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I casati del Sud
di
Ciro La Rosa
La Rosa
G-GA
GABRIELLI
Titoli:
patrizio di Tropea, patrizio eugubino (Gubbio)
Dimora:
Tropea, Napoli
Originaria di Gubbio, un ramo si trasferì in Calabria nel XIII
secolo. Aggregata al patriziato di Tropea nel 1461 sino
all’abolizione dei sedili.
Ricevuta nell’Ordine Gerosolimitano e Costantiniano; BALDO capitano
dell’Esercito del viceré Consalvo di Cordova, distintosi nella
battaglia di Seminara contro i francesi nel XVI secolo. La famiglia
venne dichiarata di “antica nobiltà” nell’ammissione alle Regie
Guardie del Corpo in persona di ONOFRIO poi alfiere (sottotenente)
del “2° Battaglione Cacciatori di Linea” che partecipò alla difesa
del Regno delle Due Sicilie nella campagna del 1860/61,
distinguendosi nello scontro di Santangelo contro i garibaldini.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’oro al pino sradicato di verde posto in banda con due leoni di
rosso linguati d’azzurro controrampanti. |
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GADALETA
Titoli:
nobile
Dimora:
Bari
Antica famiglia di Trani, si ritiene venuta dalla Spagna nel XV
secolo, ascritta al seggio di San Marco, riscritta il 28 luglio
1647.
Nel 1748 SEBASTIANO ebbe il possesso di Calimera e Martano su cui
nel 1759 ottenne il titolo di marchese “ad personam”; GIOVAN
BATTISTA cavaliere dell’Ordine di Malta nel 1637.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922
Arma:
trinciato d’azzurro e di verde con la banda d’argento caricata di
tre gigli di rosso accompagnata da un uccello nel cantone sinistro e
da una volpe passante al naturale. |
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DI
GAETA
Titoli:
conte di Sant’Angelo Limosano
Dimora:
Napoli, Olevano
Originaria della città di Gaeta dove si trovano antiche
testimonianze sin dal XI secolo, si crede discenda da questa
famiglia GIOVANNI divenuto papa col nome di GELASIO II nel 1118.
Nobile in Napoli al seggio di Porto e Portanova, ed in Cosenza; il
casato ottenne il titolo di conte di Sant’Angelo Limosano nel XV
secolo. Ricevuta nel 1653 nell’Ordine di Malta e nel 1795 in
quello Costantiniano, insignita del prestigioso Ordine di San
Gennaro nel 1797, riconosciuta di “antica nobiltà” per l’ammissione
alle Regie Guardie del Corpo dalla commissione per i titoli di
nobiltà in persona di EMANUELE (1775-1865), conte di Sant’Angelo Limosano, tenente generale e giudice della “Alta Corte Militare”
del Regno delle Due Sicilie; il figlio CESARE, proveniente dalla
Scuola Militare della Nunziatella, entrò nell’Esercito Italiano,
medaglia d’argento per la campagna d’Italia, tenente colonnello
dello “Stato Maggiore dell’Esercito Italiano” e senatore del Regno
d’Italia nella seconda metà del XIX secolo.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
inquartato d’argento e di rosso alla banda d’azzurro caricata da tre
stelle d’oro. |
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GAGLIANI
(di San Mauro)
Titoli:
patrizio di Trani, predicato di San Mauro, dei marchesi di San Mauro
Dimora:
Napoli, Salerno
Di origine francese, provenienti dalla regione della Picardia. Si
stabilirono in Amalfi e poi in Salerno con TIBERIO POMPILIO, dottore
in legge, che acquistò il feudo di San Mauro; il figlio GIUSEPPE
venne decorato del titolo di marchese nel 1687; MATTEO vescovo di
Fondi nel XVIII secolo; CARLO, dei marchese di San Mauro, capitano
del “ 14° Reggimento Fanteria di Linea Sannio” ed il figlio LUIGI
NATALE guardia a cavallo della “Compagnia delle Reali Guardie del
Corpo” parteciparono alla difesa del Regno delle Due Sicilie
dall’invasione piemontese nella campagna del 1860/61.
Aggregata alla nobiltà di Trani ed iscritta nel Registro delle
Piazze Chiuse del Regno nel XIX secolo. Iscritta nell’Elenco
Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro al gallo sostenuto sulla punta di tre monti accompagnati
da tre stelle il tutto d’oro. |
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GAGLIARDI
Titoli:
marchese, nobile, predicato di Casalicchio,
Dimora:
Napoli, Casal Velino (Casalicchio), Monteleone, Tropea.
Di origine francese, proveniente dalla Normandia, venuti in Italia
al seguito di Carlo I d’Angiò.
Le prime memorie certe risalgono a GIOVANNI, milite e “regio
familiare”, feudatario di Macedonia e Monteverde, fu custode ed
educatore dei figli di re Manfredi nel castello di Lucera; RINALDO
comandante della “nave capitana” sulla quale si trovava il principe
Carlo d’Angiò nella battaglia contro l’ammiraglio Ruggiero di Lauria
per il predominio Aragonese in Sicilia.
MARTINO cavaliere dell’Ordine di Malta nel 1475; GIOVANNI castellano
di Castellammare di Stabia ed iscritto al seggio di Capuana a
Napoli, legato a casa d’Angiò venne giustiziato su ordine di
Ferdinando I d’Aragona. Decorata del titolo di marchese nel XVI
secolo. La famiglia si stabilì a Palermo con GIOVANNI, BALDASSARRE,
TOMMASO e PIETRANTONIO nel XVI secolo, in Monteleone con GIOVANNI
nel 1494, in Tropea nel 1545, CAMILLO uditore in Capitanata
(provincia di Foggia) nel 1574 fu il capostipite del ramo di Lucera
che si estinse nel 1618. La linea di Napoli: dichiarata di antica
nobiltà dal Sacro Regio Consiglio nel 1618 e di nuovo nel 1833 dalla
Commissione per i titoli di nobiltà per l’ammissione nelle Regie
Guardie del Corpo in persona di FRANCESCO, diventato poi colonnello
capo di “Stato Maggiore” dell’Esercito del Regno delle Due Sicilie,
figlio del marchese GAETANO, partecipò alla difesa del Regno contro
i garibaldini e piemontesi insieme ai nipoti: FRANCESCO MARIA 2°
tenente del “1° Granatieri della Guardia Reale” aggregato alla
“Stato Maggiore” che a fine campagna entrò nell’Ordine di Malta
diventandone Gran Priore per il Regno delle Due Sicilie, CARLO
alfiere (sottotenente) del “2° Reggimento Ussari della Guardia
Reale”.
