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I casati del Sud
di
Ciro La Rosa
La Rosa
H-I-J
HERNANDEZ
o
HERNANDES
Titoli:
conte di
Carrera
Dimora:
Trapani,
Monte San Giuliano
Si crede sia
stata portata dalla Spagna in Sicilia da FRANCESCO e da DIEGO nel
XVI secolo, mentre ISIDORO insediò un ramo del casato in Monte San
Giuliano.
FRANCESCO,
dottore in leggi, con investitura del 19 novembre 1785 ottenne il
titolo di conte di Carrera, proconservatore di Monte San Giuliano
negli anni 1791, 93, 98, 1800, 1806; ALBERTO anch'egli
proconservatore in Monte San Giuliano nel 1810; FRANCESCO
archeologo, numismatico che lasciò un ricco museo di reperti di
varie epoche, 48 medaglioni d'argento dono di S.A.R. Ludovico di
Baviera. Con D.M. del 30 maggio 1894 ALBERTO ottenne il
riconoscimento del titolo di conte di Carrera, di seguito ANTONIO,
IGNAZIO, ANTONIA E ESTER.
Il casato
iscritto nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana e nell'Elenco
Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d'azzurro
al leone coronato d'oro rampante, all'albero di pino di verde
sradicato. |
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IACUZIO
Titoli:
nobile
Dimora:
Napoli
Famiglia originaria delle Calabrie, nota già nel XVI secolo;
aggregata al Patriziato di Amantea nel 1690, si trasferì a Napoli
nel XVIII secolo, diede vari personaggi alla magistratura e alle
armi.
Iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
arma:
d'argento al leone al naturale, attraversata da una banda di rosso. |
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IMPARATO
o
IMPERATO
Titoli:
marchese di Spineto
Dimora:
Napoli
Famiglia di antica nobiltà napoletana, decorata con regio Diploma
del 11 maggio 1617, reso esecutivo nel Regno di Napoli il 30 aprile
dello stesso anno, del titolo di marchese di Spineto in persona di
FRANCESCO consigliere del Collaterale; NICOLA iscritto nel Cedolario
del Molise il 31 marzo 1806.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro inquartato da un filetto d’oro: 1° a due leoni affrontanti
tenenti una corona d’oro, 2° alla gemella d’argento posta in banda
con tre a stelle, 3° al leone d’oro coronato, 4° al leone d’oro. |
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IMPELLIZZERI
Titoli:
barone di San Giacomo di Belmineo, di Busello, di Sant’Alessio,
signore di Cadeddi, di Bufalefi e del Pantano.
Dimora:
Noto, Siracusa
Si crede di origine Spagnola, acquistò per diritti matrimoniali la
baronia di San Giacomo di Belmineo nel XVI secolo e il feudo di
Busello.
GIUSEPPE barone di Bufalefi e Caddeddi con nomina del 26 novembre
1647; FRANCESCO cavaliere dell’Ordine di Malta nel 1635; TOMMASO,
barone di San Giacomo di Belmineo, capitano di giustizia in Noto nel
1645/6, primo barone di Burgio con investitura del 25 giugno 1628;
CARLO vescovo di Mazzara nel XVII secolo; STEFANO precettore in Val
di Noto a cui successe il figlio BLASCO nel 1670; GIUSEPPE con
investitura del 1 luglio 1669 ottenne il castello di Randazzo;
ANTONIO possedette per primo il feudo del Pantano; TOMMASO, barone
di San Giacomo, capitano di giustizia in Noto 1740/41; GIOVANNI in
data 2 dicembre 1789 investito del feudo di Bufalefi e in data 8
aprile 1793 di barone di Busello, di San Giacomo, barone di Caddeddi
e in data 2 gennaio 1803 di barone di Pantano, senatore in Noto
1798/99.
Con D. M. del 20 aprile 1900 GIOVANNI ottenne per se e per i
legittimi eredi i titolo su indicati.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiltà Italiana anno 1922.
