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I casati del Sud
di
Ciro La Rosa
La Rosa
MO-MU
MOCCIA
Titoli:
Patrizio
napoletano, conte di Sant’Angelo, marchese di Montemalo, Duca di
Carfizzi
Dimora:
Napoli, Afragola, Caserta
Antica ed
illustre famiglia Napoletana le cui origini possono essere fissate
sicuramente a partire dal periodo Svevo (1196-1253):
GENTILE e
GIOVANNI furono Sindaci dell'Università di Napoli. GENTILE, inoltre,
fu uno di quei Cavalieri a cui Carlo II d'Angiò commissionò la
costruzione del grande molo del Golfo di Napoli. Grazie ai servigi
resi da don PIETRO seniore (†1338 e seppellito nella chiesa di San
Pietro a Maiella) quale consigliere di guerra di Carlo in Toscana in
aiuto dei Fiorentini, i componenti della Famiglia furono tenuti in
grande onore da re Roberto II d'Angiò. Ricordiamo GENTILE fratello
di NICOLÒ, figlio di MARTUCCIO, nominato consigliere di Stato;
TRUCCOLO Giustiziere di Terra di Lavoro e del Contado del Molise;
LEONARDO a cui fu concesso la Portolania di Principato e Terra di Lavoro; Don CLAUDIO “cameriero” della
regina Margherita, moglie di Carlo III. Militarono valorosamente per
Giovanna I CECCO, PIETRO e MARINO.
Sotto re Ladislao di Durazzo GIACOVELLO ebbe in dono i territori
di
Cirigliano e Castelmezzano, FRANCESCO fu Barone di Gioia in Terra di
Lavoro, ANTONIO fu padrone di Cisterna, Viceré in Terra d'Otranto e
ricevette dallo stesso Ladislao le terre di Santa Maria in Grisone e
Sant’Angelo nel principato Ultra. Don ALESSANDRO fu ambasciatore di
Giovanna II.
Al tempo degli
Aragonesi, XV e XVI secolo, il casato espanse ulteriormente i
possedimenti e potere, continuando tra l'altro il mantenimento
dell'Ufficio della Portulania. Non avendo partecipato alla congiura
dei baroni fu concesso a don LEONARDO figlio di TROILO il territorio
di Sant'Angelo a Cupolo e Santa Maria a Toro,
Il feudo poi
passò al figlio Mariano, creato conte di Sant'Angelo il 20 settembre
del 1508 da Ferdinando il Cattolico (1503-1515).
Nel 1601, regnante Filippo III d'Asburgo e Spagna, ascritti nel
Seggio di Portanova.
Linea dei
Moccia Marchesi di Casabona (1693) e Duchi di Carfizzi (1698)
Da SCIPIONE, nato
intorno al 1580 e morto nel 1629, e donna Ippolita Gaetani nacque
don ANTONIO (1607-1692)che ebbe tre figli: SCIPIONE (16 marzo1633-10 dicembre1708) 1° duca di Carfizzi e VI Marchese di Casabona;
PIETRO (1638-1699) 1° Marchese di Montemalo; donna CANDIDA che nel
1651 andò in sposa al Duca di Oratino e Rocca Aspramonte.
Dal predetto
SCIPIONE grazie ad una parentela con i duchi di Oratino e ad un
impedimento che toccò ad un discendente di questi, fu duca di
Ferrazzano. Egli dal Molise discese fino in Calabria, e anche per
una parentela con i Pisciotta (una nipote, Porzia, sposò
Giovantommaso Pisciotta, e una figlia, anch'essa Ippolita, si maritò
con Scipione Pisciotta junior) comperò i Feudi di Casabona, su cui
vi era già il titolo di marchese e quello di Carfizzi, sul quale
incardinò quello di duca in data 16 settembre 1698. La Storia dei
Moccia in Calabria finì ingloriosamente per la dissennatezza e
dissolutezza di don DOMENICO. Un patrimonio ragguardevole di terre e
danari fu sperperato. Il vecchio don Scipione fu costretto a
togliere l'amministrazione dei beni a Domenico e affidarla a PIETRO,
che riuscì a conservare fino alla morte l'onore. Don Scipione,
presumibilmente insieme ai figli maschi, fu seppellito nell'altare
gentilizio di Santa Maria ad Nives.
Linea dei Moccia
Marchesi di Montemalo 1683
Originata da
PIETRO, I° Marchese di Montemalo, figlio di ANTONIO, che sposa
Lucrezia di Palma. Dalla coppia nacquero ANTONIO, Costanza, NICOLA,
Eufemia, SCIPIONE (II Marchese di Montemalo), DOMENICO ANTONIO (III
Marchese di Montemalo) GIOVANNI e Beatrice da cui il ramo
Pacifico-Moccia (andò in sposa a don Orazio Pacifico) che si estinse
a sua volta nei Lucarelli.
La storia dei
Moccia a Montemalo è contrassegnata dal mancato giuramento di “ligio
omaggio”, in forza del quale, Ippolita Spinelli e Luigi
Sanseverino fecero richiesta di annullare la vendita fatta da Carlo
Spinelli. Ad essa Domenico Antonio, il III Marchese di Montemalo,
non si oppose purchè la Famiglia Moccia potesse ancora fregiarsi del
titolo, e così avvenne, certificato in sentenza dell’11 marzo del
1727.
Linea dei Moccia
Baroni di Colle d'Anchise
Tale ramo trae
origine da don PIETRO che sposa Beatrice d'Alessandro. Da essi
nacquero tre figli, il cui primo sposò Laudomia Miroballo e il
terzo, GIOVAN SIMONE, barone di Colle d’Anchise, in prime nozze
Cassandra Gaetani, in seconde Laura Cigala; da questa nacque l’unica
erede BEATRICE che, ricchissima, andò in matrimonio nel 1622, due
anni dopo la morte del padre, a Fulvio di Costanzo, principe di
Somma. Da quest'ultima coppia nacque la Principessa MARIA, Signora
di Colle D'Anchise che si unì in matrimonio con Ascanio Filomarino
IV Duca della Torre. Il feudo di Colle d'Anchise passò quindi al
loro figlio Pasquale Filomarino e fu mantenuto dalla famiglia fino
all'eversione della feudalità.
Altro Ramo dei
Moccia è quello Pugliese.
Si ricordano i
Moccia signori di Gioia del Colle, che a loro volta si portarono in
Rutigliano originando il ramo dei Moccia-dell’Erba.
