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I casati del Sud
di
Ciro La Rosa
La Rosa
W-X-Y-Z
WINSPEARE e
WINSPEARE GUICCIARDI
Titoli:
nobile,
barone, duca di Salve
Dimora:
Napoli,
Portici
Famiglia
originaria dell’Inghilterra, proveniente dall’isola di Man,
stabilitasi prima nella contea dello York; profondamente cattolici
seguirono gli Stuart al tempo delle guerre di religioni,
trasferendosi nel Regno di Napoli nel XVIII con DAVIDE ( Londra 1704
– Napoli 1764), ottennero importanti incarichi militari e civili. Il
nipote del precedente, anch’egli di nome DAVIDE (1775-1847), membro
del Consiglio dei Maggiorati, avvocato fiscale delle Regie Poste nel
1798, avvocato fiscale “dell’Udienza Generale di Guerra e Casa
Reale” nel 1806, procuratore generale della Commissione Feudale per
la regolazione dell’abolizione della feudalità, avvocato generale
presso la Corte di Cassazione nel 1812, ottenne con R. D. del 17
dicembre 1814, da re Gioacchino Murat, la concessione del titolo di
barone; al ritorno dei Borbone nel 1815, venne esiliato ma ritornò
nel 1818, pubblicò vari saggi storico-giuridici tra i quali “Saggi
di filosofia” e “Storia degli abusi feudali”. ANTONIO
(1822) duca di Salve per “maritali nomine”, figlio del
precedente DAVIDE, nel
1860 cercò di
contrastare l'apertura di
Liborio Romano a
Garibaldi; prefetto
di
Lecce tra il
1869 e il
1870, sindaco di
Napoli dal
1875 al
1876; sposò nel
1869 Emma Gallone,
duchessa di Salve, da cui il titolo e i beni in
Terra d'Otranto e in
Napoli ai suoi discendenti; FRANCESCO ANTONIO tenente
generale e ministro della guerra nel 1860 quando Garibaldi sbarcò in
Sicilia, responsabile morale della disfatta dell’Esercito delle Due
Sicilie venne messo a riposo, mentre due dei suoi tre suoi figli
seppero combattere e riscattare l’onore del casato: DAVIDE e
ROBERTO; il primo, DAVIDE, tenace combattente, (1826–1905)
proveniente dalla scuola Militare della Nunziatella, nel 1860 era
maggiore della “Artiglieria Reale”, combatté sul Volturno ed in
seguito presente alla difesa di Gaeta come comandante la “Decima
Sezione” d’artiglieria del fronte terra, svolse il suo servizio sino
all’ultimo, sprezzante del pericolo, devoto a re Francesco II gli
venne conferita la croce di cavaliere dell’Ordine Costantiniano di
San Giorgio, a capitolazione avvenuta il 14 febbraio 1861, non volle
entrare nell’Esercito Italiano e nel 1862 si arruolò nell’Esercito
Imperiale Russo, partecipò alla campagna russo-turca e quella sul
Caucaso, concluse la carriera col grado di tenente generale
dell’Esercito Imperiale Russo; ROBERTO (1832-1904), provenente dalla
Compagnia delle Reali Guardie del Corpo, secondo tenente del “1°
Reggimento Ussari della Guardia Reale” partecipò, come il fratello,
alla difesa del Regno nella campagna del 1860/61, capitolando con il
resto delle truppe a Gaeta; Tenente di Vascello della Real Marina
delle Due Sicilie GUGLIELMO (Napoli 1835 - Parigi 1898) non riuscì a
raggiungere i fratelli a Gaeta, rifiutò l'adesione alla Marina
italiana, lasciò l'Italia e si trasferì a Parigi diventando un
romanziere di chiara fama; GIACOMO, fratello dei precedenti,
consigliere e valente magistrato, nella sua persona venne
riconosciuto dal Regio Governo Italiano con D.M. del 6 dicembre
1882 il titolo di barone. discendenti della famiglia sono RICCARDO
(1912) e CARLO (1917) viventi nella seconda metà del XX secolo. I
discendenti di ANTONIO (1840-1913), figlio di EDOARDO, sono stati
autorizzati, con Regio Decreto
14 gennaio
1943, all'aggiunta
del cognome Guicciardi. Fino al
XX secolo, la
famiglia possedeva proprietà in Napoli, tra cui il
Palazzo Acquaviva d'Atri,
acquistato agli inizi del
1800; ed altre
ereditate dalla duchessa di Salve, sulla collina del
Vomero:
Villa Leonetti e
Villa Salve. Il
casato è tuttora proprietario, secolo XXI, di un castello a
Depressa, paese in
provincia di Lecce,
ove dimora uno degli ultimi rappresentanti della famiglia, RICCARDO
Winspeare Guicciardi, marito di Elisabetta del Liechtenstein, padre
del regista
EDOARDO Winspeare
Guicciardi, nato a Klagenfurt nel 1965 il quale dopo i primi studi
universitari a
Firenze si trasferì a
New York, dove seguì
un corso di fotografia, e poi a
Monaco di Baviera
dove si diplomò in regia presso la “Hochschule
für Fernsehen und Film”. Dopo vari documentari e
cortometraggi sulle
tradizioni salentine, nel
1995 produce il
lungometraggio “Pizzicata”
e nel
2000 il film “Sangue
vivo”, in
dialetto salentino
sottotitolato in
italiano, primo vero
successo di pubblico. Nel
2003 esce il film “Il
miracolo”, presentato alla
Mostra del cinema di Venezia.