Iscritta nel patriziato di Tropea con ONOFRIO nel 1704, la linea di
Casalicchio (odierna Casal Velino) infeudata nel 1749.
Iscritta nell’Elenco delle famiglie Nobili Italiane anno 1922.
Arma:
d’argento alla banda di verde accompagnata da due conchiglie di
rosso. |
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GAGLIARDO
Titoli:
barone di Carpinello, di Carca, delle regie Secrezie, signore di
Cottonaro
Dimora:
Polizzi
Francesco con privilegio del 29 agosto 1609 ottenne la concessione
del “Don”; DIEGO con privilegio del 20 settembre 1633 la concessone
delle Regie Secrezie (segreterie) di Polizzi; CARLO barone di Casale
di Pietra, giurato nobile in Polizzi 1695/96 e 1701/2, capitano di
giustizia 1697/98; GIOVAN LUDOVICO possedette i feudi di Carca,
Carpinello e Cottonaro nel 1720, capitano di giustizia in Polizzi
1740/1; GANDOLFO capitano di giustizia 1742/3; DIEGO proconservatore
di Termini nel 1749; CARLO ANTONIO capitano di giustizia 1774/5;
GIOVAN GIORLANDO con R. D. del 21 giugno 1788 investito dei feudi di
Carpinello, Cottonaro e con R. D. del 21 settembre 1797 del feudo di
Carca.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro al leone sormontato da tre stelle il tutto d’oro alias
d’azzurro accompagnato da sette conchiglie il tutto d’oro. |
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GALANTI
Titoli:
conte
Dimora:
Napoli
Originaria di Santa Croce Morcone, si hanno notizie della sua
nobiltà gia dal XV secolo.
Famiglia legata e benemerita di casa Borbone Due Sicilie.
L’illustre GIUSEPPE MARIA, discepolo del Genovesi, fu consigliere di
Stato del Regno di Napoli, grande riformatore ed autore di opere
pregevoli come “La
Descrizione politica delle Sicilie”
scritta dopo un viaggio indagatore sullo stato del Regno su mandato
di Re Ferdinando IV di Borbone; LUIGI, abate benedettino, fu uno dei
fondatori della Scuola Militare della Nunziatella nel XVIII secolo e
deputato al Parlamento Napoletano nel 1820.
Con Breve Pontificio, il casato, venne autorizzato ad aggiungere una
mezzaluna nello stemma per aver partecipato con illustri militari
alla battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571.
La famiglia è decorata del titolo trasmissibile di conte con Sovrana
Decisione del Regno d’Italia del 12 gennaio 1882.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
troncato 1° di rosso ad un crescente d’argento accostato da due
stelle dello stesso, 2° d’argento alla rosa di rosso accostata da
due gigli dello stesso. |
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GALLEGRA
Titoli:
nobile,
baroni di San Giuseppe
Dimora:
Termini
Imerese, Palermo, Polizzi, Mistretta - Pettineo, Roma, Genova
Originaria di
Polizzi Generosa, le prime notizie documentate circa la presenza del
Casato in quella Città risalgono al XIV secolo, quando un RUGGIERO
de Galegra invoca dal regnante Martino II il risarcimento dei danni
subiti dalle sue vigne nella contrada “delli Granchi”
nell’Agro di Polizzi (1368) (nella quale contrada - oggi “Granci” -
la Famiglia possiede tutt’ora, secolo XXI, dei terreni).
Alcuni membri della
famiglia successivamente risultano tra i giurati (corrispondenti
agli odierni assessori, dovevano essere di famiglia nobile, anche se
non titolata) della “Universitas” (Civica amministrazione) di
Polizzi, Città Demaniale, ossia non infeudata ma appartenente alla
Corona. Per cognizione storica, si ricorda che ai giurati erano
affiancati gli acatapani (magistrati annonari), il Bajulo
(magistrato civile) i giudici ideoti (magistrati popolari) e – dove
era previsto dagli ordinamenti e capitoli della città – i cosiddetti
“mastri di la fera” che avevano durata limitata alla durata
della Fiera e dovevano possedere i requisiti per essere nominati
nelle “giurazie”.
Il cognome della
Famiglia è attestato nella forma “de Galegra” all’incirca
fino alla fine del XIV secolo (come si legge in alcuni atti
notarili), dopodiché viene attestato nella forma “de Gallegra” ed
infine Gallegra già dalla metà del secolo XVI (elenchi giuraziali)
Un ANTONIO (ancora
col cognome de Gallegra) è citato in un atto di donazione del 1440.
GIOVANNI, vivente nel 1443, citato come “Cavaliere” nel privilegio
di Re Alfonso dato in quell’anno, ottiene dalla badessa del
Monastero di Santa Margherita, Suor Preziosa de Pignerio, il
permesso di edificare un sepolcro gentilizio nel detto monastero (atto
in Notaio Gaspare Minardo in data
27 ottobre 1457)
inoltre ottenne le seguenti cariche: giudice civile nel 1432 e
giurato anni 1440, 1456, 1457. La di lui figlia GARITELLA andò sposa
al notaio Guglielmo Sardo il 3 maggio 1477; ANTONIO dona dei beni
per la costruzione della Chiesa di Santa Maria dell’Itria (atto
del 18 marzo 1584,
in Notaio Aloisio Paperna)
Altri esponenti
della Famiglia ricoprirono cariche ed uffici pubblici:
ANTONIO bajulo nel
1449 e giudice negli anni 1458, 1461, 1470, 1481, ANDREA giudice
ideota nel 1457, GIOVANNI (nipote del precitato Giovanni) giudice
ideota nel 1488 e giudice civile anno 1499, ANTONIO giurato nel
1498, GIOVAN PIETRO giurato anni 1550, 1553, 1554, 1582, 1583,
GIOVAN GIORGIO acatapano nel 1603. Ed ancora GIACOMO, GIOVAN
GIACOMO, GIOVAN VINCENZO, VINCENZO, che fecero parte delle Giurazie
negli anni compresi tra il 1621 ed il 1657.