Altro ramo è
quello che origina da eredi Moccia cadetti che si portarono nelle
zone vesuviane, presumibilmente intorno al XVI secolo, dove
esistevano, delle proprietà terriere, tuttora di famiglia, fin dal
1300 per l’assegnazione (Archivio Notarile di San Sebastiano non
più esistente). Da Don NICOLA, nato 1650 circa, padre di LORENZO
nato 1675 e attraverso NICOLA nato 1694, CESARE CIRILLO nato 1726,
FRANCESCO NICOLA 1766, TOMMASO nato 1794, GAETANO FRANCESCO nato
1838,SALVATORE nato 1880, CARMINE nato 1931,
la Famiglia
continua a vivere in Caserta e in provincia di Napoli.
La Casata
annovera uomini eccellenti nelle lettere, nella giurisprudenza e
nell’architettura.
Ricordiamo don
GIOVANNI, segretario del Cardinale Orsini con il quale soggiornò ad
Avignone, insigne umanista che scrisse poesie in latino ed un
panegirico in onore di Coluccio Salutato; BERNARDINO uomo di lettere
e scrittore autore de “La Flamminia
Commedia in prosa”,
segretario di Maria d’Aragona; CARLANTONIO, giudice dell’annona a 22
anni, autore de “Silva casuum forensium, atque in praxi quotidie
occorrentium”; PIETRO NICCOLÒ autore de “De Feudis una cum
Jacobutii de Franchis praeludis in usibus Feudarum; SIMONE
celebre architetto del suo tempo che riedificò dalle fondamenta la
Chiesa dello Spirito Santo e ne architettò la porta.
La Famiglia nel
corso dei secoli si è imparentata con altrettanto illustri casati
quali Miroballo, Gallone, Pisani, Teodoro, Rizzo de Ritii, Mormile,
Capece Bozzuto, Abignente, Sanfelice, d'Alessandro, Vitaliano,
Gaetani, Cigala, di Somma, Filomarino, di Palma, Cavalcanti e altre.
N.d.A.: si
ringrazia il dottor Gaetano Moccia per le notizie fornite sul
casato.
Arma:
di rosso
al leone rampante alternato d’oro e d’azzurro. |
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concessione Gaetano Moccia |
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MODICA
Titoli:
barone di San Giovanni, barone delle Meti di Santa Domenica, nobili
dei baroni, baronessa di Belmonte
Dimora:
Spaccaforno
GIOVANNI con
privilegio del 29 luglio 1702 ottenne il titolo di barone di San
Giovanni; PIETRO proconservatore in Spaccaforno nel 1810, GIOVAN
PIETRO con D. M. del 30 aprile 1903 ottenne il riconoscimento del
titolo di barone di San Giovanni e barone di Meti e Santa Domenica,
riconfermati con Decreto del Capo del Governo del 19 luglio 1929;
GAUDENZIA ottenne i riconoscimenti di baronessa di Belmonte, nobile
di baroni di San Giovanni, nobile dei baroni di Meti e Santa
Domenica con D.P. del 17 giugno 1925.
GIOVAN PIETRO
barone di San Giovanni, barone delle Meti di Santa Domenica nella
prima metà del XX secolo.
Il casato è
iscritto nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, nell'Elenco
Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d'argento al leone tenente un ramoscello d'olivo al naturale. |
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Titoli:
nobile
Dimora:
Palermo
Di origine
francese dal cognome Moac. Nel dicembre 1120 UGO ed Urso de
Mohac si trovano sottoscritti in un diploma del Conte Goffredo
di Ragusa. GUALTIERI I° fu Ammiraglio del regno normanno ed
ottenne la concessione della terra di Modica che passò nel 1193
alla famiglia Mosca. Da Gualtieri I° nacque GUALTIERO II°, anche
lui Ammiraglio e testimone delle nozze del Re Guglielmo II° con
Giovanna d’Inghilterra (1177). Da Gualtiero II° nacque ARNALDO
barone di Sortino con concessione dell'imperatrice Costanza; da
lui PERRELLO milite, barone di Sortino e di Bussello (1296), si
distinse nei Vespri Siciliani, annotato nel ruolo dei feudatari
di Sicilia sotto re Federico; da cui GIACOMO (nel 1335 barone di
Consorto, Friddani e Bugidiano); da cui RANIERI barone di
Consorto, Friddani e Bugidiano e capitano di Giustizia a
Caltagirone; da cui GIACOMO, barone di Bugidiano (1453) e
giurato di Caltagirone. Suo figlio RAINERI fu barone di
Bugidiano nel 1466. Il figlio GIACOMO fu barone di Bugidiano nel
1519. Egli ebbe come figli il primogenito PIETRO e poi
FRANCESCO. Da PIETRO nacque GUIDONE, barone di Bugidiano nel
1549 (la cui figlia PERMUZIA sposò Silvio Bonanno nella cui
famiglia transitò successivamente la baronia di Bugidiano).
Un ramo
della famiglia si è sviluppato a Monreale e Palermo, originato
da FRANCESCO, sposatosi nel 1531 con Violante Geraci da cui
discendono gli attuali rappresentanti del casato attraverso
ANTONIO, FRANCESCO, GERONIMO, VINCENZO, MARCO NICOLÒ, MARCO,
SALVATORE, MARCO, UGO.
Questo ramo
della famiglia è stato ricevuto nella nobile Compagnia dei
Bianchi di Monreale e, con prove di nobiltà, nell’Ordine
costantiniano di San Giorgio (francese e spagnolo); annovera
conestabili, magistrati della Mensa Arcivescovile, giudici
criminali e civili, notai, giurati e decurioni.
Arma:
d'azzurro al capo d'oro, caricato di un elmo di verde;
alias: d'azzurro
alla campagna mareggiata d'argento, sormontata da una stella d'oro. |
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MOLES
Titoli:
nobile
Dimora:
Napoli, Caserta
Originaria della Spagna, passata nel Regno di Napoli con FRANCESCO
nel XVI secolo, proprietaria di molti feudi, tra cui Parete della
quale città vennero investiti del titolo di duca, aggregata al
Patriziato Napoletano nel seggio di Portanova,ricevuta nel S. M. O.
di Malta dal 1556, ascritta nel Registro dei Feudatari ed in quello
delle famiglie dei Cavalieri di Malta nel XVII secolo; nel 1843
riconosciuta di “antica nobiltà” nelle prove di accesso per
l’ammissione nelle regie Guardie del Corpo dell’Esercito del Regno
delle Due Sicilie. ANNIBALE e CAMILLO ascritti nel registro dei
Feudatari nel XIX secolo; FRANCESCO cavaliere di giustizia del’Ordine
di San Giorgio della Riunione nel XIX secolo.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare anno 1922.