Nel 2008 ha presentato al "Festival di Roma" del Cinema il film
"Galantuomini". I titoli non furono riconosciuti dai
Borbone dopo la
Restaurazione del 1815. La
famiglia ne ottenne il riconoscimento solo da parte del governo
italiano, con Decreto Ministeriale del
20 marzo
1917, riconfermato,
con sovrana concessione motu proprio, il
17 agosto
1942.
Iscritta nel
Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritto nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922
Arma:
di rosso
alla banda d’argento doppio dentata carica di un leone di rosso. |
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ZAMBRA
di Roccamorice
Titoli:
nobile
Dimora:
Napoli
Antica famiglia
feudataria di Roccamorice, dichiarata di “nobiltà generosa” nelle
prove di ammissione nella Compagnia delle Regie Guardie del Corpo
nel 1844 in persona di ERNESTO (Archivio di Stato Napoli,
Regia Commissione dei Titoli di Nobiltà, verbali
volume IV, pagina 14).
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922
Arma:
inquartato
e fiancheggiato in arco col capo e punta d’oro, nel 1° e 4° di rosso
a un giglio d’oro; 2° in braccio di verde con la mano di carnagione
tenente una borsa, e 3° di nero al leone d’oro. |
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ZAMPAGLIONE
Titoli:
nobile
Dimora:
Napoli,
Calitri
Famiglia originaria
di Calitri, in possesso del feudo di Canosa dal 1691;LORENZO nobile
in Calitri sul finire del XVIII secolo;la famiglia riconosciuta
ammissibile nella Compagnia delle Regie Guardie del Corpo in persona
di SALVATORE (Archivio di Stato, Regia Commissione dei Titoli di
nobiltà, volume I, folio 154); GAETANO, figlio di Lorenzo,
proveniente dalla Compagnia delle Regie Guardie del Corpo, in
qualità di capitano del “3° Reggimento Dragoni” ha partecipato alla
difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese nella
campagna del 1860. Con Decreto Presidenziale del 15 agosto 1929
LORENZO riconosciuto nobile con successione maschile e femminile.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
partito
nel 1° di rosso alla banda d’azzurro, sopra una branca di leone
uscente dalla partizione , tenente un giglio e un giglio sotto
d’oro, nel 2° d’azzurro alla fascia di rosso cucita tre stelle sopra
in fascia e sotto un solo raggiante nell’angolo destro il tutto
d’oro. |
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ZAMBROTTA - ZAMBROTTI - ZAMPROTTA
Titoli:
nobile
Dimora:Casalbuono,
Montesano s.M., Sanza; Caserta (Santa Barbara, Tuoro, San Clemente,
Casolla, Mezzano); Lagonegro, San Pietro al Tànagro, Napoli.
Originaria
della Normandia, questa Famiglia venne in Italia al seguito dei
cavalieri normanni e si diramò in Capua, Foggia, Terni, Foligno,
Bari, Roma. CARLO fu Giustiziere in Calabria al tempo di Federico II.