Alla fine del XVII
secolo il casato si divise in tre rami: un ramo rimase in Polizzi,
un altro ramo prese dimora a Mistretta, un altro ancora a Caccamo e
successivamente a Termini Imprese. Di questi tre rami solo l’ultimo
conservò l’originario cognome GALLEGRA, mentre gli altri due
mutarono il cognome in ALLEGRA: il ramo di Mistretta presumibilmente
lo mutò alla metà del XIX secolo. Il ramo di Polizzi - con certezza
- nella persona di SANTO nato nel 1845, bisnonno dell’attuale
rappresentante il ramo di Polizzi, iscritto nel registro delle
nascite come figlio “domini Rosarii Paulini Gallegra” e
ritrovato successivamente col cognome alterato in Allegra all’atto
della nascita del figlio ROSARIO (1869).
Ramo di Polizzi
Generosa
Dal XIX secolo in
poi, nel ramo di Polizzi si ricorda il predetto ROSARIO PAOLINO che
rimase vittima della rivolta del popolo contro gli aristocratici del
paese nel 1860, perdendovi la vita.
ROSARIO,di Santo,
(1869 - 1931) fu musicista di valore e si dedicò alla trascrizione
per banda delle più celebri arie e sinfonie d’opera. Diede un grande
contributo alla diffusione della cultura musicale nella società del
tempo; le partiture musicali manoscritte - in numero di oltre
duecento - sono conservate nell’archivio di Famiglia.
GANDOLFO, altro
figlio di Santo, combatté da Ufficiale di Cavalleria nella prima
Guerra Mondiale; SANTO, di Paolo, di Santo, (1915 - 2001) Ufficiale
dei Bersaglieri durante la seconda Guerra Mondiale, occupò posti di
prestigio nella neonata Amministrazione Regionale Siciliana.
La Famiglia è
tuttora esistente ed ha la sua Dimora in Palermo e Polizzi.
Ramo di Caccamo/Termini
Il primo a
trasferirsi a Caccamo fu il “Patricius Politiensis” (quindi
nativo di Polizzi) GIOVAN BATTISTA che vi morì nel 1748. Il sepolcro
in stile barocco si trova nel ramo sinistro del transetto della
Chiesa madre di Caccamo, alla destra dell’altare. Il di lui figlio
FILIPPO fu arciprete della stessa Chiesa e sotto il suo governo
arcipretale, la Compagnia della SS. Annunziata commissionò a Nicolò
Sarzana “mattonaro di Palermo”, nel 1751, un grandioso
pavimento per la Chiesa dell’Annunziata, che venne consegnato nel
1752.
Il menzionato
Filippo è sepolto nella medesima chiesa, nel ramo sinistro del
transetto, alla sinistra dell’altare. La figlia di Giovan Battista,
Suor GRAZIA MARIA Gallegra, Badessa, donò alla Chiesa di San
Benedetto alla Badia un preziosissimo pavimento maiolicato nel quale
è rappresentata una scena di tempesta.
(Il dubbio che
pervade le parole di alcuni studiosi circa la parentela tra Suor
Grazia Maria e l’Arciprete Filippo, può essere risolto facendo
attenzione al fatto che la famiglia è presente in Città da appena
mezzo secolo: troppo poco perché si instaurino ramificazioni di
parentela.)
Nel 1756 la stessa
Badessa Grazia Maria Gallegra commissiona a B. Sanseverino due
statue da porre accanto all’arco trionfale della Chiesa della Badia
Intorno alla fine del XVII secolo.
CARLO fu capitano
di giustizia di Termini nel 1740/1;
La Famiglia è tuttora esistente in Termini Imerese, dove ha la sua
dimora.
Ramo di
Mistretta
Verso la fine del
XVII secolo, un altro ramo della famiglia si trasferì, a Mistretta
dove MICHELE, capitano di giustizia nel 1706/7, in data 23 maggio
1709 ottenne il titolo di barone di San Giuseppe (forse per
successione siciliana). Contestualmente il ramo si fregiò di un
altro stemma.
Questo stemma
(inquartato) è presente sulla facciata del Palazzo Allegra di
Mistretta, ed è riportato (con i quarti inferiori invertiti) negli
angoli superiori destro e sinistro del Paliotto in filigrana
d’argento su velluto cremisi offerto nel 1728 al convento di Santa
Maria del Soccorso in Mistretta. dalla Baronessa SUSANNA Gallegra e
“sue sorelle” (presumibilmente figlie di Michele) rispettivamente
Badessa e “moniali” (suore) dello stesso convento.
Da ricerche recenti
è stato possibile risalire al Convento in questione, verificando che
la suddetta Donna Susanna Maria Gallegra vi esercitò le Mansioni di
Badessa negli anni 1725/1728 e negli anni 1740/1750. Il paliotto è
custodito nella collezione degli argenti del Museo di Palazzo
Venezia in Roma. (un dettagliato articolo dirime molte questioni
irrisolte ed è consultabile on line al sito
www.centrostorico.altervista.org/gennaio_2007).
L’esponente di
maggiore spicco della famiglia, ramo di Mistretta, fu il barone
ALESSANDRO di San Giuseppe, vissuto tra la fine del XVIII e la prima
metà del XIX secolo.
E’ interessante
notare come lo stesso Alessandro è connotato, nella corrispondenza e
negli atti raccolti in due faldoni custoditi nella Biblioteca Civica
di Mistretta, con tre cognomi diversi: Gallegra, Allegra e
D’Allegra.