Arma:
d’azzurro a tre ruote di mulino d’oro poste due a uno. |
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MOLINELLI
Titoli:
principe di Santa Rosalia, barone di Condoverno
Dimora:
Palermo
Famiglia già nota dal XV secolo. GIULIO CESARE sposò Antonia
Ribadeneyra e dalla quale ottenne con privilegio del 27 gennaio 1670
il titolo di principe di Santa Rosalia e poi con “maritali
nomine” ne venne investito il 14 gennaio 1672; FRANCESCO
principe di Santa Rosalia il 20 gennaio 1692, governatore del Monte
di Pietà di Palermo 1693/94, deputato del Regno 1707; GIULIO CESARE
barone di Condoverno con investitura del 9 dicembre 1725,
governatore del Monte di Pietà dal 1746/48; SALVATORE FRANCESCO
barone di Condoverno il 24 maggio 1761, principe di Santa Rosalia il
2 agosto 1763, governatore del Monte di Pietà di Palermo 1768/73.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiana 1922.
Arma:
d’oro all’aquila spiegata di nero, la campagna d’azzurro di tre
ruote di mulino d’oro. |
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MOLLO
Titolo:
patrizio di Cosenza
Dimora:
Amantea, Cosenza
Antica famiglia cosentina nota dal XV secolo, ha dato vari
personaggi di toga e di uffici civili, reiscritta nel Patriziato di
Cosenza il 13 aprile 1793; VINCENZO patrizio di Cosenza nella prima
metà del XX secolo.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano 1922.
Arma:
d’argento alla fascia di rosso. |
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MONDA
Titoli:
nobile
Dimora:
Napoli
Originaria di Molfetta deve si stabilì con MONDA milite di Carlo II
d’Angiò il quale ebbe l’ufficio di Governatore Militare di detta
città.
Diede vari personaggi di toga ed ecclesiastici. Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
troncata d’azzurro alla fascia d’oro sostenente una croce di rosso
su di un monte di tre cime di verde accompagnata alla punta da tre
uccelli di nero. |
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MONFORTE
e DE MONFORT
Titoli:
duca di Laurito, marchese di San Giuliano, conte di Squillace,
nobile di Nola
Dimora:
Napoli, Nola, Austria
Di antica nobiltà francese, venuta nel Regno di Napoli al seguito
degli Angioini con GUIDO (GUIDONE) che ottenne la contea di Nola ed
Avellino ed il fratello GIOVANNI che ebbe la contea di Gerace nel
XIV secolo. Inserita nel S. M. O. di Malta come cavalieri di
giustizia nel 1620, nel Priorato di Malta con BERNARDINO nel 1721
quale discendente da GUIDO capostipite nell’anno 1306. Decorata del
titolo di duca di Laurito nel 1644, marchese di San Giuliano dal
1614, conte di Squillace dal 1734, iscritta nel Libro d’Oro della
Nobiltà Napoletana.
Il ramo austriaco ha come capostipite il conte GIOVANNI BATTISTA,
feldmaresciallo dell’Armata dell’Impero Asburgico, nato a Napoli nel
1804. Il ramo stabilitosi a Nola venne decorato di “regia
familiarità” nel 1573 e della contea di Nola, ricevuto nel S. M. O.
di Malta e nel Priorato dal 1616 con CARLO e poi con GIACOMO nel
1788, iscritta nel 1801 al Registro dei cavalieri di Malta con
ANTONIO cavaliere di giustizia; riconosciuta di “antica nobiltà”
nell’ammissione nelle Regie Guardie del Corpo del Regno delle Due
Sicilie in persona di DOMENICO nell’anno 1849; PIETRO nobile di Nola
nella prima metà del XX secolo.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di rosso al leone d’oro tenente nella branca destra uno scudo
d’ermellino. |
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MONSOLINO
Titoli:
nobile
Dimora:
Napoli
Originaria della Francia, proveniente dalla Provenza, passata nel
Regno di Napoli con l’Esercito di Carlo I d’Angiò; iscritta nel
Patriziato di Reggio Calabria, ricevuta nel S. M. O. di Malta nel
1591 con i cavalieri GIUSEPPE e PAOLO, nel 1633 col cavaliere CARLO
e con il cavaliere conventuale dell’Ordine di Malta CESARE nel 1796.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro al monte di nove cime sostenente un giglio fiorito il
tutto d’oro. |
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MONTALBANO
Titoli:
barone di Mauroianni, signore del Portulano di Licata
Dimora:
Palermo, Caltabellotta
Le prime memorie si hanno con BARTOLOMEO che il 22 dicembre 1282
venne nominato da re Pietro d’Aragona “credenziere” del porto di
Messina; GIOVANNI ANTONIO acquistò nel 1546 la Salina della Punta
dell’Aquila; GIOVANNI TOMMASO il 15 ottobre 1763 venne investito del
titolo di barone del Portulanotto di Licata; PELLEGRINO
proconservatore di Caltabellotta dal 1800 al 1806; FRANCESCO MARIA
acquistò il titolo di barone di Maurogiovanni o Mauroianni con
investitura del 16 luglio 1790; FRANCESCO investito del titolo di
barone del Portulanotto di Licata; ANTONIO ricevette attestato di
nobiltà dal Senato di Palermo l’8 ottobre 1792.