ANTONIO fu tra i Baroni che partirono per la sesta Crociata in Terra
Santa, bandita dall’Imperatore Federico II nel 1228-29. FILIPPO si
comportò valorosamente nella difesa di Benevento nel 1266, da
meritare il cingolo di Cavaliere aurato e in compenso anche il feudo
di Casalotto. GUGLIELMO, residente nel XIV sec. nel casale di
Casalnuovo (odierno Casalbuono), nel Principato Citra (odierna
provincia di Salerno), come risulta dal documento n. 292 del 6
febbraio 1338, pubblicato a p. 121 delle ricerche del prof. Carlone
della IIa Università di Napoli (I regesti dei documenti della
certosa di Padula [1070-1400]). Da questo ramo principale si
dipartono gli Zambrotta-Zambrotti-Zamprotta della provincia di
Salerno, della Lucania e di Caserta. ZAMBROTTA è Casata che ha avuto
stemma gentilizio con privilegio araldico (cfr. Guelfi Camajani,
vol. 1754, p. 38 ST; Archivio storico Vallardi, cat. 4076, Lib. A,
969. In particolare vanno ricordati: il poeta Can. GIUSEPPE
Zambrotti, che pubblicò a Napoli un volumetto di poesie italiane e
latine nel 1747, in occasione della nascita dell’Infante Filippo,
primogenito di Carlo di Borbone-Napoli e di Maria Amalia di
Sassonia. Il ramo ZAMBROTTA attestato in provincia di Salerno fin
dal XIV secolo, conta numerosi emigrati in USA e insigni professori
in Università sudamericane. Il cognome ZAMBROTTA è attestato a
Lagonegro e poi a S. Pietro al Tànagro (cfr. G. Rolhlfs, Dizionario
storico dei cognomi in Lucania, 1985, p. 205-6). Nel 1840 troviamo
GIUSEPPE Zambrotta proprietario terriero a Tricarico (PZ), come
risulta dal documento riportato dalla prof. Biscaglia (L’archivio
privato dei Putignani e degli Armento di Tricarico, secc. XVI-XIX,
p. 86). Nel 1853-55 troviamo il farmacista NICOLA Zambrotti Sindaco
di Lagonegro, e il capitano don VENANZIO Zambrotti comandante della
Guardia nazionale di Lagonegro che catturò nel 1865 il famoso
brigante Giuseppe Antonio Franco. All’inizio del XVIII secolo
troviamo due rami della Famiglia cognominati ZAMPROTA e ZAMBROTTA)
residenti nei Casali di Caserta, Tuoro e S. Barbara, (questo Casale
fu smembrato nel 1599 da Tuoro), in seguito a San Clemente, Mezzano,
Garzano, Casolla. Del ramo casertano ricordiamo: MADDALENA Zamprota
(1702), sposa del sammaritano ANGELO Cervone; ELISABETTA Zambrotta
(1704), sposa del nobile napoletano PRISCO Dell’Aquila; GIUSEPPE
Zambrotta (1707), maestro-falegname a S. Barbara e proprietario
terriero a S. Agata dei Goti (Catasto onciario di Caserta e Casali,
1749); FERDINANDO (1817-1897), figlio di ANTONIO, fu beneficiario di
una rendita mensile di 1 ducato da parte del re Ferdinando II per un
favore personale accordato al Sovrano; ANTIMO Zambrotta (1847-1942),
figlio di Ferdinando, proprietario terriero, artigiano e
commerciante, nel 1876 sposò MARIAGRAZIA Sangiovanni (1852-1918) di
Castel Morrone (pronipote di mons. ANTONIO Giannelli, Vicario
Generale della Diocesi di Caiazzo dal 1799 al 1818 durante il
periodo di sede vacante, e sorella dell’ing. LUIGI, Medaglia d’oro
dell’Accademia delle Invenzioni di Parigi nel 1919). ANTIMO fu
cugino di PALMA MARIA ELISABETTA Zamprotta (1839-1913), figlia di
GIUSEPPE, che nel 1890 sposò il barone napoletano ERNESTO Magliano.