Il barone GIUSEPPE
di San Giuseppe acquisì, a Palermo, dapprima il palazzo del marchese
di Sambuca e successivamente due palazzi sul Cassaro che riunì in
unico complesso con ingresso sulla Via del Parlamento, dove è ancora
visibile lo stemma di famiglia se pur in condizioni pessime. Altri
personaggi del casato: GIUSEPPE fu proconservatore in Mistretta nel
1741 e capitano di giustizia 1756/7; PIETRO proconservatore in
Mistretta 1758/74; ANTONINO ottenne il 16 maggio 1835 attestato di
nobiltà dal Senato di Palermo.
Con decreto del
1926 al casato venne riconosciuto il titolo di “nobile dei Baroni di
San Giuseppe” in persona di GIACINTO, titolo trasmissibile in linea
maschile e femminile. Stranamente, lo stemma che la Casa si
attribuisce in quell’occasione è lo stesso del Ramo di Termini/Caccamo,
come risulta dalla blasonatura citata dal Libro d’oro della Nobiltà
italiana di quell’anno; ANTONINO, residente in Genova, (nato nel
1888) uomo politico di destra, dottore in legge, cavaliere Ufficiale
dell’Ordine della Corona d’Italia, decorato medaglia d’argento e di
bronzo al valor militare, due medaglie d’argento al valor civile,
volontario guerra 1915/18, decorato croce di guerra, maggiore
commissario del Ruolo Speciale d’Onore del Regio Esercito,
seniore(maggiore) della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale (M.V.S.N.),
decorato della medaglia della Marcia su Roma del “28 ottobre 1922”,
giudice del Tribunale di Genova, presidente della Federazione
Provinciale Fascista di Genova, Console Onorario della Corte
d’Appello, avvocato, pubblicista, vivente nella prima metà del XX
secolo.
La Famiglia è tuttora esistente ed ha la sua Dimora in Pettineo
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
I tre rami sono
tuttora esistenti e dimorano in: Polizzi - Palermo,
Termini Imerese e Pettineo -Mistretta
N.d.A.: si
ringrazia l’arch. Paolo Allegra di Polizzi per le ulteriori utili
notizie fornite per l’ampliamento della storia relativa al casato
Arma:
- (ramo di
Polizzi) d’azzurro alla banda scaccata d’oro e di verde
di due file, titolo e corona di nobile. E’ lo stemma di più antica
attestazione
- (ramo di
Caccamo/Termini Imerese) : troncato d’azzurro con un filetto di
nero, (sopra) alla torre d’oro aperta e finestrata di nero, (sotto)
alla banda scaccata di due file d’oro e di verde – alias
troncato d’azzurro con un filetto di nero, sopra alla torre
d’oro aperta e finestrato di nero, sotto alla banda scaccata di due
file d’oro e di verde sinistrata da tre bisanti d’oro posti due e
uno, titolo e corona di nobile,
-
(ramo di Mistretta, baroni di San Giuseppe): (estratto dal
Paliotto custodito presso Palazzo Venezia in Roma e dallo stemma
marmoreo sulla facciata del Palazzo in Mistretta) al 1° un gallo con
tre stelle in capo, ordinate in fascia, al 2° un braccio armato
fuoriuscente dalla destra della partizione con una spada in banda,
al 3° una stella ad otto punte al di sopra di quello che sembra un
arco o un arcobaleno, al 4° una torre merlata di cinque pezzi.
Titolo e corona di Barone In relazione alla “brisura” del blasone
non ci sono riferimenti ai metalli né tanto meno agli smalti.
Lo stemma
“d’azzurro alla banda scaccata di due file oro e verde, di sedici
pezzi” è riportato per la prima volta in un manoscritto del XVI
secolo (Biblioteca Civica di Polizzi Generosa).
Dopo il passaggio a
Caccamo, questo ramo della famiglia adotterà uno stemma troncato
come sopra descritto (associato ad una torre).
Come avviene nel
caso di rami ultrogeniti, per differenziare i rami, lo stemma
assunse dei cambiamenti (colori, orientamento, partizione, aggiunte
di lambelli, ecc.) per cui il nuovo stemma si ritrova sia in
versione “partita” che “troncata” o vi si ritrovano aggiunte, come i
bisanti d’oro sinistrati alla torre. |
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GALLELLI
Titoli:
barone di
Badolato, patrizio di Stilo, conte di Pago e Nona, patrizio di Zara
Dimora:
Badolato
Antica e
nobile famiglia originaria della Dalmazia proveniente dalla città
di Zara. Nota nella sua nobiltà sin da XI secolo. Nell’anno 1154
diede a Zara il suo primo vescovo, LAMPRIDIO de Gallellis. I
Gallelli elencati nel censimento del 1283 restarono a Zara fino al
1500 con varie cariche prestigiose e politiche come ambasciatori
presso la Repubblica di Venezia, giudici ed esaminatori; BERNARDINO,
cancelliere del Re di Polonia e poi vicario del generale di Cracovia
dal 1509 al 1517. KOLAN, conte di Pago e Nona, che ricevette dal Re
Ludovico I il feudo nella zona di Kusevo, con le fonti di acque
minerali, feudi che tennero fino alla fine del 1500 epoca dopo la
quale, la famiglia si trasferì in Calabria, con un FRANCESCO. Giunti
in Calabria, si stabilirono prima a Stilo, e successivamente a
Badolato, dove ancora oggi sono titolari anche di una cappella di
Giuspadronato nella chiesa del venerabile convento di S. Domenico,
con annessa tomba gentilizia. In Calabria la Casata godette del
possesso di feudi, privilegi, beni, gradi militari, e prestigiosi
impieghi civili. Fin dal 1600 di questo casato si trovano prove
certe e documenti notarili, nei quali sono menzionati come patrizi
di Zara prima e di Stilo poi.
Il 26 novembre
1658 ottennero titolo di baroni di Badolato,- concesso loro dal
principe Daniele Domenico Ravaschieri -, Signore della terra di
Badolato e dei territori annessi, come Santa Canterina, Isaca, e
Sant’ Andrea, feudi che tennero fino alla eversione della feudalità
nel 1806. Il casato è inserito nel S.M.O. di Malta, nel S.M.O.