Con Decreto del Capo di Governo del 19 ottobre 1927 venne
riconosciuto al casato i titoli di barone di Mauroianni e Signore
del Portulano di Licata ed il nuovo stemma nobiliare.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro al monte di cinque vette d’oro, uscente dal mare d’argento
e nero –
alias
(D.M. del 19.X.1927) d’azzurro al monte roccioso di tre vette al
naturale, sostenente una torre al naturale aperta e finestrata di
nero, sormontata da una cometa d’argento. |
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MONTALTO
(di Volturino e Pietramontecorvino)
Titoli:
principe di Lequile, duca di Fragnito, marchese di Motta Montelone,
patrizio Napoletano, nobile col predicato di Volturino e
Pietramontecorvino
Dimora:
Napoli, Fragnito Manforte
Motto:
“duriora concoxit”
Originaria della Francia, venuta nel Napoletano con i Normanni, ebbe
i feudi di Monterone, Pietramontecorvino, Motta Montelone; ricevuta
nel S.M.O. di Malta dal 1420, aggregata al Patriziato Napoletano il
15 gennaio 1509 nel Seggio di Nido ed iscritta nel Libro d’Oro della
Nobiltà Napoletana. Decorata del titolo di duca di Fragnito con
concessione di Real Diploma del 12 febbraio 1612 in persona di
MASSIMO; con Regio Rescritto del 7 maggio 1857 del Regno delle Due
Sicilie furono riconosciuti in persona di FRANCESCO i titoli di duca
di Fragnito, duca di Tocco, marchese di Montelone, principe di
Lequile; GIOVANNI alfiere (sottotenente) del “12° Battaglione
Cacciatori” ha partecipato alla campagna militare del 1860 per la
difesa del Regno delle Due Sicilie. MASSIMO cerimoniere di corte
della regina Elena del Regno d’Italia nella prima metà del XX
secolo, insignito dei titoli sopra descritti.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’argento a tre palio di rosso. |
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MONTALTO
(2)
Titoli:
nobile
Dimora:
Siracusa
Motto:
“duriora concoxit”
Diramazione della precedente famiglia, passata in Sicilia con
RICCARDO, milite, che ottenne dal re Giacomo la concessione del
feudo di Buccheri, concesso poi al figlio GERARDO il 15 febbraio
1313; TROISO (TURGISIO) stessa concessione, siniscalco e
“famigliare” di re Federico, acquistò il castello di Casalgerardo il
16 dicembre 1369, capitano di giustizia di Siracusa 1406; MARCO
senatore di Siracusa 1406/7; GIOVANNI ottenne la conferma del feudo
il 3 luglio 1453, senatore di Siracusa 1440/5, carica di stragoto
(giudice criminale) di Messina nel 1460; ANTONIO giudice della Gran
Corte nel 1525, vice tesoriere generale del Regno di Sicilia anno
1530, avvocato fiscale del tribunale della Gran Corte; FRANCESCO
cavaliere del S.M.O. di Malta nel XVI secolo; GIROLAMO medico e
filosofo ; GIUSEPPE giurato nobile in Siracusa dal 1554 al 1559;
ANTONINO capitano di giustizia di Palermo 1585/6; GIACINTO
predicatore dotto lodato dal Mongitore nella sua opera “Historia
della Religione” del 1636; GIOVANNI giudice della Gran Corte
Pretoriana nel 1685, del tribunale del Concistoro nel 1692, avvocato
fiscale del Tribunale del Regio Patrimonio nel 1700 ed eccellente
poeta; ANTONINO, barone di Mollica con nomina del 7 agosto 1735,
capitano di giustizia di Siracusa dal 1746 al 1758; FERDINANDO con
privilegio del 17 gennaio 1811 venne nominato maestro notaro e
cancelliere del Senato di Siracusa.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
palato d’argento e di rosso di sei pezzi. |
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MONTAPERTO
Titoli:
principe di
Raffadali, duca di Santelisabetta, marchese di Montaperto
Dimora:
Palermo
Motto:
“Ad astra”
Originaria della
Francia venuta in Sicilia al seguito di Ruggiero il Normanno con
GIAMMATTEO, il figlio GIORDANO o GIORLANDO ottenne dal re il
castello ed i beni - Raffa - del saraceno sconfitto in
combattimento Alì, quindi si crede che le due voci unite
insieme abbiano dato origine al nome della terra in Raffadali.
GIACOBINO membro
della camera reale di re Guglielmo il Malo, castellano del castello
di Guastella e Raffadali nel 1161; LAMBERTO, Straticò di Messina nel
1312; BARTOLOMEO difesa al città di Mazzara dai Francesi nel 1316,
capitano e giustiziere di Palermo nel 1321; NICOLÒ arcivescovo di
Palermo nel 1386; LUIGI consigliere di re Martino I d’Aragona;
GIACOMO senatore di Siracusa nel 1415; PIETRO protonotario del
Regno, deputato e pretore di Palermo, edificò la terra di Raffadali
nel 1507 per concessione di Ferdinando il cattolico, di Montaperto
nel 1523 per concessione di Carlo V; GIUSEPPE primo marchese di
Montaperto nel 1587, edificò la terra di Santelisabetta; nel 1608;
NICOLÒ primo principe di Raffadali nel 1646, cavaliere dell’Ordine
di San Giacomo della Spada, deputato del regno, pretore di Palermo e
vicario generale,Maestro di Campo della marca di Girgenti
(Agrigento); OTTAVIO principe di Raffadali, gentiluomo di camera di
re Vittorio Amedeo re di Sicilia, capitano di cavalleria,
giustiziere e capitano di Palermo; ANTONINO duca di Santelisabetta,
gentiluomo di camera del re Carlo di Borbone, governatore della Pace
di Palermo, ministro plenipotenziario presso la corte di Polonia nel
1749; SALVATORE principe di Raffadali marchese di Montaperto,
cavaliere gerosolimitano, gentiluomo di camera di re Ferdinando I di
Borbone, cavaliere dell’Ordine di San Gennaro, colonnello
dell’esercito, ministro plenipotenziario presso la corte di
Danimarca nel 1773; rappresentata nella prima del XX secolo dalla
principessa ANTONIETTA e dal ramo cadetto con ANDREA e ANTONINO,
figli di BERNARDO pari del Regno, confermati nei titoli; SALVATORE,
di Andrea, titolato di duca Sant’Elisabetta.
Iscritta nel
Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
a quattro sbarre alternate da nove rose, il tutto d’argento;
alias troncato semipartito a) d’azzurro a quattro sbarre
d’argento, accompagnate da nove rose dello stesso, b) di rosso alla
mezz’aquila d’argento, c) scaccato di azzurro e d’oro di cinque
file. |
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MONTICELLI DI CERRETO
Titoli:
nobile di
Cerreto
Dimora:
Napoli
Originaria di
Brindisi, riconosciuta nobile con sentenza del sacro Regio Consiglio
del 1597, ottenne i feudi di Cerreto nel 1797. FRANCESCO SAVERIO
(1863) professore presso l'Università di Napoli, fratelli MARIO
(1874) colonnello del genio navale, ERNESTO (1878), ROBERTO (1882).