Dama Della Croce Rossa Italiana, priva di prole, nel 1913 fu
munifica benefattrice dell’Ospedale civile di Caserta, ricordata
dall’Ospedale con due lapidi e un busto marmoreo. Sua cugina PALMA
MARIA FILOMENA Zamprotta (1845), sorella di ANTIMO, sposò nel 1876
PASQUALE Marra e fu madre di CIRO, Generale di Divisione dei Reali
Carabinieri. Un figlio di ANTIMO, NICOLA Zamprotta (Caserta,
1891-Napoli, 1978), originò il ramo napoletano e fu combattente
della I e II guerra mondiale, tre volte ferito e pluridecorato, fu
Capitano di complemento dell’Esercito. Suoi padrini furono il
marchese PIETRANTONIO De Franciscis di Tuoro, e il Ten. Gen. Medico
FRANCESCO Della Valle (Puccianiello, 1858-1937), Comandante della
Sanità Militare Italiana durante la I Guerra mondiale. Negli anni
’20 NICOLA comandò un paio di volte la Guardia di Palazzo Margherita
a Roma (dove risiedeva la Regina Madre). Addetto alla Censura estera
presso il Ministero della Guerra, cavaliere della Corona d’Italia
(1940), cavaliere di Vittorio Veneto con medaglia d’Oro (1969) e
commendatore OMRI (1971). Le Famiglie ZAMBROTTA-ZAMPROTTA-ZAMBROTTI
sono attualmente rappresentate in diverse regioni italiane: in
Piemonte da un nipote di ANTIMO e figlio di NICOLA, il prof. dott.
ITALO (Napoli, 1941), residente a Biella, giornalista, scrittore,
docente di Sociologia, Antropologia culturale e Storia delle
religioni, autore di oltre duecento pubblicazioni. Fondatore
dell’Università popolare di Biella nel 1976 e Socio cofondatore
della CNUPI nel 1982, Grande ufficiale OMRI (1992), membro della New
York Academy of Sciences (1997), della AAAS-The American Association
for the Advancement of Science (1998) e di numerose istituzioni
culturali e filantropiche estere. Primogenito di Italo è LUIGI
(1969), ingegnere informatico, laureato all’Université di Paris 12,
Medaglia di benemerenza della Protezione civile (2001) e Diploma
d’onore del Patriarcato della Chiesa slavo-bizantina del Brasile
(2005); secondogenito LORENZO (1973), dottore in Fisica e
funzionario informatico dell’Università di Torino. A Biella risiede
anche l’oculista dott. ALESSANDRO, del Comm. GIUSEPPE (fratello
maggiore di ITALO); a Bologna il prof. PASQUALE Zambrotta, ingegnere
elettronico. A Mugnano di Napoli risiede la prof. MARIA GRAZIA
Zamprotta, sorella di Italo. A Napoli risiedono i fratelli dott.
NICOLA, neurologo dirigente ospedaliero, e dott. CARMINE,
giornalista (Croce di S. Antonio del Deserto del Patriarcato
ortodosso di Alessandria), figli del Comm. EGIDIO, Maestro del
Lavoro (fratello maggiore di ITALO). A Minturno risiede il prof.
arch. MARCO (1971), del Cav. ENRICO (fratello maggiore di ITALO). Un
pronipote del citato ANTIMO è il prof. dott. ANDREA Zambrotta (Carate
Brianza, 1954), di PASQUALE (1911-2004, ufficiale dei Carabinieri),
autore di pubblicazioni storiche sul mondo cattolico. E’stato
Presidente del Consiglio comunale della sua città. GIANLUCA
Zambrotta (Como, 1976), calciatore, campione del mondo nel 2006, è
trisnipote di ANTIMO. A Padova la Famiglia è rappresentata dal
pittore e incisore FERDINANDO Zamprotta (1939), Capitano di
complemento dei Bersaglieri, e a Venezia dal fratello arch. CIRO e
nipote arch. ELISA; a Roma dalla prof. TERESA Zambrotta, pittrice e
critico d’arte; e dall’avv. ROBERTO ZAMBROTTI. In provincia di
Salerno dal dott. ENRICO Zambrotti, noto uomo politico e
amministratore pubblico. In Sicilia dai fratelli dott. PASQUALE,
medico, e CLAUDIO Zambrotta, dermatologo. In Sardegna dalla prof.
AUGUSTA CATERINA Zamprotta e dal fratello MASSIMO, figli del Cav.
ENRICO. Tra i numerosi Zambrotta salernitani, emigrati in USA,
infine, va ricordato DOMENICO (1850-1940), trisavolo di PAUL,
attuale noto agente immobiliare statunitense.
Registrata nello
Stemmario italiano e nel Registro Araldico Italiano.
N.D. Palma Zamprotta Baronessa Magliano |
Arma:
d’argento, al pino naturale sostenuto da due levrieri di rosso
controrampanti, collarinati d’oro; al capo d’impero d’oro, caricato
dell’aquila nera lampassata di rosso e coronata d’oro.