Arma:
d’azzurro
alla campagna mareggiata, un pesce nuotante nel mare, di tre stelle
d’argento il tutto al naturale. |
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IMPERIALI o
IMPERIALE
Titoli:
duca, nobile dei principi di Francavilla, nobile dei marchesi di
Latiano, patrizio Napoletano, patrizio Genovese, Grandi di Spagna
Dimora:
Napoli, Mercato San Severino, Firenze
Diramazione dell’antica famiglia Imperiali di Genova, detta
originariamente Tartaro, era una delle 28 famiglie che formarono “Albergo”
(associazioni di famiglie nobili) che diedero quattro Dogi alla
città di Genova, tenne la signoria dell’isola di Corsica nel 1378,
nobile in Milano, Vicenza e Napoli dove vennero aggregati al Seggio
di Capuana il 4 gennaio 1274. Inserita nell’Ordine di Malta dal
1608, insignita dell’Ordine del Toson d’Oro, del Real Ordine di San
Gennaro, di “Grandi di Spagna” di 1° classe, decorata del titolo di
Principe di Francavilla nel 1639, principe di Sant’Angelo dei
Lombardi nel 1718, marchese di Oria nel 1575, marchese di Latiano
nel 1668. Occuparono i maggiori Uffici nella corte reale Borbonica
fedelissimi e benemeriti al Regno delle Due sicilie: Maggiordomo
maggiore dal 1753 al 1759, capitano della “Compagnia delle Reali
Guardie del Corpo”, cavallerizzo maggiore del 1855 al 1860; i
fratelli MARINO e VINCENZO, guardie a cavallo, della “Compagnia
Reali Guardie del Corpo” parteciparono alla difesa del Regno delle
Due Sicilie dall’invasione piemontese insieme ai cugini RAIMONDO 1°
tenente del “7° Reggimento Fanteria di Linea Napoli” e GIUSEPPE 2°
tenente del “1° Reggimento Ussari della Guardia Reale”. MICHELE,
marchese, cavallerizzo maggiore di re Francesco II (1855 al 1861),
seguì il re all'assedio di Gaeta ricevendo come segno di gratitudine
la Gran Croce dell'Ordine di San Ferdinando; il marchese GUGLIELMO
(1858-1944) ambasciatore d'Italia a Costantinopoli nel 1904, a
Londra nel 1910 e presente al "Patto di Londra" del 26 maggio 1915,
membro della delegazione Italiana del "Trattato di Versailles" del
28 giugno 1918, senatore, insignito dell'Ordine del Collare della
SS. Annunziata di casa Savoia, commendatore dell'Ordine di Leopoldo
del Belgio, cavaliere dell'Ordine di Alberto il Valoroso, cavaliere
dell'Aquila Rossa, cavaliere dell'Ordine della Regina Vittoria,
cavaliere dell'Ordine del Bagno; GIOVANNI, patrizio napoletano e
genovese, distintosi nell'ultima carica di cavalleria della 2a
Guerra Mondiale quale comandante del "Reggimento Lancieri Aosta";
attuale rappresentante del casato è il marchese duca LUCIANO nato
nel 1927.
Il ramo dei principi di Sant’Angelo dei Lombardi si estinse nel
1856.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’argento al palo d’oro cucito, caricato da una aquila di nero
linguata di rosso coronata d’oro. |
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Sen. Guglielmo Imperiali. Archivio Storico
del Senato della Repubblica |
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INDELLI
Titoli:
nobile di Monopoli
Dimora:
Monopoli
Di antica nobiltà in Monopoli dal XV secolo, ricevuta per
“giustizia” nell’Ordine di Malta nel 1728; iscritta nell’Elenco del
Priorato di Barletta nel 1801; LUIGI deputato al Parlamento del
Regno d’Italia nel 1930.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di rosso al grifo d’oro. |
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INGUAGGIATO
Titoli:
barone
di Gibiso, nobile dei baroni, marchese di Solazzo
Dimora:
Palermo,
Petralia Sottana
GIOVAN PIETRO Lo
Inguaggiato, di Petralia Sottana, ottenne il titolo di barone di
Polizzello in data 9 giugno 1655; FRANCESCO ANTONIO, barone di
Polizzello con investitura del 27 luglio 1735; RAFFAELE barone di
Polizzello in data 17 dicembre 1765; CLAUDIO per acquisizione
matrimoniale con Laura Di Giovanni, ottenne il titolo di marchese di
Sollazzo con investitura del 17 dicembre 1776, FRANCESCO ANTONIO,
barone, proconservatore in Petralia Sottana 1796/1810; RAFFAELE fu
il primo barone di Gibiso con investitura del 20 luglio 1801. Con D.