Iscritta nel
Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell'Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d'azzurro
con tre monti di verde sostenenti un grifone d'oro tenente nella
destra una spada rivolta ad una stella posta nell'angolo destro del
capo d'argento e nella sinistra un giglio d'oro. |
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MORBILLI
Titoli:
patrizio di Salerno, nobile Romano, nobile di Sant’Angelo di
Frosolone
Dimora:
Napoli, Portici
Di origine aragonese, portata a Napoli con QUINTILIANO Morvillo,
capitano di cavalli; ALFONSO con Diploma del 23 settembre 1526 venne
dichiarato nobile. Il casato venne infeudato della terra di
Sant’Angelo a Frosolone in persona di GIUSEPPE ANTONIO, nel 1730
decorato del titolo di duca. Titolo riconosciuto con Regio Rescritto
del 13 novembre 1858; la famiglia venne aggregata al Seggio di Porta
Retese di Salerno, ricevuta per giustizia nel S.M.O. Costantiniano,
dichiarata ascritta alla nobiltà Romana, nobile fuori porta in
Napoli.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro all’albero di ulivo al terrazzo di verde sostenuto da due
leoni d’oro linguati di rosso, accompagnato da tre stelle d’oro in
fascia, con la fascia di rosso attraversante il tutto. |
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MORCALDI
Titoli:
conte
Dimora:
Napoli
Di antica nobiltà nota dal XV secolo. Riconosciuta nobile dalla Real
Camera di Santa Chiara il 21 giugno 1780 in occasione
dell’ammissione a cadetto militare di GIOVANNI nei “Reggimenti
Nazionali” del Regno di Napoli; dichiarata ammissibile nelle Regie
Guardie del Corpo nel 1838 in persona di FRANCESCO e GABRIELE, poi
Guardie del Corpo della “Compagnia delle Reali Guardie del Corpo”
del Regno delle Due Sicilie presenti nei Ruoli Attivi del 1860.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’argento alla mano di carnagione, accompagnata da tre stelle
d’azzurro in fascia, in punta da un leone passante al naturale. |
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MORELLI
Titoli:
marchese, nobile
Dimora:
Napoli, Nola
Diramazione della famiglia Castiglion Morelli di Cosenza. BERNARDINO
decorato dall’imperatore Carlo V del titolo di “regio milite” e
cavaliere dell’Ordine Aurato (Ordine del Cingolo Militare), che
prese parte alla vittoriosa battaglia di Pavia del 24 febbraio 1525
contro le truppe francesi di Francesco I, ottenendo anche il diritto
di aggiungere allo stemma l’aquila imperiale austriaca. Appartenenti
alla famiglia i seguenti militari che hanno preso parte alla
campagna del 1860/61 per la difesa del Regno delle Due Sicilie
dall’invasione piemontese: ANTONIO, 2° tenente, del “4° Battaglione
Cacciatori” presente alla battaglia di Caiazzo del 21 settembre e
all’assedio di Gaeta, CARMELO, 2° tenente, del “9° Battaglione
Cacciatori” presente all’assedio di Gaeta, FRANCESCO, alfiere, del
“Real Corpo d’Artiglieria” presente all’assedio di Gaeta,
FERDINANDO, capitano, dell’11° Reggimento Fanteria di Linea Palermo”
presente alla difesa della Sicilia, capitolò col suo reparto in
Siracusa. GREGORIO decorato del titolo di marchese, trasmissibile al
primogenito, con R. D. del 2 luglio 1925 e RR. LL. PP. del 13
dicembre 1925, brigadiere generale del Regio Esercito Italiano.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
inquartato 1° e 4° d’azzurro all’aquila d’oro, 2° e 3° d’argento al
cavallo morello di nero, pila d’azzurro al capo caricata di una
stella d’oro – alias di rosso al leone sinistrochero d’oro
coronato rivoltato sostenente con le branche anteriori una torre di
tre pezzi tutti d’oro. |
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MORISANI
Titoli:
nobile
Dimora:
Napoli, Firenze
Proveniente da Reggio Calabria e stabilitasi a Napoli, ed iscritta
nel suo primo Ordine Civico: ANTONINO, capitano, sindaco dei nobili
nel 1734; DOMENICO stessa carica nel 1755; OTTAVIO e TOBIA
distintisi in varie cariche magistrali del Regno delle Due Sicilie;
vari componenti della famiglia vennero elevati ad alti gradi
dell’Esercito delle Due Sicilie; OTTAVIO (1834 – 1914) illustre
cattedratico e rinomato filosofo, ufficiale dell’Ordine della Corona
d’Italia, dell’Ordine dei Santissimi Maurizio e Lazzaro, senatore
del Regno d’Italia, componente del Rettorato della Provincia di
Napoli.
Iscritta nel Libro d’oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’oro alla croce ancorata cerchiata di ferro, alla banda azzurra sul
tutto. |
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MORMILE
Titoli:
nobile di Carinari
Dimora:
Napoli
Antichissima e nobile famiglia originaria di Napoli, ascritta al
Patriziato di Napoli ai seggi di Capuana e Portanova. BERNARDO
“familiare” di Carlo I d’Angiò nel XIV secolo; TOMMASO
“consigliere e familiare” di re Roberto; PIETRO “famigliare” della
Regina Giovanna I d’Angiò; ANNECCHINO giustiziere degli Abruzzi e
consigliere di re Ladislao; FRANCESCO maresciallo del Regno di
Napoli; TROIANO combatté contro i turchi ad Otranto; CARLO, milite,
prigioniero dei francesi alla battaglia di Pavia il 24 febbraio
1525. La famiglia ricevuta nel S. M. O. di Malta dal 1504, decorata
del titolo di duca di Carinari nel 1663, ascritta nel Libro d’Oro
della Nobiltà Napoletana. Dichiarata di “antica nobiltà” nelle prove
di ammissione alle Regie Guardie del Corpo del Regno delle Due
Sicilie con i fratelli BIAGIO e PASQUALE i quali hanno partecipato
alla difesa del Regno dall’invasione piemontese nei ruoli
rispettivamente di 1° tenente del “12° Reggimento Fanteria di Linea
Messina” capitolando il 2 novembre del 1860 a Capua, e 2° tenente
del “7° Battaglione Cacciatori” presente alla battaglia del Volturno
del 1° ottobre e all’assedio di Gaeta, capitolando con il resto
dell’Armata il 14 febbraio 1861.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’oro alla banda d’argento bordata di nero, caricata di tre
aquilotti di nero col volo abbassato. |
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MORMINO
Titoli:
barone di San Vincenzo Ferreri
Dimora:
Scicli
GUGLIELMO con privilegio del 14 giugno 1773 ottenne la concessione
del titolo di barone di San Vincenzo Ferreri; riconosciuto con D. M.
del 5 marzo 1902 in persona di ANTONINO; GIOVANNI riconosciuto
anch’egli dei titoli di cui sopra con Decreto del Capo del Governo
del 11 maggio 1928.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana anno 1922.