Motto:
Nobis ardua |
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ZAPPALÀ
e ZAPPALÀ ASMUNDO
Titoli:
ramo Zappalà:
nobile, barone della Tonnara di Fiume, di Noto e Caponero;
ramo
Zappalà Asmundo:
nobile, barone
Famiglia insignita
dei titoli su descritti in virtù dell’acquisizione da Maria Giuseppa
Tornabene con riconoscimento del 1911 in persona di GIUSEPPE; il
ramo Asmundo con concessione del 1906 ottenne il titolo di barone e
nobile.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
nobiliare Italiano anno1922.
Arma:
d’argento
all’aquila coronata di nero; ramo Zappalà Asmundo: d’argento
all’aquila coronata di nero, accompagnata in punta da una stella di
rosso (Concessione del 1906). |
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ZAPPINO
Titoli:
barone
di Mezzograno sopra le tonnare Soltanto, San Nicola e Arenella
Dimora:
Palermo
Famiglia siciliana
del XV secolo, originaria della Basilicata, passata in Sicilia con
GIOVANNI INNOCENZO senatore in Palermo nel 1442, GIOVANNI GREGORIO
senatore indetta città nel 1460; cavalieri del S.M.O. di Malta
PIETRO nel 1672 e IGNAZIO nel 1676; GIOVANNI decorato dei titoli su
descritti il 22 novembre 1802.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di rosso
all’albero sradicato sormontato da una stella e sostenuto da un
leone coronato, il tutto d’oro. |
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ZARONE
Titoli:
barone degli Infanti
Dimora:
Napoli
Famiglia originaria
di Versano Teano, venne riconosciuta del titolo di barone degli
Infanti con R. D. del 20 febbraio 1927 e RR. LL. PP. (Regie Lettere
Patenti) del 29 luglio stesso anno.
TOMMASO cavaliere
della Corona d’Italia, dei SS. Maurizio e Lazzaro, decorato di
medaglia d’argento al valor militare nella campagna della I guerra
mondiale, tenente colonnello della riserva del Regio Esercito,
vivente nella prima metà del XX secolo.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, Iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
alla sbarra di rosso caricata di tre stelle d’oro, accompagnata da
due leoni affrontanti, il primo tenente con la branca anteriore
sinistra una fiaccola accesa, il secondo col la destra un giglio, il
tutto al naturale e sormontato ognuno da una stella d’oro
(Concessione del 29 luglio 1927) |
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ZATTERA o
ZATTARA
Titoli:
marchese
di Novi
Dimora:
Napoli
Famiglia originaria
di Genova, possedette i feudi di Novi e Casale, sui quali CESARE
ottenne il titolo di marchese il 14 gennaio 1654 e la concessione
del titolo di marchese di Acropoli (Paestum) in Madrid il 24 luglio
1657 ( Archivio Simancas, Segretarias Provinciales volume 515,
folio 368) ;il titolo di marchese di Novi riconfermato a OTTAVIO
nel 1752; GIUSEPPE ne ebbe l’ultima intestazione nel Cedolario il 2
marzo 1769; ricevuta nell’Ordine di Malta nel 1687 ed ascritta al
registro dei feudatari. GIUSEPPE VITTORIO, marchese, vivente nella
prima metà del XX secolo
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
inquartato: 1° di rosso al leone d’oro, 2° d’azzurro a tre torri
merlate al naturale, nel 3° d’oro al motto Ave gratia plena,
4° d’argento al pino di verde nel terreno di verde sinistrato da un
gallo al naturale. |
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ZECCA
Titoli:
conte
Dimora:
Lecce,
Napoli
Famiglia
di origine napoletana, si trasferì con FRANCESCO ANTONIO nella città
di Leverano e poi a Lecce; VALENTINO capitano del “Reggimento
Carabinieri Reali a piedi” ha partecipato alla difesa del Regno
delle Due Sicilie dall’invasione piemontese nella campagna del 1860.