M. del 18 settembre 1901 venne riconosciuto in persona di GIOVANNI
il titolo di barone di Gibiso; GIOVANNI marchese di Solazzo; ANGELA
nobile dei baroni, viventi nella prima metà del XX secolo.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro a due braccia affrontate moventi dai lembi dello scudo,
quello di sinistra vestito di rosso, quello di destra vestito di
verde, con le mani di carnagione, la seconda tenente un anello d’oro
in atto di infilarlo nella prima; sormontato da tre stelle in fascia
d’oro. |
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INTERLANDI
Titoli:
nobile dei principi di Bellaprima
Dimora:
Caltagirone
Di antica nobiltà dal XV secolo; SCIPIONE, dottore in legge,
patrizio di Caltagirone dal 1572/3; POMPEO stessa carica 1605/7;
PIETRO ANGELO, barone di Accuglia, Renda, Perrana, Corvo e Recurato
con privilegio del 30 settembre 1639, e con privilegio del 20
novembre 1639 ottenne i feudi di Inciosi, Favarotta e Catalfaro;
GIACOMO barone di di Favarotta, acquistò nel 1699 il feudo di
Buxalca (Busalca) sul quale con privilegio dato in Madrid il 7
maggio e reso esecutivo in Messina il 29 dicembre 1710 ottenne il
titolo di principe di Bellaprima; PIETRO ANGELO capitano di
giustizia in Caltagirone dal 1714 al 1741; CARLO MARIA giurato in
Caltagirone 1743/44; NICCOLO’ MARIA, principe di Bellaprima,
patrizio di Caltagirone nel 1760, capitano di giustizia nel 1770 e
nominato cavaliere nell’Ordine di Malta; POMPEO, principe di
Bellaprima, cavaliere dell’Ordine di Malta, capitano di giustizia in
Caltagirone 1786/87, senatore nel 1784 e 1799/800; CORRADO con
investitura del 26 marzo 1806 nominato barone di Favarotta,
Catalfaro e Inciosi, con conseguente investitura del 10 febbraio
1808 nominato principe di Bellaprima, barone di Buxalca e Nanfiza.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma: di
rosso a tre spade d’oro impugnate con le punte all’ingiù. |
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INVEGES
Titoli:
barone di Rambingallo, duca di San Gregorio del Burgo
Dimora:
Sciacca, Palermo
Originaria della Catalogna, passò in Sicilia nel XIV secolo.
BERNARDO, per acquisizione matrimoniale con Antonia de Spucches,
ottenne il titolo di barone di Colamonaci, conferito in seguito, con
privilegio del 14 dicembre 1398 al figlio AMATO; GIOVANNI pretore di
Palermo 1406/7, 1421/22; AMATO giurato in Sciacca 1701/2; FRANCESCO
barone di Ponte Marittimo di Sciacca e proconservatore in data 1734;
GIUSEPPE primo barone di Rambingallo con investitura del 10 luglio
1742 e con privilegio del 30 novembre 1800 ottenne il titolo di duca
di San Gregorio del Burgo; CORRADO senatore nel 1830.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di rosso a quattro barelle d’oro. |
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INVITTI
Titoli:
principe di Conca, duca di Roccavecchia, marchese di Prata, barone
di Pratella e Mastrati
Dimora:
Napoli
Di origine milanese, infeudata nel 1508 delle terre di San Martino e
nel 1594 di Prata in Terra di Lavoro (Caserta).Con diploma dato in
Madrid il 27 giugno 1694 CARLO venne creato marchese di Prata e con
R. D. del 18 agosto 1706 ottenne anche il possesso della terra di
Conca; NICOLA con diploma in Vienna del 21 giugno 1727 reso
esecutivo nel regno di Napoli il 31 luglio dello stesso anno venne
decorato del titolo di principe di Conca; il fratello CESARE con
diploma dato in Vienna il 18 gennaio 1707 reso esecutivo l’8
febbraio venne insignito del titolo di duca di Roccavecchia. I
predetti titoli vennero riconfermati con Regio Rescritto del 6
aprile 1853 in persona di FILIPPO. La famiglia fu iscritta nella
categoria dei “principi inseriti nel registro dei Reali Baciamani
di Corte” della real Casa Borbone Due Sicilie. Con RR.