Costantiniano di San Giorgio ramo Borbone Spagna. GIUSEPPE, barone,
avvocato, sindaco dei nobili di Badolato dal 1871 al 1888, cavaliere
dell’Ordine della Corona d’Italia. Nel 1973 in Roma il barone
VITTORIO, cavaliere dell’Ordine di Malta e cavaliere dell’Ordine
Costantiniano di Spagna, sposava donna Daniela Benso dei Conti
Benso di Ponticello.
Da questa unione nacquero ETTORE e ALBERTO; entrambi con decreto
del Presidente della Repubblica del 1999 sono autorizzati ad
aggiungere al proprio, il cognome Benso della madre.
ETTORE, è l’undicesimo barone di Badolato, patrizio di Stilo, conte
di Pago e Nona, patrizio di Zara, cavaliere di Malta della Reale
Arciconfraternita di Catanzaro, cavaliere “jure sanguinis”
(nobili di sangue) del S.M.O. Costantiniano di San Giorgio Spagna.
Arma:
Troncato nel 1° d'oro, all'aquila spiegata di nero coronata,
rostrata e armata del campo, linguata di rosso, movente dalla
troncatura, nel 2° d'oro alla terrazza di verde sostenente una volpe
salente al naturale, con l testa rivolta e sinistrata da un gallo
della volpe, passante, imbeccato, crestato e barbato di rosso.
Quest’ arma venne adottata dalla Casata, in seguito al trasferimento
in Calabria, ed è successiva all’originario gallo argento in campo
rosso, fermo su tre cime verdi. |
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GALLETTI
Titoli:
barone di
Santa Rosalia e Cancimino, Barone di Bobile, nobile dei marchesi di
San Cataldo, nobile dei baroni di Santa rosalia e Ciancimino, nobile
Dimora:
Palermo,Messina
Si crede
orginaria di Pisa, passata in sicilia con NICCOLÒ nobile pisano nel
XV secolo.
ALESSANDRO
senatore in Palermo anno 1502/3, 1505/6, 1510/11; LANCELLOTTO barone
di Fiumesalato, capitano digiustizia in Palermo nel 1571/2,
governatore della “Compagnia dei Bianchi”; LORENZO conte di Gagliano,
vicario generale in Val di Mazzara nel 1571, governatore della
Compagnia dei Bianchi nel 1577/8 e 1581/2, morì nel tentativo di
salvare il proprio figlio caduto in mare il
15 dicembre 1590 per il crollo del ponte in Messina; VINCENZO
barone di Fiumesalato, con privilegio del
6 ottobre 1627
ottenne il titolo di marchese di San Cataldo; VINCENZO marchese di
san Cataldo, cavaliere dell'Ordine di San Giacomo della Spada,
vicario generale di Taormina e San Fratello, con privilegio del 21
marzo 1672 dato in Madrid, ottenne il titolo di principe di
Fiumesalato; GIUSEPPE principe di Fiumesalato, governatore della
compagnia della carità nel 1703, cavaliere dell'Ordine
dell'Alcantara, gentiluomo di camera, capitano di giustizia in
Palermo nel 1739/40; PIETRO dei principi di Fiumesalato, parroco di
Sant'Antonio di Palermo e vescovo di Patti e di Catania; FRANCESCO
ottenne il
25 novembre 1759 il titolo di marchese di Santa Marina, brigadiere
degli eserciti in Sicilia, colonnello del “Reggimento Real Farnese”;
NICCOLÒ marchese di san Cataldo con investitura dell'8 marzo 1763, senatore di Palermo 1784/5; EMANUELE, LETTERIO, PLACIDO
barone di Santa Rosalia, GIUSEPPE, SEBASTIANO, iscritti nella mastra
nobile di Messina anni 1798/1807; VITTORIO SALVATORE ottenne il
24 gennaio 1794 investitura dei titoli di principe di Fiumesalato,
marchese di san Cataldo, padre di NICCOLÒ e BALDASSARRE.
NICCOLÒ (1813 -
1897), principe di Fiumesalato, marchese di san Cataldo, gentiluomo
di camera di re Ferdinando II di Borbone, commendatore dell'Ordine
della Corona d'Italia, cavaliere mauriziano, ufficiale della Legion
d'Onore di Francia, senatore del Regno d'Italia; BALDASSARRE (1814)
per la morte senza eredi del fratello Niccolò, ereditò i titoli del
casato, cavaliere dell'Ordine mauriziano.
Con D. M. del 26
aprile 1907 SEBASTIANO ottenne il riconoscimento dei titoli di
barone di Santa Rosalia e Cancimino e di Bobile; con R. D. del 1927
FULCO e VETTOR, cavalieri dell'Ordine di Malta ottennero il
riconoscimento del titolo di nobile dei marchesi di San Cataldo;
LETTERIO barone di Santa Rosalia e Cancimino, nobile dei baroni di
santa Rosalia e cancimino GIUSEPPE E GAETANO.
Il casato è
iscritto nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, nell'Elenco
Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d'azzurro alla fascia d'oro, in capo da un'aquila al naturale, in
punta da una quercia nella pianura erbosa, addestrata da un galletto
al naturale e rivoltato, sinistrato da una corona d'oro.
Alias:
d'oro
all'albero di quercia al naturale addestrato da un gallo nero
crestato di rosso, sormontato da un'aquila spiegata di nero.
Alias:
d'oro alla
quercia sradicata al naturale addestrata da un gallo ardito al
naturale. |
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GALLO
Titoli:
marchese
Dimora:
Castrovillari, Napoli
Famiglia già
nota per essere iscritta al patriziato di Castrovillari nel XVI
secolo. GAETANO con R. D. del 15 gennaio 1849, reso esecutivo l’11
agosto 1850, venne decorato del titolo di marchese da re Ferdinando
II per “alti servigi resi alla Corona”; titolo riconosciuto
al nipote GAETANO con D. M. del 1923 del Regno d’Italia.