Con Breve Pontificio (Decreto) del 17 giugno 1884, S. S. papa Leone
XIII, concesse a GIUSEPPE il titolo di conte; tale titolo venne
autorizzato anche dal Regno d’Italia con RR. LL. PP. (Regie Lettere
Patenti) del 26 febbraio 1927 in persona di LUCIANO.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritto nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro al destrochero movente dall’angolo sinistro del capo,
sostenente una bilancia, accompagnata nel cantone destro del capo da
una stella, tutto d’oro. |
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ZELO
Titoli:
barone
Dimora:
Napoli
Famiglia
napoletana, decorata del titolo di barone in persona del cavaliere
GIUSEPPE con R. D. del 5 novembre 1855 con trasmissibilità al nipote
GENNARO e alla sua discendenza.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
al cigno d’argento. |
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ZEULI
Titoli:
patrizio
di Bari
Dimora:
Bari
La famiglia Zeuli è
originaria di Faenza, come attesta il Massilla nel tomo “Cronache
delle famiglie nobili di Bari”, della terra di Brisighella dalla
quale partì SIGISMONDO nella prima metà del XV secolo quale uomo
d’arme, distinguendosi in Africa nelle guerre contro i Mori; ANDREA
valoroso soldato, militò con Ferdinando il Cattolico col grado di “Praefectus
Castrensis”; il figlio SIGISMONDO anch’egli valoroso
militare, si distinse alla battaglia di Pavia avvenuta il 24
febbraio 1525 conclusasi con la vittoria degli imperiali di Carlo V
contro i francesi di re Francesco I, e venne decorato dallo stesso
imperatore dell’Ordine del Cingolo militare (detto anche della
Milizia Aurata), ed insignito del diploma dello stemma gentilizio in
data 20 ottobre 1548; FERDINANDO ottenne con diploma del 24 gennaio
1635, esecutivo in data 30 aprile 1635, il titolo di marchese da re
Filippo IV; il casato passò in Bari per parentela con la famiglia
Tanzi, ed aggregata al patriziato di detta città in data 30 maggio
1787; ammesso per “giustizia” nel S. M. O. di Malta nel 1791
(Archivio di Stato di Napoli, volume 43, Priorato
di Barletta).
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922
Arma:
partito
nel 1° di rosso al giglio d’oro, nel 2° d’azzurro a tre monti d’oro
nel maggiore dei quali una pianta di rosa fiorita di tre pezzi del
medesimo (l’arma posta in cuore all’aquila imperiale, per
concessione dell’imperatore Carlo V). |
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ZEZZA
e ZEZZA
di Campomarino
Titoli:
barone
di Zapponeta, ramo secondario: barone, predicato di
Campomarino, nobile dei baroni
Dimora:
Napoli,
Roma
Motto:
“Iustus ex fide vivit”
Famiglia originaria
di Barletta, possedette il feudo di Zapponeta (odierna Manfredonia)
dal 1771 e riconosciuto del titolo di barone sul feudo su detto con
R. D. in data 22 marzo 1900.
MICHELE (Napoli
1780 - 1867) poeta e scrittore napoletano molto prolifico, compose
numerose opere in italiano in lingua napoletana, autore di opere per
il famoso teatro San Carlino, molte opere inedite furono salvate
dalla distruzione per l'attenzione di Luigi Chiurazzi che riuscì ad
acquistarle appena in tempo da un rigattiere, le opere più
importanti sono: "Nferte per lo Capodanno" pubblicate tra il
1837/46, "Poemetti vari", "Lo malato p'apprensione" (tratto dal
Malato Immaginario di Moliere),"La mmesca pesca"; altro MICHELE distinto
diplomatico del Regno di Napoli in Francia; FERDINANDO, barone di Zapponeta cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, vivente
nella prima metà del XX secolo.
Il ramo
secondogenito rappresentato da GIUSEPPE che con R. D. del 2 aprile
1925 e RR. LL. PP. del 16 luglio stesso anno, ottenne il titolo di
barone col predicato di Campomarino; GIUSEPPE, barone col predicato
di Campomarino, cavaliere della Corona d’Italia, decorato della
croce di guerra della I guerra mondiale, vivente nella prima metà
del XX secolo. Appartiene a questo ramo il reverendissimo prelato S.