LL. PP. del 21 marzo 1903 e D. M. del 16 giugno fu riconosciuto al
casato il titolo di barone di Pratella e Mastrati.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
partito il 1° d’azzurro a due leoni d’oro controrampanti
affrontanti un albero al naturale, 2° d’oro a tre bande di rosso. |
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ISASTIA
Titoli:
marchese, nobile dei marchesi
Dimora:
Napoli,
Roma
Famiglia d’origine
spagnola, devota a Casa Borbone delle Due Sicilie, venuta nel Regno
di Napoli con il generale GIACINTO che ottenne il titolo di
marchese sul cognome con RR. LL. PP in data 7 febbraio 1739 dal re
di Napoli e Sicilia, Carlo di Borbone; lo stesso titolo venne
riconosciuto al suo discendente GENNARO, (1818-1874), proveniente
dalla Scuola Militare della Nunziatella, capitano della “Real
Artiglieria” in data 20 dicembre 1855, che terminò la carriera come
tenente colonnello, direttore delle miniere di Sora; il cugino
GENNARO capitano del “4° Battaglione Cacciatori”; il figlio LUIGI,
proveniente dalla Scuola Militare della Nunziatella, maggiore del
“Battaglione Zappatori” presente alla battaglia del Volturno e alla
difesa di Gaeta quale capo della 4^ sezione dei lavori sul fronte
mare; ULRICO, nobile dei marchesi, vivente nella prima metà del XX
secolo.
Iscritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
inquartato: 1° d’azzurro a quattro scudi di argento alla croce di
rosso; 2° d’oro a quattro leoni di nero; 3° d’argento alla croce
scorciata pomata d’azzurro; 4° semipartito troncato al 1° di rosso
all’elefante d’argento, recante un globo dello stesso, al 2°
d’argento alla torree al naturale, al 3° fasciato di rosso d’argento
al leone nero (autorizzazione D. M.
20 giugno
1915). |
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JACI
Titoli:barone
di Feudonovo
Dimora:
Palermo, Piazza Armerina
Originaria di Valenza, portata in Sicilia da ARNALDO, regio
segretario, nel 1339;FRANCESCO mastro notaro della Gran Corte,
ottenne per se e per gli eredi la terra di Jaci con decreto del 17
dicembre 1409; GIOVAN FRANCESCO ebbe il titolo di barone di
Feudonovo nel 1610; GIROLAMO proconservatore di Mazzara nel 1632,
capitano di giustizia 1629/31, 1633, 1637, acquistò il feudo di
Baccarati e con privilegio dell’11 gennaio 2641 il titolo di barone
di Casalotto; AGOSTINO, barone di Feudonovo, giurato di Piazza
Armerina 1791/2 e senatore in detta città 1799/800; BENEDETTO,
barone di Feudonovo, senatore in Piazza Armerina 1802/3; GIUSEPPE
anch’egli senatore di Piazza Armerina 1804/5. Con D. P. del 19
ottobre 1927 venne riconosciuto il titolo di barone di Feudonovo in
persona di GIUSEPPE.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro al leone d’oro con la branca anteriore destra tenente una
palma di verde, e con la sinistra una spada infitta in uno scudo il
tutto d’oro. |
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LA JACONA
Titolo:
barone di Mazzarronello, nobile dei baroni di Mazzarronello
Dimora:
Palermo
Motto: “Praemium
fortitudinis”
ENRICO, giurato di Siracusa 1405/6; GIROLAMO stessa carica 1410/11;
GIUSEPPE, primo barone di Patro, che tramutò il titolo, con
privilegio del 20 luglio 1751, in quello di Fegotto;
GIUSEPPE proconservatore di Niscemi nel 1758; ANTONIO, per
l’acquisto da casa Requens, ottenne il titolo di barone di
Mazzarronello con investitura del 15 giugno 1767; DOMENICO con
privilegio dell’8 agosto 1778 ottenne il titolo di barone di Spataro;
GIUSEPPE proconservatore di Niscemi dal 1776 al 1793, stessa carica
il figlio SALVATORE barone di Mazzarronello; ANTONIO barone di
Mazzarronello; ANTONIO, barone di Mazzarronello, proconservatore di
Mazzarino dal 1792 al 1798. Con D. P. dell’11 agosto 1928 venne
riconosciuto il titolo di barone di Mazzarronello in persona di
NICCOLO’.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
inquartato: 1° e 4° d’argento al lupo al naturale, 2° e 3° d’azzurro
al giglio d’oro. |
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JELARDI
Titoli:
nobile
Dimora:
San
Marco dei Cavoti (BN), Napoli
Motto:
“Caesar piactus”
Famiglia di origine
Provenzale, giunse in Italia a San Marco dei Cavoti nel XIV secolo
quando i Gavoti, provenienti dalla città di Gap nel sud est della
Francia, fondarono il paese.