Arma:
d’azzurro alla fascia di rosso orlata d’oro accompagnata al capo da
una stella d’argento, in punta un leone d’oro. |
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MOROLA
Titoli:
nobile
Dimora:
Trani
Originaria di Capua, passata in Giovinazzo nel 1462 con LEONARDO che
venne aggregato alla nobiltà del luogo; DOMENICO si trasferì Trani
nel XVII secolo ed iscritto al suo Patriziato nel Seggio di
Portanova. La famiglia è inserita nel S. M. O. di Malta dal 1612.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di rosso al gelso sradicato al naturale. |
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MORRA
Titoli:
principe di Morra, di San Martino, duca di Belforte, di Cantalupo,
marchese di San Massimo, duca di Calvizzano, di Mancusi, marchese di
Monterocchetta, patrizio napoletano, patrizio beneventano, nobile
dei principi di Morra.
Dimora:
Napoli, Benevento
Antichissima famiglia patrizia di Benevento che diede un pontefice
alla chiesa di Roma papa GREGORIO VIII nel 1187; PIETRO cardinale
nel 1198; ENRICO gran giustiziere del Regno; FEDERICO ed ONOFRIO
ambasciatori presso la Santa Sede papa Alessandro IV; ISABELLA
valente poetessa vissuta nella seconda metà del XVI secolo; ANTONIO
consigliere del Collaterale nel 1629; MARCANTONIO generale degli
Eserciti di Spagna nel 1760. La famiglia nobile in Napoli nel seggio
di Capuana, in Salerno in quello di Portanova ed in Benevento. Un
ramo si trasferì in Sicilia con GIROLAMO, che sposò Isabella
Montalto, acquisendo la baronia di Bucchieri poi principato nel
1617. Ricevuta nel S. M. O. di Malta dal 1522, decorata de titolo di
principe di Morra nel 1664, duca di Mancusi nel 1679,marchese di
Monteroccheta nel 1627, per succesione di casa Di Gennaro principe
di San Martino con anzianità dal 1630, duca di Belforte nenel 1644,
marchese di San Massimo con anzianità dal 1626, per successione
della casa Pescara Diano duca di Calvizzano, duca di Bovalino dal
1673 e 1617. FRANCESCO Biondi Morra, “maritali nomine”,
principe di San Martino, duca di Belforte con RR. LL. PP. del 21
gennaio 1929; GIOVANNI, patrizio napoletano e patrizio beneventano,
nobile dei principi di Morra, duca di Mancusi con D. C. G. (Decreto
Capo del Governo) del 10 gennaio 1929. CARLO, patrizio napoletano e
beneventano, nobile dei principi di Morra, ufficiale in congedo di
Artiglieria del Regio Esercito Italiano, professore presso il
Collegio Militare di Buenos Ayres nella prima metà del XX secolo.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di rosso a due stocchi d’argento manicati d’oro con le punte
abbassate, passate in croce di Sant’Andrea, accompagnate da quattro
ruote di sperone d’oro. |
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MORREALE o
MONREALE
Titoli:
barone di Buterno, del Grado, Signore di Macaluba
Dimora:
Palermo
Originaria della Francia che vanta come capostipite MAURIZIO Monreal,
compagno di Goffredo di Buglione alla I Crociata.
Portata in Sicilia con STEFANO che ottenne nel 1556 la castellania
di Girgenti (Agrigento), fu capitano d’armi nella guerra di Messina
1570/3, con privilegio del 6 novembre 1569 fu nominato maestro
razionale del Tribunale del Real Patrimonio e con privilegio del 20
novembre 1573 nominato conservatore dello stesso Tribunale; MAURIZIO
barone di Castrofilippo con investitura del 22 dicembre 1611;
STEFANO capitano di giustizia in Girgenti 1645/6; DOMENICO cavaliere
dell’Ordine di Calatrava, duca di Castrofilippo il 22 maggio 1663,
governatore della “Nobile Compagnia dei Banchi” di Palermo 1676/7 e
del Monte di Pietà; ANTONIO il 30 gennaio 1696 ottenne il titolo di
marchese di Melia, con investitura del 9 novembre 1741 nominato
ufficiale di mastro notaro presso la Corte Capitanale di Nicosia;
FRANCESCO cavaliere del S. M. O. di Malta, governatore nobile della
Corte della Pace di Palermo nel 1760; GIUSEPPE barone di Buterno e
Grado con investitura del 7 dicembre 1749; BIAGIO acquistò il feudo
di Macaluba il 20 novembre 1764 da Luigi Naselli; GIUSEPPE signore
di Macaluba con privilegio del 10 febbraio 1798; GIUSEPPE barone di
Buterno e Grado nel 1806.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
Inquartato in decusse nel 1° e 4° d’argento al castello di nero di
tre torri, nel 2° e 3° d’oro alla croce di rosso accantonata da
quattro crocette dello stesso. |
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MORTILLARO
Titoli:
marchese di Mortillaro, barone di Ciantro Soprano
Dimora:
Palermo
Nobile in Messina, Palermo. Messer SIMONE inserito nella Mastra
Nobile del Mollica nell’anno 1590; CARLO giureconsulto; ANTONIO con
privilegio del 12 novembre 1695 ottenne il titolo di barone di
Ciantro Soprano; CARLO, barone di Ciantro, rettore nobile
dell’Ospedale di Palermo 1721/44, spedaliere 1735/36 e 1749/50,
segretario della SS. Inquisizione, senatore in Palermo 1736/38;
EUGENIO canonico arcidiacono della cattedrale di Palermo nel 1744;
ANTONIO ottenne il titolo di marchese con privilegio del 9 gennaio
1754; VINCENZO marchese con Regio rescritto del 13 febbraio 1856,
cavaliere dell’Ordine Costantiniano, cavaliere di Gran Croce
dell’Ordine di Francesco I, direttore generali dei Dazi, controllore
generale delle Finanze, direttore generale del macino e dogane,
senatore di Palermo, professore di lingua araba della Regia
Università di Palermo autore dei tomi “Medaglie Siculo Arabe”,
“Antiche pergamene della Magione”, “Dizionario
Siciliano”; VINCENZO ottenne il titolo di marchese di Mortillaro,
barone di Ciantro con R. D. del 16 giugno 1899.
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Nuovo dizionario
Siciliano Italiano di Vincenzo Mortillaro |
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare anno 1922.
