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I casati del Sud

di Ciro La Rosa

La Rosa

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T-TE  TI-TU

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 V-VE  VI-VU  W-X-Y-Z

Q

QUARANTA

Titoli: linea di Napoli: conte, nobile, nobile dei conti, linea di Salerno: nobile

Dimora: Napoli, Salerno

Motto: Per quadraginta pugnat et vincit”

Antica famiglia originaria di Cava dei Tirreni, si crede discenda da un cavaliere salernitano che al tempo di Guaimaro IV, principe longobardo di Salerno, con quaranta militi normanni dal ritorno in Terra santa, trovandosi a difendere una delle porte della città, uscì contro i Saraceni che assediavano la città, ponendoli in fuga; e da questo cavaliere sembra sia derivato il nome e l’arma di famiglia. DOMENICO riconosciuto con Privilegio del 1663, dato da re Filippo IV, a fregiarsi dell’antica arma di famiglia e del titolo di nobile. Il casato venne ricevuto nel S.M.O. di Malta nel 1859 e successivamente nel 1871 con FEDERICO, cavaliere e commendatore di giustizia, avendone fatta la prova quale discendente di DOMENICO (Gran Magistero di Roma 357, Priorato di Napoli). Famiglia che possedette vari feudi, resa illustre da uomini insigni tra cui ONOFRIO II, nobile dei Signori di Fossalopara primo Barone di San Severino Cilento dal 17 marzo 1794, terzogenito di FRANCESCO FERDINANDO e nipote di ONOFRIO I ASCENZIO Quaranta, nacque in Santi Quaranta il 6 maggio 1734, divenne anch’egli sindaco di Cava, come il nonno ONOFRIO I, e in questo suo ufficio amministrò con oculatezza le rendite del Comune tanto da ricevere un attestato nel quale i decurioni della città di Cava, lodando l’onestà e la perizia di don Onofrio, gli concessero 1.500 ducati ad ulteriore conferma della nobiltà d’animo e della devozione per la pubblica panificazione. L’attività principale fu quella di mercante di tele e panni, nonché quella di costruttore edile, attività imprenditoriali che già da generazioni arricchivano casa Quaranta; egli acquistò il palazzo Gagliardi di Casalicchio al numero 32 del borgo Scacciaventi di Cava de’ Tirreni, quindi il 17 marzo del 1794 la Baronia di San Severino Cilento, feudo che trasmise ai suoi discendenti. BERNARDO - o BERNARDINO - (1796-1867) letterato, archeologo, studioso della civiltà greca, a vent’anni insegnava all’Università Federico II, divenne soprintendente del “Real Museo Borbonico” (oggi Museo Nazionale) nel 1840, fedele alla patria “Napoletana”, con l’avvento dei piemontesi del Regno d’Italia venne destituito da ogni carica perché non prestò giuramento di fedeltà ai nuovi occupanti. Titoli di BERNARDO (o BERNARDINO):terzo barone di San Severino, Cavaliere Costantiniano delle Due Sicilie, commendatore con placca di Francesco I, commendatore con placca di Carlo III di Spagna, commendatore di San Michele di Baviera, commendatore con placca di San Ludovico di Parma, commendatore di San Giuseppe di Toscana, commendatore di San Gregorio il Grande, commendatore di San Silvestro e dell'Ordine Piano di Roma, commendatore di Leopoldo del Belgio, commendatore della Legion d'Onore di Francia, commendatore di Francesco Giuseppe e della Corona di Ferro d'Austria, cavaliere dell'Ordine Gerosolimitano del Santo Sepolcro, cavaliere del Cristo di Portogallo, cavaliere dell'Aquila Rossa di Russia, cavaliere del Leone d’Olanda, commendatore di San Stanislao di Russia, cavaliere dell'Ordine di Casa Ernestina di Sassonia, cavaliere della Rosa del Brasile ed, infine, cavaliere di San Salvatore di Grecia.

FRANCESCO capitano del “1° Battaglione Cacciatori” e LUIGI 2° tenente del “4° Reggimento Fanteria di Linea Principessa” hanno preso parte alla difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese nella campagna del 1860. Il ramo di Napoli riconosciuto con R. D. del 24 marzo 1919 del titolo di nobile, del titolo di conte con R. D. del 8 settembre 1922 e con RR. LL. PP. del 8 febbraio 1923; il ramo di Salerno con R. D. del 1922 riconosciuto del titolo di nobile.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922. Insignita dei principali Ordini Cavallereschi fra i quali quello del S.M. Ordine di Malta di giustizia, l'insigne Ordine dell'Armellino, il Costantiniano di giustizia, L'Ordine Piano dello Stato Pontificio, l'Ordine dei Santissimi Maurizio e Lazzaro, quello di Cristo del Portogallo, di Carlo III di Spagna, di San Michele di Baviera, l'Ordine dell'Aquila Rossa di Prussia, di San Stanislao di Russia, della Corona d'Italia ed in fine la Legion d'Onore di Francia.

