo di Longobucco, Calabria, diramazione
del ramo di Tropea, ricevuto per “giustizia” nel S. M. O. di Malta
dal 1593; decorata del titolo di conte con Breve Pontificio
(Decreto) di S. S. Pio XI, in data 14 novembre 1922, e autorizzato
tale titolo nel Regno d’Italia con R. D. del 19 febbraio 1928 e RR.
LL. PP. (Regie Lettere Patenti) del 26 febbraio detto anno.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
graticolato d’oro, col capo d’oro di tre conchiglie di rosso
ordinate in fascia. |
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