I nobili fratelli
RINALDO, GUGLIELMO e GIOVANNI Gaullart, ebbero il loro cognome
italianizzato in Galardus e poi per corruzione dialettale in Jalardo,
con la forma definitiva di Jelardi. Riconosciuta di antica nobiltà
nel 1568 e riconosciuto anche lo stemma, la famiglia acquisì il
diritto di terraggiare nel sec XIX in San Marco. Il casato è legato
con diverse famiglie nobili del Sannio e del meridione tra cui i
Polvere di Pago Veiano, i Cassitto di Ravello d’Ortenburg, i Brizio
Cinquegrani, gli Zurlo, i Moscatelli, i Meomartini ed altre.
FEDERIGO (morto 1831) feudatario, giurista, poeta; NICOLA (1805 –
1886) consigliere provinciale, capitano della Guardia Nazionale;
FEDERICO (1837-1901) consigliere provinciale, sindaco; FERDINANDO
(1864-1898) consigliere provinciale; ARTURO (1896 – 1944) laureato
in medicina, esponente di spicco del P.N.F. (Partito Nazionale
Fascista) del beneventano, ricoprì numerose cariche, tra cui vice
presidente del Consiglio Provinciale dell’Economia e segretario
politico del Fascio di Benevento. Attuali rappresentanti sono il
dottor GIULIO (Roma 1965) studioso di scienze naturali, giornalista
e scrittore; ed il dottor ANDREA (Campobasso 1974), laureato in
Conservazione Beni Culturali, assistente alla Facoltà del Suor
Orsola Benincasa, specializzato in archeologia, storia dell’arte,
giornalista pubblicista, ha pubblicato vari saggi.
Arma:
d’azzurro ai due leoni tenenti nel campo una ruota, poggianti su di
un monte di tre cime, il tutto al naturale. |
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JOPPOLO o
IOPPOLO
Vedi rubrica "Le
Famiglie Greco-Albanesi del Sud Italia" |
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LO JUCCO
Titoli:
nobile di Taranto
Dimora:
Taranto, Napoli
Nota come di antica nobiltà dal XV secolo, venne riconosciuta di
nobiltà generosa con diploma del re di Napoli Ferdinando IV in data
17 luglio 1793, imparentati con gli Ayala, Aldobrandini, Ferrara.
Ammessa nel Sovrano Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio dal
XVIII secolo, riconosciuta nobile di Taranto con Decreto
Presidenziale della Consulta Araldica in data 20 dicembre 1923.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro all’aquila bicipite di nero posta su di un fascio di
giunchi. |
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JURATO
o
GIURATO
Titoli:
nobile,
barone di Monte Sacra
Dimora:
Messina,
Palermo, Catania, Vizzini
Il Minutolo la
vuole originaria dall’Andalusia venuti in Sicilia con NICOLÒ Jurat
sotto re Federico III d’Aragona, nobile in Modica con MARIOLA barone
di Monte di Sacra ed altri feudi per concessione di Manfredi
Chiaramonte conte di Modica nel 1375; GIACOMO maestro secreto nel
1437 e nominato barone di San Filippo. Godette nobiltà in Messina
nel secolo XVII, in Palermo, in Catania ed in Vizzini; il casato nel
1520 ottenne la conferma di “antica nobiltà” con diploma del sovrano
Carlo V; passò all’ordine di Malta nel 1571 in persona di BLASCO; la
famiglia possedette il feudo di San Filippo e metà dei feudi di
Caddeddi, Ricalcaccia e Bufalefì, Castelluzzo ed altri. PIETRO
senatore di Palermo negli anni 1627/9, 1633/4; GASPARE tenne la
stessa carica negli anni 1627/9, 1631/2, 1634/5, 1637/9, 1641/2,
capitano d’arme del Regno ed acquistò la baronia di Serravalle;
GIUSEPPE senatore di Catania nel 1661/2; ANTONINO giudice pretoriano
di Palermo nel 1666/7 e 1669/70, giudice del tribunale del
Concistoro 1672, reggente del Supremo Consiglio d’Italia 1683;
GIROLAMO nel 1731 è tra i concorrenti agli uffici nobili di Vizzini;
GIUSEPPE giudice pretoriano di Palermo nel 1740/1, giudice del
tribunale del Concistoro nel 1748/9 e della Gran Corte Criminale nel
1751/2.
Iscritta
nell’Elenco Regionale delle famiglie nobili Siciliane.
Arma:
di rosso, alla banda d’oro. |
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