Arma: d’oro alla fascia di rosso caricata da quattro X di nero, accompagnata da tre stelle d’argento, due nel capo e una nella punta, con un monte di tre cime di verde sormontata da una vipera al naturale posta in fascia; - l’arma inserita nel cuore dell’aquila bicipite imperiale di nero.

 

 

 

Gentile concessione di Gianpaolo Quaranta, clicca per ingrandire

 

 

 

Onofrio Quaranta primo barone di San Severino, clicca per ingrandire

 

 

 

Bernardo Quaranta, clicca per ingrandire

 

 

 

Bernardo Quaranta da giovane, clicca per ingrandire

QUARTA

Titoli: conte, nobile dei conti

Dimora: Copertino, Lecce, Roma

Originaria di Copertino, nota dal XVI secolo; ORONZO primo presidente di Cassazione, senatore del Regno d’Italia, insignito con R. D. “motu proprio” del 6 maggio 1915 e RR. LL. PP. (Regie Lettere Patenti) del 16 febbraio 1928 del titolo di conte con trasmissione ai maschi primogeniti.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: troncato: 1° d’azzurro all’erpice d’oro, 2° di verde al pozzo al naturale.

QUARTO

Titoli: nobile dei duchi di Belgioioso, nobile dei conti del Vaglio, duca, patrizio di Salerno, patrizio di Barletta

Dimora: Napoli, Alvignano

Il Candida riferisce nel tomo “Memorie delle Famiglie Nobili” pubblicato in Napoli anno 1882, che la famiglia sia ritenuta da molti autori originaria del Piemonte, prendendo nome dal castello di Quart in Valle d’Aosta. Il primo di cui si ha menzione è GIOVANNI milite dell’imperatore Federico II di Svevia che ottenne la concessione di una foresta denominata Montegrosso in terra di Bari nella prima metà del XIII secolo. Il casato godette nobiltà in Salerno, in Barletta e Bitonto nel 1716. GIOVANNI commendatore del S. M. O. di Malta, di Nardò e Grassano, capitano di una galea dell’Ordine di Malta difendendo la cristianità contro i Turchi nel XVI secolo; PAOLO MARIA della “Compagnia dei Chierici Regolari” che nel 1611 diede alle stampe varie opere teologiche con i suoi studi sulla teologia morale e sulle Sacre Scritture. La famiglia ricevuta nell’Ordine di Malta dal 1662, con GIOVANNI ed ETTORE nel 1720, con GIOVANNI MARIA nel 1715 (Gran Magistero Roma, Alberi Genealogici n. 306). Decorata del titolo di duca di Belgioioso con concessione del 17 settembre 1682 in persona di FRANCESCO, con anzianità dal 1680 sulla terra di Laurenzana ribattezzata Belgioioso; la concessione di conte del Vaglio in persona di MARCO il 17 ottobre 1731; dichiarata di “antica nobiltà” nelle prove di ammissione nella “Compagnia delle Regie Guardie del Corpo” in persona di GIUSEPPE che in qualità di 2° tenente del “2° Reggimento Granatieri della Guardia Reale” partecipò alla difesa del Regno delle Due Sicilie nella campagna del 1860 contro l’invasione piemontese. I titoli di duca di Belgioioso e di conte del Vaglio vennero riconosciuti a FRANCESCO MARIA, alla fine del XIX secolo, che morì senza eredi diretti; con R. D. del 28 maggio 1925 e RR. LL. PP. (Regie Lettere Patenti) del 15 ottobre stesso anno, fu concesso al cugino FRANCESCO il titolo “ad personam” di duca. Iscritta nel Registro delle Piazze Chiuse. GIOVANNI BATTISTA ottenne i titoli di nobile dei duchi di Belgioioso, duca, patrizio di Salerno, patrizio di Barletta nella prima metà XX secolo.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’oro alla rotella tripartita in pergola d’azzurro, di rosso e di nero, sostenente un falcone di nero.

QUINTO

Titoli: nobile, marchese di Cameli

Dimora: Napoli

Originaria di Napoli, passò in Sant’Anastasia nel XVIII secolo. “Regi familiari” di re Filippo II nel 1579, con privilegio del Collaterale n. 71 in persona di GIOVANNI e riconosciuto di “antica nobiltà”. Il casato ottenne il titolo di nobile con R. D. del 22 maggio 1924 e con RR. LL. PP. (Regie Lettere Patenti) del 19 febbraio 1925. Con Regio Assenso e RR. LL. PP. del 14 giugno 1925 CARLO ottenne l’autorizzazione ad assumere e trasmettere il titolo di marchese di Cameli, per successione della famiglia Tamburi che possedeva il feudo di Cameli dal 1791.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al toro passante d’argento con la testa rivoltata, sormontato da tre spighe d’oro disposte a ventaglio.

 

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