Iscritta nel
Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano del 1922.
Arma:
d’argento
al gallo volto a sinistra con una stella d’oro nel cantone, poggiato
su di un monte a tre cime, tutto al naturale. |
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GALLO
(2)
Titoli:
nobile,
barone
Dimora:
Sicilia
Si crede
originaria dell’isola di Cipro dalla città di Nicosia e portata in
Messina nel XIV secolo. GIACOMO annotato nella Mastra Nobile del
Mollica nel 1601; EPIFANIO, dottore il legge, giudice capitaniale in
Mistretta 1643/4, primo acquisitore degli “Uffici di Maestro Notaro”
della corte capitaniale civile di Mistretta; FRANCESCO
proconservatore in Calascibetta 1711; MATTEO con privilegio del 28
settembre 1725 nominato barone di Bellacera; GIOVANNI nominato
barone degli “Uffici di Maestro Notaro” della corte capitaniale
civile di Mistretta e capitano di giustizia 1757/8; BENEDETTO
baglivo (soprintendente) di Cefalù 1768/9; EPIFANIO capitano di
giustizia in Mistretta 1774/5; GIUSEPPE ENRICO barone degli “Uffici
di Maestro Notaro” della corte capitaniale civile di Mistretta con
nomina del 13 marzo 1803 e “secreto” (segretario comunale) di detta
città.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
al gallo al naturale sopra una torre tonda d’oro attaccata alle mura
caricate a sinistra di un leone dello stesso - alias
d’azzurro al cipresso di verde sinistrato da un gallo d’oro
sormontato da tre stelle dello stesso. |
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GALLONE
(di Caprarica)
Titoli:
principe di Tricase, di Moliterno, col predicato di Caprarica,
Tutino, Depressa, Principiano, Nociglia, Bernalda, Lufiano
Supersano, Belvedere, Piperno e San Chirico Raparo
Dimora:
Tricase,
Lecce, Roma.
Originaria
della Grecia, si hanno memorie certe fin dal XV secolo in Otranto.
ALESSANDRO
ottenne nel 1674 i feudi di Belvedere, Torriella e Supersano; ANGELO
quello di Depressa nel 1639. Il casato possedette i seguenti feudi
Tricase nel 1588, Tutino nel 1655, Foresta 1725, Caprarica nel
1736, Lufiano 1755; decorato in data 24 marzo 1651 del titolo di
principe di Tricase, e per successione di casa Pignatelli quello di
principe di Moliterno nel 1745.
Iscritto nel
Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritto nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’oro al
gallo al naturale su di un monte di verde, capo d’azzurro caricato
da una cometa d’oro in fascia. |
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GALLOTTI
Titoli:
nobile
Dimora:
Napoli
Originaria del Cilento, ascritta dal Tribunale Conservatore della
Nobiltà al registro delle famiglie che possedettero feudi per oltre
200 anni. Possedette i feudi di Battaglia, Casaletto, Farnetto,
Valladonna; dichiarata di “antica nobiltà” in seguito all’ammissione
nelle Regie Guardie del Corpo dell’Esercito del Regno delle Due
Sicilie nell’anno 1847.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922
Arma:
1° d’azzurro a sei gigli d’oro, 2° d’azzurro alla fenice al naturale
sulla sua immortalità di rosso, 3° di rosso al leone al naturale, 4°
d’argento alla fascia d’azzurro caricata di tre stelle d’oro,
accompagnata da un labello a tre pendenti. |
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GALLUPPI
(1)
Titoli:
barone di Cirella, patrizio di Tropea
Dimora:
Messina, Tropea, Napoli, Cirella
Le prime memorie certe risalgono al XIV secolo in Calabria con il
feudo di Altavilla in possesso della famiglia nel 1340; ANTONIO ebbe
il feudo di Cirella (Sicilia) il 20 luglio 1577 ed in seguito ne
acquisì il titolo di barone. Iscritta nel patriziato di Tropea. Un
ramo passò in Francia al tempo di Giovanna I d’Angiò, annoverando il
navigatore Jean François Galoup (Galaup). Un ramo passò in Messina
nel XV secolo lasciando la città per aver combattuto contro gli
Spagnoli nel 1672 e 1678, ritirandosi a Santa Lucia del Mela
dividendosi nei rami dei baroni di Cirella in Tropea, e baroni di
Pancaldo in Messina con CESARE barone di Joppolo. Il ramo di Tropea
ricevuto nell’Ordine di Malta nel 1784. TEOFILO vescovo di Oppido
Mamertina e presente al Concilio di Trento nel XVI secolo;
FRANCESCO comandante militare di Messina nelle guerre contro gli
Spagnoli nel XVII secolo. Il personaggio più illustre del casato fu
PASQUALE (1770 – 1846) barone di Cirella, filosofo, professore
docente della Regia Università di Napoli, e primo in Italia a
scrivere una “Storia della Filosofia”, i figli: ANSALDO, proveniente
dalla Scuola Militare della Nunziatella, colonnello del “11°
Reggimento Fanteria di Linea Palermo” partecipò alla campagna del
1860 in Sicilia contro i garibaldini; VINCENZO, pluridecorato,
capitano della
“Gendarmeria Reale” ucciso a Cosenza nel corso di una rivolta nel
1844, il figlio TEOFILO, proveniente dalla Scuola Militare della
Nunziatella, capitano “8ª
Direzione Artiglieria di Gaeta” combattè
a Gaeta capitolando il 14 febbraio 1861, decorato, nel 1870, della
Croce di cavaliere dell’Ordine di Francesco I per “fedeltà alla
Patria” da re Francesco II nel suo esilio in Roma.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano 1922.