Arma:
d’azzurro alla colomba d’argento, tenente nel becco un ramoscello di
mortelle di verde. |
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MOSCATELLI
Titoli:
marchese di Castelvetere
Dimora:
Napoli, Brindisi
NICOLA venne insignito del titolo di marchese il 24 agosto 1693 da
re Carlo II di Spagna, il titolo venne poi riconosciuto dal Governo
del Regno delle Due Sicilie sia il 28 ottobre 1834 che il 12 gennaio
1860. Con Regio Rescritto del 10 aprile 1858 la famiglia fu
dichiarata “di nobiltà tale da poter essere dichiarata
idonea a fondare un maggiorato”. CARLO deputato al parlamento
del Regno d’Italia nella prima metà del XX secolo.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di rosso a due leoni controrampanti affrontanti ad un vaso con
grappoli di uva il tutto d’oro. |
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MOSTI
Titoli:
patrizio di Benevento
Dimora:
Benevento, Napoli, Roma
Antica famiglia di Benevento, nota dal XV secolo, si ritiene ma
senza nessuna prova confutabile discendete dai Da Mosto di Venezia.
Ascritta al Patriziato di Benevento dal 1695, città appartenente,
quale enclave, allo Stato Pontificio sino al 1860; il Sommo
Pontefice Pio VI decorò la famiglia del titolo di marchese. Titolo
non ratificato dal Regno d’Italia.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
inquartato d’oro e azzurro. |
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MOSTO o
MUSTO
Titoli:
marchese di Lungarini, barone di Ficarra, Signore di Brolo e
Jannello
Dimora:
Palermo
Discende dalla famiglia Da Mosto di Venezia nota nel XIII secolo, a
sua volta discendente dalla più antica casata dei Cadamosto, un ramo
del casato si stabilì in Sicilia verso il XV secolo. SALVATORE Musto
generale del Regio Esercito Italiano, sposò Giovanna Abate Maiorana,
che trasmise al figlio SALVATORE i titoli coniugali con RR. LL. PP.
del 30 giugno 1901 di: marchese di Lungarini, barone di Ficarra,
signore di Brolo e Jannello.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
inquartato d’oro e d’azzurro.
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LA MOTTA
Titoli:
barone di San Silvestro, di Salinella, nobile dei baroni
Dimora:
Nicosia, Palermo
Nobile famiglia di Nicosia dal XV secolo. GIACOMO acquistò il feudo
di San Silvestro con investitura del 18 agosto 1777, giurato in
Nicosia 1798/9; GAETANO investito del titolo di barone di San
Silvestro dal 1 agosto 1809; con D. M. del 27 agosto 1879 il titolo
venne riconosciuto in persona di GIORGIO.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
trinciato d’azzurro e argento, il 1° caricato di tre stelle
d’argento, la banda di porpora attraversante sulla trinciatura. |
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MOTTOLA
d’Amato
Titoli:
nobile, col predicato di Amato
Dimora:
Napoli, Catanzaro, Tropea
D’origine napoletana, il capostipite SERGIO, console di Napoli nel
1127, durante il periodo della repubblica si oppose a Ruggiero il
Normanno, finché a fine guerra giurò fedeltà ai Normanni, combatté
contro Rainulfo Dengrot conte di Puglia e morì nella battaglia di
Siponto del 2 ottobre 1137; ROBERTO, per i meriti dell’avo Sergio,
ottenne da re Ruggiero nel 1140 il castello di Mutola, in Otranto,
che dette il cognome alla famiglia ( consulta del 24 novembre
1568); CARLO partecipò alla prima crociata con re Guglielmo nel
1161; GIOVANNI I canonico di Acerra, lettore di diritto canonico
presso lo Studio Napoletano, “ consigliere e famigliare” di re Carlo
II d’Angiò, dottore dei Decreti, controllore dell’Erario in Terra di
Lavoro, maestro ostiario (responsabile della custodia della dimora
del re); GIOVANNI II “consigliere e familiare” di re Roberto,
ambasciatore del re ad esigere denaro dal comune di Genova, vescovo
di Caiazzo nel 1333; GIOVANNI III prigioniero per la sua fedeltà a
re Ladislao d’Angiò Durazzo nel 1388; GIOVANNI IV seguì in esilio
Renato d’Angiò e venne spogliato del feudo di Mottola da Alfonso
d’Aragona nel 1416; GIOVANNI V generale dell’imperatore Carlo V,
morì combattendo contro i francesi nel 1538, mentre difendeva Napoli
dall’assedio al ponte della Maddalena posto da Odetto di Foix
signore di Lautrech; GIOVANNI BERARDINO giudice della gran Corte
della Vicaria nel 1575; ORAZIO I barone di Monterosso nel 1637, di
Ioppolo Cuccorino nel 1642, di Amato nel 1647; DONATO ANTONIO servì
il re di Spagna nella rivolta di Masaniello del 1647, mastro di
campo e generale d’artiglieria nelle guerre del 1652/3 in Catalogna
e in Barcellona, ottenne per i suoi meriti il marchesato di Amato
nel1675; ORAZIO II, marchese di Amato, letterato, scrittore, membro
della “Accademia degli Spensierati” di Rossano e degli “Affaticati”
di Tropea; GIOACCHINO cavaliere dell’Ordine di Francesco I,
sottointendente di Nicastro; la famiglia ammessa nella “Compagnia
delle Guardie del Corpo” dell’Esercito del Regno delle Due Sicilie
in persona di FRANCESCO, poi 1° tenente del “6° Reggimento Fanteria
di Linea Farnese” presente alla battaglia di Castelmorrone, venne
fatto prigioniero dei garibaldini il 2 ottobre 1860. RAFFAELE
sindaco di Catanzaro, commendatore della Corona d’Italia, cavaliere
dell’Ordine Mauriziano del Regno d’Italia nella seconda metà del XX
secolo. FRANCESCO SAVERIO cavaliere d’onore e devozione nel S. M. O.
di Malta, tenente dei bersaglieri, decorato della croce di merito
della 1a guerra mondiale, medaglia commemorativa guerra
italo-turca.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiltà Italiana anno 1922.
Arma:
d’azzurro al cavallo alato d’argento col freno tenuto da un braccio
armato d’oro movente dal lato destro, sormontato da tre stelle
d’oro. |
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MULÈ
Titoli:
signore di Balatazza
Dimora:
Palermo
Nobile in Messina, possedette i feudi di Cefalù, Caninaro,
Serravalle, Torretta; MAURO proconservatore in Chiaramonte nel 1694;
PIETRO barone di Suttafari l’8 marzo 1786; NICCOLO’ ottenne il feudo
di Balatazza il 10 agosto 1811; GIUSEPPE capitano del 10° Reggimento
Fanteria di Linea “Abruzzo” ha partecipato alla difesa del Regno
delle Due Sicilie dall’invasione piemontese, presente alla battaglia
di Calatafimi il 15 maggio 1860, di Palermo il 27, 28 e 29 maggio,
ed a Santa Maria Capua Vetere nell’ottobre, capitolò con la
guarnigione a Gaeta il 14 febbraio 1861.