E. Don MICHELE vescovo e poi arcivescovo di Pozzuoli
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
alla fascia convessa accompagnata in capo, a sinistra da un sole, in
punta a destra da una cometa posta in fascia il tutto d’oro, la
fascia caricata dai segni zodiacali dello scorpione e bilancia di
nero. |
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ZOCCO
Titoli:
barone
delle Balze
Dimora:
Sicilia
Famiglia di
Palazzolo Acreide, insignita del titolo di barone delle Balze per
successione della famiglia Di Pietro con D. M. del 1912; VINCENZO
vivente nella prima metà del XX secolo.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana,Iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro alla torre di tre palchi sostenuta da un leone il tutto
d’oro. |
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ZUCCARI
Titoli:
barone
di Cuticchi
Dimora:
Agira
Famiglia messinese,
ascritta alla sua nobiltà dal XIV secolo ed insignita del titolo di
barone di Cuticchi in persona di FRANCESCO nel 1727.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
alla fascia di rosso concava, accompagnata in capo da tre stelle
d’oro ordinate in fascia, in punta da una campana d’argento. |
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ZUNICA
Titoli:
principe
di Cassano, duca
di Nardò, duca di Castellina, duca di Alessano
Dimora:
Napoli,
Lucera
Famiglia originaria
della Spagna e che ha goduto nobiltà in Navarra, Castiglia, in
Napoli al seggio di Porto, in Lucera e Sicilia. Nell'ordine di Malta
dal 1617 in persona di CARLO, insignita dell'Ordine del Toson d'Oro
e del Grandato di Spagna di 1ª Classe, ha dato tre Viceré alla l
Corona di Spagna nel Regno di Napoli. Ereditò il titolo di principe
di Cassano e duca di Alessano dal casato Riario Sforza per "maritali
nomine" contratto da don ANTONIO duca di Castellina con Luisa Riario
Sforza, ribadito con Decreto Reale del 27 gennaio 1856. Si ritiene
che sia un ramo della casata di don Ramirez, infante di Spagna che
sposò Sancia erede di don Inigo signore di Estuniga, e diede cognome
di Zunica nel XII secolo. Il Ricca nel tomo “Nobiltà del Regno delle
Due Sicilie” indica che la famiglia discenda da PIETRO II,
giustiziere e maggiore di Castiglia, conte di Banarez, marchese di
Ayamonte. Il casato venne in Italia con CRISTOVAL da Salamanca nel
1496, capitano di cavalleria del Regno di Napoli, che partecipò alla
battaglia di Pavia del 24 febbraio 1525 caduto in combattimento,
battaglia che diede la vittoria degli imperiali di Carlo V contro i
francesi di Francesco I; GIOVANNA moglie di Hernan Cortes il
conquistatore del Messico; GIOVANNI principe di Pietrapersia, per
"maritali nomine" dall'acquisizione matrimoniale con Giulia Barrese
principessa di Pietrapersia, commendatore maggiore di Castiglia,
luogotenente e capitano generale nonché Viceré di Napoli dal 1579 al
1582; GASPARE cardinale di Santa Romana Chiesa nel XVI secolo;
GIOVANNI conte di Miranda, marchese di Bagnesa, capitan generale e
Vicerè del Regno di Napoli dal 1586 al 1595; LUDOVICO governatore di
Milano nel 1600; OTTAVIO primo signore di Chianca il 29 marzo 1608;
GIOVANNI gran commendatore di Castiglia e maggiordomo maggiore di re
Filippo II di Spagna; LUIGI FERDINANDO cavaliere di Alcantara e
generale delle "Gallee delle Indie", morì in combattimento; EMANUELE
De Gusman Zunica, conte di Monterey, di Fuentes, signore degli Stati
e case di Viedma ed Ulloa, della casa di Ribera, cavalier
dell'Ordine di San Giacomo, commendatore dell'Ordine "De Los
Bastimientos de Castilla" presidente del Supremo Consiglio d'Italia,
luogotenente e capitan generale, viceré del Regno di Napoli dal 1631
al 1637; ORAZIO patrizio di Lucera nel XVII secolo; ORAZIO primo
duca di Castellina; FRANCESCO arcivescovo di Acerenza e di Matera
nel 1700; riconosciuta di “antica nobiltà” nelle prove di ammissione
nella Compagnia delle Regie Guardie del Corpo, la famiglia nella
prima metà del XX secolo era rappresentata da ORAZIO principe di
Cassano e duca di Alessano.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’argento
con la banda di nero, ed una catena d’oro di otto anelli posta in
bordura, attraversante il tutto. |
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ZURLO e
CAPECE ZURLO
Dimora:
Napoli,
Bitonto, Giovinazzo, Parigi, Modena
Titoli:
nobile, principe, conte, marchese di Castelrodrigo, patrizio
napoletano, nobile dei principi
Sostiene il
Candida Gonzaga che la famiglia discenda dai Piscicelli , i quali
possedevano feudi in terra d’Otranto ed erano detti Zurlo ed un
seguito Piscicelli Zurlo e poi solo Zurlo; detta in seguito Capece
Zurlo per essersi schierata in favore di detta famiglia nel seggio
di Capuana in Napoli; alcuni autori ritengono che sia una
diramazione dei Capece; un ramo della famiglia Zurlo prese il nome
di Aprano per il possesso di tale feudo. Il casato si imparentò con
le migliori famiglie nobili del Napoletano.