Arma:
d’azzurro allo scaglione d’oro accompagnato da tre stelle dello
stesso. |
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GALLUPPI
(2)
Titoli:
barone di Pancaldo
Dimora:
Messina, Castroreale
E’ un ramo della famiglia precedente, stabilitasi in Messina con
CESARE, barone di Joppolo, ed iscritti nella Mastra nobile del
Mollica nel 1593 in detta città. ANSALDO con privilegio del 15
settembre 1748 ottenne il titolo di barone di Cirella trasferito poi
al ramo di Napoli e Tropea; FRANCESCO MARIA giurato in Santa Lucia
del Mela nel 1799; SEBASTIANO capitano di giustizia 1799/800 1806/7;RAINERO
barone di Pancaldo, per successione della famiglia Raineri, con
privilegio dell’8 gennaio 1883 e del 22 luglio 1885, senatore in
Messina; GIUSEPPE, barone di Pancaldo, cavaliere di giustizia
dell’Ordine di Malta, commendatore dell’Ordine di San Marino nella
prima metà del XX secolo, di uno dei più importanti testi di
araldica “Il Nobiliario di Messina”.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro allo scaglione d’oro accompagnato da tre stelle dello
stesso. |
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GAMBINO
Titoli:
nobile
Dimora:
Catania
Il casato noto
sin dal XV secolo; LEONARDO, dottore in legge, giudice della Gran
Corte del Regno nella sede criminale nel 1786 ed in quella civile
nel 1792, iscritto nella Mastra Nobile di Catania il 13 novembre
1786; i pronipoti, figli di LEONARDO, con D.M. ottennero il
2 aprile 1899 il riconoscimento di nobile; titolo riconosciuto anche a
LEONARDO figlio di GASPARE.
Il casato
iscritto nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, iscritto
nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’argento
all'albero di verde, sostenuto da due leoni d'azzurro affrontanti. |
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GANDOLFO
Titoli:
barone di San
Giuseppe, nobili dei baroni, cavaliere
Dimora:
Palermo
Nobili in Vizzini
dal XV secolo, MARCO con privilegio del 29 gennaio 1593, esecutivo
il 18 agosto dello stesso anno, dato in Madrid, ottenne la
concessione dello stemma gentilizio e del titolo di “Regio
Cavaliere”; GIOVANBATTISTA nominato barone di San Giuseppe con
privilegio dell’11 settembre 1771; GANDOLFO, barone di San Giuseppe, senatore in
Vizzini 1803/4; RACHELE baronessa d’Antalbo con riconoscimento del
22 settembre 1852.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro alla torre d’oro alla ghibellina, sinistrata di
un leone, al guerriero al naturale, in punta una bandiera d’argento
caricata di una croce di rosso. |
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GARGALLO
Titoli:
marchese di Castel Lentini, Barone di Priolo, nobili dei marchesi.
Dimora:
Lentini, Siracusa
Motto:
“Nil mediocriter”
Originaria della Catalogna, venuta in Sicilia nella città di
Lentini nel XV secolo.
MICHELEANTONIO nobile in Lentini nel 1458; il figlio FRANCESCO
governatore della città nel 1476; FRANCESCO con Patente Regia del 30
ottobre 1586 ebbe la nomina di castellano del castello di Lentini;
TOMMASO (1536 – 1614) vescovo di Malta; VINCENZO capitano d’armi,
giurato e patrizio di Lentini, ambasciatore al Parlamento Generale
di Palermo nel 1638; ALFIO trasferì la famiglia in Siracusa, ottenne
con privilegio del 16 giugno 1622 il titolo di “Don”; MARIO SAVERIO
cavaliere dell’Ordine di Malta nel 1650; TOMMASO proconservatore di
Siracusa nel 1655; GIUSEPPE capitano di giustizia 1703/4, senatore
1709/10, acquistò la baronia di Priolo; FILIPPO decorato del titolo
di marchese di Castel Lentini con privilegio del 27 maggio 1794;
PIETRO barone di Priolo in data 22 ottobre 1803; TOMMASO in data 8
novembre 1808 ottenne la conferma del titolo di marchese e di
barone, “pari” del Regno nel 1814, latinista e poeta; FILIPPO (1800
– 1868) illustre archeologo; FILIPPO MARIA, decorato della medaglia
“pro Ecclesia et Pontefice”, con D. M. del 12 giugno 1922 gli venne
riconfermato il titolo di marchese di Castel Lentini e barone di
Priolo.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta Elenco
Ufficiale Nobiliare 1922.
Arma:
interzato in pergola rovesciata d’azzurro, d’argento e di rosso; 1°
allo scaglione d’oro accompagnato da tre stelle e bordura dello
stesso, 2° al gallo ardito di rosso, 3° cinque pali d’oro. |
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GAROFALO
Titoli:
barone, duca di Rotino, marchese della Rocca, patrizio di Cosenza
Dimora:
Napoli, Cosenza, Palermo
Motto:
“Generi nostro fidamus”
Originaria della Spagna della regione della Catalogna, stabilitasi
in Palermo nel 1340 con PIETRO; ONORIO I senatore 1388/98 in
Palermo; ONORIO II senatore nel 1449; il casato si diramò in
Cosenza e Napoli. Il ramo di Palermo passò in Napoli con ONORIO III
maestro di campo del viceré Consalvo di Cordova; ONORIO IV, capitano
e maestro di campo, insignito nel 1590 del titolo di marchese da re
Filippo II. La famiglia, benemerita di Casa Borbone Due Sicilie,
con sentenza della Real Camera di Santa Chiara nel 1781 ascritta
alla nobiltà Napoletana; ONORIO V, cavaliere dell’Ordine di Malta
con GIUSEPPE nel 1797, presidente del Supremo Magistrato della
Salute, ottenne con privilegio del 26 gennaio 1835 da re Ferdinando
II di Borbone la conferma del titolo di marchese, i figli: FRANCESCO
vice ammiraglio e Ministro della Marina del Regno delle Due Sicilie,
GAETANO (1782-1869), maresciallo di campo dello “Stato Maggiore”
dell’Esercito delle Due Sicilie, con RR.LL.PP. ottenne da re
Ferdinando II, per il suo attaccamento alla “Patria Napolitana”,
il titolo trasmissibile di barone in data 21 maggio 1855; il figlio
FRANCESCO, proveniente dalla Scuola Militare della Nunziatella,
tenente colonnello del “Real Corpo di Artiglieria”, comandate delle
batterie montate, partecipò alla difesa di Gaeta nella campagna del
1860/61 contro i piemontesi.