Iscritta nel libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di rosso allo scaglione d’oro, di due stelle d’oro al campo, alla
punta una crescente d’argento. |
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LO MUNDO
Titoli:
barone di Margi, nobile
Dimora:
Messina
Secondo il Galluppi si hanno notizie di questa famiglia dal XVI
secolo in Messina: ALESSANDRO con privilegio del 29 ottobre 1727
ottenne il titolo di barone di Margi; FERDINANDO senatore in Messina
1853/4, sposò Giuseppa e come erede del dott. Brigandi antepose al
proprio cognome il cognome Brigandi; EUGENIO iscritto nell’Elenco
definitivo Siciliano col titolo di barone di Margi; TOMMASO
riconosciuto con Decreto del Capo del Governo del 4 marzo 1929
barone di Margi e nobile di Messina.
Iscritta nell’ Elenco Ufficiale Nobiliare anno 1922.
Arma:
d’azzurro al sole figurato di rosso, una crescente a tre stelle
d’argento, in punta una stella d’oro di sette punte caricata da una
banda a due stelle d’argento. |
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MUSCETTOLA
Titoli:
principe di Leporano, nobile dei principi
Dimora:
Napoli
Originaria di Ravello. Le prime memorie certe si hanno con SERGIO
nel 1179 che edificò parte del Duomo di Ravello costruendo le porte
in bronzo che si ammirano tutt’ora. Passata in Napoli ed aggregata
al Seggio di Montagna, ricevuta nell’Ordine di Malta nel 1637, 1643
e 1644; LUIGI cavaliere di Malta nel 1780; decorata del titolo di
principe di Leporano nel 1624, conte di Picerno nel 1724; la
famiglia ottenne il titolo di “Grandi di Spagna” in persona di
FRANCESCO principe di Leporano; MARCO ANTONIO duca di Spezzano in
Calabria con privilegio del 20 novembre 1633; ultimo intestatario
del titolo di duca di Spezzano fu VINCENZO MARIA in data 18
novembre1750; il figlio CARMINE MARIA non ebbe eredi ed il titolo
venne devoluto alla Corona; GIOVAN ANTONIO ambasciatore presso
l’imperatore Carlo V, ANTONIO consigliere di Santa Chiara nel 1448;
GIOVAN ANTONIO presidente della Camera nel 1530, nel 1532 reggente
della Cancelleria; un ramo della famiglia si stabilì in Taranto con
BARTOLOMEO e venne ricevuta nell’Ordine di Malta nel 1627; il ramo
di Leporano possedette in Molise il feudo di Frosolone con l’ultimo
intestatario GIOVAN ANTONIO il 29 aprile 1779; il casato è iscritto
nel Libro d’Oro della Nobiltà Napoletana; GIOVANNI guardia a cavallo
della “Compagnia delle Regie Guardie del Corpo” ha partecipato alla
difesa del Regno delle Due Sicilie nella campagna del 1860/61 contro
l’invasione piemontese.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’oro a tre bande d’azzurro col capo cucito del primo, caricato di
due fringuelli (muscettole) di nero affrontanti e fissanti una
stella di rosso posta in punta del capo. |
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MUSCO
Titoli:
barone di Ambo e Anto
Dimora:
Placanica, Reggio Calabria
Originaria di Reggio Calabria, nota dal XV secolo. GIOVANNI ALFONSO
ottenne il feudo di Ambo e Anto l’11 giugno 1553, il quale rimase in
famiglia sino all’abolizione della feudalità con NICOLÒ nel 1806.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
al pino di verde posto su di un monte di tre cime d’argento,
sostenente un muschio al naturale rivolto, sostenuto da due leoni
d’oro controrampanti. |
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MUSITANO
Titoli:
Nobile
Dimora:
Napoli, Castrovillari
Originaria di Castrovillari; appartiene a questa famiglia DIEGO
dell’Ordine dei Predicatori che scrisse un trattato teologico “Sulla
Grazia” nel XVII secolo. CARLO, medico, che pubblicò un trattato
di medicina edito in Venezia nel 1738; ANTONIO 1° tenente del corpo
della “Real Artiglieria”, proveniente dalla scuola Militare delle
Nunziatella, e PASQUALE capitano del “3° Battaglione Cacciatori”
parteciparono alla difesa del Regno delle Due Sicilie nella campagna
del 1860/61 dall’invasione piemontese; VINCENZO generale
d’artiglieria del Regio Esercito Italiano nella prima metà del XX
secolo.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro al leone al naturale poggiato su di un monte di tre cime
di verde uscente alla punta e sormontato da tre rose di rosse
gambute di verde disposte in fascia. |
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MUSMECI
Titoli:
barone della Torre, nobili dei baroni
Dimora:
Acireale, Catania
Nobile in Acireale dal XV secolo. SAVERIO con privilegio del 14
ottobre 1752 ottenne il feudo di Torre, e con privilegio del 29
luglio 1753 ne ottenne il titolo di barone, patrizio di Acireale
1756/7; SAVERIO, barone della Torre, giurato nobile in Acireale
1794/5 ; GIUSEPPE capitano di giustizia di Acireale 1801/2;
ARCANGELO e GIUSEPPE catapani (addetti annonari per la raccolta del
grano) 1803/4. Con D. M. del 25 novembre 1904 venne riconosciuto il
titolo di barone della Torre in persona di NICCOLO’.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro, partito da un filetto d’oro, 1° all’albero sopra un monte
roccioso, con un topo in atto di arrampicarsi al naturale,
sormontato da tre stelle d’oro, 2° al mare al naturale con una
sirena nascente sormontata da tre stelle d’oro. |
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MUZI
di Dogliola
Titoli:
nobile, predicato di Dogliola
Dimora:
Napoli
Nobile in Napoli dal XVI secolo; GIACOMO de Muzi con
Regio Assenso ottenne il possesso del feudo di Dogiola in Abruzzo;
feudo che rimase in famiglia sino all’abolizione della feudalità nel
1806, ultimo intestatario fu ALESSANDRO nel 1805.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano
anno 1922.
Arma:
d’azzurro al destrochero dalla sinistra, manicato
d’argento, impugnante una mazza del medesimo su di un fuoco ardente
alla punta. |
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