LIGORIO gran
protonotario del Regno nel 1280; FILIPPO reggente della Vicaria nel
1317; TOMMASO consigliere di re Roberto d’Angiò; BARTOLOMEO ebbe la
stessa carica , giustiziere del Principato Ultra e poi Siniscalco
della regina Giovanna I; BERNARDO tra i baroni mandati in Calabria
per la custodia del Regno nell’anno 1324; TUZZILLO siniscalco di re
Ludovico, marito di Giovanna I, ottenne da re Carlo III Durazzo in
custodia il castello di Aversa; GURELLO siniscalco, ciambellano e
consigliere della regina Giovanna I, benvoluto dalla sorella della
regina, Maria d’Angiò duchessa di Durazzo, ottenne in perpetuo una
parte del casale di Caivano, obbligando in segno di feudalità, a
darle ogni anno “uno sparviero ed un paio di guanti”; CECCO
giustiziere in Val di Crati nel 1368; LIGORIO logoteta e gran
protonotario del Regno, consigliere di Stato, la regina Giovanna I
lo chiamava “suo diletto e collateral consigliere”; GIACOMO
castellano di Castel Capuano per la regina Giovanna I, alla venuta
di Carlo III Durazzo, combatté contro di lui; SALVATORE servi re
Carlo III e poi Ladislao Durazzo , che lo nominò suo Gran Siniscalco
ed insieme ad altri notabili stabilì le modalità di resa della città
di Napoli nelle mani del re; MONACO maestro razionale della Gran
Corte della Vicaria; BERNARDO ciambellano e siniscalco di re
Ladislao,gran maresciallo e protonotario, nel 1414 fu insieme ad
altri nobili nominato Luogotenente e Vicario del regno per l’assenza
fuori regno del re; FRANCESCO primo logoteta e consigliere di re
Alfonso I d’Aragona; LORENZO luogotenente di una “Compagnia d’Arme”
al comando di don Innico Lopez, morì valorosamente alla battaglia di
Ravenna; FRANCESCO, uomo di gran valore e difensore della fede,
capitano al tempo di Ferdinando I d’Aragona, difese strenuamente la
città di Otranto, nell’agosto del 1448, assediata dai saraceni del
generale Acomath Pascià, il quale gli offrì salva la vita se si
fosse arreso, ma egli rifiutò e venne trucidato con tutta la
cittadinanza, evento passato alla storia col nome dei Martiri
d’Otranto; i loro resti sono collocati in una cappella,
edificata nel 1449, voluta da re Alfonso I in Napoli presso porta
Capuana, poi inglobata in quella che oggi è la chiesa di Santa
Caterina a Formello; GIOVANNELLO capitano d’arme, difensore di re
Alfonso II d’Aragona, liberò la città dell’Aquila assediata da
Braccio da Montone; FRANCESCO anch’egli uomo d’arme, servì al
comando del gran capitano Consalvo de Cordova, durante la Disfida di
Barletta fu eletto “Giudice degli Italiani”; SILVIO cavaliere
dell’Ordine gerosolimitano, capitano di galera dell’Ordine di Malta
nel 1642; GIUSEPPE, appartenente all’Ordine dei Teatini, cardinale
arcivescovo di Napoli nel 1785; DOMENICO, gentiluomo di camera,
principe, patrizio napoletano, con privilegio del 1727 detti titoli
estesi ai suoi figli e discendenti; GIOVANNI, principe, consultore
di Stato e gentiluomo di camera. Il casato era rappresentato alla
fine del XIX secolo dal principe GIOVANNI ANTONIO Capece Zurlo,
residente in Parigi. Il casato iscritto nel libro d’Oro della
Nobiltà Napoletana.
Arma:
di rosso alla
banda d’oro caricata da un girello d’azzurro.
Arma:
partito: nel primo di nero al leone coronato d'oro linguato di rosso
(Capece), nel secondo di rosso alla banda cuneata d'azzurro e d'oro. |
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