Linea di Palermo:
RAFFAELE (1851-1934), barone, gran Cordone dell’Ordine Mauriziano e della Corona
d’Italia, primo presidente della Corte di Cassazione di Napoli,
senatore del Regno d’Italia, vice presidente della Consulta
Araldica, socio onorario della Società Reale di Napoli, socio
dell'Accademia Pontiniana di Napoli, commendatore dell'Ordine della
Legion d'Onore nel 1914.
Linea di Rotino (Cosenza):
duca di Rotino, marchese della Rocca, patrizio di Cosenza, nobili
dei marchesi.
Arma:
ramo di Cosenza:
d’azzurro al leone d’oro tenente un garofano fiorito a tre.
ramo di Palermo:
d’oro alla scaglione di nero, alla punta al garofano al naturale |
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Sen. Raffaele Garofalo. A.S. Senato. |
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GATTINI
Titoli:
conte
Dimora:
Napoli
Di antica nobiltà in Matera nel XIV secolo; riconosciuta di “antica
nobiltà generosa” nelle prove di ammissione nel Sovrano Militare
Ordine di Malta nel 1796 ed in seguito in quelle della Regia
Consulta Araldica del 1901. Con R. D. “motu proprio” del 7
marzo 1929 decorata in persona di MICHELE - gran priore di Napoli e
Sicilia, Venerabile e Balì dell’Ordine di Malta - del titolo di
conte trasmissibile ai primogeniti; GIUSEPPE senatore del Regno
d’Italia, esperto in araldica e storiografo.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro al gatto d’argento tenente una vipera, poggiato su tre
monti di verde, caricato da un labello di rosso a tre punte. |
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GATTO
Titoli:
nobile
Dimora:
Messina
Originaria di Malta; FRANCESCO, milite maltese, ottenne dl re
Martino il feudo di Zabbaria. Nobile in Messina;
GIOVAN DOMENICO iscritto nella mastra nobile del Mollica in Messina
1594/1605; i fratelli DOMENICO, FRANCESCO, e LUIGI iscritti nella
stessa mastra nobile;
GAETANO, 2° tenente del “1° Reggimento Fanteria di Linea Re”, ha
preso parte alla campagna del 1860/61, combatté a Macerone contro i
piemontesi, caduto prigioniero con parte del Reggimento nel novembre
del 1860.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare italiano anno 1922
Arma:
d’azzurro a tre fasce dorate sostenenti un gatto d’argento a tre
stelle dello stesso
alias d’azzurro ai dieci bisanti d’oro. |
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GATTOLA
Titoli:
nobile di Gaeta
Dimora:
Gaeta, Napoli
Si hanno le prime memorie certe nel XII secolo in Gaeta. Si diramò a
Trani e Napoli dove venne aggregata al seggio di Portanova nel 1589;
decorata del titolo di duca di Rescigno e di Sacco oggi estinto nel
suo ramo primogenito (XX secolo); ebbe anche il possesso di San
Barbato nel Principato Ultra, designata nobile di Gaeta.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma: d'azzurro a tre bande d'argento, al capo d'oro al gatto
passante di nero. |
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GAUDIOSI
Titoli:
duca di Canosa
Dimora:
Penne e Castellammare Adriatico
Originaria della Francia, si stabilì in Calabria nella cittadina di
Fiumefreddo e si diramò in Abruzzo. Decorata dal titolo di conte, e
per successione in quello di duca di Canosa nel 1651, titolo
riconosciuto poi con Regio Rescritto il 26 gennaio 1852 dal Regno
delle Due Sicilie e poi con D. M. del 16 ottobre 1895 dal Regno
d’Italia; DOMENICO (1865-1911) ultimo duca di Canosa, la cui sorella
MARGHERITA (1899 - 1983) andò in sposa nel 1922 a RAIMONDO Colletti,
dei baroni Colletti.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiana anno 1922.
Arma:
d’oro a due fasce di rosso caricate di 2 pesci d’argento, una sirena
al naturale con doppia coda. |
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GAUDIOSO
(1)
Titoli:
nobile, conte palatino
Dimora:
Aversa, Napoli
Originaria di Napoli conosciuta già dal XV secolo; MICHELE con
privilegio del 17 luglio 1589 ottenne attestato di nobiltà; il
casato venne ricevuto nell’Ordine di Malta, decorato del titolo di
conte palatino con RR. LL. PP. (regie lettere patenti) del 26
novembre 1903 del Regno d’Italia; GIOVAN BATTISTA conte palatino nel
XX secolo.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale della Nobiltà Italiana anno 1922.
Arma:
d’argento al pino di verde spiantato, con tre monti al naturale,
accompagnati al capo da tre stelle di rosso. |
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GAUDIOSO
(2)
Titoli:
barone di Saracina, nobili dei baroni
Dimora:
Palermo, Vizzini
PIETRO dottore in legge, di Palermo, acquistò i feudi di Rincione,
Rosignolo, procuratore legale del Tribunale del Regio Patrimonio, il
26 settembre 1662 venne nominato giudice della Gran Corte Civile;
GIUSEPPE, barone, maestro razionale di cappa corta del Tribunale
Regio Patrimonio con privilegio del 14 settembre 1683, titolo di
marchese di Casale di Castania; PIETRO, di Vizzini, barone di
Guadalami il 28 gennaio 1643; MARIO capitano di giustizia 1781/82;
VINCENZO stessa carica dal 1783/84.
Con D. M. del 20 novembre 1899 ottenne il titolo di barone di
Saracina in persona di FRANCESCO.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare anno 1922.
Arma:
fasciato di rosso e oro, caricate di un pesce d’argento, al capo
d’oro caricato di una sirena al naturale di due code, coronata;
alias
1° d’azzurro al cavallo d’oro sormontato da tre stelle dello stesso,
2° scaccato di nero e argento. |
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